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Notizie Radicali - 10 febbraio 1968
Promosse dal Partito radicale liste elettorali per i diritti civili
Comunicato della Segreteria Nazionale del P.R.

SOMMARIO: La decisione della Giunta esecutiva del partito radicale di promuovere la presentazione di liste elettorali autonome "Per i diritti civili, per il divorzio, per la laicità e la moralizzazione dello stato". Le dichiarazioni di Mario Boneschi, Luigi De Marchi, Gianfranco Spadaccia, Franco De Cataldo, Loris Fortuna e Luigi Rodelli

(NOTIZIE RADICALI N. 14, 10 febbraio 1968)

``Per i diritti civili, per il divorzio, per la laicità e la moralizzazione dello stato'' liste autonome, promosse dal Partito Radicale, concorreranno alle prossime elezioni politiche.

La giunta esecutiva del Partito Radicale su proposta del Segretario Nazionale del Partito Gianfranco Spadaccia ha nei giorni scorsi preso questa decisione e dato inizio alla sua attuazione pratica.

La raccolta delle candidature e dei nominativi per le firme di presentazione ha già avuto inizio in questi giorni. A Roma, sin da ora, si sa che le liste comprenderanno il Segretario Nazionale Spadaccia, Marco Pannella, l'avv. Mauro Mellini, Lino Ianuzzi dell'Espresso, Giuseppe Loteta dell'Astrolabio, la scrittrice Gabriella Parca, esponenti divorzisti, pacifisti, antimilitaristi, anticlericali, rappresentanti di minoranze religiose e dei movimenti di protesta giovanile.

La decisione è stata determinata da un giudizio negativo espresso dalla Giunta esecutiva del PR sulla situazione politica complessiva del Paese e sulla inadeguata considerazione nella quale finora la sinistra, sia d'opposizione che di governo, nel Parlamento ed ancor più nell'azione militante, mostra di tenere la necessità di una rigorosa ripresa laica e di una più consapevole e dura lotta per i diritti civili, rivendicati da tutti i democratici moderni ed in particolare dalle giovani e più responsabili generazioni.

``Perfino nella maggioranza governativa le forze laiche non possono più ignorare che il problema storico della democrazia italiana è quello di un confronto senza remore, di una alternativa chiara e prossima alla Democrazia-Cristiana - Dichiara il documento della Giunta radicale - ed invece non solo in questa maggioranza ma anche oltre, l'illusione di colloqui e di aperture, la scarsa consapevolezza di quanto sia avanzato il processo di integrazione della stessa opposizione al regime, un economicismo spesso imbelle e velleitario, un agnosticismo che si crede possa essere contrabbandato per consapevolezza e volontà laiche, analisi arretrate rispetto alla nuova società ed alle concrete strutture dello Stato clericale, corporativo, classista, rendono debole ed inadeguata la sinistra.

Non si spiegherebbe altrimenti, il contributo essenziale, spesso determinante che il Partito radicale, ha potuto e dovuto fornire all'intera Sinistra e alla democrazia, malgrado feroci persistenti ostruzionismi e discriminazioni costituisce durante questa legislatura''.

Il documento prosegue ricordando che si deve a gruppi o a militanti del Partito radicale, uniti ad altri gruppi di altri Partiti o a singole personalità della politica ufficiale, quale l'on. Fortuna, se è stato possibile impostare ed avviare una prima grande battaglia perla sicurezza sociale, in termini accessibili e controllabili delle masse democratiche, attraverso le campagne sull'assistenza pubblica e quella sulle degenerazioni del settore previdenziale (che in questi giorni hanno trovato una conferma con il clamoroso arresto del Presidente Nazionale della associazione dei Comuni d'Italia Petrucci).

L'iniziativa per l'istituzione del divorzio, la nascita e l'affermazione della LID, la campagna antimilitarista iniziata con la volgarizzazione delle nuove situazioni che maturavano nella strategia dell'esercito, con le campagne per l'obiezione di coscienza, e culminate nello scandalo SIFAR-De Lorenzo-Segni; l'appena iniziata dimostrazione di consapevolezza da parte delle forze democratiche delle effettive caratteristiche degli enti pubblici, dei quali sono stati incondizionati ed incauti oltreché in realtà, con lo stesso sistema democratico, vittime.

La Giunta termina infine affermando il valore e le caratteristiche prudenzionali e cautelative della decisione presa. ``Noi siamo una forza unitaria, oltreché laica e libertaria. Lo abbiamo dimostrato in tutte le iniziative che abbiamo ricordato, che sono spesso divenute forza dell'intero schieramento laico e di ogni effettiva forza autonoma della democrazia italiana. La nostra decisione è dunque da una parte doverosa, indilazionabilmente, dall'altra prudenziale e cautelativa. Se le forze della sinistra, insieme o autonomamente, tutte o solo alcune, dimostrassero in questo scorcio di legislatura di volere con maggior chiarezza e vigore precorrere il cammino che deve essere il loro, se l'impegno elettorale è il discorso sulla prossima legislatura fossero occasione per gli sviluppi che auspichiamo, in qualsiasi momento il Partito Radicale saprà responsabilmente considerare le nuove situazioni, e tornare a considerare i motivi per i quali l'attuale decisione viene presa''.

Avv. Mario Boneschi (della presidenza Nazionale della LID)

``Condivido pienamente le valutazioni del Partito radicale sugli impegni che le prossime elezioni pongono alla democrazia italiana.

Le forze di sinistra devono presentare al paese i temi della laicità dello stato, dell'affermazione dei diritti civili, della rigenerazione morale che sono la premessa e non l'accessorio degli ordinari programmi di riforme economiche ed amministrative''.

Prof. Luigi De Marchi (scrittore - Segretario Nazionale dell'AIED)

``La promozione di liste per la difesa dei diritti civili da parte del Partito Radicale è a mio parere una iniziativa due volte utile al mio paese e nel momento politico attuale. E' utile nel senso più ovvio che nessuna altra formazione politica, per quanto io ne sappia, ha mostrato e mostra interesse adeguato per la difesa di questi diritti. Troppo spesso ci si concentra nella lotta per le cosiddette ``riforme di struttura'' ignorando i problemi umani, concreti, quotidiani connessi all'umiliante condizione che le nostre leggi riservano al cittadino comune''.

PRIME DICHIARAZIONI SULLA INIZIATIVA DEL PARTITO RADICALE:

Gianfranco Spadaccia, Segretario Nazionale del Partito Radicale

``La situazione di regime che mortifica e svuota le istituzioni democratiche si aggrava ogni giorno di più come dimostrano le cronache parlamentari e quelle giudiziarie. L'equilibrio democratico del paese non può fondarsi sul permanente ricatto autoritario delle forze clericali e sulle ricorrenti iniziative di una magistratura che riesce ancora a mantenersi indipendente.

In questa situazione i problemi della difesa della libertà dei cittadini in ogni settore della vita pubblica, quelli della laicità dello stato, della affermazione dei diritti civili - primi fra tutti divorzio ed obiezione di coscienza - del controllo degli enti pubblici contro la quotidiana manomissione che ne compiono le forze del regime diventano i problemi determinanti delle lotte che la sinistra democratica e socialista deve condurre nel paese.

Il timore dimostrato dalle forze della sinistra di governo nell'accettare un chiaro confronto parlamentare in aula con la Democrazia Cristiana sul SIFAR o sul divorzio; lo scarso rilievo dato purtroppo a questi obiettivi di lotta anche nel testo dell'accordo PCI-PSIUP, che pure per altri aspetti abbiamo giudicato positivo, ci costringe oggi a promuovere la costituzione di liste per ``i diritti civili, per il divorzio, per la laicità e la moralizzazione dello stato''.

Per porre termine al crescente deterioramento della nostra vita pubblica è necessario infatti che la prossima legislatura, oltre ad assicurare importanti riforme economiche ed amministrative delle liste quali certo non sottovalutiamo l'importanza, sia anche una legislatura e che con l'approvazione del divorzio e la regolamentazione dell'obiezione di coscienza, con una revisione del concordato che investa i problemi della famiglia e della scuola, faccia fare sostanziali passi avanti sulla strada della affermazione dei diritti civili e della laicità dello stato.

La nostra decisione di promuovere la formazione di liste autonome di sinistra ha solo questo significato: non possiamo permettere che quelle forze e quei settori dell'opinione pubblica che attribuiscono valore prioritario a questi obiettivi siano privati all'ultimo momento, per motivi organizzativi, di una adeguata scelta elettorale in questa direzione. Ci preoccuperemo quindi di assicurare fin d'ora, per quanto ci è possibile, le condizioni giuridiche ed organizzative.

Mentre mi auguro che tutto il partito e un ampio arco di forze democratiche rispondano con impegno a questa iniziativa, esprimo la speranza che la nostra azione possa rimanere una semplice misura prudenziale e cautelativa del Partito Radicale. I radicali sanno quale importanza abbia l'unità per il successo della sinistra nelle sue lotte politiche ed elettorali. Responsabilmente siamo i primi ad augurarci che questa ipotesi di nuove liste di sinistra non debba realizzarsi, grazie alla risposta che tutti i partiti della sinistra italiana sapranno dare alle richieste dell'opinione pubblica e dell'elettorato laico e democratico. Non possiamo neppure tuttavia, per le lotte che abbiamo condotto in questi anni, assumerci la responsabilità di ignorare che potrebbero diventare necessarie''.

E' utile tuttavia, anche in un senso più profondo. L'esperienza storica e politica di questi ultimi decenni mi sembra dimostrare che le trasformazioni economiche possono rivoluzionare i metodi di produzione e i processi tecnologici senza sostanzialmente modificare le "condizioni emozionali" dell'esistenza umana. Solo uno sviluppo e una vita libera del singolo riescono invece a modificare tali condizioni ed ad aprire all'uomo la via della propria realizzazione e felicità (una parola che, come notava recentemente un filosofo, sembra ormai bandita dal linguaggio politico e sociologico).

La garanzia dei diritti dell'uomo (da una educazione libertaria a un libero sviluppo ed ad una libera esplicazione dei suoi impulsi amorosi, della regolazione della natalità al diritto di formare unioni basate solo sull'amore) e il quadro istituzionale e legale entro cui può appunto fiorire finalmente una vita umana che trovi in sé e non nella soggezione a qualche autorità politica o religiosa od a qualche apparato economico la propria ragione d'essere''.

Avv. Franco De Cataldo (della Direzione Nazionale del PLI, del Direttivo Nazionale della LID)

Se il Partito Radicale sarà portato a sciogliere la riserva con la quale annuncia oggi la promozione di liste autonome laiche e divorziste per i diritti civili e la laicità dello Stato, certamente questo fatto rappresenterà l'elemento nuovo delle prossime elezioni.

Quale che sia infatti il grado di assuefazione e di rassegnazione cui una stampa scritta e parlata tenta di determinare nelle grandi masse dei cittadini italiani, non si può pensare che una rigorosa azione politica che è riuscita ad imporre alla classe dirigente italiana fondamentali impegni come quello per il divorzio, ad inchiodare finalmente alle sue responsabilità il mostruoso espandersi del clericalismo nel settore della sicurezza sociale e dell'assistenza pubblica, ed in quello degli enti dello stato, della scuola, dei diritti civili in genere a suscitare il necessario ed urgente dibattito chiarificatore sulla politica militare e poliziesca della DC e dei suoi uomini principali, non ponga a molti democratici il problema di un sostegno incondizionato al Partito Radicale.

Ma anch'io mi auguro, come esplicitamente d'altra parte afferma la Giunta Nazionale del PR, che venga superata la necessità di questa ulteriore, certamente durissima battaglia. Da liberale, quale sono, sento dunque il dovere di esprimere il mio sincero apprezzamento anche per l'odierna decisione del P.R.

Dichiarazione dell'on. Fortuna sull'annuncio della preparazione di liste laiche e divorziste promosse dal Partito Radicale: ``Una decisione responsabile e positiva''.

``Quanto conosco del documento della Giunta Nazionale del Partito Radicale mi porta innanzitutto ad alcune riflessioni d'ordine generale.

I temi che vengono presentati dai compagni radicali come determinanti per la loro decisione sono comuni a molti altri settori della Sinistra, di governo o no, ed a gran parte dei loro elettori. Personalmente, come molti altri compagni del PSU, ho sempre dimostrato che queste posizioni e questi temi, senza compromessi, appartengono anche alla mia qualità di socialista e la caratterizzano. Certo, in grandi tradizionali formazioni politiche, per la loro maggiore aderenza concreta alle situazioni sociali e istituzionali del Paese, - ed è il caso del PSU e del PCI - più difficile, proprio perché più determinante, è giungere rapidamente e nettamente a precisare o guadagnare adeguate, nuove, radicali proposte politiche. Ma ci dobbiamo pur giungere; ed in questa direzione il contributo di un piccolo Partito come il P.R., per noi tutti, è stato un elemento di sorpresa, imprevisto, sostanziale.

Per questo credo serenamente anche al valore unitario della decisione del P.R. Anche quando dette un contributo così determinante alla nascita della L.I.D., non si mancò da più parti di sottolineare e temere il rischio di un calcolo strumentalizzatore e partigiano, comunque di uno strumento polemico e non costruttivo di maggiore unità. Ho personalmente esperimentato, nella battaglia della quale ho dovuto essere il protagonista in parlamento e dinanzi al paese, per l'istituzione del divorzio, che la LID era stata concepita e voluta effettivamente come promotrice di accordi di uno schieramento laico: e lo è stata fino ai risultati che tutti conosciamo.

Il P.P. dichiara che la decisione di concorrere con liste autonome ``per i diritti civili, per il divorzio, per la moralizzazione e la laicità dello Stato'' costituisce per ora un atto di prudenza e di cautela rispetto ad una situazione che, in base ad ideali e obiettivi che abbiamo in comune in molti, non può in effetti ancora essere giudicata soddisfacente. Mi sembra che questa sia una decisione responsabile e positiva. E' un contributo alla chiarezza ed alla responsabilità di tutti, che vengono così sollecitate e secondate. Altrimenti, ciascuno farà la sua particolare battaglia elettorale e con la nuova legislatura il discorso dovrà essere ripreso con rigore, fino in fondo, per evitare di essere ancora, da una parte e dall'altra, costretti alla costosa dialettica fra quantità e qualità, tradizione ed avventura, fra vecchiaia e giovanilismi, quietudini burocratiche e prodigalità di avanguardie, torbidi ``dialoghi'' - comunque portati avanti - e rispettabili forme di proteste e di rifiuto costrette finora a

lle caratteristiche di una lodevole testimonianza''.

Prof. Luigi Rodelli (Segretario Nazionale dell'A.L.R.I. - Associazione per la Libertà Religiosa in Italia)

``I problemi dell'uomo sono oggi tutti concentrati sul presente. Negli ultimi venti anni - gli anni della Repubblica - c'è stato sempre un domani in cui relegare ciò che appariva dilazionabile di fronte all'urgenza delle riforme strutturali nella società italiana. Tra la denuncia del Concordato e la speranza di compiere la riforma agraria, i leaders della sinistra puntarono su quest'ultima: avevano davanti a sé un paio di decenni per impostare, sulla base di una società più giusta, un'adeguata soluzione dei problemi dell'uomo moderno.

Sulle ragioni delle scelte di venti anni fa, si possono dare giudizi storici contrastanti; ma non si può pensare che, alla luce dell'esperienza odierna, i termini del problema siano ancora di allora. E' difficile oggi separare nettamente la politica economica e sociale dalle scelte di fondo che coinvolgono la vita quotidiana dell'uomo. In un mondo non più dominato da spaccature teologiche, nel quale le ragioni del dubitare prendono posto a fianco dei sentimenti più inveterati, l'esitazione è un errore politico. La realtà viene incontro portando in grembo i problemi maturi, soluzioni già acquisite alla coscienza pubblica.

Si tratti del divorzio o della deconfessionalizzazione della scuola pubblica, si tratti delle scandalose concessioni di denaro pubblico ad istituzioni assistenziali e scolastiche dipendenti dall'autorità ecclesiastica o della libertà di informazione, il movimento di opinione pubblica che si è formato intorno a questi problemi è dovuto alle iniziative radicali. I radicali non hanno rispolverato temi per esercitazioni accademiche: hanno creato una coscienza politica in quegli strati dell'opinione pubblica che trovano nello schieramento di sinistra una risposta alle esigenze della vita moderna.

Dissociare nei programmi elettorali ciò che l'azione radicale ha unito nella coscienza pubblica sarebbe un grave errore dello schieramento politico della sinistra''.

 
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