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Agenzia Radicale - 28 gennaio 1966
APPUNTI, OSSERVAZIONI, FATTI RELATIVI ALL'``AFFARE INPS''

SOMMARIO: Un dossier sullo scandalo dell'INPS. I procedimenti aperti in tutta Italia dalla magistratura a carico di alcuni esponenti dell'Ente previdenziale di stato. Le responsabilità del presidente socialdemocratico dell'INPS Angelo Corsi.

(AGENZIA RADICALE n. 117, 28 gennaio 1966)

Rischi di bancarotta democratica

Inquadreremo nel nostro prossimo numero i problemi previdenziali e assistenziali senza la cui soluzione si andrebbe verso una vera e propria bancarotta democratica in questo settore.

Ci limitiamo per ora ad osservare che nessuno, in questi giorni, né nella maggioranza in cerca di sopravvivere alla crisi, né nell'opposizione, che sembra tesa in tutte le sue componenti ad elaborare un programma alternativo di governo, ha mostrato di avvertire questo aspetto fondamentale della crisi dello Stato e della democrazia. Fra le tante esigenze, le tante promosse, le mille velleità, i problemi della sicurezza sociale non vengono più nemmeno menzionati.

Anche in questo settore

Gli strumenti politici operanti in questo settore continueranno ad essere oggetto di mercimonio, a fini elettoralistici e d'illecito potere, da parte di quanti mostrano di puntare ancora oggi sulla corruzione e sul monopolio della beneficenza, o di chi, all'opposto, spera di raccogliere il vento della ribellione e della disperazione.

Questa nostra denuncia, ancorata a giudizi così estremizzati, può apparire eccessiva ed essere accusata di astrazione.

Le passate denunce e

Consideriamola allora, per oggi, nei suoi capi d'imputazione più ``concreti'', quelli per intenderci che hanno indotto perfino la nostra magistratura ad elevare concretissime e gravi imputazioni a carico di alcuni alti esponenti della previdenza e dell'assistenza di Stato. Il nostro obiettivo è dichiarato: opporci al tentativo in atto da parte della classe politica complice e mandante in questi reati, di soffocare con un colpo di mano le sole voci libere e responsabili che abbiano interesse a informare l'opinione pubblica dello scandalo istituzionale in qui si risolve ormai l'``affare'' INPS, ed evitarne la falsificazione sistematica degli aspetti essenziali.

Daremo per acquisito sia le denunce e le azioni rese pubbliche attraverso i precedenti tre numeri di A.R., sia quanto la stampa ha riportato delle conferenze stampa e delle iniziative sin qui prese in proposito dal Partito Radicale.

Quattro fatti nuovi

Quattro fatti, intervenuti nelle ultime settimane, provano l'esattezza delle denunce e delle scelte politiche fatte dal Partito Radicale nella ``lotta di draghi'' (l'espressione è del P.M. del processo Aliotta) che ha opposto ed oppone alcuni ministri, l'alta burocrazia ministeriale, le massime autorità burocratiche dell'INPS, alcuni amministratori di questo Istituto, ambienti clericali, democristiani e dirigenti socialdemocratici all'azione svolta in questi anni dal Presidente dell'INPS. on. Angelo Corsi.

Di questi fatti, dei quali diamo singolarmente notizia in altra parte di A.R., parliamo qui in modo organico.

La magistratura persegue penalmente

1) Sono pendenti, davanti alla VI sezione del Tribunale di Napoli, otto procedimenti penali a carico di dirigenti ed assistiti dell'INPS, per le loro attività delittuose nel Sanatorio Principe di Piemonte di Napoli.

Il protetto del Ministro Delle Fave che l'on. Corsi tenti inutilmente di neutralizzare

E' imputato per truffa aggravata e continuata il prof. Gino Badolini, protetto degli on. Delle Fave e Bosco, del sen. Monaldi nonché del direttore e del vice direttore generale dell'INPS Masini e Caracciolo. Il sen. Monaldi non può avere solo responsabilità morali e di costume, come errando si sostiene possa essere il caso per alcuni altri personaggi su menzionati. Quali le loro responsabilità? E' un fatto che il provvedimento cautelativo a carico del Bambolina, esponente democristiano, deliberato dal Presidente dell'INPS nel momento in cui iniziò l'indagine della magistratura napoletana, fu revocato d'imperio. E' un fatto che non venne preso nemmeno alcun provvedimento disciplinare, com'era invece conseguente alle stesse relazioni di ispettori per lo meno benevoli (gli stessi di Aliotta). E' un fatto che durante i due anni dell'istruttoria "sommaria" (sic), cinque ministri si recarono a portare il loro avallo morale al lurido ambiente venutosi a creare al sanatorio dell'INPS: il sen. Bosco, Ministro del Lav

oro, affermava pubblicamente, senza tema del grottesco e del ridicolo, che il sanatorio ``si erge come faro di luce scientifica nel Mezzogiorno'' esprimendo il suo compiacimento ai responsabili, sen. Monaldi e prof. Babolini. Aggiungiamo, per finire, che la magistratura napoletana è giunta alle discriminazioni di cui diamo notizia basandosi solo su alcuni elementi dello scandalo e non ancora su tutti quelli che noi stessi abbiamo denunciato.

Sul banco degli imputati Cattabriga Caracciolo

2) E' prossima a conclusione l'istruttoria sommaria a carico dei soci della cooperativa CALM, accusata di truffa nei confronti dell'INPS. Sono, tra gli altri, soci della CALM l'ex direttore generale dell'INPS Cattabriga e l'attuale vice direttore generale Caracciolo. La vicenda ha dell'incredibile, e sembra aver per attori persone convinte della propria eterna immunità: si è fatto vendere dall'Istituto attraverso procedure assai anomale, un terreno per la metà circa del suo prezzo; si è giunti perfino ad attribuirsi un'area maggiore di quella prevista dal contratto di acquisto; sembrano patenti altri fatti determinati da interessi privati aggravati in atti di ufficio. Anche in questo caso, senza l'iniziativa del Presidente dell'Istituto non si sarebbe giunti all'accertamento attualmente in corso della verità.

La Cassazione e Antonio Panzali

3) In data 25 gennaio la Corte di Cassazione - III sez. pen. - ha rinviato al tribunale di Sassari gli atti relativi ad un importante processo che interessa in modo particolare un personaggio non secondario nella vicenda INPS di questi ultimi anni: Antonio Panzali. Nel nuovo processo si dovrà accertare, fra l'altro, l'effettiva esistenza di una visita sanitaria che portò ad una relazione neuropsichiatrica sfavorevole al Panzali.

Vicenda da chiarire

Antonio Panzali è stato manifestamente al centro delle polemiche contro il Presidente Corsi, ed è sempre stato ritenuto testimone autorevole ed attendibile, in particolare dai due giornali romani di estrema sinistra, Panzali è andato incontro alle sue dolorose vicende per la sua irresponsabilità umana, verso di sé non meno che verso gli altri, come il curriculum delle sue disavventure potrebbe indurre a ritenere; o, invece, è una vittima di persecuzioni odiose, come sostiene e si sostiene da molte parti, per cui anche determinati suoi errori possono essere compresi e legittimati da una grave e continua provocazione?

ma... schieramenti chiari

Non vogliamo fornire una risposta definitiva a questa domanda, che pure è essenziale. Ma non possiamo tacere che questa ``vittima'' ha dimostrato in questi anni di avere una disponibilità d'informazione e un potere di aggressione stupefacente. Perseguitato da tutti, è stato giudicato credibile al punto che una serie di sue gravi e reiterate accuse contro il Presidente Corsi sin dal 1960 sono state ritenute degne di attenzione e di indagini. Ma in cinque anni non è stato accertato alcun addebito a carico del Presidente dell'INPS e nessuno si prova oggi a considerare quanto di calunnioso o di benemerito, e in quale senso, vi sia in un comportamento abituale.

Non ha sollecitatori Panzali? E' solo la carità che gli fa guadagnare l'amicizia di personaggi cattolici dell'Istituto, vicini o membri dell'Opus Dei? Isolato e sofferente; senza lavoro, s'è dimostrato persona capace di penetrare in poche ore ``segreti'' dell'INPS e di fornire le più delicate ed azzardate versioni di avvenimenti che accadevano al livello ministeriale e dell'alta burocrazia.

Vittima o sicario

Quando, anche di recente, l'INPS precisò in termini inequivocabili il curriculum di Panzali, e rettificò in modo grave la sua interpretazione dei fatti che lo riguardano, gli stessi giornali che hanno a più riprese chiesto ``giustizia'' o chiarezza nei suoi confronti, si sono ben guardati da darne notizia. Per nostro conto senza false pietà ci preme di accertare se Panzali è vittima o sicario. E intanto, se la puntualità dei suoi interventi è casuale o funzionale, perché il direttore generale Masini si è astenuto, mentre ne è sempre stato sollecitato dalla stampa in modo pressante, e non solo dalla stampa, dal chiarire pubblicamente il caso Panzali, obiettivamente in tutti i suoi aspetti?

L'avv. Russo il tribunale di Foggia e le pressioni dei consiglieri

4) Presso il tribunale civile di Foggia sono sospesi 221 giudizi civili relativi a altrettante pratiche di assistenza legale sospette di essere state costituite dall'avv. Russo con firme apocrife. I giudizi civili sono sospesi perché sono pendenti davanti alla Corte di Appello di Bari 63 giudizi penali relativi agli stessi fatti.

Questa vertenza potrebbe avere un valore più ampio di quanto non appaia. Potrebbe infatti coinvolgere i rapporti di determinati enti con il Ministero del Lavoro e della Previdenza. La Presidenza dell'INPS è stata inutilmente sollecitata da altri amministratori dell'Istituto perché sulla vicenda calasse il silenzio e l'Istituto non tutelasse i propri interessi. Non è in questo clima che possono trovare qualche risposta gli interrogati sullo strano comportamento, nella cosiddetta ``lotta di draghi'', di amministratori che dovrebbero assumere responsabilità ed atteggiamenti diversi, più consoni alle forze che rappresentano?

Gli accusatori dell'on. Corsi

Dunque, a cinque mesi dal giorno in cui era pronta la sostituzione di Angelo Corsi alla Presidenza dell'INPS, che riteniamo di aver almeno in parte il merito di avere impedita, e a cinque anni dall'inizio di una campagna complessa e violenta per eliminare il Presidente dell'INPS sotto le più disonorevoli accuse, un gruppo di alti dignitari politici e burocratici di questo corrotto regime sono ufficialmente, sul piano penale e su quello morale, incriminati di reati gravissimi o di comportamenti intollerabili e disonesti.

Uno schieramento di imputati

A questo punto, ci sembra troppo semplice e a buon mercato, per quanti da anni hanno scritto e dissertato sui casi della Presidenza, cavarsela con la pretesa obiettività di chi prende atto e depreca che si sia avuta un dannosa ``battaglia di draghi'' fra ministri, direttori generali, professori universitari, ordini religiosi, partiti e gruppi di potere. Perché questa ``lotta di draghi'' è, pienamente, lotta politica, e in modo lampante politici sono ii presupposti, le condizioni, gli obiettivi e gli interessi dai quali nasce l'``affare INPS''.

Il sacco dell'INPS

Da due decenni, progressivamente, la previdenza e l'assistenza pubbliche vengono messe a sacco. L'INPS, l'ONMI, l'INAM, la miriade di istituti pubblici o privati che operano nel settore assistenziale, sono usati come strumenti di corruzione politica e sociale, di traffico elettorale, di potere baronale, da chi in definitiva tende all'asservimento dello Stato.

Riforme e regime

Le riforme mancate non sono che un aspetto di una politica oggettivamente consapevole e necessaria al regime.

Rimproverare a quanti tentano di opporsi a questa tendenza la insufficienza della loro forza, significherebbe esser complici, anche consapevoli, dei veri responsabili; significherebbe, per le forze di opposizione, confessare a quale grado sia giunta la loro integrazione alla classe di governo.

Un affresco romano

Aliotta, Caracciolo, Masini Carapezza, Delle Fave, Monaldi, Leone; i Padri Trinitari, Suor Flaviana Venturi, Padre Gregori, Monsignor Fiorenzo Angelini, Monsignor Novarese, il Cardinale Traglia; e ancora il Sindaco di Roma Amerigo Petrucci, la D.C. di Roma, l'on. Clelio Darida, la D.C. di Napoli, gli Ospedali Riuniti di Roma con il loro professor Alonso e i loro santi padri protettori, le mafie universitarie dei Babolini, dei De Maria e tanti altri... il quadro comincia a prendere forma.

L'inchiesta di A.R., che dura da un anno, mai smentita in nessuno dei dati acquisiti e denunciati, in forma pur così grave, con echi a volte così forti, non sembra interessare in alcun modo, o in alcun modo serio, forze politiche che più di noi dovrebbero sentire la responsabilità che si assumono tacendo.

Eppure la lotta è politica. Non se ne accorge ``Socialismo Democratico'', l'organo del PSDI, il partito dell'on. Angelo Corsi, per il quale il Presidente dell'INPS, secondo ``Paese Sera'', avrebbe a suo tempo ed ancor oggi, almeno in parte, ingaggiato la sua battaglia contro gli ambienti clericali e democristiani della burocrazia e ministeriali?

Lo ``strano'' comportamento del PSDI

Parliamo, allora, anche di questo: dello strano comportamento del PSDI in questa faccenda. Da alcuni anni, ben più di cinque, qualcuno aveva cominciato, in ogni sede, ad invocare una radicale e tempestiva riforma dell'INPS. Le strutture corporative dell'Istituto s'andavano dimostrando come le più idonee ad accogliere istanze, interessi e politiche regressive nel campo previdenziale. Il corrompersi della situazione politica e della classe dirigente cominciava a manifestarsi anche nelle strutture dell'INPS.

E i passi di Cattabriga

Con l'elezione di Cattabriga a Direttore Generale un passo davvero considerevole veniva ad essere compiuto in questa direzione. Di fronte ad un Presidente confinato dalla legge ad un ruolo secondario, e nonostante questo non disposto alla rinunzia, s'affermava un nuovo gruppo di potere deciso ad accrescere ed usare in ogni modo la sua forza.

Quali interessi, quali metodi e quali uomini s'affermassero con Cattabriga, lo ha cominciato a mostrare il processo Aliotta. I processi che seguiranno lo chiariranno ancor meglio, ma sinora si può constatare che si trattava di un tipo di classe dirigente avente l'irresistibile vocazione di finire come imputata sui banchi della giustizia.

Già nel 1960 non avrebbe dovuto essere difficile comprendere quale schieramento si stava determinando.

Nelle rivendicazioni del Presidente dell'INPS

Il Presidente dell'INPS:

a) chiedeva una riforma dell'Istituto che ne mutasse profondamente le strutture e ne affermasse la responsabilità e l'autonomia; sottolineava l'assurdità di consigli d'amministrazione composti per la maggioranza di rappresentanti di quella burocrazia ministeriale che avrebbe dovuto esercitare funzioni di controllo; denunciava la catena di emolumenti che i burocrati finivano così per realizzare anche nelle decine di enti in cui l'INPS ha partecipazioni e responsabilità; denunciava ancora l'onnipotenza degli alti burocrati, le loro continue interferenze, l'inesistenza di una politica governativa ed il suo scadere unicamente nella pratica del sottogoverno;

I motivi e le forze che gli si opponevano

b) si opponeva alla subordinazione degli interessi istituzionali dell'INPS agli interessi esterni, partitici e confessionali; si opponeva cioè alla deliberata tendenza del gruppo che faceva capo a Cattabriga, Masini e Caracciolo;

c) impediva, van al di là di quanto i suoi normali poteri gli avrebbero consentito, l'affermarsi di un costume del quale le vicende della cooperativa CALM, il processo Aliotta, i tentativi di alienazione patrimoniale dei quali si è già parlato in altre occasioni, costituiscono una eloquente testimonianza;

Dalla D.C. alla Confindustria passando per Napoli

d) sosteneva la necessità di togliere all'INPS il settore della tbc, denunciando non solo episodi che potevano apparire eccezionali (sanatorio di Napoli) ma l'assoluta inadeguatezza dei criteri su cui veniva basata in Italia la lotta contro la tbc; ma si opponeva anche al progetto di trasferire questo settore all'INAM - come potentissimi interessi e il gruppo che faceva capo al sen. Monaldi richiedeva - per affermare la necessità di un Ente autonomo ed agile legato direttamente alla responsabilità del governo;

e) a più riprese attaccava le posizioni confindustriali ed il loro carattere reazionario; in modo particolare criticava ufficialmente (ed anche in sede di CNEL) lo sperpero delle centinaia di miliardi versati all'INAM e dagli altri enti agli industriali farmaceutici; criticava il governo che non provvedeva ad un grande piano di sicurezza sociale imperniata sulla creazione di strutture ospedaliere adeguate e sulla prevenzione delle malattie...

Ma l'elemento catalizzatore della rivolta fu il PSDI

Un presidente, quindi, ``intollerante''. In questo clima l'elemento catalizzatore della rivolta contro Corsi fu proprio il PSDI, attraverso il suo incaricato ai ``problemi'' della Previdenza Sociale e attraverso l'allora segretario particolare dello stesso Corsi, Bennati. Fu rimproverato al Presidente dell'INPS di non accettare le pressioni del Partito per assicurare un efficace ``sottogoverno'' nell'Istituto: lo scontro fu violento e definitivo quando Cattabriga, Santoro, Bennati, Nasini, appoggiati e d'accordo con i rappresentanti della burocrazia ministeriale, vollero imporre la nomina di Caracciolo a vicedirettore generale, di quel Caracciolo che vedremo probabilmente fra gli imputati al processo per la cooperativa CALM, e dello stesso che in piena aula del tribunale, durante il processo Aliotta, è stato accusato di avere favorito in modo scandaloso la truffa ai danni dell'Istituto e dei bambini assistiti, che ha ``coperto'' direttamente la situazione del sanatorio napoletano, ed ha sempre amministrato c

on tanta accortezza le ispezioni nelle case di cura convenzionate con l'INPS.

Soci cene e vacche del sottogoverno

Può sembrare incredibile che, in questo caso, un uomo che aveva contribuito a fondare il PSDI, sulla cui rettitudine e capacità regnava un unanime accordo, trovasse il suo Partito schierato a fianco dei Cattabriga, dei Caracciolo, degli Aliotta, e di tutto l'apparato clerico- fascista dei ministeriali. Ma possiamo oggi dimostrare che, proprio in quel frangente, alcuni fra i massimi esponenti socialdemocratici di oggi avevano stretto legami di amicizia con costoro, discutendo con essi, in cene comune, il piano delle operazioni e organizzando i mercati delle vacche.

E' per questa via che si razionalizzavano i legami fra il socialdemocratico Santoro, Cattabriga, Carapezza, Caracciolo, Masini, Monsignor Novarese, potenti ordini ``religiosi'' e opere ``pie'', soci e clienti del consigliere Aliotta, quelli dell'onnipotente senatore Monaldi, la gang democristiana del sanatorio napoletano, carrieristi come il prof. De Maria ed altri esponenti della mafia universitaria.

Dal rigoroso tacere alla Presidenza dell'abuso continuo di potere e dei legami sempre più stretti di Vincenzo Aliotta con la burocrazia; al minimizzare e - qualche volta - al non espletare un qualsiasi intervento ispettivo nei confronti dei veri complici di Aliotta, gli ordini religiosi con le loro cliniche convenzionate; al puntuale schieramento maggioritario nei consigli d'amministrazione a favore di qualsiasi posizione del governo e delle esigenze del ministero nei confronti dell'INPS; ai tentativi di realizzare operazioni patrimoniali sospette; alla falsificazione dei dati relativi alle delibere sottoposte alla Presidenza ed al Consiglio; all'accorto sistema di favoreggiamento delle carriere interne di chiunque potesse servire: comunisti, socialdemocratici, fascisti, clericali; il meccanismo diveniva a tal punto perfetto che mancava solo l'eliminazione del Presidente per renderlo immune ed esemplare.

Corsi fra le dimissioni e l'impegno

Non v'erano evidentemente, per il Presidente Corsi che due soluzioni:

a) dimettersi, senza eccessive speranze che la stampa, controllata o ``neutrale'', desse il rilievo necessario, o almeno, il significato esatto, a questo suo gesto; ma ottenendo, almeno, di tirarsi fuori da questa vicenda;

b) impegnare tutto il suo peso e la sua esperienza per contestare al gruppo di potere venutosi a creare il definitivo possesso dell'Istituto.

La prima soluzione, la più comoda, avrebbe di certo assicurato prebende e ``riconoscimento'' all'anziano uomo politico. Corsi scelse la seconda via.

Due Presidenti della Repubblica ed un Presidente pericoloso un una storia del regime

Ad ogni livello della politica e del governo cominciò ad esporre la situazione, e ad insistere sul varo di una riforma. Ogni tentativo fu inutile. Si rivolse quindi ancora più in alto. Almeno due uomini politici divenuti Presidenti della Repubblica hanno avuto e discusso un documento riservato, ma ufficiale, in cui il Presidente dell'INPS motivava i suoi timori ed esponeva dubbi e pericoli che, se affrontati in tempo, non avrebbero portato agli ``scandali'' attuali.

Da Presidente intollerante, Corsi diveniva un Presidente pericoloso. Oggi, dinanzi alle iniziative della magistratura, alla verità non ancora completamente giunta all'opinione pubblica, appare chiaro come ci si trovi dinanzi ad una sintomatica storia di questo regime.

Il Masini spiegato...

I provvedimenti disciplinari richiesti a gran voce dalla stampa, a carico dei responsabili degli scandali INPS, sono rimasti inascoltati. Solo il Direttore Generale dell'INPS ha il potere di prenderli. Il dr. Masini non vuole o non può: è necessario spiegare perché?

DELLE FAVE scrive

aiuta Caracciolo

Ora, l'on. Delle Fave sembra gli abbia inviato "per iscritto" (faccia attenzione alle date, On. Ministro) l'ordine di punire i responsabili. Un complice abbandona la nave e lascia i suoi compagni di avventura a sbrogliarsela dal soli? Peccato che l'on. Ministro Delle Fave chieda solo oggi provvedimenti che ha piuttosto l'abitudine di impedire e revocare, come ne caso del prof. Babolini; peccato che l'on. Ministro abbia continuato, anche di recente, ad intervenire in modo arbitrario nella gestione dell'Istituto per impedire agli organi a ciò preposti di nominare un altro vice direttore generale per non indebolire ulteriormente la posizione del Vice direttore, per non consentire che persone presumibilmente estranee al gruppo di potere Cattabriga-Masini si inseriscano in posti di effettiva responsabilità;

Corsi e Levi Sandri

peccato che la crisi non permetta all'on. Ministro di procedere ancora alla sostituzione dell'on. Angelo Corsi con il Levi Sandri, inerme galantuomo, serio studioso, ma copertura ideale, in questi frangenti, per i troppi e potenti personaggi che temono un processo di chiarificazione delle responsabilità.

Tratteremo, in un prossimo numero, avendo così individuato alcuni presupposti della situazione interna ed esterna dell'INPS, delle condizioni dell'Istituto in rapporto alle sue finalità istituzionali dei problemi maggiori che gli si pongono, delle riforme necessarie.

E' urgente passare infatti alla fase di contributo diretto e positivo dei settori politici democratici allo sviluppo della sicurezza in Italia.

La Commissione Sanità e Sicurezza sociale del Partito Radicale prepara intanto, a questo fine, alcuni convegni che dovrebbero tradursi in iniziative legislative e parlamentari.

 
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