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Agenzia Radicale - 31 maggio 1966
LA GIUSTIZIA D'OLTRETEVERE

SOMMARIO: Nelle elezioni amministrative del giugno 1966 il Partito radicale stipula una alleanza elettorale con il PSIUP per una lista comune a Roma, a Genova e in altri centri minori sulla base della comune opposizione alla Dc e al centro sinistra (il PSIUP si era formato all'inizio del 1964 dalla scissione della sinistra socialista contraria all'ingresso del Psi nel governo con la Dc).

Dal numero elettorale del giornale "agenzia radicale", l'appello alla magistratura, investita dai radicali per gli scandali ENI e ONMI, perché respinga le pressioni che provengono dalla Dc e dal Vaticano.

(AGENZIA RADICALE, 31 maggio 1966)

Alla fine di maggio del '64, mentre il Procuratore Generale Giannantonio si accingeva a prendere in esame gli atti di una inchiesta giudiziaria relativa all'ENI, Paolo VI riceveva solennemente in Vaticano maestranze e dirigenti dell'ente, esaltandone le benemerenze conseguite nel campo degli affari pubblici. Era probabilmente in quel momento, non il Pontefice, ma l'Arcivescovo Montini; lo stesso che anni prima aveva ricercato e ottenuto, attraverso una campagna di sottoscrizioni, importanti sovvenzioni e finanziamenti per la costruzione di nuove chiese a Milano e che era ripetutamente intervenuto perché fossero sostenuti all'interno della sinistra democristiana i gruppi dei sindacalisti piuttosto che quelli della "base"; che intendeva in quel modo saldare un conto ed interveniva per salvare una situazione difficile.

Nell'aprile del 1966, mentre erano in corso inchieste giudiziarie riguardanti responsabilità del sindaco Petrucci per la sua passata attività di assessore all'urbanistica e di commissario dell'ONMI, Paolo VI si è recato in Campidoglio, fra l'ossequio unanime di "tutti" i consiglieri del Comune di Roma, per pronunciarvi il suo discorso neotemporalista.

Questi episodi chiosano realtà diverse, ma possono apparire, entrambi, un patente tentativo di intervento. Essi si innestano in maniera rigorosa su una prassi antica che si va sempre più estendendo, su una realtà che vede ogni giorno di più avviliti e svuotati i poteri dello stato e calpestati gli interessi della collettività di fronte alle influenze e agli interessi della Chiesa e di potenti organizzazioni religiose e clericali.

Al vecchio temporalismo che Paolo VI ha dichiarato di non rimpiangere e che contestava e tendeva a limitare le funzioni e la sovranità dello Stato, un altro più insidioso se ne è sostituito. La riconquista clericale si realizza così attraverso il controllo e il condizionamento dall'interno, attraverso la confusione dei poteri e degli interessi, annullando la autonomia degli istituti statuali, impedendone il funzionamento. Non v'è settore della assistenza pubblica - come dimostra l'inchiesta che abbiamo condotto e a cui dedichiamo ampio spazio in questo giornale - dove questo condizionamento e questa confusione non si verifichino. Non v'è ordine religioso che, con l'equivoco della carità, non trovi in qualsiasi circostanza ascolto, collaborazione e appoggio presso gli organi dello stato, anche quelli che istituzionalmente dovrebbero assicurare le più serie garanzie di imparzialità e di indipendenza.

I mercanti sono nel tempio, e questo come cittadini può anche non riguardarci. Ma i ladri sono nella città. E questo non solo ci riguarda, ma deve impegnarci in una lotta senza tregua finché non siano individuati, colpiti, scacciati dall'amministrazione della cosa pubblica.

In questa situazione la funzione della magistratura diventa essenziale. E' necessario che essa si trovi sempre nella condizione di non ricevere pressioni, in qualunque forma anche indiretta siano effettuate.

Questa è la prima e più importante delle ragioni che spingono verso quella riforma dell'ordine giudiziario, che la grande maggioranza dei magistrati rivendica da anni e che l'attuale Ministro della Grazia e Giustizia, il repubblicano Reale, continua a rinviare e sembra indeciso a promuovere. Certo, non possiamo pretendere che, ovunque, ed in questa Roma , si manifestino dei magistrati come il Bianchi degli Espinosa del processo della "Zanzara", o come Berutti, o Germano e gli altri magistrati torinesi. Né che pochi magistrati come il Giallombardo informino del loro spirito democratico ed aperto l'attività dei loro colleghi. Né che giovani pretori rispondano di una attività che è gelosa competenza delle "toghe d'ermellino". Ma siamo pur sempre in una città e in un paese in cui non può essere vietato a privati cittadini, e meno che mai ai partiti politici, di analizzare e giudicare l'operato della magistratura. E' anzi, questo, un compito cui non può sottrarsi nessuna seria forza politica.

Per parte nostra, formuliamo alcune domande, riguardanti alcuni episodi di cui si è interessata o a cui è stata interessata la magistratura:

1) Quale seguito è stato dato all'esposto che Ernesto Rossi, Ferruccio Parri e Leopoldo Piccardi hanno presentato nel novembre scorso alla Procura Generale contro la Federconsorzi? Le accuse elevate, in particolare da Ernesto Rossi attraverso libri e inchieste giornalistiche, sono ormai vecchie di molti anni. Sono accuse pubbliche e spesso documentate.

2) Oltre due anni fa fu aperta, sempre della procura Generale, in seguito a una campagna politica e giornalistica del Partito radicale, una inchiesta giudiziaria sull'operato dei dirigenti dell'ENI. Durante questa inchiesta furono convocati e interrogati a Palazzo di Giustizia i massimi dirigenti di questo ente. Sempre in quel periodo gli archivi dell'Amministrazione furono trasferiti da Roma a Milano. A che punto è giunta quella inchiesta?

3) L'ex procuratore della Repubblica Manca ebbe a dire che "uno scandalo infinitamente più grave di ogni altro già esploso era in procinto di scoppiare a Roma". I cronisti giudiziari del "Tempo" e del Messaggero", tra gli altri, assicurarono che questa dichiarazione era stata fatta in termini inequivocabili. A quale richiesta si riferiva il magistrato?

4) Giornali come "Agenzia Radicale, Astrolabio, Paese Sera, l'Espresso" hanno pubblicato una notizia secondo la quale dal processo Aliotta sarebbe stato stralciato il procedimento a carico di una sola delle società del gruppo che faceva capo agli imputati di quel processo. Si trattava della società che coinvolgeva gli interessi di Suor Flaviana Venturi, dell'Ordine delle Suore Serve di Maria Riparatrice. Quali sono state le ragioni che hanno consigliato e giustificato questo stralcio?

5) Per quale ragione, a distanza di quindici mesi dall'avvenuta denuncia per usura di alcuni esponenti o militanti della DC, molti dei quali vicini al Sindaco Petrucci, la Pretura di Roma si sarebbe limitata a compiere solo alcuni atti preliminari?

6) Nel mese di agosto del 1965, il settimanale "ABC", in un servizio che non provocò alcuna smentita, affermò che un religioso, Padre Gregori, era responsabile di fatti relativi ad un "albergo della gioventù", che avevano provocato vivo sdegno in una cittadina vicino Roma. Le notizie fornite dal settimanale erano precise, e contenevano affermazioni gravi nei confronti degli Ospedali Riuniti di Roma e dello stesso Padre Gregori. Nessuna iniziativa giudiziaria è stata ritenuta necessaria in proposito?

7) E' esatto che il Ministro di Grazia e Giustizia abbia incaricato proprio il dott. Velotti, procuratore della Repubblica di Roma, di decorare pubblicamente, in una cerimonia di cui la stampa si è affrettata a dare notizia, il Sindaco di Roma Amerigo Petrucci, con una medaglia quale "benemerito della redenzione sociale"? Il Ministro della Giustizia poteva ignorare che sono in corso importanti inchieste che riguardano il Petrucci, proprio nel settore della assistenza pubblica, dopo che la stampa, a più riprese, ne aveva dato la notizia?

Sono domande alle quali, in qualsiasi maniera, riteniamo si debba dare risposta.

 
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