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Rossi Ernesto - 31 maggio 1966
ERNESTO ROSSI: AL P.R. UN VOTO ANTICLERICALE
di Ernesto Rossi

SOMMARIO: Nelle elezioni amministrative del giugno 1966 il Partito radicale stipula una alleanza elettorale con il PSIUP per una lista comune a Roma, a Genova e in altri centri minori sulla base della comune opposizione alla Dc e al centro sinistra (il PSIUP si era formato all'inizio del 1964 dalla scissione della sinistra socialista contraria all'ingresso del Psi nel governo con la Dc).

Dal numero elettorale del giornale "agenzia radicale", Ernesto Rossi dichiara che voterà per il PSIUP "soltanto perché questo partito ha compreso nelle sue liste i candidati del Partito radicale, che, nel loro manifesto, hanno fatto una netta dichiarazione di anticlericalismo".

(AGENZIA RADICALE, 31 maggio 1966)

Nelle ultime elezioni politiche, nonostante la mia scarsa fiducia nel "centro-sinistra", diedi il mio voto al Partito socialista. Quello che poi è avvenuto ha superato di gran lunga le mie più pessimistiche previsioni. Il "centro-sinistra" - che aveva preso l'impegno di disincagliare la politica italiana dall'immobilismo centrista e di combattere la corruzione - si è comodamente assiso al banchetto del sottogoverno; è divenuto il portavoce dei più sporchi interessi delle sue clientele; ha dimostrato di essere completamente incapace di fare anche le riforme che non avrebbero richiesto aumenti di spesa (Federconsorzi, società per azioni, aree fabbricabili, eliminazione dai codici delle disposizioni "squisitamente fasciste"); ha riposto in soffitta le sue tesi neutraliste; si è completamente allineato al PSDI per far da pezza da piedi alla DC ed ha ceduto a tutte le pretese vaticanesche: ha inviato, persino, il suo leader in America a far propaganda per la politica della Santa Sede.

Non voto PSI

Per queste ragioni non darò più il mio voto al PSI.

Non voto per i comunisti perché so che su tutte le questioni essenziali, il loro partito prende l'imbeccata dal governo sovietico; perché mi è impossibile credere alla sincerità delle professioni di fede democratica dei comunisti che continuano ad esaltare i regimi a partito unico; perché i comunisti chiedendo, continuamente anche loro, di salire sulla barca governativa, non hanno mai potuto fare l'opposizione sul serio; perché i comunisti hanno sempre sostenuto, anche contro l'interesse generale, le più ingiustificate richieste di tutti i malcontenti, a qualsiasi categoria appartenessero (bancari che volevano ridurre l'orario di lavoro, avventizi che pretendevano entrare nella pubblica amministrazione senza concorsi, commercianti che si opponevano all'abolizione delle licenze, tassisti che reclamavano l'osservanza del numero chiuso. ecc.); e specialmente perché (dopo l'approvazione dell'art.7 della Costituzione) i comunisti hanno sempre più accentuato il loro clericalismo, e - dietro lo schermo del "dialogo

" con la sinistra democristiana - stanno cercando di raggiungere il più comodo modus vivendi possibile con le gerarchie ecclesiastiche.

Abolire il Concordato

Neppure posso votare per i repubblicani: il loro rappresentante al governo non ha fatto migliore figura dei ministri socialisti. D'altra parte sono convinto che un partito minuscolo, qual'è il PRI, ha una funzione di stimolo e di critica soltanto se resta all'opposizione: collaborando con partiti di massa, in una coalizione governativa, non può servire ad altro che a rendere un pò più appetitosa la torta cucinata da quei partiti, spargendoci sopra un velo di zucchero vanigliato.

Non avrei votato neppure per la lista del PSIUP perché il PSIUP non ha mai preso una posizione decisamente anticlericale. E' questo il punto in cui io oggi vedo la spartiacque fra progressisti e reazionari. La natura dei rapporti fra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica (potenza straniera, con interessi spesso in contrasto con gli interessi nazionali) condiziona oggi la soluzione di tutti i nostri maggiori problemi di politica estera, di politica economica, di politica scolastica, dell'ordinamento familiare, dei diritti di libertà dei cittadini. Tutti sappiamo che la DC, in Italia, è soltanto il "braccio secolare" della Chiesa; non si può combattere sul serio la DC senza pestare i calli ai monsignori del Vaticano. Chi non osa prendere la difesa dello Stato laico contro le indebite ingerenze della Chiesa nella vita politica del nostro paese e contro tutti i privilegi che essa ha ereditato dal fascismo, quale premio della sua leale collaborazione al regime; chi non si propone, come obiettivo da raggiungere

anche a lontana scadenza, l'abolizione del Concordato, firmato dal cav. Benito Mussolini in nome della Santissima Trinità, è, per me, sostanzialmente un reazionario, qualunque sia il programma di riforme economiche, che, a parole, dice di voler sostenere. Nessuno perequazione tributaria può essere realizzata fino a quando la Santa Sede gode delle attuali esenzioni fiscali ed è interessata a non far funzionare lo schedario dei titoli nominativi. La lotta contro i monopoli non avrà alcuna speranza di successo fino a quando le enormi ricchezze della Santa Sede saranno investite nelle azioni dei maggiori gruppi monopolistici. La Federconsorzi continuerà a non presentare i conti della migliaia di miliardi che ha gestito per conto dello Stato fino a quando costituirà la principale fonte di finanziamento per le iniziative politiche della Santa Sede. E così via seguitando.

In coerenza con queste mie idee, nelle prossime elezioni amministrative a Roma, io voterò per il PSIUP soltanto perché questo partito ha compreso nelle sue liste i candidati del Partito radicale, che, nel loro manifesto, hanno fatto una netta dichiarazione di anticlericalismo. Nella situazione presente il voto per i radicali ha, per me, principalmente un significato di protesta contro i partiti di sinistra per le loro vergognose condiscendenze alla repubblica papalina.

 
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