di Gianfranco SpadacciaSOMMARIO: A partire dalla decisione delle federazioni del Partito radicale (esclusa quella di Milano) di non presentare liste alle elezioni politiche del 19 maggio e dall'orientamento dei quadri che in maggioranza si sono espressi per la scheda bianca (vedi testi n. 3689), Spadaccia afferma che questa scelta constituirà una espressione responsabile di dissenso nei confronti di "una opposizione insufficiente, invecchiata nelle sue ideologie, nelle sue analisi politiche e nella prassi, antidemocratica nelle sue strutture; la manifestazione di una volontà intransigente di opposizione al regime e alla sua classe dirigente".
(NOTIZIE RADICALI N. 24, 23 aprile 1968)
Il Segretario nazionale del Partito ha inviato agli iscritti la seguente comunicazione:
"Una larga maggioranza assoluta dei quadri del partito si è espressa a favore di una campagna elettorale radicale per la scheda bianca.
In una situazione nella quale la grande maggioranza delle Federazioni e dei militanti aveva ritenuto che il partito non dovesse affrontare la campagna elettorale con liste proprie, gli organi che ne avevano la facoltà e la competenza - il Segretario nazionale e la Direzione - non hanno ritenuto opportuno mettere in atto le procedure necessarie per giungere ad una decisione elettorale univoca e vincolante per tutto il Partito.
Si è preferita invece la consultazione dei quadri del partito attraverso due convegni nazionali, tenutisi a Roma il 31 marzo e il 15 aprile.
Ciò significa che i diversi orientamenti, anche quelli minoritari emersi nei due convegni, potranno esprimersi pienamente, non soltanto nel dibattito interno ma anche rispetto all'elettorato, attraverso autonome decisioni delle federazioni e la libera scelta individuale dei militanti.
Questo modo libero ed articolato di affrontare la scadenza elettorale è in armonia con la struttura federativa e con l'organizzazione laica e libertaria che il Partito si è dato. Esso può essere interpretato come un segno di debolezza e di scarsa unità solo da chi, all'interno della sinistra, rimane ancorato ad una concezione gerarchica, centralistica e burocratica del Partito. In realtà la libera e non vincolante consultazione che in questa circostanza si è preferita per determinare l'orientamento prevalente del Partito, non diminuisce ma accresce il valore della indicazione che la maggioranza assoluta dei quadri radicali ha dato in favore di una campagna elettorale per la scheda bianca.
In questa campagna saranno impegnati gran parte dei dirigenti nazionali, delle federazioni e dei militanti del Partito. Sarà una campagna contemporaneamente rivolta contro l'astensionismo degli elettori e per un voto che sia nello stesso tempo consapevole espressione di dissenso e manifestazione di una ferma volontà di rinnovamento democratico e di alternativa al regime.
Il Partito Radicale considera il momento elettorale e quello parlamentare come importanti e necessari momenti della più vasta lotta democratica - riformatrice e rivoluzionaria - per la trasformazione delle strutture della società e delle istituzioni dello Stato.
Ma proprio nel momento elettorale le forze radicali e di nuova sinistra che operano nel paese non possono ignorare le condizioni che caratterizzano la attuale situazione politica, lo Stato democratico, le richieste delle masse popolari. Indipendentemente dal modo con il quale si sono espressi al momento delle scelte, tutti i radicali ritengono che: 1) il regime autoritario, clericale e di classe si sia pericolosamente rafforzato proprio grazie al centro-sinistra e nonostante alcuni tentativi di contestazione che i socialisti hanno operato in qualche circostanza all'interno del governo; 2) che proprio mentre cresce la volontà di opposizione contro questo regime, contro la corruzione, contro l'autoritarismo, le ingiustizie che esso produce da parte di vaste masse di cittadini, solo eccezionalmente la lotta parlamentare e solo marginalmente la campagna elettorale delle opposizioni di sinistra è stata ed è espressione di una lotta verticale e rigorosa nel paese, fatta di confronto democratico e di alternativa; 3
) che in questa situazione rischia di accrescersi oltre ogni misura la sfiducia ed il distacco degli elettori e dei cittadini, non solo rispetto all'equilibrio politico del paese e al limitato e falso gioco democratico attraverso il quale si esprime, ma anche rispetto allo stesso impegno e alla stessa lotta politica; 4) che in queste elezioni, sia per le piattaforme elettorali dei diversi partiti, sia per i criteri con cui sono state formate le liste appaiono destinate a rafforzare gli apparati dei partiti di sinistra, sia di governo che di opposizione, cioè quei settori delle classi dirigenti della sinistra che controllano rigidamente le strutture di partito e sono i principali responsabili sia della crescente integrazione nell'equilibrio politico del regime, sia del crescente distacco della opinione pubblica democratica.
In questa situazione le forze radicali e di nuova sinistra, iscritte o no al nostro partito, in qualsiasi altra forma organizzate o presenti in forma non organizzata nella società e nella opinione pubblica non possono rimanere assenti da questa campagna elettorale e dal voto del 19 maggio 1968.
La loro presenza tuttavia non può manifestarsi né attraverso la presentazione di liste autonome che l'impossibilità di disporre al pari delle altre forme politiche, dei grandi mezzi di comunicazione di massa avrebbe destinato ad un sicuro insuccesso, né rinnovando ulteriormente la delega ad apparati di partito che costituiscono ormai il più grave diaframma, il più duro ostacolo verso l'unità della sinistra fondata su una organizzazione laica e libertaria o su una intransigente alternativa democratica e socialista.
La scheda bianca costituirà quindi in queste elezioni una consapevole e responsabile espressione di dissenso verso una opposizione insufficiente, invecchiata nelle sue ideologie, nelle sue analisi politiche e nella prassi, antidemocratica nelle sue strutture; la manifestazione di una volontà intransigente di opposizione al regime e alla sua classe dirigente, che dovrà continuare nel corso della prossima legislatura attraverso nuove forme di organizzazione e più vaste e intense lotte democratiche; l'indicazione di una nuova unità delle forze di sinistra".