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Pannella Marco - 1 dicembre 1966
UNO SPLENDIDO SLANCIO DA TRASFORMARE IN AZIONE
Dopo il raduno del 13 novembre a Piazza del Popolo

di Marco Pannella

SOMMARIO: Marco Pannella auspica una crescita organizzativa della Lega italiana per l'istituzione del divorzio, sulla base di quattro obiettivi. 1) campagna di tesseramento alla LID per il 1967, per raggiungere "entro" febbraio l'obiettivo dei venticinquemila soci; 2) creazione di un centro propulsore nazionale della LID realmente organizzato, con una sede efficiente, con tutti gli strumenti tecnici necessari per raggiungere almeno i sessantamila indirizzi di amici divorzisti; 3) evitare di disperdere le energie impegnandoci in questa fase nell'apertura di sedi periferiche 4) priorità assoluta alle eventuali richieste degli organi direttivi della LID di organizzare tempestive ed energiche manifestazioni di pressione sui parlamentari, i partiti, i giornali contro il persistente tentativo di insabbiamento della discussione del progetto di legge presentato dall'on. Fortuna. "Non si vincono le battaglie" - ribadisce Pannella - "senza organizzare le proprie forze, senza coordinarne quotidianamente l'impegno, senz

a aver chiaro quali siano i concreti obiettivi che progressivamente possono essere perseguiti e raggiunti". "Insomma, non deve ancora una volta, nel nostro paese, accadere che coloro che hanno visto giusto, sul piano dei fatti vengano battuti dalla forze ostili al progresso ed alla civiltà, per essere rimasti dei profeti disarmati".

(BATTAGLIA DIVORZISTA N. 2, dicembre 1966)

Il 4 aprile di quest'anno avevamo annunciato di esserci uniti nella Lega Italiana per l'Istituzione del Divorzio. Era il primo atto ufficiale di esistenza della LID: sapevamo di compierlo a nome delle centinaia di migliaia di italiani che nella loro vita privata o anche solo nella loro coscienza avevano sentito crescere lo sdegno contro una legislazione familiare ipocrita, crudele ed incivile; lo compivamo, questo gesto, anche "verso" la maggior parte di loro, perché ci fosse così consentito a tutti di trovare un punto di incontro, un luogo dove unire ed appoggiare le nostre forze disperse.

Il 13 novembre, a Roma, in piazza del Popolo, eravamo in quindicimila. Abbiamo verificato, in tal modo, e mostrato pubblicamente la importanza del cammino percorso in pochi mesi. Perfino la RAI-TV ha dovuto riconoscere che quello del divorzio è ormai "il grande tema di questa stagione politica".

Di questo passo (sento di poterlo affermare in tutta coscienza) l'istituzione del divorzio è questione di anni, di pochissimi anni: ogni donna, ogni uomo, ogni giovane sulla cui vita s'iscriva l'ingiustizia o la sofferenza per la legge iniqua che denunciamo può avere oggi la ragionevole speranza di vederla cancellata fra breve; ma solo se saprà volerlo.

Di questo passo, dicevo; ed è bene dirvi che è un passo difficile da tenere se la maggior parte di noi restasse chiusa in passiva rassegnazione e in irresponsabile egoismo. Tenere questo passo, tra l'altro, vuol dire:

1) prepararsi all'imminente campagna di tesseramento alla LID per il 1967, per raggiungere "entro" febbraio l'obiettivo dei venticinquemila soci, obiettivo che a troppi amici sembra facile e scontato mentre questo significherebbe (e deve significare) quintuplicare gli attuali effettivi della LID;

2) concentrarci tutti in uno sforzo organizzativo razionale che di assoluta priorità alla creazione di un centro propulsore nazionale della LID realmente organizzato, con una sede efficiente, con tutti gli strumenti tecnici necessari per raggiungere almeno i sessantamila indirizzi di amici divorzisti che abbiamo individuato cui attualmente è quasi impossibile inviare regolarmente e tempestivamente circolari e almeno un esemplare di Battaglia Divorzista;

3) evitare di disperdere le energie impegnandoci in questa fase nell'apertura di sedi periferiche, quando non abbiamo ancora nemmeno una vera sede centrale; o prendendo iniziative che non siano volte direttamente al tesseramento, che costituisce l'elemento "essenziale" per raggiungere una autonomia politica, organizzativa e finanziaria che ci sarà sempre più necessaria;

4) dare, subito dopo il tesseramento, priorità assoluta alle eventuali richieste degli organi direttivi della LID di organizzare tempestive ed energiche manifestazioni di pressione sui parlamentari, i partiti, i giornali contro il persistente tentativo di insabbiamento della discussione del progetto di legge presentato dall'on. Fortuna.

Queste, e non altre, sono a parer nostro le necessità insuperabili delle prossime settimane e probabilmente per tutto l'inverno. Dobbiamo guardarci da una crescita del movimento disordinata e centrifuga. Non siamo un Partito, né vogliamo esserlo; abbiamo un unico scopo, chiaro, prestabilito, necessario e per raggiungerlo non c'è bisogno di strutture organizzative complesse pesanti, complicate.

Abbiamo un piccolo giornale che, per questo mese è tirato a diecimila copie. Esso costituisce di già un grandissimo impegno, eppure dobbiamo entro poco tempo renderlo più rispondente alle necessità di tutti noi e moltiplicarne la tiratura per raggiungere se non altro almeno una volta i sessantamila divorzisti che forse ne ignorano tuttora l'esistenza. Lo stesso statuto della LID ci impone di organizzare al più presto anche un adeguato servizio di consulenza e di assistenza gratuita per tutti i soci. E' urgente promuovere in tutte le grandi città pubbliche manifestazioni del tipo di quelle svoltesi a Roma il 13 novembre. C'è ogni settimana da rispondere a centinaia di lettere, a sempre crescenti richieste di dibattiti e di manifestazioni; da assistere nei primi passi gli amici che, isolati, cominciano a muoversi in ogni città italiana.

E' inutile, credo, portare avanti questo elenco. Ormai i nostri avversari sanno di essere irrimediabilmente battuti sul piano ideale e delle tesi con cui hanno cercato di difendere la loro anacronistica e incivile posizione. Essi sperano solo nella nostra incapacità a tradurre nei fatti, nel rigoroso lavoro di ogni giorno, questa superiorità che ormai abbiamo così chiaramente acquisita.

Non si vincono le battaglie senza organizzare le proprie forze, senza coordinarne quotidianamente l'impegno, senza aver chiaro quali siano i concreti obiettivi che progressivamente possono essere perseguiti e raggiunti.

Insomma, non deve ancora una volta, nel nostro paese, accadere che coloro che hanno visto giusto, sul piano dei fatti vengano battuti dalla forze ostili al progresso ed alla civiltà, per essere rimasti dei profeti disarmati.

 
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