Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 22 nov. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Partito Radicale - 6 aprile 1967
III· Congresso Nazionale: "I RADICALI PER L'ALTERNATIVA LAICA"

SOMMARIO: Dall'invito e dai documenti preparatori del congresso di rifondazione del Partito radicale (III Congresso Nazionale, Bologna 12, 13 14 maggio 1967) si definiscono i temi di lotta e d'iniziativa politica sulla base dei quali il partito vuole contribuire a costruire il rinnovamento, l'unità e l'alternativa di sinistra: l'antimilitarismo, l'anticlericalismo e l'internazionalismo.

(Agenzia Radicale n.130 del 6 aprile 1967)

I RADICALI PER L'ALTERNATIVA LAICA

Bologna, 12 - 13 - 14 maggio

Tutti i lavoratori uniti per una civiltà laica e pacifista, per una europa liberata dalle strutture militari monopolistiche autoritarie e clericali

"Il III Congresso Nazionale del Partito Radicale sarà un congresso aperto alla partecipazione di esponenti e militanti delle altre forze politiche della sinistra e democratici indipendenti.

I problemi posti dalla nuova realtà interna e internazionale sono problemi comuni a tutta la sinistra ed esigono quindi un dibattito comune, franco e spregiudicato. In questo confronto i radicali presentano alcuni contenuti di lotta che hanno costituito e costituiscono i motivi fondamentali della loro azione".

Il documento che pubblichiamo è un invito alla partecipazione al III Congresso Nazionale del Partito Radicale, che si svolgerà a Bologna i giorni 12, 13 e 14 maggio. Esso è rivolto anche a socialisti di ogni tendenza, comunisti, repubblicani, democratici indipendenti; in particolare a quanti fra essi ritengono che il dibattito sulla unità della sinistra e le prospettive di una alternativa democratica e socialista costituiscano problemi di oggi e non improbabili eventualità di un lontano futuro.

Mentre l'esempio di unità della sinistra francese costituisce per noi un ammonimento e l'indicazione di una concreta possibilità, possiamo prendere atto che anche in Italia all'interno della sinistra - nonostante le divisioni che tuttora sussistono, le alleanze e i colloqui con il partito unico dei cattolici, la mancanza di una prospettiva unitaria - la vita politica ha fatto giustizia di antiche discriminazioni, settarismi, contrapposizioni dogmatiche. Questo mutamento di clima politico nel Paese non sembra tuttavia comportare una svolta effettiva rispetto alla routine di vecchie strategie ormai superate dai nuovi problemi che la sinistra deve affrontare non solo in Italia ma in tutta l'Europa.

I problemi posti dalla nuova realtà interna e internazionale sono problemi comuni a tutta la sinistra. I motivi di dibattito e di confronto su di essi non dividono a non contrappongono rigidamente, come nel passato, i partiti di questo schieramento politico, ma passano attraverso ciascuno di essi, del repubblicano non meno che del socialista, del comunista non meno che del radicale e del socialproletario.

E' per questa considerazione che la Commissione per la preparazione del III Congresso Nazionale ha ritenuto di dover evitare che proprio in un momento così importante per le proprie scelte politiche il Partito Radicale si chiudesse in un dibattito limitato ai soli iscritti, estraniandosi dal più vasto dibattito che interessa oggi tutte le forze democratiche e socialiste. Per queste ragioni, relazioni su argomenti di particolare interesse ai fini di questo dibattito, sono state sollecitate a personalità indipendenti e ad esponenti politici e parlamentari degli altri partiti. Per queste stesse ragioni si è deciso che "il III Congresso Nazionale del Partito Radicale sarà un congresso aperto alla partecipazione dei militanti di altri partiti della sinistra e di democratici indipendenti". Questi parteciperanno al dibattito non in veste, come normalmente avviene in casi analoghi, di semplici osservatori, ma di congressisti, cui il regolamento riconoscerà diritto di intervento sia nei lavori assembleari sia in quel

li di commissione.

"La Commissione per la preparazione del III Congresso Nazionale del Partito Radicale"

INVITO ALLA PARTECIPAZIONE AL III· CONGRESSO DEL PARTITO RADICALE

(documento approvato dalla Commissione per la preparazione del Congresso)

Il III Congresso Nazionale del Partito Radicale è convocato a Bologna per i giorni 12, 13 e 14 maggio 1967.

Coerente con l'indirizzo che ha costantemente ispirato negli ultimi anni la politica del Partito, la Commissione per la preparazione del Congresso ha deciso che i lavori congressuali saranno aperti alla partecipazione di esponenti e militanti di altri partiti della sinistra e di democratici indipendenti.

Sempre più i problemi discussi e affrontati in ciascun partito della sinistra sono problemi comuni all'intero schieramento democratico e socialista. Comuni appaiono, nonostante le divisioni, i problemi di scelta in ordine alle prospettive politiche, ai contenuti programmatici, agli obiettivi di lotta, coinvolgendo la responsabilità dei militanti comunisti, socialisti di ogni tendenza, repubblicani, radicali, democratici indipendenti o di Sinistra Liberale. In base a queste considerazioni la Commissione ha ritenuto che quanti, non iscritti al Partito, chiederanno o accetteranno di intervenire ai lavori congressuali, possano prendervi parte non in veste di osservatori, ma direttamente in veste di congressisti. A questi compagni e amici sarà assicurato, in base al regolamento del Congresso, diritto di partecipazione al dibattito e ai lavori di commissione, diritto di parola e di iniziativa ed ogni altro diritto, con la sola esclusione del diritto di voto e del diritto elettorale attivo e passivo, ovviamente ris

ervati ai delegati del Partito Radicale.

La ricerca di una nuova unità che i radicali hanno posto a fondamento della loro politica esige infatti un continuo confronto di idee e di iniziative, un dibattito libero e spregiudicato. Il Partito Radicale sa di avere praticato una politica unitaria, aliena da ogni forma di discriminazione, di chiusura aprioristica e settaria e, anche, da risentimenti polemici; e può oggi constatare di aver favorito e determinato di volta in volta il realizzarsi di battaglie comuni su importanti obiettivi di rinnovamento democratico e civile. Ciò è stato possibile anche perché la ricerca dell'unità è sempre avvenuta attraverso il potenziamento dell'iniziativa autonoma del Partito, nella convinzione che non è attraverso il livellamento dei contenuti e delle differenze ideali e programmatiche, ma solo attraverso la lotta, attraverso il libero confronto delle differenti iniziative politiche che la nuova unità può essere conquistata.

Partecipi del dibattito e delle vicende dell'intera sinistra, attenti ed aperti ad ogni altra proposta ed iniziativa che provenga dall'interno di questo vasto e articolato schieramento politico, i radicali presentano in questo confronto e dibattito una serie di contenuti di lotta, che hanno costituito e costituiscono alcuni dei fondamentali motivi della loro azione politica.

Si tratta di contenuti che sono stati nel passato parte rilevante del patrimonio delle forze democratiche e socialiste e che nelle nostra epoca devono essere rivalutati e riconquistati come concreti obbiettivi politici.

Essi hanno già costituito i temi peculiari dell'azione radicale in questi ultimi anni; su di essi il Partito, uscito nel 1962 da un brusco rinnovamento di quadri e di classe dirigente, ha fondato il proprio rilancio nel Paese. Sono temi che incontrano da una parte scetticismo e dissenso nelle classi dirigenti degli altri partiti della sinistra, ma si rivelano anche capaci di promuovere l'adesione di cerchie sempre più vaste dell'opinione pubblica e l'impegno sempre più convinto di molti militanti della sinistra.

Tali contenuti sono:

ANTIMILITARISMO:

La lotta per la pace oggi si può imporre, concretamente, solo come lotta contro le strutture militari esistenti. In un terzo del mondo almeno le forze armate rappresentano soprattutto uno strumento di potere e, in definitiva, di guerra civile. Ovunque rappresentano un pericolo potenziale di autoritarismo, di reazione, di guerra. E' a partire dalle società capitalistiche, non meno che da quelle comuniste che il problema della abolizione delle strutture militari, come pilastro della società e dello Stato, va posto da quanti ritengono che non possa più essere rinviata indefinitamente la realizzazione di una società socialista attraverso sempre più radicali metodi e strutture di libertà.

ANTICLERICALISMO:

I valori laici, in altre società e in altri Paesi, rappresentano una conquista definitiva consolidata nella organizzazione dello Stato e acquisita dalla coscienza collettiva. Se in tali Paesi non rappresentano più qualificanti motivi di scelte politiche, nella nostra società, invece, devono essere riaffermati e riconquistati dopo l'affossamento operato dal ventennio fascista e dai 20 anni di egemonia democristiana.

La lotta per la libertà e il progresso incontra infatti nel potere clericale, garantito dal concordato, assicurato dalla forza delle gerarchie ecclesiastiche e gestito nello Stato dal partito unico dei cattolici, uno dei principali ostacoli, che vanno rimossi con intransigenza e decisione. La ripresa della lotta laica ed anticlericale da parte della sinistra italiana costituisce condizione essenziale per il conseguimento degli stessi grandi obiettivi del socialismo.

INTERNAZIONALISMO:

E' un altro valore della sinistra che è stato colpito da una costante pratica di nazionalismo. Esso, enunciato in termini genericamente umanitari di solidarietà internazionale, non ha retto alla prova e all'urto della prima guerra mondiale e successivamente a quello dello Staro-guida. Di fronte alla crisi attuale della politica dei blocchi contrapposti appare evidente l'insufficienza delle "vie nazionali", quelle della socialdemocrazia non meno che quelle seguite dai comunisti. Dall'unità coatta dei blocchi si passa alla dispersione di autonomie nazionali che sempre meno corrispondono alla dimensione effettiva della lotta per la libertà e per il socialismo.

Una politica davvero internazionalista della sinistra deve oggi fondarsi su una precisa prospettiva pacifista e federalista.

a) "Federalismo": l'internazionalismo, se non vuole scadere ad astratto cosmopolitanismo, incapace di superare i condizionamenti istituzionali ed economici dello Stato nazionale, deve ancorarsi a concreti dati strutturali che si esprimono oggi nella crescente integrazione economica fra gli Stati europei. E' solo a partire da questo contesto che può svilupparsi oggi la lotta di classe, che può prospettarsi un effettivo rinnovamento democratico delle strutture statuali, che può infine concretamente operarsi la solidarietà internazionale con le forze della libertà e del progresso presenti in altri continenti con diverse situazioni storiche, economiche e sociali.

b) "Pacifismo": la conversione dell'economia di guerra in economia di pace è l'unico mezzo per realizzare un nuovo equilibrio mondiale che non sia un equilibrio di polizia amministrato dalle superpotenze, per restituire all'ONO una effettiva funzione sovranazionale, per contribuire infine concretamente alla soluzione dei problemi dello sviluppo: da quelli più immediati e drammatici della fame e del controllo demografico a quelli di un più giusto rapporto fra gli Stati industrializzati e quelli economicamente non sviluppati.

ORGANIZZAZIONE DEMOCRATICA DELLA SINISTRA:

La sinistra ha realizzato, attraverso i partiti democratici e radicali prima e i partiti socialisti dopo, la promozione delle grandi masse del proletariato e la loro partecipazione attiva alla lotta politica. Attualmente è innegabile che quel processo di liberazione si è cristallizzato in forme di organizzazione che diventano esse stesse preclusive e alienanti rispetto ai cittadini e ai militanti e alle possibilità di partecipazione autonoma e democratica alla vita politica e sociale.

Va quindi riconquistata quell'esigenza libertaria che caratterizzò originariamente tutte le componenti della sinistra sia repubblicane che radicali che socialiste.

Il Partito Radicale intende sollecitare, affrontare, promuovere il più libero e franco dibattito su problemi che ritiene comuni all'intero arco della sinistra: quelli della politica internazionale, del rinnovamento democratico dello Stato, dell'organizzazione unitaria delle forze democratiche e socialiste, dei diritti civili. In questo contesto il Partito Radicale ritiene che sia necessario discutere gli obiettivi della politica socialista nei Paesi che hanno raggiunto alti livelli di sviluppo economico e industriale: se è giusto continuare a identificare gli obiettivi del socialismo soltanto con una politica di nazionalizzazioni e di intervento dello Stato nell'economia o se non debbano invece riproporsi e riconquistarsi quei principi di autogestione e di socializzazione, che furono propri del socialismo all'inizio del secolo, sia della componente riformista che di quelle rivoluzionaria e massimalista.

A questo dibattito che è sempre più urgente e necessario ciascuno deve partecipare con la propria esperienza di lotta, con le proprie convinzioni ideali, con le proprie analisi della situazione politica.

Nel momento in cui affrontiamo la scadenza del III Congresso Nazionale non vogliamo eludere questa esigenza e ci proponiamo pertanto di farne per quanto è possibile una delle occasioni di incontro e di dibattito, per questa ragione la commissione per la preparazione del Congresso ha deciso di prevedere nel regolamento la partecipazione di non iscritti al Partito.

Ai compagni e gli amici che intendono partecipare rivolgiamo quindi l'invito a restituire l'unita scheda di adesione, i cui elementi saranno utilizzati per precisare il concreto funzionamento dei lavori congressuali.

ORDINE DEI LAVORI

VENERDI 12:

mattino - relazione della segreteria del Partito e rapporto della Commissione per la preparazione del congresso

pomeriggio - altre relazioni - costituzione e inizio dei lavori delle Commissioni

sera - lavori delle Commissioni.

SABATO 13:

mattino - relazioni sui lavori delle commissioni

pomeriggio - dibattito generale

sera - dibattito generale.

DOMENICA 14:

mattino - conclusione del dibattito - presentazione delle mozioni - replica del segretario uscente - votazione dello statuto

pomeriggio - votazione delle mozioni - elezione delle cariche.

 
Argomenti correlati:
congresso
anticlericalismo
internazionalismo
conversione militare
stampa questo documento invia questa pagina per mail