SOMMARIO: Il bilancio della marcia antimilitarista Milano-Vicenza organizzata dalla Federazione milanese del Partito radicale.
(NOTIZIE RADICALI N. 40, 8 agosto 1968)
Si è conclusa, domenica 4 agosto, la Marcia Antimilitarista Milano-Vicenza, promossa dalla Federazione milanese del Partito Radicale.
Il bilancio è soddisfacente. Hanno partecipato alla marcia circa 100 persone, 30 delle quali per l'intero percorso. Sono stati distribuiti oltre settantamila volantini e giornali. Si sono tenuti dodici comizi, due altri in inglese e un'altro in francese, e manifestazioni dinanzi al carcere militare di Peschiera e alla caserma della Nato Ederle di Vicenza. Si è registrato un apporto alla marcia da parte dei militanti e, spesso, delle Federazioni dei partiti di sinistra, nettamente superiore a quella dell'anno precedente, malgrado l'indifferenza della stampa di sinistra e degli apparati centrali. In particolare:
A) a Bergamo la Federazione del PSIUP, quella del PCI la Segreteria della Camera del Lavoro, l'on. Eliseo Milani (PCI) di Sarnico con il suo segretario Longo hanno sostenuto in ogni modo la manifestazione;
B) a Brescia l'on. Italo Nicoletto (PCI) ed il segretario della FGCI Boretti, il Circolo Grimau hanno fornito un appoggio fraterno e determinante, sul piano politico e organizzativo, alla marcia; radicali, socialisti, socialproletari della provincia sono stati praticamente irrintracciabili; a Desenzano, massima solidarietà del presidente della locale Cooperativa Strazzi (comunista);
C) a Verona, l'appoggio determinante è venuto dal PSIUP e dal PSU, se si eccettua lo spontaneo, fraterno apporto dei comunisti di Peschiera, il PSIUP ha messo a disposizione della marcia la sua sede, e i compagni presenti hanno fornito tutto l'aiuto possibile. La federazione del PSU si è impegnato sul piano organizzativo, a Peschiera, a Verona, a S. Bonifacio. Gli onn. Giorgio Guerrini e Baldani Guerra si sono impegnati pienamente a favore della marcia. Il compagno Angelo Bonente, segretario del PSU di S. Bonifacio ha assicurato un valido contributo, come pure il circolo culturale locale. Sempre a Verona i compagni Marxisti leninisti di "Lavoro Politico" hanno espresso formalmente il loro disinteresse per la marcia.
D) a Vicenza e provincia dobbiamo ringraziare il compagno radicale Landi che ha preparato le manifestazioni di Arzignano, Valdagno, Vicenza. Come per la prima marcia, i compagni della Federazione del PCI si sono messi a totale disposizione fornendo senza riserva ogni aiuto possibile. A Valdagno, il compagno Perin, del PSU e della locale Camera del Lavoro, ha collaborato per la riuscita della manifestazione.
L'atteggiamento delle Questure è stato in linea generale prudente. Grosso spiegamento di forze, ma controllo assiduo e sproporzionato da parte degli Uffici politici.
A Verona, il Questore ha notificato con un decreto a Marco Pannella il divieto di qualsiasi comizio nel centro storico. Nel ricevere il decreto, Pannella ha ribadito di non aver bisogno e di non aver richiesto nessuna "autorizzazione", ma solo di aver notificato ora e luogo del comizio per ottenere dalla Questura la tutela e l'assistenza al diritto costituzionale di manifestare pubblicamente le proprie opinioni.
La Questura ha insistito sulla sua posizione.
Risultato: corteo e comizio sono stati fatti regolarmente, nei luoghi e nelle modalità vietati, senza incidenti. La Questura ha inoltrato denuncia per manifestazione non autorizzata; mentre Pannella, ha inoltrato un esposto alla Procura di Verona, per omissione di atti di ufficio, contro il Questore.
A Vicenza, dianzi alla caserma Ederle, non appena la manifestazione si è spostata all'ingresso della base NATO, i poliziotti sono intervenuti brutalmente, fermando venti compagni, fra i quali il segretario nazionale del PR Gianfranco Spadaccia, Piero Pinna del Movimento nonviolento per la pace, i radicali Giuliano Rendi, Ida Sacchetti, Luca Bracci, Felice Accame, Lorenzo e Andrea Strik Lievers, Fernando Del Grosso, Roberto Cicciomessere ed altri. Rendi, Bracci e Del Grosso sono stati feriti. Luca Boneschi ha avuto l'incarico di denunciare all'autorità giudiziaria i responsabili degli episodi di violenza accaduti davanti alla Ederle.
La stampa locale ha in genere segnalato le manifestazioni della marcia. La stampa di sinistra lo ha fatto in soli tre casi, con molta parsimonia. Non si comprende perché, se non con una preconcetta volontà di chiusura rispetto alle iniziative antimilitariste e - al solito - contro il Partito Radicale.
Da segnalare che a Verona, in seguito a dissensi con un esiguo gruppo di marciatori tendenti a circoscrivere il carattere "contro tutti gli eserciti" della marcia, accentuandone il tono pro-guerriglia e pro-eserciti rivoluzionari, una ventina di giovani anarchici, provos e beats hanno abbandonato la marcia. Esempio a nostro avviso, di scarsa responsabilità nell'azione: la grande maggioranza dei marciatori era d'accordo con loro nel mantenere i criteri e gli slogan prescelti al momento della convocazione da parte della Federazione milanese.
Comunque malgrado questa defezione, dolorosa per molti, si è giunti a Vicenza più numerosi che lo scorso anno. L'accoglienza e l'eco nei vari paesi toccati son state anch'esse maggiori che nell'anno precedente, malgrado alcune gravi deficienze organizzative.
Vi sono dunque tutte le premesse perché la terza marcia antimilitarista Milano-Vicenza, che si terrà sullo stesso percorso e negli stessi giorni, nel 1969, punti ad un grosso salto qualitativo e quantitativo. Si tratterà soprattutto di prevedere un numero massimo e chiuso di partecipanti (non oltre 100 o 150 marciatori), con delegazioni straniere (che quest'anno si era ritenuto prudente non coinvolgere ancora) e con forme nuove di presenza e manifestazioni.