Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
gio 16 mag. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Notizie Radicali - 26 gennaio 1968
Pieno successo del convegno ``Repressione sessuale e oppressione sociale''

SOMMARIO: Il resoconto del Convegno su "Repressione sessuale e oppressione sessuale" organizzato dal Pr a Roma il 20 e il 21 gennaio 1968.

(NOTIZIE RADICALI N. 10, 26 gennaio 1968)

Con l'annuncio della prossima convocazione di un secondo convegno sul tema "Clericalismo e sessuofobia" si sono chiusi, nella tarda mattinata di domenica 21 gennaio i lavori del convegno ``Repressione sessuale e oppressione sociale''.

Il pieno successo della iniziativa è stato dovuto oltre alla presenza di pubblico che sin dal sabato mattina riempiva il teatro Parioli (soprattutto studenti universitari e studenti medi) e ha toccato punte massime di 600-700 persone il sabato pomeriggio, anche dall'interesse con cui le relazioni sono state seguite e dal dibattito che ne è scaturito.

I lavori del convegno si erano aperti con i messaggi di saluto di Silvio Pergameno a nome della Lega italiana per l'istituzione del divorzio (LID) e di Orietta Avanti per l'AIED (Associazione italiana per l'educazione demografica). Mentre rappresentanti di vari circoli di istituto e giornali studenteschi romani sono intervenuti la domenica mattina.

In sala o al tavolo della presidenza, hanno seguito i lavori il Prof. Guido Calogero, dell'università di Roma, Alberto Moravia, Cesare Garboli, il senatore Giorgio Veronesi, l'on. Matteo Matteotti, il dr. Mazzotti della direzione del PLI, oltre a vari psicanalisti e psicologi.

La prima relazione è stata quella dell'avvocato Mauro Mellini della direzione del Partito Radicale su ``Reppressione sessuale e strumenti di potere clericale''. ``La chiesa cattolica, le forze clericali italiane - ha detto Mellini - hanno costituito in Italia, attraverso il monopolio della morale sessuale, una vera e propria macchina di potere al fine di rafforzare la propria presa su molti settori della vita politica e sociale. Questa politica favorita anche dall'abbandono di una propria politica laica da parte delle forze liberali, è stata perseguita tenacemente dopo l'unità d'Italia, attraverso le associazioni giovanili, studentesche, femminili che la chiesa organizzava nel paese. Con le sue strutture religiose, politiche e sociali, il clericalismo non costituisce solo il portavoce di una morale propria nel campo sessuale, ma anche il tutore di una morale sessuale tradizionale, fondamentalmente estranea al cristianesimo e allo stesso cattolicesimo; come dimostra ad esempio, la difesa del ``delitto d'onore

''.

Tale tutela - ha aggiunto Mellini - ha rappresentato sempre una giustificazione sociale e politica per il potere clericale, e nello stesso tempo gli ha fornito specifici mezzi per rafforzare la sua presa elettorale. Dopo l'unità d'Italia, essa rappresentò un mezzo per combattere lo stato liberale, considerato incapace di tutelare con uguale forza quelle vecchie strutture morali. Né i nuovi atteggiamenti conciliari sembrano portare elementi sostanzialmente nuovi, tali da far modificare il giudizio di fondo: la chiesa post conciliare tende infatti a sostituire alla vecchia negazione assoluta del sesso una concezione più elastica, che fa del sesso un fattore della vita a volte esaltante, a volte degradante, a seconda del condizionamento esterno: dentro al matrimonio, sì al sesso, no invece fuori del matrimonio.

Questo atteggiamento nuovo rappresenta uno degli elementi di accostamento della chiesa alla società neocapitalistica, che ha appunto del sesso una concezione strumentale, quale dato condizionatore e condizionato della vita umana; ma in Italia, peraltro, è ancora più forte, negli atteggiamenti clericali, la difesa delle posizioni sessuofobiche tradizionali, cosicché il problema del sesso tende ad essere - ancora - uno dei potenziali punti di frattura fra clericalismo e società del benessere (...)''.

Nel pomeriggio di sabato i lavori sono proseguiti con le relazioni del Prof. Federico Navarro (Rapporti madre-figlio nel contesto socio culturale attuale), di Luigi De Marchi (Struttura caratteriale e struttura sociale), e del Prof. Fausto Antonini (Psicodinamica della mentalità autoritaria) e della Prof.ssa Maria Ricciardi Ruocco (Protesta giovanile e autoritarismo).

De Marchi ha, tra l'altro, sottolineato, spiegandone tutti i motivi, come molti dei fenomeni di autoritarismo contemporaneo (dalla chiesa allo hitlerismo, al peronismo e al socialismo stalinista) tutti rigorosamente sessuofobici e sessuorepressivi, sono comprensibili a partire dall'analisi reichiana della ``struttura caratteriale'' e dei suoi meccanismi.

Domenica mattina dopo la relazione di Francesco Valobra su ``Il falso erotismo'' ha preso la parola Luca Boneschi per una comunicazione sugli aspetti giuridici del problema.

E' poi intervenuto il senatore, membro della direzione del PSU, Giorgio Veronesi per un breve discorso di saluto e di adesione alla manifestazione. All'intervento del sen. Veronesi è seguita la relazione del Prof. Tullio Seppilli su ``Sistema sociale, atteggiamento verso il sesso e strutture di potere''.

L'ultima relazione è stata quella del Prof. Ignazio Majore (Osservazioni psicoanalitiche sul tema). Dopo di che Marco Pannella con un breve intervento ha concluso i lavori del convegno.

Alcuni episodi di intolleranza da parte delle autorità di Pubblica Sicurezza hanno caratterizzato la vigilia della manifestazione.

Il più grave è stato quello del fermo e della denuncia spiccata nei confronti di Luca Bracci e Marco Baraghini per "pubblicazione oscena" dal vice-questore che dirige il commissariato Castro Pretorio.

I due iscritti al Partito Radicale distribuivano, insieme ad altri giovani del comitato organizzatore del convegno, volantini di invito al convegno indossando, secondo una tecnica ormai abituale, dei cartelli sandwich.

Sui cartelli che hanno provocato la denuncia vi erano due figure, una rappresentante una scena di guerra e l'altra un nudo femminile accanto alla scritta ``dov'è l'osceno?''.

Non è stato specificato dal funzionario del commissariato castro Pretorio se la figura oscena è quella della scena di guerra o quella del nudo.

 
Argomenti correlati:
convegno
aied
stampa questo documento invia questa pagina per mail