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Rendi Giuliano - 10 dicembre 1966
Partito Radicale e movimenti pacifisti in Italia e all'estero
a cura di Giuliano Rendi

SOMMARIO: L'azione pacifista del partito radicale si è inserita nel movimento pacifista inglese ma ora tenta di assumere un respiro autonomo. Il pacifismo inglese elaborò tecniche nuove di azione nonviolenta, raccolte dall'esperienza di Danilo Dolci e Martin Luther King, che si dimostrarono efficaci. Contemporaneamnete sorsero vari partiti pacifisti in Olanda, Danimarca e Norvegia. Da questo ambiente nel 1963 venne promossa la Conferenza di Oxford, in cui fu costituita la Conferenza Internazionale per il Disarmo e la Pace ICDP a cui il Partito radicale ha aderito attraverso il Comitato per il Disarmo Atomico e Convenzionale dell'Area Europea. La posizione della Confederazione era solo antiatomica e non anche antimilitarista: i radicali cercarono di indirizzarla in tal senso, così da portarli ad affrontare l'ostacolo principale a qualuque politica di disarmo. Il partito radicale si è battuto anche perché il pacifismo non si limitasse alla azione per la coesistenza e per la dissoluzione dei due blocchi militar

i USA-URSS, ma si muovesse anche contro tutte le altre espressioni di nazionalismo e di militarismo. Purtroppo la ICDP ha rinunciato ben presto ad essere una guida politica per il pacifismo internazionale. Un'altra internazionale, la WRI, cominciò ad intraprendere qualche iniziativa interessante: il partito radicale chiese quindi di aderirvi per portarla su una posizione antimilitarista e politicizzata. In Italia non esiste un forte movimento pacifista autonomo. Nel gennaio-febbraio 1962 si è giunti, quindi, alla creazione della Consulta italiana della pace, che ha rivelato presto la sua debolezza. Il partito radicale ne è uscito nel 1964. Da allora persegue una propria autonoma politica pacifista.

(SUPPLEMENTO AGENZIA RADICALE, INFORMAZIONI PER IL 3· CONGRESSO - N. 3, 10 dicembre 1966)

(La sezione milanese del Partito Radicale ha sviluppato nel corso del mesi di novembre una intensa attività pacifista. Le manifestazioni, organizzate dalla sezione o svoltesi con la partecipazione dei radicali, sono state registrate dai giornali. "Il Tempo" di Roma ha, in questa occasione, rivolto un attacco al Partito e alle sue iniziative.

Anche in considerazione delle iniziative della sezione di Milano abbiamo ritenuto utile, ai fini del dibattito pre-congressuale, pubblicare questa "nota informativa" sui rapporti del Partito Radicale con il movimento pacifista italiano e internazionale. La nota è stata fornita alla commissione dal dott. GIULIANO RENDI, che è stato, insieme a Pannella e a Bandinelli, uno dei membri della direzione più impegnati negli ultimi anni in questo settore di attività.)

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L'azione pacifista dei radicali in questi anni ha mirato ad inserirsi nel rinnovato movimento pacifista che ha avuto inizio in Inghilterra nel 1958 ed a costituire un movimento pacifista consimile, autonomo e radicale in Italia.

La nascita del movimento pacifista in Inghilterra

Il movimento inglese sorse sotto l'ondata di panico atomico suscitato dallo sputnik e come reazione all'umiliazione di Suez, per trovare una nuova funzione di guida etico politica dell'Inghilterra nel mondo. Esso si sviluppò rapidamente ed elaborò molte tecniche nuove, o le raccolse dall'esperienza nonviolenta di Danilo Dolci o di Martin Luther King in America.

Riflessi del movimento pacifista inglese su quello internazionale

Queste tecniche si dimostrarono molto efficaci: marce della pace, sit-in, invasioni di basi militari. Il movimento che ha preso il nome di Campagna per il Disarmo Nucleare, ha influenzato tutto il movimento pacifista internazionale o suscitando gruppi consimili o spingendo a rinnovarsi altri gruppi pacifisti più antichi. Sono sorti anche dei partiti pacifisti e socialisti in Olanda, Danimarca e Norvegia; in Isvezia il P.C. ne ha seguito l'esempio staccandosi del tutto dalla politica sovietica.

La conferenza di Oxford: la nascita della Confederazione Internazionale per il Disarmo e la Pace (ICDP)

Da questo ambiente è stata promossa la Conferenza di Oxford, nel gennaio 1963, in cui fu costituita la Confederazione Internazionale per il Disarmo e la Pace (ICDP), alla quale abbiamo aderito attraverso il Comitato per il Disarmo Atomico e Convenzionale dell'Area Europea.

I partecipanti alla Conferenza di Oxford provenivano da vari paesi (Stati Uniti, Svezia, Norvegia, Belgio, Olanda, Francia, Inghilterra, Jugoslavia, Grecia, Italia, Ghana, ecc.), ed avevano posizioni politiche e religiose piuttosto diverse. Incontrammo Lambrakis che morì qualche mese dopo in Grecia nelle circostanze ben note, un certo numero di pastori protestanti, un sacerdote cattolico del Movimento per la Riconciliazione, Claude Bourdet del PSU francese, Kenneth Lee dei Quaccheri Inglesi, Linus Pauling e altri.

I limiti dell'azione pacifista inglese e l'azione del Partito Radicale

In genere però, salvo l'ala sinistra del CND (il Comitato dei 100) e i vecchi pacifisti, la posizione generale era solo antiatomica e non antimilitarista. L'azione del Partito Radicale consistente nel sospingere i rappresentanti di questi movimenti verso una posizione decisamente antimilitarista, così da portarli ad affrontare l'ostacolo principale a qualunque politica di disarmo. Nel 1964 poi l'accordo raggiunto dagli U.S.A. e dall'U.R.S.S. "per il controllo delle esplosioni nucleari" portò i movimenti antinucleari a cercare nuove vie, tra cui anche quella dell'antimilitarismo.

Altro punto per il quale si batté il Partito era che un pacifismo moderno non può limitarsi all'azione per la coesistenza e la dissoluzione dei due blocchi militari: occorre battersi contro il militarismo e il nazionalismo dovunque (vedi paesi dell'America Latina e, in Europa, De Gaulle e la force de frappe). Così, ad esempio, non si può accettare la leadership di De Gaulle nella lotta alla NATO.

Purtroppo la Confederazione Internazionale per il Disarmo e la Pace, dopo le discussioni molto fruttuose di Oxford, ha ben presto, sotto la presidenza di Kenneth Lee (di formazione Quacchera) rinunciato ad essere una guida politica e la sua attività principale consiste ora nel diffondere bollettini di informazione e nello stabilire collegamenti tra le iniziative delle organizzazioni aderenti.

La War Resister International (WRI)

Un'altra Internazionale, la War Resisters International (WRI), ha invece cominciato ad intraprendere, negli ultimi tempi, qualche iniziativa politica interessante. La WRI è stata fondata nel primo dopoguerra per raccogliere obiettori di coscienza, cioè persone che si opponevano alla propria partecipazione alle guerre, ma si preoccupavano poco di impedire che le guerre fossero poi combattute da altri. In questo dopoguerra la posizione è sembrata sempre più insufficiente e parte del gruppo dirigente sta operando per portare questa internazionale su una posizione pienamente antimilitarista. L'ultimo convegno della WRI che si svolse a Roma a Pasqua si svolse sul tema "la nonviolenza e la politica".

Il P.R. chiede di aderire al WRI

Nella prospettiva di contribuire a portare questo movimento su una posizione antimilitarista più politicizzata, il Partito Radicale ha presentato domanda di adesione, il 13 aprile di questo anno. La domanda è stata esaminata dal Comitato Esecutivo che ha deciso di raccomandarla alla prossima riunione che avrà luogo nel luglio 1967. Provvisoriamente il partito è stato inserito nella lista postale delle organizzazioni associate.

Il progetto di disarmo unilaterale dall'Austria del senatore socialista Thirring

Ancora più consono alla concezione radicale di un pacifismo politico e il progetto di disarmo unilaterale dell'Austria, proposto dal senatore socialista austriaco Thirring, previo l'accordo con gli stati confinanti.

Il P.R. fin dal 1964 ha appoggiato tale progetto con un appello perché si creino da parte dell'Italia le condizioni per l'attuazione del disarmo austriaco. All'appello hanno aderito circa 150 comuni e oltre 1000 cittadini.

Il movimento pacifista in Italia

In Italia la nostra azione è partita dal fatto che un forte movimento pacifista autonomo non esiste, e che tra i partiti di PSI-PSDI unificati hanno buttato a mare la lunga tradizione pacifista e neutralista propria del socialismo italiano; e il PCI svolge continuamente iniziative pacifiste e neutraliste, che però sono ancora al fondo solo antiatlantiche. Inoltre i comunisti da una parte, le altre forze politiche dall'altra, sono concordi nel presentare le iniziative pacifiste autonome come filocomuniste.

Vi sono poi piccoli movimenti di ispirazione religiosa, vi è poi Capitini con il suo movimento per l'azione nonviolenta a Perugia.

E' stato effettuato un tentativo per unire questi movimenti, noi e la sezione italiana del movimento mondiale della pace.

La nascita della consulta Italiana della pace come momento rinnovatore e unitario

Nel gennaio-febbraio "1962" si giunse così alla creazione della Consulta Italiana della Pace (alla quale aderirono inizialmente tutti i movimenti e tutte le associazioni pacifiste italiane) e in seguito di alcune consulte locali (a Roma, Bologna ecc.). Il movimento italiano della pace incapace ormai di rinnovarsi e di proporre qualcosa di nuovo, vide nella Consulta Italiana la possibilità di trovare un nuovo nome, oltre che nuove energie, per continuare la propria esistenza, ponendo tuttavia il veto ad ogni iniziativa che non fosse di suo gradimento. Anche Capitini pretendeva che la Consulta si reggesse sul principio della unanimità, ritenendo così di cautelarsi verso i comunisti, mentre il solo modo di affermarsi nei loro confronti era quello di essere più dinamici e più radicalmente pacifisti.

La debolezza della Consulta italiana si rivelò già nella primavera del 1963 durante l'organizzazione della prima marcia pasquale.

Perché Partito Radicale e Comitato per il Disarmo Atomico Convenzionale sono usciti dalla Consulta

La crisi del Comitato della pace

Dopo due anni di attività, nell'estate del 1964, il Partito Radicale e il Comitato per il Disarmo uscirono dalla Consulta. Da allora essa non ha più svolto alcuna attività e il Comitato Italiano pr la Pace e definitivamente entrato in crisi.

I comunisti hanno da poco costituito un comitato contro la guerra nel Vietnam, il cui carattere contingente è evidente dal nome.

Capitini e l'azione nonviolenta

Il movimento per l'Azione non Violenta ha svolto una serie di iniziative, (digiuni, manifestazioni pubbliche) col nostro appoggio, principalmente per ottenere il riconoscimento giuridico della obiezione di coscienza in Italia.

L'impegno del Partito Radicale

Ai contatti e alla collaborazione con le altre organizzazioni italiane e internazionali, il Partito Radicale ha aggiunto una propria autonoma iniziativa pacifista. E' stata svolta in particolare una efficace contestazione dei miti e delle tradizioni nazionaliste, militaristiche e patriottiche del nostro paese. Ricordiamo, a titolo di esempio: le prese di posizione ufficiali del Partito contro la celebrazione dell'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale; i servizi di Agenzia Radicale nella rubrica "affari militari" (e in particolare le rivelazioni sulla vendita di armi al Sudafrica e sulla costruzione di una base per sottomarini polaris a Tavolara, che provocarono dibattiti in Parlamento); l'arresto e il processo a carico di alcuni radicali di Milano per la diffusione di manifestini antimilitaristi; le numerose manifestazioni, che il Partito ha promosso e a cui ha partecipato; l'iniziativa Thirring, ecc.

L'attività dei pacifisti radicali costituisce oggi uno dei punti di riferimento più coerenti e continuativi, di fronte alla crisi e alla stasi degli altri movimenti della pace, ed è la premessa necessaria per sviluppare in Italia un autonomo movimento pacifista.

 
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