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Pannella Marco - 1 luglio 1968
PROCESSO BRAIBANTI: LA STREGA ANDAVA ANCHE NOTTETEMPO FRA LE TOMBE

SOMMARIO: "Fondo" di Notizie radicali, a seguito di una seduta del processo. Ironico commento alla deposizione del "neo-milionario" Toscani, che ha parlato di "giuramenti estorti fra le tombe del cimitero di Fiorenzuola d'Adda". ..."Il grottesco si è trasferito al Palazzo di Giustizia", sostiene Pannella. E' dunque ora di far cominciare davvero il processo: occorrerà insomma esplorare alcune "verità extraprocessuali" investendo di luce il "quadro morale, civile, sociale in cui questo fatto inaudito è sorto e si è sviluppato". Ma sopratutto occorrerà chiedere agli "intellettuali di sinistra" amici di Braibanti cosa attendano per intervenire, con le loro "penne manichee", in questo "affare".

(NOTIZIE RADICALI n· 36 del 1 luglio 1968)

Il processo alla strega continua e le prove sono ormai classiche e schiaccianti. S'accatastano come legna per il rogo della requisitoria del Dr. Lojacono. Ormai ogni brivido, in aula, sembra un fruscio di pipistrelli.

Il fratello del neo-milionario Toscani ci ha narrato di giuramenti estorti fra le tombe del cimitero di Fiorenzuola d'Adda. Le cronache non ce lo dicono, i giudici non l'hanno chiesto , ma noi lo sappiamo: era mezzanotte e in periodi di luna piena o nuova - chi di noi non avrebbe tremato o ceduto?

Peccato che il Dr. Lojacono abbia avuto solo quattro o cinque anni per seguir tutta questa storia: se avesse avuto un po' più di tempo (ma la giustizia, si sa, è in crisi ed è oberata di lavoro) forse ci sarebbero state raccontate anche le "messe nere", le torbide iniziazioni demoniache e sessuali, cui certamente i giovani schiavi dovevano essere ammessi, costretti. E chi sa se Braibanti ha la coda? Gli è stata fatta l'ispezione corporale? Forse no: non è una prova, perché i demoni non sempre ne sono provvisti: fu acclarato in migliaia di processi della Santa Inquisizione.

Braibanti, ci dicono, ha discusso una tesi sul "grottesco nell'arte". Il grottesco s'è trasferito al palazzo di Giustizia.

Sarebbe anche una farsa, se un uomo non rischiasse sul serio vent'anni di carcere, se non avessero perseguitato un ragazzo di talento e serio, il Sanfratello, quasi ammazzandolo, se non ci si volesse davvero far credere che una sfilata di angeli sta finalmente calpestando e schiacciando uno sporco e perverso corruttore.

Ci sembra dunque l'ora che il processo cominci davvero. Che gli atti preliminari, l'istruttoria, le parti civili, i testimoni vengano davvero analizzati e conosciuti - come l'imputato.

Un processo lo richiede, sempre. Questo lo esige, ora.

Ci occuperemo anche di alcune verità extraprocessuali. Del quadro morale, civile, sociale in cui questo fatto inaudito è sorto e si è sviluppato. Ci chiediamo sin d'ora se gli uffici del P.M. non debbano essere interessati ed interessarsi, subito, della sorte di Giovanni Sanfratello e dei soprusi e delle vessazioni dei quali è stato oggetto. Sentiremo i Semerari, esperto influente e molto usato dalla giustizia, ma anche gli Ossicini, scienziati e uomini sui quali nessuno può gettare un'ombra di sospetto.

Cercheremo di capire se davvero qui non c'entrino fatti politici e sociali, e gli amici dell'uno (per esempio i due o tre prelati, vescovo di Piacenza in testa, zii del Sanfratello), ed il mestiere di prostituto e di ricattatore per altri, e cercheremo di capire come, dopo quattro anni di istruttoria o di atti preliminari, meticolosissimi, sia possibile parlare in certi casi di "buona famiglia da tutelare".

Ma diciamo pure, sin d'ora, che il silenzio di quegli "intellettuali di sinistra" amici - a quel che sembra - da lustri del Braibanti è vile, stupido e qualificante. "Quindici", "Quaderni Piacentini", i mille scrivani della rivoluzione culturale, i "firmaioli" di ogni buona causa, i nuovi aedi della povertà e della castità della Cina di Mao, aspettano forse, per utilizzare le loro penne manichee, che l'industria culturale faccia anche di questa vicenda un... "affare"?

(M.P.)

 
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