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Pannella Marco - 1 aprile 1968
IL VOTO DIVORZISTA
A due settimane dalle elezioni

di Marco Pannella

SOMMARIO: Sono pericolosi i facili ottimismi a proposito della battaglia per il divorzio perché rischiano di smobilitare le energie dell'unico movimento capace di imporre il divorzio in Italia. Cosa sta accadendo? Il PSU attraverso Pietro Nenni compie appena un piccolissimo passo in avanti verso la causa della LID ; il PRI ha ribadito la sua adesione di principio come anche PCI, PSIUP, PLI. Noi ne prendiamo atto convinti, però, che con queste prese di posizione senza decisione, coraggio, senza rigore non si porta avanti una lotta dura. Tutti affermano che la maggioranza degli italiani è per il divorzio senza possibilità di equivoci. Tuttavia l'obiettivo primario è quello di appoggiare i deputati che hanno già dimostrato di accettare le indicazioni del movimento divorzista.

L'elenco dei parlamentari che s'impegnano a ripresentare, immediatamente all'inizio della prossima legislatura, il progetto divorzista elaborato dalla Lid.

(BATTAGLIA DIVORZISTA N. 4, aprile 1968)

(Pericolosi i facili ottimismi - Nenni dedica 30 secondi al problema del divorzio - Deludente ed inaccettabile la risposta di Ingrao, Luzzato e Malagodi alle richieste della LID - Le preferenze dei divorzisti ai firmatari dell'impegno di ripresentare il progetto della lega - Ammonire e non solo aiutare i parlamentari uscenti)

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Abbiamo ormai letto i programmi dei partiti; ascoltato molti dibattiti e comizi radiotelevisivi; constato che trenta parlamentari uscenti hanno aderito all'unica concreta iniziativa divorzista, ancora una volta proposta dalla LID; vagliato con il massimo di responsabilità la situazione, certamente complessa, della lotta per l'istituzione del divorzio in rapporto alle imminenti elezioni.

Non condividiamo la tranquillità e l'ottimismo che da ogni parte si cerca di far penetrare nelle nostre fila, che rischia in realtà di smobilitare le energie dell'unico movimento capace di imporre il divorzio in Italia.

Non siamo pessimisti per natura o per eccessiva prudenza e l'abbiamo dimostrato ingaggiando una lotta che pochissimi credevano possibile. Ma, quello che oggi è maggiormente da temere è il diffondersi nell'opinione pubblica della convinzione che il più è ormai raggiunto e che non sarà possibile tornare indietro.

Rapidamente, analizziamo quel che invece sta accadendo:

a) Pietro Nenni, interpellato da Milla Pastorino dinanzi alle telecamere, su quale sarà l'impegno del PSU sul divorzio nella prossima legislatura, non ha che trenta secondi di risposta. La gente applaude (ed è l'unico applauso convinto della manifestazione). In realtà cosa ha detto il vecchio avversario del divorzio? "Il problema è ormai maturo per essere risolto secondo spirito di giustizia così da rendere un servizio alla famiglia non per distruggerla". Si tratta, dunque, di una "problema" (non di una battaglia) "maturo" (ed è invece fradicio "problema"), da risolvere secondo spirito di giustizia (quale? Anche i clericali vogliono una soluzione "giusta"), per salvare la famiglia (come? quale?...). Comunque, si tratta - smaccatamente - di una constatazione, non di un impegno. Questo in un periodo, in un momento in cui i vari leaders hanno, per il resto, "l'impegno facile".

Appena un piccolo insufficientissimo progresso: quello di smentire i suoi segretari Tanassi e De Martino per i quali fino a poco tempo fa "il popolo" non era "maturo"...

b) Il PRI ha ribadito la sua adesione di principio (c'era anche quando La Malfa proponeva inutilmente a Ballardini di dichiarare costituzionale solo il divorzio per i matrimoni civili e Reale accettava di far usare il suo "progetto" non ancora nemmeno scritto, come siluro contro la discussione già avanzata del progetto Fortuna). Anche qui c'è però un passo avanti, insufficiente ma più sensibile di quello (non) compiuto dal PSU: il PRI si impegna a non accettare interferenze da parte della maggioranza della quale fa parte e vuol far parte (con la DC) sull'autonomia della iniziativa parlamentare per il divorzio. Meno male che l'han capito: la LID nel paese e Fortuna (poi con Ballardini, Baslini e Basso), in Parlamento non si sono stancati di ripeterlo fino alla nausea.

c) PCI, PSIUP, PLI - partiti d'opposizione, finalmente divorzisti sul tramonto della legislatura - hanno ribadito anch'essi la loro adesione di principio e assicurato che terranno un atteggiamento non contraddittorio con quello avuto nelle votazioni, nelle commissioni Giustizia e Costituzionale della Camera.

C'è lo auguravamo, e ne prendiamo atto. D'altra parte i loro stessi iscritti ed elettori non consentirebbero passi indietro.

Ma i problemi mutano, quel che bastava ieri non basta oggi. Abbiamo chiesto ai parlamentari del PCI, del PSIUP e del PLI come a tutti gli altri laici di impegnarsi in quanto rappresentanti del Paese (e non di un partito) a non accettare nessuna disciplina di gruppo, nessuna considerazione politica d'altro ordine, per mantenere l'impegno di presentare, in apertura di legislatura (quindi, ormai, fra poche settimane) l'unico progetto unitario divorzista fin qui collaudato, proposto dalla LID, ripresentato e rielaborato dall'on. Loris Fortuna. Assumendo anche l'impegno di difendere la priorità del dibattito su questo progetto, in qualsiasi caso.

Malagodi per il PLI, Ingrao per il PCI, Luzzato per il PSIUP, ci hanno risposto in modo certamente cortese, formalmente molto amichevole, sostanzialmente deludente ed inaccettabile. Dicono, concordemente, che i loro partiti avendo già dimostrato di essere divorzisti, e avendo nel loro programma la riforma del diritto matrimoniale, non è necessario nessun impegno dei singoli parlamentari, liberali, comunisti, socialproletari.

Non è questa la nostra opinione. Rifiutiamo, anche in base all'esperienza passata, di considerare il nostro Parlamento come un deserto popolato da automi senza propria volontà e responsabilità.

Se così fosse stato, infatti, siccome il PSU e il PRI che erano in realtà contro l'approvazione del divorzio in questa legislatura, non ci sarebbe stato progetto divorzista e Loris Fortuna non avrebbe mai presentato il suo disegno di legge e, in seguito, l'avrebbe abbandonato almeno in una ventina di occasioni. Se così fosse stato, l'efficienza divorzista del PCI sarebbe risultata in Parlamento, nelle Commissioni (dove Spagnoli e Guidi e Jotti hanno fatto realmente una seria battaglia), pari a quella nel Paese: cioè, con qualche eccezione, poco più di zero. E il PSIUP avrebbe continuato a credere di voler il divorzio scrivendone solo per criticarlo nelle sue implicazioni politico-tattiche, ed a non crederci nella realtà, per pessimismo e sottovalutazione della coscienza popolare. E il PLI, senza Baslini, avrebbe al più accettato un divorzio-beffa, al quale fino alla fine pensavano molti dei suoi più autorevoli esponenti.

La conclusione per noi, è semplice: Malagodi, Ingrao, Luzzato (e ci dispiace constatarlo per quest'ultimo, autorevole membro del Consiglio di Presidenza della Lega) rifiutano di aderire come La Malfa, come Reale, come Nenni, come De Martino, come Tanassi, come Vecchietti e Valori, all'iniziativa che il Congresso della LID ha stabilito essere la sola cui dare fiducia in questa circostanza elettorale.

Per le loro particolari responsabilità, dunque, bisognerà "non votarli", non solo, ma "non farli votare" da laici e divorzisti.

Senza decisione, senza coraggio, senza rigore non si porta avanti una lotta così dura.

Oggi, perfino la "Domenica del Corriere", con una inchiesta sensazionale, afferma che la maggioranza degli italiani è per il divorzio, senza possibilità di equivoci. Oggi "L'Europeo" ci fa sapere che probabilmente, passate le elezioni, la linea "dura" clericale contro il divorzio potrà essere corretta, e che non comporterebbe comunque "crociate" e sanfedismi come quelli cui si appella il ministro Taviani, oltre che la Conferenza Episcopale Italiana.

Son fatti e ipotesi che abbiamo sempre affermato o avanzato, per quanto ci riguarda. Ma fatti e ipotesi "veri" ad una condizione: che la LID continui ad assicurare essa la linea "dura" ed "intransigente" dei laici, dei "fuorilegge", del progresso civile. Questa linea - lo ripetiamo una volta di più - può essere solo sconfitta da falsi amici, dai laici-di-complemento, dai rassegnati, dai "furbi" che stanno a guardare, dagli "illusi" che sperano senza far nulla di dare forza e corpo alle loro speranze.

Guardiamoci anche dalle ambizioni spropositate, dal fare passi più lunghi della gamba, dagli zelanti dell'ultima ora che, dalle notizie che ci giungono, non mancano di manifestarsi (ora) anche nelle sedi periferiche della LID.

Se pensassimo di poter appoggiare e "controllare" centinaia e centinaia di candidati, se davvero ritenessimo possibile e utile "determinare" l'elezione (o far finta di poterlo fare) di una maggioranza "laica" nei partiti "laici", scambieremmo la LID, cioè noi stessi, per la Provvidenza o la fata Morgana.

L'obiettivo è un altro, è semplice: appoggiare in ogni modo, concentrando i nostri sforzi, i deputati che hanno già dimostrato di accettare le indicazioni del movimento divorzista, che hanno pubblicamente dichiarato di accettare l'impegno che la LID ha loro proposto. Aggiungeteci pure qualche altra decina di candidati "nuovi", significativi, ben piazzati per non fungere solo da alibi o da portatori d'acqua ai loro maggiori esponenti. Tutto il resto è velleità, dispersione e irresponsabilità.

Se accanto all'on. Fortuna, alla pattuglia che l'ha progressivamente raggiunto in quest'ultimo anno, ai Basso, ai Ballardini, ai Baslini, avremo in Parlamento, a giugno, anche solo gli altri venti o trenta parlamentari che hanno aderito all'invito della LID, avremo di nuovo raggiunto un obiettivo fondamentale e determinante.

Non c'è altro da fare, dunque, che mobilitarsi davvero e subito in questa direzione. Se in alcune, poche o molte, circoscrizioni mancheranno candidati così individuali, le delegazioni, i fiduciari, ma soprattutto ogni singolo laico e divorzista decida di conseguenza: secondo coscienza, in piena e coraggiosa autonomia.

In queste elezioni c'è almeno tanto da "aiutare", quanto da ammonire e colpire. Lo si faccia.

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I Parlamentari che hanno aderito

Ecco l'elenco aggiornato ad oggi dei DEPUTATI USCENTI, candidati alle elezioni del 19 maggio, che aderendo alla proposta della Lega Italiana del Divorzio hanno sottoscritto il documento con cui si impegnano a ripresentare, immediatamente all'inizio della prossima legislatura, il progetto divorzista elaborato dalla Lega stessa. Eventuali aggiornamenti nell'elenco saranno comunicati ai soci in tempo utile per le elezioni.

del P.S.U.

- Venerio CATTANI

circoscrizione di: Bologna - Ferrara - Ravenna - Forlì

- Bruno ROMANO

circoscrizione di: Forlì

- Beniamino FINOCCHIARO

circoscrizione di: Bologna - Ferrara - Ravenna - Forlì

- Roberto PALLESCHI

circoscrizione di: Roma - Viterbo - Latina - Frosinone

- Alfredo CROCCO

circoscrizione di: Roma - Viterbo - Latina - Frosinone

- Carlo MUSSA IVALDI

circoscrizione di: Torino - Novara - Vercelli

- Giuseppe DI VAGNO

circoscrizione di: Bari - Foggia

- Luciano DE PASCALIS

circoscrizione di: Milano - Pavia

- Giorgio GUERRINI

circoscrizione di: Verona - Padova - Vicenza

- Renato BALLARDINI

circoscrizione di: Trento - Bolzano

- Loris SCRICCIOLO

circoscrizione di: Siena - Arezzo

- Riccardo LOMBARDI

circoscrizione di: Milano - Pavia

- Angelo LANDI

circoscrizione di: Genova - La Spezia

- Antonio GIOLOTTI

circoscrizione di: Cuneo - Alessandria - Asti

- Egidio ARIOSTO

circoscrizione di: Brescia - Bergamo

- Alfredo BALDANI GUERRA

circoscrizione di: Verona - Padova - Vicenza - Rovigo

- Stefano SERVADEI

circoscrizione di: Bologna - Ferrara - Ravenna - Forlì

- Angelo CUCCHI

circoscrizione di: Milano - Pavia

- Michele ACHILLI

circoscrizione di: Milano - Pavia

del P.S.I.U.P

- Lelio BASSO

circoscrizione di: Milano - Pavia - Genova - La Spezia - Cuneo- Alessandria

- Francesco CACCIATORE

circoscrizione di: Benevento - Avellino - Salerno

- Alessandro MENCHINELLI

circoscrizione di: Pisa - Livorno - Lucca - Massa Carrara

del P.C.I.

- Paolo ALATRI

circoscrizione di: Roma - Viterbo - Latina - Frosinone

- Giuseppe SPECIALE

circoscrizione di: Palermo - Trapani - Agrigento - Caltanissetta

- Veniero ACCREMANN

circoscrizione di: Bologna - Ferrara - Ravenna - Forlì

- Carlo SCOTONI

circoscrizione di: Trento - Bolzano

del P.L.I.

- Ennio BONEA

circoscrizione di: Lecce - Brindisi - Taranto

- Antonio BASLINI

circoscrizione di: Milano - Pavia

- Massimo ALESI

circoscrizione di: Venezia - Treviso

- Ferruccio DILORENZO

circoscrizione di: Napoli - Caserta

- Nicola CARIOTA FERRARA

circoscrizione di: Napoli - Caserta

del P.D.I.U.M.

- Edilio D'AMORE

circoscrizione di: Benevento - Avellino - Salerno

del P.R.I.

- Antonio MONTANTI

circoscrizione di: Palermo - Trapani - Agrigento - Caltanissetta

 
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