SOMMARIO: All'indomani della controinaugurazione dell'anno giudiziario tenutasi il 9 gennaio a piazza Cavuor a Roma, la stampa filogovernativa ha mantenuto il silenzio sull'iniziativa lanciata dagli avvocati radicali cha ha dato il via ad una "politica della sinistra per la giustizia" intesa come spinta dal basso. La controinaugurazione ha decretato il succeso del metodo radicale diretto a piantare cunei nelle crepe delle contraddizioni del regime con azioni di minoranza capaci di suscitare ampi consensi. Tale sistema è lontano da ogni prospettiva riformista in quanto lotta contro le cosiddette sovrastrutture. L'iniziativa radicale ha segnato una indubbia crescita del partito poiché è pienamente riuscita nel suo intento di unire nella manifetsazione, come sottolinea anche il Comitato per la controinaugurazione, tutte le categorie di operatori e di utenti della giustizia per combattere la paralisi di questo settore. All'interno dell'Ordine degli avvocati è stata avanzata la proposta, poi respinta, di aprire u
n procedimento disciplinare contro gli avvocati che hanno partecipato alla controinaugurazione.
(NOTIZIE RADICALI N. 59, 23 GENNAIO 1969)
Roma (NR) - All'indomani della "controinaugurazione" dell'anno giudiziario tenuta il 9 gennaio a piazza Cavour a Roma, i giornali benpensanti di ispirazione governativa, che fino a due giorni prima avevano lanciato isteriche grida di allarme per l'imminente sovversione delle istituzioni ecc. concludevano la loro cronaca della "ferma contestazione" affermando che in piazza erano echeggiate, in sostanza, le stesse parole pronunciate nell'aula di giustizia dal Procuratore Generale Duni. Tesi ridicola e, malgrado tutto, tentativo fallito di riassorbire, un fatto così grosso come la prima manifestazione popolare per il diritto civile alla giustizia, contro la disfunzione cronica, scelta deliberatamente, quale strumento repressivo, discriminatorio e reazionario. Una tesi che anche il quotidiano romano "Paese Sera", distintosi per la censura che il suo direttore ha posto ai nomi degli oratori radicali nella manifestazione di piazza Cavour, ha mostrato di condividere.
In realtà il 9 gennaio è finita la protesta delle "categorie", degli "operatori della giustizia" e l'"azione unitaria" per l'efficienza, per l'applicazione della costituzione ecc. "E' iniziata invece la fase di una politica della sinistra per la giustizia", intesa come spinta dal basso, nella coscienza che non esiste una crisi della funzionalità ed una di contenuti e di valori, ma un unico fenomeno in cui l'inefficienza risponde ad una precisa svolta di classe, della classe al potere.
L'idea della controinaugurazione è stata, come è noto, lanciata dagli avvocati radicali. Contro i radicali ed il loro estremismo si è fatta sentire, fino all'ultimo momento, l'infastidita ostilità dei più accesi "unitari" lo scetticismo del Comitato di agitazione, impegnato in riunioni ed assemblee che deliberavano altre riunioni ed altre assemblee.
Ma sopratutto la controinaugurazione è stata un grosso successo del metodo radicale, diretta a piantare dei cunei nelle crepe delle contraddizioni del regime, con azioni decise di minoranza capaci di suscitare ampi consensi e movimenti di vasti strati di opinione tra i quali raccogliere elementi di base della sinistra tradizionale o di nuova sinistra senza deleghe alle rispettive organizzazioni politiche, senza cartelli al vertice. Un tipo di azione che per le forze che raccoglie e responsabilizza ed il metodo che segue, è lontana da ogni prospettiva riformista perché nega ad ogni organismo, ad ogni centro di potere dell'attuale regime la capacità di realizzare aspirazioni ed eliminare le forme di sfruttamento che si realizzano al suo interno. La lotta sul piano delle cosiddette sovrastrutture, in realtà elementi essenziali ed insostituibili della nostra società, è tipica dei radicali.
La controinaugurazione ha segnato una indubbia crescita di prestigio e di forza per i radicali, per il loro metodo di lotta, per le loro possibilità di realizzazione. D'altra parte, se coloro, avvocati, magistrati, "utenti della giustizia", che si sono in un modo o nell'altro impegnati in questa battaglia ed hanno rotto i ponti con le tradizionali forme di protesta, di discussione, vorranno andare avanti e sfruttare il successo rappresentato dallo scossone nell'opinione pubblica, impedendone il riassorbimento, dovranno continuare a muoversi sul terreno dell'iniziativa radicale e con i radicali. Se invece dovesse prevalere l'abitudine al nullismo "unitario", la "concretezza" degli "approfondimenti tecnici", il fastidio per la presunzione dei compagni radicali, allora sarà perduta una grossa occasione per la sinistra italiana.
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COMUNICATO-STAMPA DEL COMITATO PER LA CONTROINAUGURAZIONE DELL'ANNO GIUDIZIARIO
ROMA (N.R.) Il Comitato per la controinaugurazione dell'Anno Giudiziario ha preso atto con viva soddisfazione del pieno successo della manifestazione indetta per il 9 gennaio scorso in piazza Cavour, in occasione della inaugurazione ufficiale dell'Anno Giudiziario.
La partecipazione in primo piano degli utenti della giustizia a fianco degli operatori della giustizia, avvocati, magistrati, ufficiali giudiziari, cancellieri etc; ha dato inizio ad una nuova fase della lotta per i "diritti civili" che ha come obiettivo la conquista di una società migliore, più giusta, che non sia fondata, come l'attuale, sull'autoritarismo e la repressione.
Infatti non può sfuggire, e in ciò consiste il vero timore della parte più reazionaria del paese, il vero significato "rivoluzionario" del fatto che il 9 gennaio in piazza Cavour si sono trovati uniti per la priva volta a manifestare cittadini e magistrati, avvocati ed altri operatori ed utenti della giustizia per denunciare apertamente e coraggiosamente la crisi dell'attuale società e del potere politico che lo condiziona e che deve essere ritenuto la causa della paralisi della giustizia. Il Comitato Nazionale della Controinaugurazione dell'Anno Giudiziario nella ferma convinzione, confortata dal successo delle sue iniziative, che l'attuale paralisi della giustizia è un problema che non interessa più soltanto coloro che per professione operano nell'ambiente giudiziario ma tutti i cittadini direttamente e indirettamente coinvolti in tale crisi, ha deliberato di trasformarsi in COMITATO PERMANENTE DEL DIRITTO ALLA GIUSTIZIA e di indire ed organizzare una GRANDE GIORNATA NAZIONALE DI PROTESTA in occasione dell
a discussione del bilancio della giustizia al Parlamento, di cui dovranno essere i primi protagonisti i cittadini tutti.
LE REAZIONI DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI SULLA CONTROINAUGURAZIONE
ROMA (N.R.): A quanto si apprende in ambienti vicini al consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma nel corso di una riunione di tale organismo gli avocati Valensise (missino) e Diamonti (noto per la sua attività di denuncia di film ritenuti osceni) hanno proposto all'indomani della controinaugurazione dell'anno giudiziario che fosse aperto un procedimento disciplinare a carico degli avvocati che avevano partecipato alla manifestazione di piazza Cavour. Il Consiglio ha respinto a maggioranza tale proposta ed è stato a questo punto che il Presidente dell'Ordine Avv. FORNARIO ha rassegnato le dimissioni, peraltro respinte.
ADESIONI ALLA CONTROINAUGURAZIONE
ROMA (N.R.) Numerosi sono stati i consensi e le adesioni alla manifestazione per la controinagurazione dell'anno giudiziario promossa dal "Comitato" nazionale. In attesa di poterne pubblicare l'elenco, diamo atto della sensibilità e della prontezza con la quale il sindaco del Comune di Erto e Casso, Giovanni Corona, ha risposto all'appello del Comitato inviando un telegramma di adesione all'azione tendente a riformare le strutture burocratiche della giustizia italiana.