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Battaglia Divorzista - 1 dicembre 1966
Rinnovato tentativo di insabbiamento
La situazione del progetto Fortuna alla Camera

SOMMARIO: L'operazione con cui si tenta di insabbiare il progetto Fortuna è in pieno svolgimento. Nonostante tali tentativi, si è arrivati ad un compromesso, grazie al quale il Presidente della Commissione Affari Costituzionali, on. Ballardini, porrà, comunque, in votazione la costituzionalità del progetto Fortuna entro la prima metà di gennaio.

(BATTAGLIA DIVORZISTA N. 2, dicembre 1966)

L'operazione con cui si tenta di insabbiare e silurare il progetto Fortuna, adoperando come principale strumento l'annunciato progetto governativo del Ministro Reale per la riforma del diritto familiare, e in pieno svolgimento.

Si tratta di questo. Il progetto Fortuna è discusso ormai da circa otto mesi nella Commissione Giustizia della Camera, da tre mesi da quella per gli Affari Costituzionali. E' giunto, e non da poco, il momento in cui il dibattito deve esser chiuso e si deve passare al voto e trasmettere all'Assemblea il progetto di legge divorzista.

Il progetto Reale non è stato nemmeno ancora discusso in Consiglio dei Ministri. E' certo, comunque, che questo progetto del ministro repubblicano (i cui criteri ispiratori sono già stati severamente criticati negli ambienti laici e democratici) non potrà compiere il suo itinerario legislativo in questa legislatura. Presentato infatti, nella migliore delle ipotesi, nel gennaio 1967, richiederà un esame complesso e difficile da parte della commissione parlamentare e può praticamente essere escluso che esso sarà discusso e votato prima dello scioglimento delle Camere previsto per l'inizio del 1968.

Alcuni dei massimi dirigenti repubblicani e socialisti, preoccupati dal fatto che il progetto Fortuna ha provocato serie reazioni nella parte reazionaria o confessionale del governo, hanno stabilito di impedirne la discussione in aula in questa legislatura. Non potendo dichiararlo ufficialmente, si è deciso allora di operare in modo da "abbinare" il dibattito del progetto divorzista a quello del ministro Reale.

A rigore, l'operazione è illogica e insostenibile.

Come è possibile, infatti, "abbinare" il dibattito su un progetto già esaurientemente discusso ad un altro che deve ancora essere redatto nei suoi termini definitivi e che la Camera non conosce nemmeno? Inoltre il progetto Reale è chiaramente antidivorzista, nel suo spirito se non nella lettera: toccando infatti il diritto familiare, esso si rifiuta di considerare una qualsiasi necessità di seria riforma del regime matrimoniale, dando per scontata la sua odierna improponibilità. E, ancora, in tal modo, è lo stesso diritto di iniziativa parlamentare ad essere mortificato in modo clamoroso, dando all'iniziativa legislativa del governo una sorta di assoluta priorità ed un diritto sostanziale di veto rispetto alle proposte legislative che non rientrano nei suoi programmi e nei suoi desideri.

Ciononostante, come già dicevamo, l'operazione è in pieno svolgimento. Il governo ha presto trovato i suoi complici in questo piano.

Nell'ultima riunione della Commissione Giustizia, l'on. Guidi ha richiesto la ripresa immediata del dibattito, ormai sul punto di esaurirsi, ed il passaggio ai voti del progetto presentato dall'onorevole Fortuna. Quest'ultimo si è immediatamente associato, facendo rilevare che l'ipotesi di un progetto governativo riguardante altri aspetti del diritto familiare non poteva minimamente risolversi in un accantonamento della discussione della sua proposta.

Contro la posizione dell'on. Fortuna si è allora pronunciato il socialista (PSI-PSDI-U) Martuscelli, e lo stesso Presidente della Commissione on. Zappa, che si sono fatti portavoce dello schieramento antidivorzista governativo.

Si sostiene che il dibattito in Commissione Giustizia potrà riprendere solo quando la Commissione Affari Costituzionali avrà concluso il suo. Tesi assurda, l'ottimo motivo che si tratta di un parere costituzionale non richiesto dalla Commissione stessa, non vincolante, e che prescinde dal merito del progetto Fortuna, che solo concerne la Commissione Giustizia. Il Presidente Zappa tradisce così, nello stesso tempo, la responsabilità delle sue funzioni, e questa fondamentale battaglia laica.

Parallelamente, in Commissione Affari Costituzionali, viene tentata la stessa operazione. Ma ci si trova qui dinanzi ad un Presidente, l'on. Ballardini pur esso socialista del PSI-PSDI-U, che mostra di avere maggior rispetto per l'incarico che ricopre e per le regole parlamentari. L'on. Ballardini aveva in un primo tempo assicurato che il dibattito nella sua Commissione sarebbe stato chiuso alla fine di ottobre. Per consentire questo termine si era attribuito egli stesso l'incarico di relatore, che aveva espletato con rapidità e chiarezza.

Dinanzi a questa situazione venti commissari dello schieramento clerico-fascista, guidati dagli on. Almirante e Ruffini, si sono iscritti a parlare ed hanno iniziato un manovra ostruzionistica volta ad appoggiare la tesi secondo la quale il Concordato non consente più allo Stato italiano di legiferare nel settore del diritto matrimoniale.

Alla fine, sembra che si sia arrivati ad un compromesso, per cui l'on. Ballardini, comunque, porrà in votazione la costituzionalità del progetto Fortuna entro la prima metà di gennaio. In questa commissione, per ora, v'è una chiara maggioranza laica.

Come già è accaduto a giugno, anche questo tentativo di insabbiamento può essere - con meno difficoltà di quanto non si creda - fatto saltare. E' però necessario che ovunque i nostri amici seguano l'esempio che spontaneamente è stato dato in questi giorni da quanti ci hanno comunicato di aver inviato telegrammi e lettere di protesta contro l'on. Martuscelli, l'on. Zappa, alla Segreteria Nazionale del PSI-PSDI e alla Camera; prendendo iniziative analoghe, informandocene, ed impegnandosi perché in ogni partito democratico cresca l'impegno a favore della lotta divorzista.

 
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