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Fortuna Loris - 1 luglio 1968
Non oltre due anni
di Loris Fortuna

SOMMARIO: L'annuncio della presentazione alla camera dei deputati, come prima proposta della V legislatura, della proposta di legge per l'introduzione del divorzio in Italia. L'impegno a far votare il testo entro due anni.

(BATTAGLIA DIVORZISTA N. 6-7, giugno-luglio 1968)

Abbiamo mantenuto la parola data dal I· Congresso nazionale della Lega: settanta parlamentari socialisti, comunisti, socialproletari, repubblicani, hanno firmato la proposta di legge per l'introduzione del divorzio in Italia e tale proposta ha il n. 1 della V legislatura.

Nessuno ormai potrà bloccare l'esame di questa legge: è perciò inevitabile un voto del Parlamento con l'assunzione di chiare responsabilità da parte di ogni deputato, di ogni senatore.

Come andranno le cose? La proposta di legge sarà assegnata per il parere e l'elaborazione in sede referente, e non quindi deliberante, alla IV Commissione Giustizia. Può accadere che i democristiani tentino ancora una volta la carta della discussione-fiume per ritardare l'esame della riforma.

In tal caso molto dipende dall'energia del presidente della Commissione per far rispettare il regolamento che impedisce le inutili chiacchiere almeno in sede referente: è quasi certo che alla presidenza sia chiamato un laico (socialista o repubblicano) mentre pare sia caduta - per i laici - la Presidenza Affari Costituzionali.

Comunque il Presidente della Commissione Giustizia avrà la grave responsabilità di condurre con mano ferma la delicata discussione: "Se lo farà in modo adeguato" è certo che la legge potrà essere approvata in commissione entro il mese di ottobre-novembre, potendo perciò in novembre-dicembre essere posta all'o.d.g. della Camera per la discussione generale e per il voto. Nel 1969 analogo iter al Senato (anche in questo consesso appare quasi sicuro che il Presidente della Commissione Giustizia potrà essere un laico, socialista o repubblicano).

Se invece alla Camera la discussione dovrebbe protrarsi oltre il lecito con chiari intenti dilatori, le cose si complicherebbero notevolmente: in tal caso, è chiaro che i parlamentari laici non dovranno starsene con le mani in mano elevando solo alti lai contro i democristiani ed i missini.

Sarà necessario allora - raccogliendo il prescritto numero di firme da parte dei deputati - richiedere l'immediata remissione in aula della legge, saltando ogni esame ulteriore da parte della Commissione. E così si farà.

L'importante è arrivare al voto in Aula! E in settembre, ottobre è necessaria più che mai la dura e continua pressione degli aderenti alla Lega del Divorzio con forme nuove da aggiungersi a quelle classiche (peraltro da continuarsi ed intensificarsi) delle lettere e contatti con parlamentari, uomini politici, giornali e rotocalchi.

Adagiarsi in attesa della "abilità" dei parlamentari divorzisti è un grosso errore: bisogna intensificare le manifestazioni pubbliche con un collegamento rapido alla rivendicazione della modificazione profonda del Concordato (o meglio della sua abrogazione), alla lotta per l'autonomia e la laicità dello Stato, all'applicazione della "cedolare" anche al Vaticano, alle battaglie dei giovani per un insegnamento laico e aconfessionale nelle scuole e nelle università.

E' necessario sopratutto questo legame profondo con le rivendicazioni dei giovani: è un tema che va immediatamente proposto a tutti i militanti e gli amici della Lega nel nostro Paese.

Urgente è pure una dura contestazione - che può arrivare anche a forme nuove e spregiudicate - alla faziosità clericale della Televisione italiana. E' intollerabile il perdurante silenzio in tale direzione, è intollerabile la funzione dei sottocoda che hanno assunto i laici operanti in questo grande organismo di comunicazione di massa.

E' probabile che - nel frattempo - si tenti di portare avanti, da parte del governo balneare di Leone, le leggi sul "referendum".

La nostra posizione è chiara: siamo contrari al "referendum" sul divorzio in particolare ma siamo favorevoli all'attuazione in generale della Costituzione anche su questo tipo di consultazione diretta per leggi che lo consentano.

In ogni caso - salvo le responsabilità che i d.c. si vorranno assumere per spaccare in due il paese - deve essere ben chiaro che - per discutere il referendum - non si può mettere in frigorifero la legge sul divorzio.

Possono - semmai - procedere congiuntamente. Poi si vedrà.

Fuor di ogni dubbio, comunque, rimane il fatto che da settembre in poi la lotta divorzista si farà rovente, i nodi sono ormai tutti al pettine, il voto verrà.

E da mille segni appare sempre più sicura la approvazione di questa grande riforma anche nel nostro Paese.

Le battaglie di civiltà non possono non essere vincenti!

 
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