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Partito radicale - 1 febbraio 1969
COMUNICAZIONE AI RADICALI SUI LAVORI DELLA DIREZIONE NAZIONALE DEL P.R. DEL 1-2 FEBBRAIO

SOMMARIO: Il resoconto e le deliberazioni della riunione di direzione nazionale dell'1 e 2 febbraio 1969

1. COMPITI DELLA DIREZIONE DI FRONTE ALLA SITUAZIONE E AI PROBLEMI DEL PARTITO.

1.2. Strumenti di lavoro

1.3. Problemi finanziari

1.4. Iscritti, gruppi e federazioni

1.5. Compiti, funzioni e strumenti della direzione

2. PROBLEMI POLITICI ATTUALI

3. INIZIATIVE ANTICONCORDATARIE

4. INIZIATIVA ``RIVOLTA GIUDIZIARIA.''

5. PRESA DI POSIZIONE SUL ``CASO BOLDRINI''

- ALLEGATO A: INVENTARIO DEGLI STRUMENTI DI LAVORO IN DOTAZIONE AL PARTITO NELLA SEDE DI VIA XXIV MAGGIO, ROMA"

- ALLEGATO B: SI ELENCANO QUI DI SEGUITO ALCUNI INDIRIZZARI IN POSSESSO DEL P.R. CHE POSSONO ESSERE UTILIZZATI PER INIZIATIVE SPECIFICHE.

- ALLEGATO C: PREVENTIVO SPESE PER LE RIUNIONI DELLA DIREZIONE E CRITERI DI IMPOSTAZIONE SULLA GESTIONE FINANZIARIA DELLA DIREZIONE, COME APPROVATI DALLA DIREZIONE STESSA.

- ALLEGATO D: SUL REFERENDUM ABROGATIVO DEL CONCORDATO

(Notizie Radicali N. 62, 18 febbraio 1969)

La direzione nazionale del Partito Radicale ha tenuto il 1º e 2 febbraio in Roma la sua seconda riunione prevista dal calendario di lavoro precedentemente approvato. Sono stati presenti i compagni Landi, Spadaccia, Boneschi, Ramadori, A. Rendi, G. Rendi, M. L. Taranta, Strik Leavers, Pesce, Pannella, Teodori, Baraghini, Bartoletti, Cicciomessere, Del Gatto, Azzolini, oltre al segretario Mellini e al tesoriere Bandinelli. Assenti Loteta, Carena e Donadei.

La discussione e il lavoro di analisi della direzione si è centrato in primo luogo sul tema monografico precedentemente stabilito:

1. I compiti della Direzione di fronte alla situazione e ai problemi del Partito nel 1969;

e poi ha toccato i seguenti temi:

2. Problemi politici attuali;

3. Iniziative anticoncordatarie;

4. Iniziativa ``Rivolta Giudiziaria'';

5. Presa di posizione sul caso Boldrini.

1. COMPITI DELLA DIREZIONE DI FRONTE ALLA SITUAZIONE E AI PROBLEMI DEL PARTITO.

La discussione su questo punto è stata allargata: l'oggetto è stato l'articolazione stessa del partito nei suoi maggiori elementi costruttivi e nei suoi meccanismi di lavoro, così come esistono oggi e come devono essere posti in essere per realizzare sperimentalmente in contenuto e la forma federativa del partito previsti dallo statuto e sentiti come necessità da parte di molti compagni. In questo senso la discussione ha toccato i seguenti punti:

1.1. Sede ``fisica'' del P.R. a Roma;

1.2. Strumenti di lavoro;

1.3. Problemi finanziari;

1.4. Iscritti, gruppi, federazioni;

1.5. Compiti, funzioni e strumenti della Direzione.

1.1. La Sede del P.R. a Roma

L'esperimento della ``sede aperta'' che è stata tra le ipotesi di ripresa del lavoro dei radicali romani alcuni anni or sono, si è dimostrata politicamente valida, seppure è giunto il momento di valutare l'esperienza in tutti i suoi aspetti. ``La sede aperta'' si è dimostrata positiva sotto almeno due aspetti: a) l'aver costituito "un punto di riferimento" nella città per una larga gamma di fenomeni, azioni, iniziative o gruppi a sinistra che, in modi più o meno meccanici, si sono trovati in contatto con il nuovo dato radicale e b) l'aver "rotto in concreto" (soprattutto nell'ultimo anno con il movimento studentesco) "lo stalinismo" imperante nelle organizzazioni di sinistra, con il mettere a disposizione di numerosi nuovi gruppi politici strumenti e condizioni di lavoro seppure minimi (per esempio le sale stesse per riunioni e l'uso del ciclostile). Tuttavia, rilevata la validità dell'indicazione di metodo politico del servizio reso dalla ``sede aperta'' si ritiene a questo punto di doverne precisare i mecc

anismi di funzionamento e, eventualmente, ipotizzare anche nuove espansioni.

A questo riguardo occorre procedere in due direzioni: la prima al fine di sfruttare in pieno l'attuale sede e le due attrezzature, e la seconda nell'organizzare l'auto-gestione della sede da parte dei diversi gruppi del partito che dei gruppi esterni che la utilizzano. Si invitano pertanto i diversi gruppi di lavoro, e in primo luogo il segretario, il tesoriere, la direzione e gli altri gruppi radicali già costituiti a precisare quali attrezzature e quali strumenti intendono utilizzare e in che modo, per il proprio lavoro: altrettanto è necessario fare nei confronti dei gruppi esterni al partito, soprattutto con il movimento studentesco.

Perciò è stato stabilito che, d'ora in avanti, si procederà ad una selezione dei gruppi che utilizzano la sede nel senso di avere la possibilità di escludere quelli che ne facessero un uso consapevolmente contrario agli obiettivi di fondo della politica del P.R. Inoltre, proprio nello spirito di autogestione e di consapevolezza del valore di una collaborazione militante, si chiederanno contributi finanziari, minimi, ai gruppi utilizzanti la sede, in diretta relazione con il tipo e il tempo di questa utilizzazione, al fine di contribuire al mantenimento e eventualmente al potenziamento dei servizi tecnici.

Alcuni compagni hanno anche sollevato l'ipotesi della ricerca di una sede più larga nella quale possano svilupparsi delle coabitazioni e collaborazioni con particolari gruppi di lavoro e iniziative, non solo strettamente politiche, che si ritengano omogenee all'indirizzo e possano accrescere le collaborazioni radicali.

In ogni caso è necessario arrivare al prossimo congresso con una proposta operativa per quanto riguarda la sede, con una delle tre differenti, e tutte possibili, ipotesi: 1) che venga mantenuta l'attuale sede razionalizzandone l'uso e definendo i meccanismi di autogestione da parte dei gruppi che ne sono interessati, 2) che si riduca la sede ad un minimo di struttura fisica con minime spese di gestione e 3) che si cerchi una soluzione di espansione attraverso accordi preventivi con eventuali gruppi interessati.

1.2. Strumenti di lavoro

Acquisito che si è pervenuti ad una scelta decentralizzatrice delle attività del partito e a soluzioni tendenti progressivamente a ridurre e abolire la divisione dei comiti e del lavoro all'interno del partito, è necessario riconsiderare anche gli strumenti in questa visione. Rispetto all'inventario presentato in direzione si chiede che sia proceduto a una revisione più dettagliata dell'inventario stesso al fine a) di individuare quali siano le attrezzature appartenenti al partito, b) di stimare il valore in previsione di possibili trasformazioni e miglioramenti c) di stabilire quali strumenti possano essere usati e quali sono i gruppi costituti o in via di costituzione ad essi interessati. In particolare, con l'allegato A, si precisano le divisioni delle attrezzature tra partito e LID e i modi attraverso cui si sono realizzate in passato forme di collaborazione.

L'obiettivo di una prossima razionalizzazione degli strumenti di lavoro dovrebbe essere quello di riuscire a fornire ai diversi gruppi del P.R. le attrezzature e gli strumenti di lavoro ritenuti necessari per impiantare, espandere la loro attività.

A questo riguardo l'allegato B precisa quanto oggi in termini di indirizzari è disponibile a chi ne vorrà fare un uso pertinente.

1.3. Problemi finanziari

La direzione, ha preso atto dei documenti presentati dal tesoriere riguardanti la previsione dell'entrate fisse del partito, le spese relative alla gestione di un mese medio e le previsioni di spesa relativa alla direzione e, in rapporto ad essi, ha chiesto al tesoriere l'approfondimento e la precisazione dei suddetti documenti. In particolare si richiedono per la prossima riunione della direzione di marzo: a) una situazione più dettagliata dei contribuenti al partito inclusi quei compagni che pagano direttamente una parte della situazione debitoria passata, b) una situazione dello stato debitorio del partito e il modo in cui può essere affrontato e c) un bilancio generale di previsione fino al prossimo congresso nazionale.

Si è ribadita la necessità, non solo tecnica, di poter fare un bilancio di previsione, oltre che un consuntivo, e di poterlo presentare con tutto il suo valore politico sull'autofinanziamento, al congresso e alla opinione pubblica.

All'interno del bilancio del partito deve essere in particolare specificato il bilancio preventivo direzione nazionale, (vedi allegato C) per quanto riguarda i rimborsi spesa dei membri e le spese di gestione del suo lavoro. In tal senso è stato chiesto al tesoriere che il bilancio di direzione, già presentato, venga dettagliato attraverso una investigazione delle richieste dei rimborsi spese da parte dei suoi membri. Le quote di rimborso che non vengono richieste dall'uno o dall'altro dei membri di direzione, saranno considerate contributi al partito.

La direzione dichiara che i problemi di tesseramento e la relativa raccolta dei contributi che rappresentano la statutaria, normale e maggiore fonte di autofinanziamento del partito sono di pertinenza del segretario e del tesoriere, i quali li risolveranno nelle forme che più riterranno opportune.

1.4. Iscritti, gruppi e federazioni

La Direzione ancora una volta ribadisce che per appartenenza al Partito in qualità di socio la condizione necessaria è il pagamento del contributo minimo mensile di Lire 1.000, da versarsi direttamente alla segreteria nazionale in Roma. In questo senso, rivolge un vivo richiamo a tutti gli iscritti del P.R. affinché assolvano con puntualità a questo impegno primario.

La Direzione, preso atto dell'atteggiamento di compagni che hanno oggi responsabilità di Federazione, ha tra l'altro rilevato: a) che la pretesa, ufficialmente espressa, di subordinare l'adempimento dell'obbligo del versamento delle quote statutarie direttamente alla segreteria nazionale, alla realizzata pubblicità dei bilanci, è manifestamente inaccettabile, antistatutaria, in contrasto con la lettera e lo spirito delle decisioni congressuali di Bologna, Firenze e Ravenna, b) che esistono atteggiamenti, difficilmente configurabili come politici, di non collaborazione e di prassi burocratica e individualistica: come la comunicazione di dati inesatti su assemblee e riunioni, come il rifiuto o l'ostilità a fornire alla segreteria nazionale indirizzari di militanti, di iscritti, di simpatizzanti, la continua esasperazione e pubblicizzazione di conflitti o dissensi spesso puramente immaginari. Ha quindi invitato il segretario nazionale ad adoperarsi urgentemente, con il massimo di serenità e di comprensione, per

superare questa situazione con questi compagni, per consentire a tutti i radicali e simpatizzanti milanesi di realizzare una effettiva unità di lotta con il resto del partito, e per evitare che gli atteggiamenti suddetti non continuino a tradursi in gravi, obiettive manchevolezze del Partito stesso nei confronti dei radicali milanesi, che non hanno avuto sin qui modo di comprendere e spiegarsi le troppe disfunzioni e disservizi dei quali sono stati fatti oggetto.

1.5. Compiti, funzioni e strumenti della direzione

La Direzione ha preso le seguenti decisioni:

1) stabilisce che, per quanto riguarda le sue responsabilità e le sue iniziative, sia derivanti dalle sue caratteristiche statutarie sia da quelle di collettivo o gruppo di lotta, "non ha" particolari esigenze di sede, di strumenti fisici e finanziari, se non:

a) la disponibilità di un indirizzario degli iscritti;

b) i mezzi per la comunicazione agli iscritti dei risultati delle riunioni ordinarie (possono essere mezzi puramente finanziari per usufruire di lavoro esterno);

c) un contributo dal bilancio generale per le spese che dovranno essere affrontate da suoi membri per intervenire alle riunioni.

A questo proposito si nota quindi:

a) che si inizia a configurare un processo organizzativo e politico che consente, in prospettiva, un disancoraggio della sede romana, come sede "necessaria" della Direzione; sin da ora, teoricamente, che il lavoro "esecutivo" di Direzione potrebbe, in caso di necessità o di opportunità, essere assicurato da compagni non operanti o residenti a Roma;

b) l'aver affrontato anche il problema del finanziamento (e dell'autofinanziamento) del gruppo fornisce per la prima volta al Partito una indicazione sul peso che un'attività di direzione così inteso fa gravare sul bilancio generale;

c) i componenti del gruppo, nel loro insieme, forniranno presumibilmente un contributo finanziario eccezionale ed altrimenti non previsto al Partito, sicuramente maggiore di quello che il Partito stesso dovrà per suo conto stanziare per le attività di Direzione, rese necessarie per mandato congressuale.

2) La Direzione ha poi specificamente invitato il Segretario Nazionale ed il Tesoriere a definire quanto prima quali siano le loro esigenze e le loro decisioni rispetto al patrimonio fisico del Partito (sede, strumenti di lavoro, indirizzari, impianti, ecc...) sì da razionalizzare e, quindi, da riorganizzare e riconcepire in funzione delle attuali lotte e della attuale configurazione del PR e i servizi centrali. Ha preso atto dell'avvio del lavoro in tal senso compiuto dal Tesoriere, in condizioni molto difficili ma con una giusta impostazione dei termini del problema.

2. PROBLEMI POLITICI ATTUALI

La Direzione ha discusso con ampiezza i problemi politici attuali, soffermandosi in particolare su tre aspetti: il pericolo di una "involuzione autoritaria di destra", l'emergenza dei gruppi di "Nuova Sinistra", e i compiti che si pongono ai radicali nella prospettiva generale del prossimo futuro.

Vi è stata larga concordanza di giudizio sulla possibilità e probabilità di una progressiva involuzione autoritaria in Italia, anche se è oggi difficile prevedere quali saranno le forme specifiche di una siffatta involuzione. Si potrà anche trattare di bruschi salti autoritari del tipo tradizionale, o piuttosto di un progressivo allargamento e consolidamento del regime e delle sue articolazioni nella società civile, o, al limite, anche di nuove ``grandi coalizioni'' in cui elementi autoritari di tutti i partiti, (compresi quelli della sinistra tradizionale, sia al governo che all'opposizione) pongano la loro candidatura per la ``stabilizzazione'' del paese. Lo sviluppo del capitalismo di Stato, nelle forme peculiari del corporativismo che si è costituito come elemento di flagrante continuità tra ventennio clerico-fascista e ventennio clerico-repubblicano è a tal fine ritenuto dalla direzione come estremamente indicativo e pericoloso. I prossimi mesi e i prossimi anni saranno tempo di dure battaglie sul "fron

te economico" e su quello dei "diritti civili", battaglie tutte che potranno porre in crisi sia l'equilibrio raggiunto dal capitalismo italiano che la struttura di potere creatasi negli ultimi venti anni e consolidatasi con il centro-sinistra.

L'emergenza dei gruppi di Nuova Sinistra pone ai radicali il duplice compito di trovare nelle lotte un motivo di incontro con queste forze nuove e di criticare, sempre attraverso le proprie esemplari iniziative e non in sede meramente ideologica, quelle che appaiono essere loro caratteristiche vecchie, antisocialiste e antilibertarie. In particolare nel Movimento Studentesco e in quei gruppi che nell'ultimo periodo ne esprimono le avanguardie e i momenti più politicizzati va segnalato il recupero della nozione antilibertaria di ``dittatura del proletariato'', la deficienza di posizioni e iniziativa antiautoritarie (ad eccezione di alcuni gruppi del nord) e la carismatica e fiducia nella violenza e in un presunto momento rivoluzionario con essa connesso e da sempre caratterizzato. Va sempre più apparendo chiaro, inoltre, che economicismo e operaismo stanno impegnando il movimento studentesco in un lavoro politico che, seppure sembra garantire una positiva e importante ripresa di lotta operaia, tuttavia rischi

a di snaturare la lotta operaia in politica operaistica. Inoltre la direzione ha rilevato l'aggravarsi delle tendenze settarie e catechistiche dei movimenti di nuova sinistra, con scelte e forti componenti marxiste-leniniste-staliniste-maoiste ecc. che si risolvono (ed in realtà questa è la critica o la riserva di fondo del P.R., ben più che altre teorico-ideologizzanti) in astrazioni, incomunicabilità e immobilità "di fronte" o anche "all'interno" delle grandi masse, senza il consenso, il rispetto e la complicità - anche solo emotiva - delle quali non è assolutamente configurabile una azione rivoluzionaria o la vittoria in un grande conflitto sociale.

Di fronte a tale situazione - pericolo autoritario e crescita della nuova sinistra - si conferma il ruolo, la funzione e la peculiarità politica dei radicali nell'ambito della sinistra, nella sua competente Tradizionale e in quella più o meno ``Nuova''. Infatti, proprio nella misura in cui l'analisi fatta dal P.R. ha inficiato la persistente nozione che il momento rivoluzionario (così come quello reazionario) possa configurarsi come fatto allo stesso tempo istantaneo e violento, il lavoro politico alla base del tessuto sociale e in iniziative specifiche di lotta a partire da essa rappresentano una metodologia che mantiene la propria validità sia in una situazione di ``normalità democratica'' che in una situazione più autoritaria. Iniziative di lotta, organizzazioni decentralizzate ed autonome, la creazione di una trama di ``resistenza'' al livello sociale sono proprio quelle strutture che i radicali sin da ora promuovono e che sono capaci di contrapporsi anche a sviluppi autoritari. In termini positivi si tr

atta cioè di proposte sperimentali di autogestione, a cominciare dalle stesse strutture politiche di lotta, che possono in concreto porre in essere e significare mutamenti di segno rivoluzionario.

3. INIZIATIVE ANTICONCORDATARIE

La direzione ha ascoltato una relazione di Mellini con la quale è stata resa nota la costituzione e l'inizio del lavoro di un "gruppo radicale dedicato specificamente all'azione anticoncordatarie".

L'obiettivo del gruppo è di lanciare in un prossimo futuro l'iniziativa politica di lotta tipicamente radicale intorno cui possono mobilitarsi forze laiche e anticlericali del paese. In "allegato D" riportiamo una sintesi delle motivazioni e della strumentazione dell'iniziativa referendum, così come è stata delineata da Mellini e dal gruppo di lavoro. In particolare la direzione ha raccomandato al gruppo di perfezionare il documento di lancio del referendum in modo tale che possa essere usato come strumento di lavoro da parte di tutti quegli amici e compagni che sono interessati alla iniziativa. Il documento - si raccomanda - dovrebbe essere articolato nel modo seguente: 1. Spiegare le ragioni politiche generali dell'iniziativa referendum e il significato del quadro dell'insieme della battaglia anticlericale; 2. Indicare le possibilità concrete di riuscita dell'operazione; 3. Articolare la richiesta del referendum così come è prevista dalla legge attualmente alle Camere e 4. Suggerire la preparazione dei mod

i di mobilitazione per la richiesta del referendum stesso, della raccolta delle firme e della predisposizione di tutte le procedure tecnico-legali necessarie. Si è parlato di una sorta di prontuario ad uso del militante impegnato o impegnabile in questa concreta iniziativa anticoncordataria.

Inoltre, la direzione ha dato mandato ai compagni Bandinelli, Strik Lievers, e Boneschi di chiedere alla ALRI e alla LID di farsi co-promotori insieme al Partito Radicale di un libretto di pareri giuridici e costituzionali che diano fondamento e credibilità alla iniziativa e alla tesi della abrogazione del Concordato attraverso referendum. Il libretto dovrebbe essere dello stesso tipo e nella stessa serie di quello già presentato dall'ALRI su Patti Lateranensi.

Inoltre, la Direzione ha dato mandato ad alcuni suoi membri di lanciare un appello in occasione dell'11 febbraio al fine di promuovere azioni anticoncordatarie nella scuola. L'appello, diffuso l'11 febbraio, è il seguente:

AI COMPAGNI STUDENTI PER L'ANNIVERSARIO DEL CONCORDATO - 11 FEBBRAIO

``La Direzione Nazionale del Partito Radicale, in occasione dell'imminente anniversario della firma degli infausti e antidemocratici Patti Lateranensi fra Vaticano e Stato Fascista,

"riafferma", l'assoluta necessità di una grande battaglia politica che, a partire dall'impegno delle masse democratiche, si opponga a qualsiasi tentativo di aggiornamento e di revisione dei Patti Lateranensi stessi che, nella loro essenza, costituiscono una offesa sia ai diritti civili sia alla coscienza religiosa della nostra società; la denuncia e l'abrogazione mediante referendum popolare costituiscono i soli obiettivi che forze laiche e democratiche possono ormai realisticamente perseguire ed in tal senso il Partito radicale è pienamente impegnato.

"Rivolge un appello" perché venga contestata, per la prima volta in questo dopoguerra, la festività deliberata per l'11 febbraio, che costituisce il tentativo di celebrare valori e successi autoritari e clericali, contrabbandadoli come strumenti di pace religiosa e di garanzia di moralità civile, mentre altro non sono che garanzie di prevaricazioni, di oscurantismo, di privilegi e di corruzione, dello Stato come della Chiesa.

"si invitano" di conseguenza tutte le forze democratiche della scuola, il movimento studentesco, il movimento degli studenti medi, i sindacati dei docenti laici, tutti i cittadini repubblicani e moderni ad esigere che le scuole siano aperte in quel giorno al dibattito e allo studio sul Concordato, sui rapporti fra Stato e Chiesa, fra coscienza religiosa e coscienza civile. Nel prendere atto che questa iniziativa è già stata presa in numerose città tra le quali Milano e Torino, da gruppi del Partito radicale, del movimento studentesco, delle forze democratiche della scuola, delle minoranze religiose, si augura che tale iniziativa si estenda e si realizzi con ogni tipo di ``azioni dirette'' adeguate all'obiettivo, come assemblee generali, contro corsi o corsi liberi ed aperti, occupazioni di lavoro e pubbliche manifestazioni anticoncordatarie''.

4. INIZIATIVA ``RIVOLTA GIUDIZIARIA.''

La Direzione ha rilevato che dall'esperienza e dalla lotta in corso nel settore giudiziario (e carcerario) sta configurandosi probabilmente la nascita di un primo gruppo di lotta e di partito effettivamente adeguato alle indicazioni statutarie ed al discorso politico generale del Partito stesso, per quanto concerne metodi e prefigurazioni della sua iniziativa politica. Dopo una prima rapida informazione su questo aspetto dell'azione del Partito, si è convenuto sulla costituzione di un gruppo. ``Rivolta Giudiziaria'' - aperto a quanti intendono, indipendentemente dalle loro qualifiche professionali, dar prevalenza nel loro impegno militante a questo fronte di lotta e ne individuino le condizioni di efficacia e di significatività nell'esplicito collegamento istituzionale con le altre lotte del P.R., anticlericale, antimilitarista, antiautoritario.

Poiché il prossimo incontro della Direzione, in marzo, avrà come punto ``monografico'' proprio questo dell'azione nel settore giudiziario, ha incaricato il compagno Ramadori di preparare e presentare entro la fine di febbraio un documento introduttivo su questo tema. Alcuni membri della direzione, come il Segretario del Partito, hanno annunciato la loro intenzione di organizzarsi quanto prima, nel Partito, nel gruppo di ``Rivolta Giudiziaria''. La Direzione ha inoltre preso atto della positività dell'azione fin qui svolta in proposito, rilevando la manifesta infondatezza e l'allarmante non serietà di alcune critiche emerse pubblicamente, dall'interno del Partito, e dimostranti solo mancanza assoluta di documentazione e una tendenza a scambiare critica e dibattito con rissa.

5. PRESA DI POSIZIONE SUL ``CASO BOLDRINI''

In merito al ``caso Boldrini'' e alle polemiche politiche e di stampa da esse suscitate, la Direzione del PR ha emesso il seguente "comunicato Stampa":

``La Direzione Nazionale del Partito Radicale, riunitasi in Roma il 1 e 2 febbraio, dopo ampio dibattito ed analisi dei gravi sintomi di crisi delle istituzioni democratiche, ed in particolare di quelle parlamentari,

"PROTESTA" contro il demagogico e reazionario tentativo di snaturamento dell'azione politica delle forze parlamentari della sinistra d'opposizione in Sicilia e della presa di posizione del Vice presidente della Camera dei Deputati ed esponente del PCI e delle forze antifasciste, On. Arrigo Boldrini ad opera - congiunta - delle forze che essendo da venti anni al potere in Italia sono per prime responsabili della attuale crisi democratica e parlamentare e della stampa che ne è espressione;

"RILEVA" che la cosiddetta attuale inefficienza degli istituti parlamentari si risolve invece in puntuale funzionalità rispetto ad una politica volta ad assicurare sempre maggior potere alla classe dominante, sempre maggior potere alle baronie capitalistiche private e di Stato, industriali e finanziarie, clericali, poliziesche-militari, frantumazione e oppressione della società e l'uso classista dello Stato;

"PLAUDE" ad ogni forma di azione che - come quella dei parlamentari di sinistra dell'Assemblea Regionale Siciliana e quella delineata nelle dichiarazioni dell'On. Arrigo Boldrini cerchi innanzitutto di rispondere in modo nuovo ed adeguato alla difesa ed al rafforzamento di istituzioni costituzionali, a tutti i livelli di democrazia delegata, parlamentare, rappresentativa;

"DENUNCIA" in particolare la sostanziale violenza e le manifeste illegittimità implicite in regolamenti e prassi parlamentari e politiche che si sono definitivamente rivelate omogenee alla volontà di quelle forze che intendono impedire sbocchi legislativi a volontà politica chiaramente emergenti e maggioritarie nel Paese; violenze che in ogni settore e ogni giorno, da quelle dei diritti civili (libertà personali, codici, divorzio, scuola, giustizia, sicurezza sociale) a quello della politica internazionale, da quello tributario a quello dell'economia pubblica consente e provoca l'inefficienza, vanificazione del potere legislativo e sfiducia in esso da parte del popolo.

Non è - quindi - un semplice diritto, ma un preciso dovere democratico e parlamentare, dopo vent'anni, porre in essere "urgentemente" azioni atte a superare e abbattere tali situazioni regolamentari ed a restaurare nel Parlamento repubblicano norme e prassi corrispondenti alla sua funzione ed ai suoi compiti.

Il Partito radicale rileva infine che proprio quelle forze che storicamente rendono ``sorde e grigie'' le aule dei Parlamenti, creando così le premesse per le ``occupazioni'' e ``mortificazioni'' loro inflitte dai fascismi e dagli antiparlamentarismi suscitati dalle forze dominanti quando la democrazia non consente più la tutela dei loro interessi e dei loro privilegi - proprio quelle forze hanno oggi subito reagito contro un segno evidente di un nuovo impegno delle più importanti componenti della Sinistra tradizionale per la difesa delle istituzioni parlamentari e per una loro realizzazione democratica.

Denuncia all'opinione pubblica il truffaldino metodo di attribuire la responsabilità degli scandali a coloro che, con denunce correttive o con azioni dirette di reintegrazione o di conquista della legalità anche puramente costituzionali, cercano di colpire e superare il disordine costituito prima che i suoi responsabili e gestori possano di nuovo compiere scelte anche formalmente antidemocratiche ed antiautoritarie. Roma, 3 febbraio 1969''.

ALLEGATO A: INVENTARIO DEGLI STRUMENTI DI LAVORO IN DOTAZIONE AL PARTITO NELLA SEDE DI VIA XXIV MAGGIO, ROMA"

La sede di Via XXIV maggio, consta di 10 stanze, di cui una è il salone per le assemblee, e tre sono grandi. Eccettuato l'archivio e il magazzino, la sede viene utilizzata, quando necessario, da altri gruppi o associazioni. In particolare, una stanza è stata ceduta alla associazione ``Giordano Bruno'' (Lit. 20.000 mensili) e due sono utilizzate in permanenza dalla LID. Tutta la sede è in pessime condizioni ed ha urgente bisogno di una completa ripulitura.

L'archivio del vecchio partito radicale è praticamente un deposito inutilizzato, l'archivio recente è ordinato fino alla fine del 1967 e va riorganizzato sulle necessità attuali. L'archivio ha a disposizione circa 20.000 copie del numero speciale di ``Agenzia Radicale'' per l'Anno anticlericale, e circa 200 copie del ``Libro Bianco'', (Lit. 700 a copia).

Sono proprietà del P.R. i seguenti strumenti di lavoro:

1) due ciclostili SADA in discreto stato di funzionamento (valore comm. complessivo Lit. 500.000);

2) otto scrivanie, di cui una metallica;

3) due macchine da scrivere, in cattivo stato (val. comm. compl. Lit. 60.000);

4) un armadio metallico, due di legno con vetri (val. comm. compl. Lit. 90.000);

5) una scaffalatura metallica, una di legno;

6) archivi Olivetti Synthesis, tre (val. comm. compl. Lit. 100.000);

7) due ripiani metallici, uno di legno, ecc.;

8) venti sedie;

9) mobilio rappresentanza, in pessime condizioni, da rinnovare.

Da un anno e mezzo, è stata presa in noleggio una copiatrice Rank-Xerox.

Per accordi intercorsi, la LID, oltre alle due stanze subaffittate, utilizza, secondo le sue necessità, anche il salone e ogni altra attrezzatura della sede (ciclostile, fattorino, copiatrice, eccetera).

ALLEGATO B

SI ELENCANO QUI DI SEGUITO ALCUNI INDIRIZZARI IN POSSESSO DEL P.R. CHE POSSONO ESSERE UTILIZZATI PER INIZIATIVE SPECIFICHE.

I. - INDIRIZZARIO GENERALE LARGA AREA DI INTERESSE RADICALE

(comprende, divisi per regioni, il vecchio indirizzario del P.R., l'indirizzario del ``Movimento Salvemini'' e degli abbonati all'``Espresso'' di alcuni anni fa):

totale

campania 1.591

veneto 1.182

friuli 440

abruzzo 560

umbria 195

lazio 8.071

piemonte 1.635

liguria 943

sardegna 259

lombardia 2.803

emilia romagna 949

marche 380

sicilia 1.505

calabria 442

puglia 748

basilicata 162

toscana 2.116

totale indirizzario IG 23.634

2. INDIRIZZARIO SIMPATIZZANTI

(comprende, divisi per regioni, i nominativi dei simpatizzanti al P.R., degli aderenti alle iniziative dell'``Anno Anticlericale'', del convegno sulla libertà sessuale e Thirring):

lombardia 672

lazio 1.250

emilia romagna 340

friuli 200

toscana 640

calabria 134

liguria 370

marche 350

puglia 200

piemonte 540

campania 170

sicilia 250

totale indirizzario SG 5.316

3. INDIRIZZARI VARI

anno anticlericale, tutta Italia 1.400

club Turati-Milano 1.235

federazione radicale Udine 500

federazione radicale Abruzzo 800

federazione radicale Milano 330

``notizie radicali''-Italia 1.300

ADESPI - Roma 600

Braibanti 300

altri indirizzari 1.300

totale indirizzari vari 8.855

4. - INDIRIZZARI LEGA PER IL DIVORZIO-LID

In base ad accordi bilaterali con la Lega Italiana per il Divorzio è possibile usare per iniziative laiche e divorziste del segretario del PR, gli indirizzari dei simpatizzanti alla LID, così come la Lega per iniziative analoghe può usare gli indirizzari anticlericali e altri del PR.

ALLEGATO C

PREVENTIVO SPESE PER LE RIUNIONI DELLA DIREZIONE E CRITERI DI IMPOSTAZIONE SULLA GESTIONE FINANZIARIA DELLA DIREZIONE, COME APPROVATI DALLA DIREZIONE STESSA.

Per una convocazione della Direzione e Giunta sono calcolabili le seguenti spese (1 da Cuneo, 3 da Milano, 1 da Pescara, 1 da Vicenza, più Carlo Oliva della Giunta da Milano)

- viaggi andata e ritorno minimo compl. L. 71.000

- permanenza a Roma, eventualmente 2 pasti a persona L. 14.000

- alloggio, escluse tre persone che potrebbero

essere ospitate L. 9.000

per un totale di L. 94.000

Per le comunicazioni della Direzione, l'invio all'indirizzario usuale (iscritti o simpatizzanti di un numero di ``Notizie Radicali'' a circa 5-7 pagine comporta una spesa di L. 15.000 (compresi due giorni di lavoro del fattorino).

Ciascuno dei componenti della direzione che affronterà spese di viaggio dovrà al più presto comunicare alla direzione per quante trasferte ritiene di dover richiedere il rimborso spese ed il relativo ammontare. Tutte le spese che egli invece riterrà di potersi assumere direttamente saranno a lui attribuite come contributi versati al Partito. Le quote rimborsate, insieme alle spese occorrenti per i numeri di ``Notizie Radicali'' relativi ai lavori della Direzione, saranno invece inserite in un'apposita voce del preventivo annuale della gestione nazionale ed accollate a questa. Un'esatta definizione di questo preventivo potrà essere fatta solo dopo ricevuto le comunicazioni dei compagni della direzione. Si intende che lo stesso criterio sarà seguito per la Giunta esecutiva.

ALLEGATO D: SUL REFERENDUM ABROGATIVO DEL CONCORDATO

Lo strumento del referendum previsto dall'art. 75 della Costituzione per l'abolizione del Concordato ed eventualmente di parte del Trattato tra Italia e Santa Sede può suscitare delle perplessità dal punto di vista dell'ortodossia giuridico-costituzionale. Riteniamo tuttavia che tali perplessità possano essere superate, mentre è evidente che il problema non è tanto quello se sia esatta la tesi giuridica dell'ammissibilità del referendum in tale materia, quanto quello della credibilità e della probabilità di tale operazione, i cui risultati politici non sono necessariamente condizionati dall'esattezza del presupposto giuridico (sarebbe comunque un fatto politico positivo e importante la sola raccolta delle firme necessarie per il referendum).

All'obiezione che l'art. 75 della Costituzione stabilisce che non è ammesso referendum per le leggi di autorizzazione a ratificare trattati internazionali è possibile rispondere che il Concordato non è trattato internazionale.

Più delicata è la questione per il fatto che l'art. 7 della Costituzione richiama espressamente i Patti lateranensi, stabilendo che i rapporti tra Stato e chiesa sono regolati dai Patti stessi. Ora per la revisione della Costituzione è prevista una speciale procedura; regolata dall'art. 138, che prevede il referendum non già come procedimento autonomo per la modificazione mediante abrogazione, bensì come fase integrativa del procedimento parlamentare, ove la legge di modifica della Costituzione ottenga la maggioranza assoluta dei voti (e non la maggioranza qualificata dei due terzi). Ma il richiamo all'art. 7 della Costituzione non fa del Concordato una norma costituzionale, esso rimane esterno alla Costituzione, questo fu anche esplicitamente ammesso da tutti o quasi i membri della D.C. alla costituente. Il problema semmai è rappresentato dalla espressa statuizione dello stesso art. 7 secondo cui le modifiche dei Patti accettate dalle due parti non richiedono procedimento di revisione costituzionale e, impl

icitamente, prescrive tale procedimento per le modifiche non accettate.

Ma si tratta pur sempre di modifiche che possono o no essere accettate, e l'accettazione è posterius alla modifica. Non è quindi necessario un preventivo accordo tra le parti e la parte italiana può procedere a modificare la propria parte i Patti anche con forma ordinaria, salvo l'accettazione del Vaticano. Ove la modifica consista nella soppressione di parte di tali Patti, essa può avvenire mediante referendum abrogativo.

Il successivo rifiuto di abrogare della controparte significherà il verificarsi di una condizione sospensiva negativa. Una volta però effettuato il referendum, lo scopo politico sarebbe stato raggiunto, anche se il Vaticano potrebbe paralizzare con la mancata accettazione l'efficacia giuridica immediata del voto popolare.

Anche se - ripetiamo - il voto fosse bloccato preventivamente in sede di sindacato di legittimità della proposta sottoscritta dai 500.000 elettori, il risultato politico risulterebbe determinante per la sorte del Concordato.

In realtà la raccolta delle firme necessarie presenta grosse difficoltà e la legge presentata dal governo alle Camere, restringendo il periodo utile per la raccolta a tre mesi, la aggrava ulteriormente nell'intento evidente di togliere alle organizzazioni di modeste proporzioni la possibilità di ricorrere al referendum. Per procedere alla raccolta, infatti, occorre una capillare organizzazione in grado di far giungere, tempestivamente i moduli in periferia, di ottenere la collaborazione dei notai, cancellieri e giudici conciliatori e fare ritornare i moduli entro tre mesi alla corte di Cassazione.

 
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