SOMMARIO: Il resoconto dei lavori della Direzione nazionale del Pr che si è svolta il 17 e 18 maggio 1969.
La Direzione ha discusso i seguenti temi all'ordine del giorno:
1. Situazione del Partito
1.1. Attività della segreteria
1.2. Attività della giunta
1.3. Relazione finanziaria
1.4. Elezioni
1.5. Marcia antimilitarista
2. Il partito radicale e la salute pubblica
2.1. Appunti per un dibattito sulla assistenza
2.2. Dibattito
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1) SITUAZIONE DEL PARTITO
1.1 Attività della segreteria
Il segretario ha informato la direzione sulle iniziative politiche e sugli obiettivi che si è proposto per quest'anno. Il lancio della iniziativa anticoncordataria è stato l'obiettivo che ha assorbito in gran parte l'attività della segreteria. Al fine di rendere operante il mandato congressuale, sono state prese queste iniziative: conferenza stampa con sei parlamentari laici sulla iniziativa del partito; invio ai parlamentari e ad alcune personalità democratiche di un documento anticoncordatario e di lettere personali, che facessero conoscere nei termini più precisi le motivazioni, le finalità e gli strumenti di attuazione di questa iniziativa e che raccogliessero adesioni al ``comitato di sostegno alla iniziativa anticoncordataria''; allestimento di un numero di NR a stampa da inviare a 50.000 persone, che oltre a pubblicizzare fra un numero maggiore di persone il significato politico e le modalità d'attuazione dell'iniziativa, contribuisce alla nascita di collettivi che in tutta Italia già da adesso si pre
parassero al lavoro di raccolta delle 500.000 firme; invio di lettere personali ai capigruppo della Camera, del Senato, al Presidente della Repubblica e di uno stampato a tutti i parlamentari laici, per sottolineare la palese incostituzionalità del progetto di referendum approvato al Senato e perché quindi si mobilitassero per un suo adeguamento agli scopi che a questo istituto assegna la costituzione. E' stato quindi rilevato che le prime reazioni a questa iniziativa, benché favorevoli, sono apparse superficiali, segno questo della scarsa attenzione delle forze laiche nei confronti dei problemi concernenti i rapporti tra Stato e Chiesa. La direzione, preso atto del lavoro fatto, ha altresì rilevato che la segreteria ha perso una battuta importante nei confronti dell'iter della legge sul referendum: in rapporto alla nostra forza ed agli strumenti a noi più congeniali sarebbe stato utilissimo intervenire sulla commissione giustizia perché le nostre critiche sulla incostituzionalità della legge fossero recepit
e in modo tempestivo e costruttivo.
Rilevata quindi la necessità di agire immediatamente sui parlamentari per un adeguamento della legge sul referendum, si è proposto id presentare la nostra posizione critica nei confronti del progetto di legge sotto la forma di una denuncia alla Camera per elusione della costituzione.
1.2. Attività della giunta
La giunta ha fatto il bilancio della attività svolta ed ha indicato gli obiettivi che si è proposta fino al prossimo congresso.
Gli obiettivi che la giunta si era dati fino al congresso di novembre consistevano nel: 1) tenere i contatti con l'esterno e l'interno del partito; 2) notificare agli iscritti e simpatizzanti del partito, informarli dell'attività della segreteria, della giunta, e degli altri gruppi operanti nel partito; 3) apprestare quegli strumenti che permettessero a queste informazioni di raggiungere realmente il loro scopo.
Per quanto riguarda il primo punto, fino ad oggi la giunta ha provveduto, attraverso lettere, invio di materiale, a tenere i contatti personali con tutti coloro che hanno scritto al partito.
Il possesso di canali di comunicazione autonomi è stato indicato come una delle necessità prioritarie per un partito come il nostro, costretto a servirsi, per l'informazione di massa, di strumenti esterni. A questo riguardo la giunta ha comunicato la sua intenzione di allestire un quindicinale a stampa con tiratura di 10.000 copie (8 numeri fino al congresso) a parziale sostituzione di NR ciclostilato. Questo esperimento sarà portato a termine nel mese di novembre a meno che nel frattempo non siano intervenute iniziative tali da renderlo superfluo.
Il terzo obiettivo, cioè il tentativo di mettere a disposizione degli iscritti il minimo strumento informativo per la realizzazione di iniziative, è stato raggiunto con il censimento degli ambienti e persone interessate alle iniziative radicali e con il riordino del patrimonio di informazione del partito. Da parte della direzione si è rilevata la necessità di finalizzare all'obiettivo referendum anticoncordatario il lavoro di censimento e di ristrutturazione degli strumenti di comunicazione del partito.
1.3. Relazione finanziaria
Il tesoriere ha presentato un riassunto della situazione finanziaria del partito ed una analisi dei problemi economico-politici che si pongono al partito.
Per quanto riguarda il primo punto, il tesoriere ha rilevato che il partito non riesce a coprire mensilmente attraverso le quote individuali neanche le sole spese di gestione. Ci troviamo cioè di fronte ad una gestione che accumula un disavanzo costante per spese che non riguardano se non indirettamente l'iniziativa politica. Di conseguenza la situazione debitoria attuale è già di 1.810.000, di cui 1.077.000 lire da pagare urgentemente, nonostante che da novembre ad oggi siano stati saldati debiti arretrati per quasi 800.000 lire. Di fronte a questa situazione economica, a cui peraltro la direzione, nelle scorse riunioni, non ha saputo dare risposte adeguate, il tesoriere ha indicato nello sviluppo dell'organizzazione centrale del partito e degli strumenti di informazione. Ai due modelli possibili di sviluppo, quello ``spontaneo'', attraverso cioè l'autopromozione dei gruppi e delle iniziative e quello centralizzato cioè attraverso la organizzazione del partito, dei suoi iscritti e dei simpatizzanti, fino ad
ora si è privilegiato il primo. Fino ad ora, cioè, sono mancati gli strumenti specifici per lanciare campagne di finanziamento. Infatti, attraverso il lavoro di censimento realizzato dalla giunta ciò sarà possibile. Uno dei tentativi infatti del tesoriere per il reperimento di finanziamenti sarà quello di una campagna costante per ottenere da un numero approssimato di 500 simpatizzanti un finanziamento continuo che possa permettere di coprire le spese di gestione, le iniziative come quella dell'anno anticlericale o, oggi, quella del referendum anticoncordatario, nei migliori dei casi autofinanziano se stesse, e comunque, non possono coprire le spese di gestione del partito.
Sempre al fine di reperire fondi, il tesoriere ha annunciato che assieme ad un altro membro di giunta, sta configurando la possibilità di lancio di una campagna di sottoscrizione e di sostegno indirizzata a particolari gruppi economici attraverso uno speciale documento politico.
La direzione, in merito, alla relazione del tesoriere ha osservato che:
1) il documento per il sostegno finanziario dell'attività del partito deve essere inviato agli imprenditori di tutti i settori produttivi e non a particolari gruppi economici (piccola e media industria). Questa proposta era nata infatti dall'osservazione che al di là dei dati oggettivi di classe, esiste un altro dato che è altrettanto significativo: la contraddizione obiettiva presente in ogni individuo, a prescindere dalla classe a cui o per scelta o per nascita appartiene. Il documento deve essere mandato quindi all'industriale, in quanto soggetto e oggetto di tale contraddizione, non a gruppi particolari di imprenditori, perché ciò risulterebbe integrazione totale a una certa dialettica di classe di tipo vecchio marxista, quella cioè di andare a sceverare tatticamente tra il piccolo e il medio industriale, tra quello che è maledetto e quello invece no.
2) Per quanto riguarda la possibilità di finanziare il partito attraverso iniziative specifiche, si deve fare un salto qualitativo dalla situazione passata. Se prima era giusto concepire un comitato ad hoc per l'anno anticlericale, oggi invece, dobbiamo affermare che perché questo tipo di iniziativa possa andare in porto, si deve sottoscrivere al partito radicale: solo se esiste il partito radicale, un certo tipo di iniziativa politica potrà esser presa nel nostro paese.
3) Non esiste alternativa tra il partito dei gruppi spontanei e il partito dello ``schedario''. Il problema del partito libertario è quello dell'informazione, cioè della capacità di mettere in condizione di conoscere, di capire, di comunicare, di avere gli strumenti di autogestione tutte le persone che vuole organizzare.
1.4. Elezioni
Sul problema delle elezioni si sono confrontate due ipotesi di carattere generale. Da una parte dei compagni si è proposto un impegno sulla campagna elettorale da attuarsi attraverso una certa mobilitazione del partito e dei suoi organismi nella lotta sui problemi di Roma, essendo questa la città dove già, in passato, furono impostate battaglie specifiche sui problemi della città. Da un'altra parte si è invece affermato che il problema delle elezioni si può impostare solamente se si potrà superare lo scoglio finanziario. Il problema finanziario in sostanza è il problema politico essenziale, in questa occasione. Non si può, infatti, nella attuale situazione, concepire la stessa possibilità di presentare liste concordate, anche con il PSIUP. Dato il successo della nostra presenza nelle passate elezioni, la corrispondenza del nostro discorso ai fatti accaduti negli ultimi tempi (Petrucci, divorzio, Ospedali Riuniti, movimento studentesco), il cresciuto retroterra politico del Partito, sarebbe impossibile a pass
are nell'accordo anche un solo discorso politico radicale. D'altra parte, la richiesta di convogliare gli sforzi che si stanno compiendo per riorganizzare il partito sulla prospettiva elettorale è errata, poiché la riorganizzazione stessa è stata pianificata nella prospettiva nazionale, intorno al problema del concordato e del relativo referendum. Sarebbe anche contraddittorio e incompatibile con l'iniziativa centrale della giunta, il prendere iniziative, pure possibili, sugli ospedali riuniti o sul problema della monorotaia come soluzione al problema del traffico a Roma, anche se questa ci aprirebbe uno spazio politico e finanziario, toccando interessi che non sono conglobati con l'attuale dialettica politica romana.
1.5. Marcia antimilitarista
Il gruppo incaricato della organizzazione della marcia ha riferito alla direzione sul lavoro svolto. Il relatore ha rilevato come le difficoltà derivanti dalla non disponibilità dei compagni milanesi e dalla mancanza completa di fondi, hanno impedito fino ad ora di impiantare un serio lavoro di preparazione. Mentre l'anno passato, infatti, l'organizzazione della iniziativa e il reclutamento dei marciatori era avvenuto a Milano, quest'anno, data la situazione di crisi della federazione milanese, ci si è trovati nella necessità di svolgere questo lavoro da Roma, lontano cioè dalla zona dove si svolgerà la marcia, con tutte le difficoltà quindi che da ciò derivano. Al comitato è apparsa quindi improponibile l'organizzazione della marcia nelle dimensioni di quella preannunciata e prefigurata lo scorso anno. Da parte del compagno milanese presente alla direzione, si è confermata, oltre all'indisponibilità della federazione milanese ad un lavoro organico su questo tema, la opposizione alla stessa, per motivi polit
ici. Motivano l'opposizione dei milanesi prevalentemente considerazioni sulla inadeguatezza dello strumento ``marcia'' ai temi dell'antimilitarismo e l'inesistenza di una situazione politica interna ed estera favorevole ad iniziative di questo tipo. In seguito a ciò, da altri compagni è partita la proposta di spostare il percorso della marcia (Roma-Napoli) o di rimandare al prossimo anno la sua effettuazione.
La direzione ha però respinto tutte le obiezioni di ordine politico ed organizzativo confermando comunque per il giorno 26 la partenza, e rivendicando alla marcia, in modo particolare quest'anno in cui la sinistra dovrebbe approfondire il problema della lotta alla Nato, il merito di essere la unica manifestazione seriamente antimilitarista e contro il rinnovo del patto atlantico. I recenti fatti cecoslovacchi consentiranno inoltre, di approfondire i nostri temi critici nei confronti del Patto di Varsavia e degli eserciti come istituzione destinata a sostenere iniziative autoritarie.
2. IL PARTITO RADICALE E LA SALUTE PUBBLICA
2.1. La Direzione ha discusso il tema specifico sulla base di una serie di appunti preparati da Pannella e Spadaccia.
Appunti per un dibattito sulla assistenza
Implicazioni generali della battaglia tentata dal Partito Radicale contro le strutture assistenziali della nostra società.
1) Le tesi secondo le quali "l'anticlericalismo" è un contenuto di lotta superato, e legato a petizioni di principio o a posizioni idealistiche che non consentono di intendere la realtà della lotta politica perché ignorano o prescindono dal concreto contesto economico e sociale in cui questa si svolge e si organizza, trova una smentita proprio in questa battaglia tentata dal Partito Radicale. Essa ci ha consentito non solo di sviluppare un diverso tipo di iniziativa politica rispetto a quella propria della sinistra marxista, ma anche di approfondire una diversa analisi della situazione politica e sociale del nostro paese.
2) La facile liquidazione di queste lotte come attinenti a problemi di ordine sovrastrutturale o perché socialdemocratiche deve essere respinta per due motivi: perché il problema della salute pubblica è inerente a un "diritto civile inalienabile", storicamente acquisito nelle lotte di questo secolo; perché la peculiarità dello scontro di classe e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, quale si realizzano nel nostro paese, è messa in luce molto più che dalle analisi generiche sul neo o tardo capitalismo o sulla società dei consumi, dalla individuazione del corporativismo statalista e burocratico che non a caso è ignorato dalle altre forze della sinistra.
3) E' indubbio che una analisi adeguata della realtà politica e sociale del nostro paese non può prescindere dalla particolare forma di capitalismo di stato realizzatasi in Italia e dal complesso intreccio di interessi e di strutture corporative, che la caratterizzano. L'una e l'altro passano anche attraverso l'organizzazione corporativa della assistenza e della previdenza, cioè attraverso le funzioni e strutture sociali corrispondenti al diritto civile alla salute e alla sicurezza sociale: una organizzazione corporativa che funge da cerniera fra capitalisti privati, sindacalisti e burocrazia statale.
Alla base di questa coalizione di interessi capitalistici e corporativi è il potere clericale e paraclericale come il cittadino è costretto a riscontrare nel suo incontro con le strutture assistenziali dello Stato e più ancora nelle assenze e i vuoti che si registrano in queste strutture.
4) Il diritto civile alla salute pubblica e alla sicurezza sociale investe tutta la vita del cittadino - dalla nascita alla morte - e riguarda sia la sua attività lavorativa, sia la sua vita familiare e civile: dalla maternità e infanzia, e prima ancora dalla assistenza e controllo delle nascite, fino alle pensioni, passando attraverso tutte le esigenze e strutture assistenziali: asili, colonie, preventori, ospedali, assistenza psichiatrica, assistenza antifortunistica, ecc. - si pensi alle nuove forme - psichiche - assunte dalla malattia professionale rispetto ai (pure ancora gravi) tradizionali infortuni sul lavoro, prodotte dai ritmi di lavoro dell'industria.
Di fronte al modo in cui viene solo apparentemente garantito, in realtà negato e misconosciuto questo diritto civile, una analisi radicale - la più scientifica, la più obiettiva, la meno viziata di tradizioni di anticlericalismo borghese - non può non riproporre la lotta alle posizioni di potere clericali e non può non giungere alle conseguenze intuite dal Congresso di Firenze del Partito e indicate fra gli obiettivi del PR nel documento conclusivo di quel Partito, dove si parla "di confisca di beni clericali".
In questo campo più che in ogni altro, è necessario e possibile ricoprire e legittimare l'affermazione che la proprietà privata (clericale) è (storicamente) un furto, qualcosa che defrauda il diritto della collettività dei cittadini.
5) Semplificando si può affermare che il meccanismo di potere si articola in questa maniera:
assistenza in gestione diretta al partito clericale, nelle sue due componenti (DC e Chiesa), con il controllo di tutta la struttura assistenziale, con la complicità e la copertura degli interessi corporativi dei medici e delle loro organizzazioni sindacali, con il sistema degli appalti e con la enorme rete privatistica favorita e foraggiata dal sistema mutualistico;
previdenza in gestione apparentemente mista fra partito clericale, partito capitalistico-borghese, partito burocratico sindacale.
Questo capitalismo di Stato e questo corporativismo di Stato sono il terreno su cui concretamente avviene, non l'astratta integrazione del movimento operaio nel sistema capitalistico, ma la reale integrazione della opposizione di sinistra nel regime (cioè nelle strutture di potere nelle quali si organizza e si articola in Italia il sistema). Formule politiche come quella del ``dialogo con i cattolici'' di Ingrao, la c.d. ``Repubblica conciliare'' e, più recentemente, la proposta di c.d. ``patti costituzionali'', trovano qui la loro base strutturale.
3. PROBLEMI DI INIZIATIVA POLITICA DEL PARTITO
1) Secondare attraverso un'analisi di classe un approfondimento teorico di questi aspetti della realtà sociale e politica italiana;
2) quello dell'assistenza è un fronte essenziale della lotta di classe; è necessario capire attraverso quale prassi sia possibile preparare un'ampia ed organizzata lotta politica del PR che abbia concrete caratteristiche di massa e superare una situazione nella quale azioni così importanti come quella contro l'ONMI o l'attuale tentativo contro gli "Ospedali Riuniti" non siano soltanto successi di prestigio o di propaganda per diventare nuovi strumenti e strutture di organizzazione e di iniziativa politica;
3) anche in questo settore l'iniziativa del Partito è stata "romana" e non nazionale. Anche a Roma tuttavia non sembra in questa fase prendere corpo;
4) le iniziative del movimento studentesco e dei gruppi e gruppetti marx-leninisti privilegiano l'azione nelle borgate, quindi verso il sottoproletariato che vi è concentrato e che è la principale vittima dello sfruttamento di classe che si realizza attraverso il sistema assistenziale. Una corretta azione politica, volta innanzitutto attraverso la radicalizzazione degli scontri a produrre coscienza di classe e rivoluzionaria non può prescindere dalla concreta realtà sociale degli agglomerati urbani. Basta riflettere ad alcune connessioni:
mancanza di controllo delle nascite velate dai clericali - aborti - procreazione di lavoro non qualificato alla periferia della città;
insufficienza di abitazioni e servizi - rendita a speculazione fondiaria;
mancanza di scuole moderne di Stato - monopolio clericale negli asili, colonie, brefotrofi per illegittimi - necessità di utilizzare la forza, lavoro delle donne del sottoproletariato - delinquenza giovanile - ecc.;
monopolio della organizzazione del tempo libero (strutture parrocchiali, organizzazioni di sinistra, che ripetono nelle sezioni le stesse strutture parrocchiali del tempo libero - flippers, ecc.).
a) Questa analisi comporta per la direzione alcuni interrogativi:
è valida soltanto per una città ad organizzazione prevalentemente burocratica e con vaste zone di sottoproletariato come Roma, e - sia pure con varianti - è applicabile in linea generale anche a situazioni di proletariato urbano?
b) Come si devono reperire le energie interessate a questo tipo di lotta:
iniziando un rapporto dialettico con i gruppetti dispersi della contestazione;
o portando avanti una iniziativa diretta del Partito (e con quali mezzi e quali energie)?;
è possibile diffondere le nostre posizioni:
- attraverso un approfondimento teorico;
- attraverso iniziative di tipo pubblicistico, (quali indirizzari? Quali mezzi di autofinanziamento)?;
- attraverso l'azione diretta.
2.2. Dibattito
Dopo una breve illustrazione degli appunti fatti da Spadaccia si è passati alla discussione generale nella quale sono intervenuti i compagni Mellini, Ramadori, Pannella, Del Gatto, Strik Lievers e il compagno Ennio Boglino, invitato a partecipare a questa riunione per la sua specifica competenza e per la sua attività di dirigente e di militante sindacale.
Nella sua illustrazione Spadaccia ha detto che ad una relazione organica si era preferito richiamare in forma di appunti per la discussione una serie di problemi, non solo per ragioni pratiche e di tempo, ma anche perché allo stato della situazione politica del Partito, si era ritenuto preferibile affrontare l'argomento in forma problematica in vista di un successivo approfondimento di cui il dibattito in direzione poteva rappresentare un primo passo.
Nella parte Iª (Implicazioni generali della battaglia tentata dal Partito Radicale contro le strutture assistenziali) si è voluta proporre la traccia per alcune ``tesi'' politiche generali del Partito sull'argomento. Ci si è basati per questo sulle acquisizioni dei dibattiti congressuali di Firenze e Ravenna. Ciò tuttavia non escludere, ma al contrario sollecita una ulteriore verifica delle posizioni del Partito alla luce dei fatti nuovi intervenuti (legge delle pensioni, prossima entrata in funzione di alcune strutture di riforma sanitaria), ma anche in relazione agli sviluppi della situazione politica e sociale del paese (riesame, ad esempio della importanza della componente vecchio-clericale e temporalistica della Chiesa nel controllo delle istituzioni assistenziali: se non sia un fenomeno soprattutto romano e in quale misura si verifichi e sia determinante anche nelle altre città e regioni).
Nella parte IIª si sono voluti porre alcuni problemi di iniziativa politica per il partito, tenendo soprattutto conto che il peso rilevante che queste battaglie hanno avuto nella politica radicale, pur avendo portato a successi di prestigio (incriminazione di Petrucci, battaglia INPS, battaglia Ospedali Riuniti dell'inizio di quest'anno), non si è tradotto in strutture stabili, suscettibili di raccogliere e di organizzare il potenziale di lotta che esiste in questo settore. Anche all'esterno del Partito del resto, l'accentuarsi delle lotte nel 1968 e all'inizio del 1969 non ha trovato punti di riferimento organizzativo e centri di coagulo. Di qui le domande finali su cosa sia possibile fare in genere per il partito e in particolare, nell'ambito dei suoi compiti, per la direzione.
Il dibattito successivo ha approfondito questi problemi. Si è convenuto che devono essere considerate valide le analisi del Partito su questi problemi: anche nel settore dell'assistenza, forse soprattutto nel settore dell'assistenza, le caratteristiche di capitalismo e corporativismo di Stato appaiono come connotazioni peculiari del sistema capitalistico così come si è organizzato in Italia (su questo punto non si ritiene di dover apportare modifiche di rilievo alle conclusioni degli ultimi congressi). Non c'è dubbio che questo settore, inoltre, attraverso le strutture corporative degli istituti di assistenza e di previdenza, si è rivelato uno strumento di fondamentale importanza per ottenere complicità e corresponsabilità da parte dei partiti di sinistra, dei sindacati e delle altre organizzazioni di classe nei confronti della politica di regime.
Quanto al peso e all'influenza della componente clericale - nei suoi due aspetti di diretto potere temporale della chiesa in questo settore e di potere indiretto attraverso il controllo democristiano degli strumenti pubblici dell'assistenza - si è convenuto che ha rappresentato e rappresenta tuttora il tessuto connettivo del complesso equilibrio di interessi corporativi attraverso i quali si realizza il controllo della classe dominante sull'assistenza. Se questo peso e questa presenza sono a Roma e nel Lazio massicci e prevalenti, la loro influenza è tuttavia notevole e diffusa in tutto il paese. E' stato tuttavia osservato che bisogna guardarsi da generalizzazioni e semplificazioni troppo facili.
In particolare certe forme di clericalismo e di temporalismo costituiscono la retroguardia del cattolicesimo mondiale. Nella stessa Italia, parte della stessa gerarchia ecclesiastica conservatrice comincia probabilmente ad essere cosciente che esse rappresentano una potenziale fonte di debolezza anziché di forza e di prestigio.
Il compagno Boglino ha riferito sui primo esperimenti di attuazione della riforma sanitaria, con particolare riferimento ai primi esperimenti di unità sanitaria locale e sui nuovi equilibri di potere che si delineano all'interno della riforma.
Anche sulla base dell'intervento del compagno Boglino si è convenuto che va approfondito, ai fini di una giusta e nuova impostazione delle nostre lotte su questo argomento il primo capoverso del punto 4) degli appunti e del punto 4) dei ``problemi di iniziativa politica''.
Nel complesso il dibattito in direzione non è riuscito a delineare una soluzione e una risposta agli interrogativi che concludono gli appunti. La risposta non potrà venire che dal Partito nel suo complesso. La direzione ha deciso pertanto di offrire al Partito questa sintesi come base di riflessione ulteriore su questo argomento.