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Spagnoli Ugo - 1 giugno 1968
PORTARE LA BATTAGLIA NEL PAESE
di Ugo Spagnoli

SOMMARIO: Schieramento unitario intorno alla nuova proposta di legge - Il nuovo progetto è il punto di riferimento di tutte le forze divorziste - I partiti devono impegnare alla lotta le organizzazioni civili presenti nel paese - La LID intensifichi e allarghi la sua influenza a settori sempre più vasti.

(BATTAGLIA DIVORZISTA N. 6-7, giugno/luglio 1968)

La presentazione della proposta di legge sul divorzio effettuata come prima iniziativa legislativa nella Camera dei Deputati rinnovatasi con le elezioni del 19 e 20 maggio, assume rilevo non solo per l'immediatezza con cui il Parlamento è stato nuovamente chiamato a pronunciarsi - e su un tema che ha acquistato nel corso di questi anni una importanza politica sempre più grande - ma per il fatto che attorno ad esso si è determinato lo schieramento unitario delle forze della sinistra che hanno condotto, nel corso della passata legislatura, una vigorosa battaglie per il divorzio. Essa è quindi il risultato di un'unità che si è concretata nel corso del faticoso procedere dell'iter legislativo interrottosi con lo scioglimento delle Camere, ma che si è immediatamente e più solidamente ristabilita sin dal primo giorno della riapertura del Parlamento.

La nuova proposta costituisce perciò il punto di riferimento per tutte quelle forze che si sono pronunziate per il divorzio, ed anche per quelle che pur avversando l'introduzione di questo istituto nella nostra legislazione, vorranno tuttavia rifuggire da forme di sterile ostruzionismo e affrontare civilmente, sul terreno concreto, il confronto.

Ciò che è certo, infatti, è che il Parlamento non potrà sfuggire, nel corso di questa legislatura, ad una sollecita decisione su questo tema e sulla proposta di legge che abbiamo presentato: e il ripetersi di manovre cavillose e ostruzionistiche sarebbe questa volta inutile, infecondo e dannoso. L'opinione pubblica, ormai largamente sensibilizzata ad un problema così di notevole rilievo, attende una pronunzia rapida.

D'altra parte è ormai inconcepibile e inammissibile ogni ulteriore ritardo nell'affrontare e decidere le necessarie riforme al diritto familiare, di cui il divorzio costituisce un momento essenziale e preminente: le arretratezze, i paradossi, le iniquità della legislazione vigente costituiscono una vergogna insopportabile che deve al più presto essere cancellata.

Non ci illudiamo tuttavia che il discorso di un confronto civile, di un dibattito aperto e approfondito ma rapido nelle sue conclusioni possa essere raccolto da buona parte dei nostri competitori. Saranno ancora presenti gli uomini della "crociata", i sostenitori dell'oltranzismo antidivorzista, i fautori dell'ostruzionismo più o meno larvato o cavilloso. Riemergerà ancora lo spirito dei Comitati Civici e i loro proclami, si cercherà di far leva su una certa parte del tessuto sociale del Paese.

Per questo dovrà essere attento e tenace l'impegno di quelle forze che neo Parlamento hanno proposto l'iniziativa legislativa del divorzio e che nella campagna elettorale hanno assunto di fronte agli elettori un tale impegno. Per questo sarebbero fatali cedimenti o remore, e per questo diventerà sempre più decisivo il mantenimento e l'allargamento dello schieramento unitario che ha presentato la proposta sul divorzio.

Ma la battaglia dovrà essere condotta anche e soprattutto nel Paese. Una battaglia intelligente, che eviti inutili e sterili esasperazioni laicistiche, che impedisca il disegno degli oltranzisti di realizzare steccati tra laici e cattolici, che demistifichi la demagogia del "referendum", e che soprattutto inquadri il tema del divorzio nell'ambito d'un profondo rinnovamento dell'istituto familiare la cui unità non può fondarsi su una coercizione legislativa ma sul permanere del consenso tra i coniugi, su una realtà viva di una comunità operante e non su uno schema giuridico.

E' compito dei Partiti non solo di condurre una tale battaglia, ma di essere strumento insostituibile di sintesi e di mediazione delle esigenze che vengono espresse attraverso organizzazioni, associazioni, circoli in cui i problemi del divorzio e delle riforme del diritto familiare debbono sempre di più essere dibattuti e popolarizzati. In questo campo indubbiamente la Lega Italiana del Divorzio dovrà ancora più intensificare la propria attività ed il proprio sforzo già così notevole, ed allargare la sua influenza a settori sempre più vasti di opinione pubblica.

Tutto ciò appare si da ora indispensabile per condurre bene una battaglia che sarà certo tra le più importanti politicamente e socialmente di questa quinta legislatura, che non a caso si è aperta con la presentazione della proposta di legge per l'introduzione del divorzio nella nostra legislazione.

 
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