Lettera di Marco Pannella al direttore di "Notizie Radicali", Giuseppe LotetaSOMMARIO. Il 5 settembre 1968 era comparsa su "Il Giorno" la seguente lettera di Alessandro Bellenghi:
»Con riferimento alla notizia apparsa sul numero 41... vi preghiamo di voler pubblicare la seguente smentita:
IL GRUPPO DIALOGO 66 DICHIARA di non aver mai fornito la propria adesione allo sciopero della fame promosso da un gruppo di radicali romani, ritenendo tale iniziativa insufficiente sul piano delle premesse politiche ed assurda sul piano deglo obiettivi tattici; CONSIDERA offensivo per il popolo cecoslovacco operazioni di questo tenore, orientate al raggiungimento di obiettivi propagandistici sulla pelle altrui; RIBADISCE la propria severa condanna all'aggressione perpretata dall'imperialismo sovietico nei confronti della Cecoslovacchia; ASSICURA al popolo cecoslovacco il proprio appoggio, che sarà concretato in azioni politiche precise, al di fuori delle strumentalizzazioni propagandistiche e delle esibizioni di folklore fachiristico.
Replica semiseria di Marco Pannella.
(NOTIZIE RADICALI, 10 settembre 1968)
Roma - 7 settembre 1968 - Caro Loteta, come si suol dire: la lettera si qualifica da se, non vale commenti. Ma c'è un seguito che val la pena di raccontare. L'altra sera, Bellenghi-Dialogo 66 ha proposto i suoi giudizi, il suo stile, il suo modo di dialogare anche all'assemblea della Federazione Milanese del Partito Radicale, cui era "federato".
I nostri compagni - va da sé - hanno invece tirato lo sciacquone fino a romperlo: così quello ne ha dovuto prender atto e dichiarare formalmente di "ritirarsi" dalla Federazione del PR. Ma il bello viene ora: perché, "ritiratosi", non si è poi sciolto com'era pur logico attendersi.
S'è, invece, secondo una legge chimica che non m'è chiara, "riunito"; ha stabilito che il Bellenghi - tuttintero - dovesse iscriversi, ...al P.Radicale, "per meglio seguirlo"; ha fatto regolare domanda di iscrizione si che, secondo statuto, gli manderemo - penso - la tessera.
Morale: come sai, in questi giorni ho manifestato, digiun facendo, per Cotti, Basaglia, le libere comunità terapeutiche e gli "ospedali aperti". Vale a dire la via psichiatrica alla rivoluzione. Non t'accorgi ora che già la prefiguriamo? Può infatti un "ospedale" essere più "aperto" di così? Rispondimi.
Ti saluto e, ora, mi firmo. Se avessi le abitudini di certi milanesi - che adesso comprendo come possano, per esempio, con i loro "meccanismi", mandare in sollucchero Silvio Ceccato (ma diciamo subito che qui il Bellenghi non c'entra più) mi firmerei - che so io? - Normanno Tassinari o Guido Messina, "uno della marcia" o "uno dell'Arma".
Invece, più semplicemente, confesso di essere il tuo Marco Pannella.