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Boneschi Luca, Oliva Carlo - 4 dicembre 1967
PER IL DIVORZIO: mozione presentata da LUCA BONESCHI e CARLO OLIVA, approvata con 2 astensioni

IV Congresso del Partito Radicale

Firenze 3, 4 e 5 novembre

SOMMARIO: Mozione sul divorzio votata al IV congresso del partito radicale (Firenze, 1967). Analizza lo stato della situazione del progetto Fortuna, rivendicando alla LID ("associazione unitaria, e non frontista, di base") il merito di condurre questa "prima battaglia laica di massa". Mette a fuoco i rischi e le responsabilità per la "virulenza" della battaglia antidivorzista e le incongruenze dei partiti laici: dall'"atteggiamento contraddittorio del PSU alla subalternità del PRI, fino all'"impaccio" del PCI che si teme possa cercare di barattare il divorzio con il "dialogo con i cattolici".

(NOTIZIE RADICALI, 4 dicembre 1967)

Il IV Congresso del Partito Radicale riunito in Firenze il 3, 4 e 5 novembre 1967, rileva:

Negli ultimi anni la battaglia per l'introduzione del divorzio nella legislazione italiana si è qualificata come lotta popolare e di massa per la rivendicazione di un fondamentale diritto di civiltà. Essa è stata portata avanti con decisione e intransigenza dalla Lega Italiana per l'istituzione del divorzio, associazione unitaria, e non frontista, di base, sovente contro la volontà degli stessi partiti laici.

L'importanza della battaglia divorzista è sottolineata, oltre che dal grande apporto popolare, dalla sua capacità di superare gli schieramenti dei partiti e gli schematismi dei programmi di governo. Essa è cresciuta via via qualificandosi come la prima battaglia laica di massa, dimostrando come la presa di coscienza da parte della popolazione dei propri diritti, soffocati dalle enormi contraddizioni del potere clericale non modificate dall'apporto socialista, possa diventare condizione essenziale per un rinnovamento della lotta politica in Italia.

La Chiesa Cattolica stessa vede, nel crescere della battaglia divorzista un pericolo grave per la conservazione delle proprie posizioni di potere politico: il che è dimostrato dalla virulenza della mobilitazione antidivorzista - che coinvolge tutti i suoi esponenti, da padre Lener a Paolo VI - e dall'impegno democristiano nel tentare di insabbiare o di rimandare la discussione sul progetto Fortuna, con l'ostruzionismo in Commissione e con ricatti continui nei confronti degli alleati di governo. Il P.S.U. rivela, in merito al problema del divorzio, un atteggiamento contraddittorio: va dato atto a molti militanti socialisti e all'on. Fortuna in particolare, di portare avanti con intransigenza questo problema. Ma va anche detto che gli organi del P.S.U. non sembrano in grado di superare il ricatto democristiano, e ciò per semplice mancanza di volontà politica, come è confermato anche dalla decisione presa dal gruppo parlamentare socialista, di votare a favore del progetto Fortuna in commissione, ma di rinviare

ogni decisione definitiva agli organi di partito che ancora - nonostante l'urgenza del problema - non si sono pronunciati. Da questa contradditorietà va esente per la massima parte il P.R.I., evidentemente incapace di condurre qualsiasi azione politica che non sia a livello governativo o paragovernativo, e che quindi da un lato non si è mai impegnato, neppure a livello personale di suoi aderenti, a favore del divorzio, dall'altro ha avallato, per opera del suo ruppresentante al governo, la presentazione di un progetto sulla legislazione familiare evidentemente concepito in funzione antidivorzista. Il che rivela, nonostante le dichiarazioni peraltro contraddittorie di La Malfa, la vocazione centrista e parassitaria di questo partito.

Perfettamente analogo a quello repubblicano è l'atteggiamento di taluni esponenti del cosiddetto »mondo laico , sempre pronti ad ammantare con dichiarazioni di intransigente laicismo proposte in realtà rinunciatarie e conciliatorie, quali quella dell'introduzione del divorzio per i soli matrimoni civili: e va rilevato che anche il PSIUP si è affiancato a questa proposta, pur senza prendere ancora ufficialmente posizione.

A confronto di questo atteggiamento va dato atto al PLI di aver saputo superare le iniziali perplessità.

Anche il P.C.I. sembra aver superato le contraddizioni iniziali ed aver compreso la portata della battaglia per il divorzio, considerato fino a qualche mese fa un problema piccolo borghese, e rivelatosi, per merito dell'azione della LID, come battaglia popolare di massa. Ciononostante il PCI rivela un certo impaccio, mantenendo il proprio progetto di riforma del diritto familiare e sul divorzio (limitativo del progetto Fortuna) e facendo temere che sia disposto a barattare la battaglia divorzista in nome di un »colloquio con i cattolici che è la negazione stessa del laicismo.

Perciò il Partito Radicale invita i militanti della sinistra, i gruppi federati, gli iscritti a condurre nella LID un'azione intransigente per il divorzio, che nell'ambito della politica per i diritti civili ha assunto un ruolo essenziale essendo diretto contro gli strumenti del potere costituito e ponendo in crisi I'attuale schieramento di governo.

Riconferma il proprio appoggio al progetto del compagno Fortuna e riconosce nella LID lo strumento popolare e unitario per condurre l'azione divorzista.

 
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