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Bandinelli Angiolo - 19 novembre 1969
VI Congresso di Milano: la relazione finanziaria
di Angiolo Bandinelli

SOMMARIO: il testo della relazione finanziaria presentata dal tesoriere nazionale uscente al VI Congresso di Milano (1, 2, 3 novembre 1969). Dall'analisi di un bilancio annuo di circa 9 milioni emergono le caratteristiche peculiari del Pr: un partito di militanti senza funzionari che impiega la grande maggioranza delle sue poche risorse in attività; un partito aperto che è sostenuto finanziariamente, per le sue battaglie, da cittadini iscritti anche ad altre formazioni politiche.

(NOTIZIE RADICALI n. 80, 19 novembre 1969)

Gli incarichi, i compiti specifici, che nel suo mandato politico il congresso di Ravenna aveva affidato per quest'anno al tesoriere del partito, oltre la gestione della sua competenza statutaria, erano due: 1) assicurare che al più presto possibile il partito avesse una struttura ed organizzazione di tesoreria agile e svincolata dalla sede nazionale di Roma, così da poterne eventualmente assicurare il funzionamento, - in quanto incarico politico, come quello del segretario - anche fuori Roma; 2) in conseguenza, ma anche indipendentemente dal primo quesito, distaccare definitivamente la gestione contabile e di tesoreria della sede nazionale da quella della sede romana, espressione del gruppo o federazione radicale di Roma.

L'uno e l'altro rappresentavano richieste ed esigenze molto giuste, che per motivi contingenti, legati al modo stesso come il partito si era sviluppato, non si era potuto, in precedenza, neppure affrontare, nonché risolvere o avviare a soluzione. In particolare rileveremo a queto punto che in specie la prima richiesta, quella di fare effettivamente dell'incarico di tesoriere un incarico politico, non necessariamente identificantesi con una persona del gruppo romano, rispondeva e risponde ad una necessità sostanziale per le strutture di un partito come il nostro, nel quale il tesoriere ha una funzione politica autonoma, e - anche se non ancora attualmente - di pieno rilievo statutario: un tale incarico esige che chiunque lo ricopra abbia in qualsiasi momento, dovunque egli si trovi ad operare, pronta e piena disponibilità di strumenti di lavoro e di decisione che non sono necessariamente quelli propri ad una funzione di mera esecutività contabile.

Diremo subito che, se si è arrivato e forse portato a termine un lavoro di organizzazione degli strumenti di tesoreria, non è invece stato possibile assolvere al secondo dei due compiti; pur importante e urgente.

Non si è potuto ancora giungere, se non per approssimazione, ad un effettivo distacco e netta separazione della cassa nazionale da quella più specificamente appartenente al gruppo romano. Sia ben chiaro; da un punto di vista contabile questa tesoreria è già in grado di fornire, con un semplice lavoro di disaggregazione, i dati relativi alla gestione nazionale, distinti da quelli relativi al gruppo romano.

Ma evidentemente il problema non va posto in questi termini ciò che era stato richiesto dal congresso di Ravenna era che effettivamente, in maniera rigorosa, e per sempre, le due gestioni si staccassero e vivessero di vita separata, così come avviene, è avvenuto o dovrebbe avvenire rispetto a tutti i gruppi locali o relativi ad iniziative specifiche non riferentesi alla attività propria di quelle che devono essere considerate le strutture e gli strumenti nazionali del partito.

Il motivo di questa impossibilità è semplice: il gruppo o federazione romana in quanto tale non è riuscito ancora, questo anno, a formarsi. Direi che questa specifica manchevolezza di Roma ha corrisposto in realtà ad una tendenza oggettiva di tutto il partito, che trovava già espressione nelle indicazioni del congresso di Ravenna, dal quale usciva una indicazione molto forte, piuttosto che verso la formazione di gruppi a base locale (federazioni) verso la formazione di gruppi di iniziativa intorno ad un problema specifico. A Roma quindi, con una certa coerenza, rispetto a questa indicazione, si è cerato di dare vita a gruppi specifici di lotta (ospedali psichiatrici ad es.) trascurando di occuparsi della attività locale. Va detto anche che forse non si è trattato di una scelta compiuta liberamente: ancora per questo anno infatti l'attività del gruppo romano ha dovuto rivolgersi in larga misura ad una attività sul piano nazionale, senza possibilità di liberare altre forze per un diverso impegno. Il congresso

dovrà prendere atto di questo.

Tornando invece al primo dei due mandati congressuali, questa tesoreria può affermare di essere riuscita per la prima volta, credo nella vita di un partito italiano, a fornire ai militanti tutti ed ai congressisti un quadro completo ed esatto della gestione finanziaria di quest'anno. E non si dica ironizzando che il compito era facile per un partito minoritario e di scarse risorse finanziarie. La situazione in cui abbiamo lavorato, dispersiva e a volte poco responsabile (o forse troppo responsabile) ha reso piuttosto faticoso il compito quotidiano di seguire, registrare, tenere abbastanza sotto controllo, dal punto di vista appunto finanziario, l'attività convulsa, mobile e soggetta alla sola disciplina del volontariato militante, dei compagni dai quali dipende la vita e l'iniziativa del partito. Comunque siamo di fronte ad un dato politico, modesto ma preciso; qui, di fronte ad amici o avversari, siamo pronti a dare piena cognizione di fonti di finanziamento e di spese di gestione, a discutere anche di come

sono state reperite ed erogate poche o molte migliaia di lire. Si potrà sorridere di questo accanimento, di fronte a dati e cifre trascurabili nella pachidermica vita politica dei nostri grandi partiti o anche, ormai, di certe formazioni di sinistra che vuole essere nuova: il tutto, però andrà raffrontato all'effettiva produzione, all'effettivo dibattito, allo effettivo discorso politico reso possibile da questa modesta gestione. Spetterà al congresso, a mio avviso, stabilire se la non rilevante gestione finanziaria di una politica anticlericale che ha dato spazio ed incisività nel dibattito come nella presenza, alla lotta per il divorzio sul piano nazionale, è stata una gestione politicamente - ed anche economicamente - efficiente o no, e se l'altrettanto modesta gestione di una politica antimilitarista che sta ponendo le basi per un discorso rigoroso e valido per tutta la sinistra, sia stato un buon prezzo pagato per aprire un cuneo, piccolo che sia, nella ermetica chiusura in cui, da ogni parte, si manti

ene il discorso sulla politica militare delle nostre società; e anticipo qui solo un piccolo dato: per aprire questo cuneo dell'antimilitarismo il partito ha speso quest'anno all'incirca 500.000 lira, anzi meno; una cifra irrisoria dinanzi ai bilanci che vengono messi in movimento per gestire il militarismo e soprattutto, il silenzio sul militarismo. Però sa questo mezzo milione è nata una iniziativa volontaria ed entusiasta: la III^ marcia antimilitarista, che ha consentito di programmare per il IV novembre un convegno che dobbiamo ritenere importante solo per il fatto che lo si sia pensato e organizzato.

Esaminiamo, dunque, questo bilancio. Per quanto riguarda le entrate, occorre immediatamente rilevare come assolutamente insufficiente, deficitario e tale da richiedere ponderata attenzione ed iniziativa, il capitolo relativo alle entrate ordinarie, costituite dalle quote mensili dei compagni. 595.000 rappresentano appena un po' più che la nona parte della previsione di entrata, prendendo come base il registro degli iscritti quale si è venuto formando in questi anni. Bisogna dunque dire che per molti, per troppi degli iscritti, i quali per un anno o anche più non hanno adempiuto a questo minimo di prescrizione statutaria, ritenuta rigorosamente tassativa, non si può più parlare di militantato radicale. Del resto, lo statuto del PR non prevede la figura dell'iscritto moroso. Perciò non deve destare sorpresa se questa tesoreria ha già provveduto a sancire la decadenza di una fortissima quota di iscritti che tali non sono più. Questo è sicuramente un dato negativo, ma ha anche una sua logica. Forse, naturalmente

, con una campagna di tesseramento, una più costante presenza ed iniziativa della tesoreria e magari della stessa segreteria, noi avremmo potuto contare oggi su una situazione anche molto diversa, ma in definitiva questi alti e bassi, questa ``variabilità'' del dato iscritti è qualcosa che ha rispondenza nello statuto, che considera l'appartenenza al partito come una scelta per sempre, sostanzialmente, a tempo determinato, una scelta cioè che impegna l'iscritto se non per il tempo, l'occasione, l'interesse specifico verso la battaglia radicale.

Per converso, la stessa caratteristica del partito radicale emerge anche da un altro punto del bilancio. Il numero ridotto di militanti che qui risulta è un passivo. Ma, a fronte di questo dato critico, ve ne è invece un altro estremamente positivo: ed è quello costituito dal gettito, ormai non costante certo considerevole e vivo, continuo, dei contributi provenienti da una quantità sempre crescente di cittadini, indipendenti, iscritti ad altri partiti, divorzisti, pacifisti ed antimilitaristi che manifesta a questo modo una adesione alle concrete battaglie radicali tale da farli considerare protagonisti, di pieno diritto, della vita anche associativa del partito. Se l'ipotesi di una ``doppia tessera'' è forse ancora da verificare, certamente in concreto ogni giorno di più dobbiamo constatare che i cittadini senza, ma anche con altre tessere, in realtà si considerano partecipi in prima persona, aperti sostenitori di questa specifica realtà politica che è il partito radicale: quando non si tratti addirittura

di gruppi, associazioni, magari di una sezione giovanile di partito che in quanto tale invia il suo contributo a questa o quella nostra iniziativa. A più di due milioni e mezzo di lire (più di un terzo delle entrate complessive) ammontano questi contributi, destinato o al partito e alle sue iniziative complessive, o alla lotta anticoncordataria o a quella antimilitarista o a quella del settore sanitario e giudiziario, a ``Notizie Radicali'', da quando Notizie Radicali è potuto uscire, per cinque numeri a stampa. In sostanza, questo è essenziale rilevare, sempre più si realizzano attraverso queste sue caratteristiche del suo finanziamento due caratteristiche peculiari del partito radicale:

1) non è la struttura centrale, burocratica che crea (promovendo attività con la sua erogazione di fondi, i suoi finanziamenti, le sue scelte) i militanti, più o meno destinati ad essere funzionari della politica del centro, del gruppo dirigente. Sono invece i militanti, coloro che versano soldi al partito, iscritti o no, a determinare in concreto il partito, le sue scelte, a fare il partito quello che è, quando fa molto come quando poco riesce a fare;

2) sempre più, attraverso questo tipo di finanziamento, si verifica la caratteristica del partito radicale come partito aperto, l'appartenenza al quale è determinata solo dalla volontà di sostenere le concrete campagne, le concrete lotte, e non in base ad una totale quanto generica delega di responsabilità al partito. Sui modi di formazione e di crescita di questo capitolo dei contributi vale la pena spendere ancora qualche riflessione. Non vi è dubbio che l'uscita di ``Notizie Radicali'' a stampa, da giugno, ha dato un forte impulso a tale crescita. Anche indipendentemente dalla campagna anticoncordataria (contributi per 1.000.051 lire) Notizie Radicali è stato un forte tramite di diffusione e di sviluppo della iniziativa radicale, come dimostra il fortissimo balzo dei contributi dopo maggio, subito con il lancio del primo numero. Ma in linea generale, ogni contributo ha avuto una sua specifica destinazione: un problema, questo, su cui dovremo tornare, perché non sempre, a tutt'oggi, a causa della situazion

e stessa del partito, è stato possibile mantenere rigorosamente, a ciascun contributo la sua destinazione specifica. Dovrà spettare alla prossima tesoreria il compito di una rigida ripartizione delle spese, mantenendo ciascun capitolo distinto dagli altri. Il problema è politico: in questo modo, e solo in questo modo, potremo dire di aver rispettato la volontà di quanti, attraverso il contributo, di fatto determinano e vogliono determinare, le scelte politiche dell'iniziativa del partito.

Una terza fonte di entrata è costituita dai contributi straordinari degli iscritti. E' in assoluto l'entrata più consistente (3.100.000 lire) e pone, per la sua rilevanza un serio problema finanziario e politico. Se ci si dovesse basare sull'andamento, considerato in modo un po' passivo, di questa voce, in base all'esperienza compiuta quest'anno, dovrei dire che sarebbe possibile prevedere un sensibile calo della sua consistenza per il prossimo anno. Ciò, qualora il partito non saprà operare subito per ampliare invece la base dei sottoscrittori, migliorando la comunicazione tra centro e periferia, organizzando in maniera più efficiente i servizi centrali. Non va dimenticato infatti che proprio in questo momento, e la successiva analisi del bilancio lo dimostra, il partito sta affrontando impegni sempre più vasti e gravosi ai quali non sarà possibile non far fronte. Comunque, il tesoriere e l'intero partito dovranno l'anno prossimo tenere presente la necessità di ampliare la base contributiva normale (quote a

ssociative) e quella dell'autofinanziamento. Sono considerazioni che comportano, sul piano congressuale, una attenta riflessione su ciò che dovremo fare il prossimo anno.

Per incidente, dirò qui che anche il bilancio di quest'anno difetta in una cosa: cioè nel non fornire una esatta, nominativa specificazione degli impegni assunti da ciascun iscritto, da ciascun contribuente, da ciascuno dei sottoscrittori non iscritti. Questo tipo di analicità e pubblicità è invece una caratteristica essenziale anche per lo spirito di questo statuto. Mi impegno personalmente a far sì che il tesoriere subentrante possa essere messo in grado di rinviare, entro venti giorni dopo il congresso, a tutto il partito l'elenco esatto e nominativo di quanto hanno contribuito finanziariamente a sostenere il partito radicale questo anno.

Vi è poi il capitolo delle entrate fisse, in larga parte costituite da entrate per i servizi forniti dalla sede, dove operare utilizzandone le strutture, altre associazioni come ad es.: la LID. Noi dobbiamo augurarci, ed operare in modo che la sede possa divenire, più che in passato, e secondo una precisa scelta politica ripetutamente ribadita negli ani scorsi come in questo anno, un punto fisso di organizzazione, presenza, iniziativa di altri gruppi, per divenire ``servizio'' effettivo per forze del dissenso e per gruppi autonomi di iniziativa politica.

Le altre voci delle entrate appartengono a partite di giro e a residui delle gestioni passate. Dati senza rilievo.

Più importante è invece, visto anche che abbiamo ritenuto opportuno menzionarla e includerla nel bilancio del partito, è la partita di giro costituita dal fondo Roccella. Si tratta di un fondo speciale destinato esclusivamente a sostenere le spese necessarie ad un processo importante per tutto il partito; quello che ha visto la denuncia dei compagni Pannella e Loteta per calunnia e vilipendio del magistrato: il dott. Falco, che ha condannato a nove anni, in prima istanza, Aldo Braibanti.

Passiamo ad esaminare, ora le uscite.

Le attività principali, che hanno comportato le uscite più rilevanti sono quella dell'anticoncordato e la stampa di ``NR''. Se nel bilancio che vi è presentato, le uscite per l'anticoncordato sono inferiori alle corrispondenti entrate (esattamente sono registrate per L. 375.000), occorre anche fare presente che la spesa del primo numero di NR, numero speciale dedicato appunto alla promozione dell'iniziativa anticoncordataria, è stata sostenuta grazie ad un anticipo, poi rimborsato, destinato alla lotta specifica per il concordato. Comunque questa tesoreria ha lasciato quale residuo passivo, per la prossima gestione, la somma di L. 676.316 che rappresenta la differenza tra entrate ed uscite per questo capitolo che il partito dovrà impegnarsi a effettivamente destinare alla campagna d'abrogazione.

Le uscite relative a NR comprendono sia la spesa per i numeri, una ventina, a ciclostile, che per quelli a stampa. I numeri a stampa sono costati effettivamente 930.000 lire. NR a stampa pone una serie di problemi. Fino ad oggi, da un esame delle specifiche di versamento, non possiamo dire che NR abbia potuto autofinanziarsi. Del resto, l'impianto di una pubblicazione di questo genere, richiede, per essere fruttifera, una base di partenza organizzativa molto più forte dell'attuale, Questa tesoreria deve imporre in merito alcune considerazioni. Attualmente, il partito non è in grado di poter programmare l'uscita regolare di una pubblicazione sia pure modesta come NR, sia sul piano finanziario che su quello più specificamente tecnico. Il difetto principale, per questa ultima parte, risiede nell'imperfetta struttura della sede, e dei servizi che essa è in grado di fornire a tutto il partito. Come tesoriere, sono stato molte volte preoccupato, da questo problema, senza però poter fornire alcuna indicazione utile

alla sua soluzione. Targhettari, una segreteria, un impianto di schedari molto ampliato ed organizzato sono strutture primarie anche se modeste, che vanno prioritariamente messe a punto se si vuole davvero pensare di fornire il sevizio costituito dai bollettini a stampa (e, contemporaneamente, gli altri servizi tecnici necessari a tutto il partito). Ma, di ciò, successivamente. Per intanto, va fatto rilevare che, anche in queste condizioni, la spesa complessiva per la sede è stata abbastanza gravosa ammontando a L. 1.000.020 lire per il fitto (la cifra riportata nel bilancio, è però comprensiva oltre che delle ``varie'' sostenute dal partito, anche delle quote sostenute dalle associazioni e dalle attività ospiti: L. 2.429.597). A questa voce, va aggiunta anche quella per il fattorino (e per il tentativo da noi fatto di assumere per un mese una segretaria a mezzo tempo), per un ammontare di L. 1.000.000; la differenza con la cifra attribuita a questa voce (1.389.225) comprende spese postali ed altre relative

all'attività vera e propria. Tra le ``altre attività'' è compresa la controinaugurazione, le manifestazioni varie, per la Cecoslovacchia, per gli ospedali e l'assistenza pubblica, etc. Una voce a parte è quella relativa all'attività antimilitarista, per 415.000 lire circa. Come tesoriere, ritengo che l'uscita relativa alle spese per la terza marcia antimilitarista sia stata un esempio molto interessante di spesa estremamente produttiva. Con molto meno di mezzo milione, interamente fornito dall'apposita sottoscrizione, è stato possibile impiantare una manifestazione della durata di dieci giorni, che ha toccato parecchie città e centri, che ha consentito di contrattare con materiale politico due o tre - ma forse più ancora - centinaia di migliaia di persone, di organizzare dibattiti e incontri con ceti, gruppi, persone che spesso solo così hanno avuto modo di incontrare il partito. E' un esempio che dimostra bene come l'azione diretta, un certo tipo molto nostro di manifestazione pubblica, è ancora, per un pa

rtito che tiene all'autofinanziamento e alla rigorosa gestione dei mezzi per tal via reperiti, la via maestra da seguire, da battere, con costanza e determinazione politica. Ciò non contrasta con quanto affermato per NR, o per altre attività di tipo fisso, più tradizionale, più usuale. In verità, solo da un attento equilibrio tra questo due modi di concepire e nell'attuare l'iniziativa, può un partito come il nostro trovare la chiave politica della propria gestione. E bisogna dire che su un piano sperimentale che ha suscitato spesso contrasti, dibattiti, discussioni, e forse anche, da una parte come dall'altra, ingiustificate defezioni da parte di compagni disattenti al dato caratteristico di un partito di questo genere, che vuole rinnovare profondamente, sul piano della prassi, fino ad adesso le premesse per un sviluppo equilibrato e rigoroso ci sono state. In sostanza, infatti, si può dire del partito radicale questo, che mentre per gli altri partiti spesso le iniziative politiche rappresentano un momento

di maggior spesa, che tende a crescere con un rapporto geometrico, per noi il rapporto si capovolge; scherzosamente possiamo dire che un radicale che si muove costa meno di uno che sta fermo: e il capitolo spese per la sede ne è una riprova ``e contrario''.

Mentre ad un milione e poco più ammontano le uscite per residui passivi sostenute da questa gestione, lasciamo al partito un passivo di L. 2.820.923, di cui però 1.381.900 appartengono ancora a residui passivi degli anni scorsi. La differenza tra la cifra testé ricordata e quella che trovata scritta in fondo al bilancio (3.118.923 lire) è costituita dalla partita del fondo Roccella e da una voce di contributo che si è praticamente già estinta ieri sera con la riunione della direzione. Nell'ultima pagina del bilancio troverete, infine, la situazione cassa e il bilancio economico totale del partito, che ha registrato 8.799.194 lire di entrata e 9.059.638 lire di uscita, con un disavanzo di L. 260.444.

Alcune osservazioni, ora, su questo bilancio preso nel suo complesso. Osserveremo, innanzi tutto, che un bilancio variamente distribuito nell'arco di tempo considerato; con una tendenza accentuata alla sua lievitazione, sia per quanto riguarda le entrate che per le uscite, nella seconda metà dell'anno. L'indizio è significativo, perché riflette la tendenza certamente verificabile in sede politica, all'irrobustimento dell'azione e della presenza radicale e al suo articolarsi e diffondersi più largamente anche sul piano geografico. Nonostante le critiche e le difficoltà, il partito sembra aver agito più da ``collettivo'' in questi ultimi mesi. L'attività antimilitarista, NR a stampa hanno proiettato il partito all'esterno, facendolo diventare punto di riferimento di persone e gruppi diversi, come dimostra la continua richiesta di informazioni che riceviamo ed anche il manifestarsi, interessante, di una tendenza a nuove iscrizioni. Di questa tendenza generale non ha ancora invece partecipato un'attività che pur

e è, o avrebbe dovuto essere, specifica di questa segreteria e di questa direzione: cioè l'attività anticoncordataria. Certamente, la distribuzione della spesa sarebbe stata differente, qualora tale battaglia avesse avuto maggiore sviluppo.

Vi è, poi, pressante, il problema della sede. Le spese fisse, di gestione (costituite in massima parte appunto dalla sede di via XXIV maggio 7) incidono sulle spese generali per poco meno di un terzo. Un rapporto non certo eccessivo, anche se non ottimale, è che comunque è indizio di buon equilibrio tra le diverse voci. Ma certamente, ancora si tratta di una spesa assai forte, che viene coperta, orni mese, con difficoltà spesso defatiganti. E' chiaro che il gioco varrebbe la candela qualora si riuscisse davvero a rendere tale sede un ``servizio nazionale'' sufficientemente efficiente, capace di fornire eso stesso - attraverso l'elaborazione dei dati sulle iscrizioni, il lavoro sugli indirizzari e attraverso una sua capacità maggiore di impulso e di contatti - stimoli di iniziativa politica più forti di quanto non accada oggi; quando invece tutte le attività sono polarizzate attorno a questa o quella iniziativa, senza la possibilità di una più organica gestione complessiva della sede nazionale di partito in q

uanto tale.

Se si potesse già parlare qui in sede di bilancio di previsione, dovremmo dire che l'efficienza della sede deve essere potenziata, con l'arricchimento di strumenti a disposizione. Ma è un piano, a tutt'oggi, impossibile a realizzare nella sua completezza, e a programmare in parte. In terzo luogo bisogna rilevare che si tratta del bilancio di un partito di minoranza, di estrema minoranza, che cerca e sceglie le sue strade si crescita attraverso una mobilitazione sotante, basata sul volontariato dei suoi militanti: di un partito che, postosi fuori dal regime, deve contare sulle proprie forze proprio per evitare quel tipo di crisi cui sono esposte molte forze anche della nuova sinistra, in realtà incapaci di autogestirsi e quindi soggette al ricatto costante e alla minaccia di scomparsa e di dissoluzione non appena viene a mancare quell'``aiuto'', sostegno, esterno che ne condizionano e ne snaturano continuamente la vita. Il bilancio di previsione spetta al tesoriere subentrante. E' necessario però che il congr

esso dai dati che emergono da questo bilancio consuntivo, si faccia un'idea precisa delle difficoltà che scorgeranno nel prossimo anno, dei problemi da affrontare, dei passivi che già oggi gravano sul partito, in sede finanziaria, e che il partito non potrà non accollarsi. E' questo, deve essere, un dato del dibattito congressuale.

Ripeto qui alcuni punti da sottoporre ad esame.

1) La questione delle quote degli iscritti.

2) La questione di NR a stampa. Pur consapevoli noi stessi della estrema necessità di mantenere in vita con regolarità, per tutto l'anno, questo ancor modesto ed insufficiente bollettino, dobbiamo dire con franchezza che ci spiacerebbe vedere affrontare il problema con qualche ``voto'' generico di auspicio perché tale attività sia mantenuta, non accompagnata da concrete indicazioni di finanziamento e di sostegno.

3) L'indicazione da fornire per l'attività anticoncordataria.

Per mia personale responsabilità e quindi per mio errore di previsione e di calcolo fu posto all'inizio della campagna l'obiettivo da raggiungere al più presto, attraverso la sottoscrizione di 10.000.000. Se il congresso confermerà questo mandato politico alla segreteria perché l'iniziativa sia proseguita, sarà necessario tener presente che essa costerà, probabilmente, molto, e che quindi chi la sosterrà dovrà anche impegnarsi per diventare egli stesso un centro di raccolta, di promozione, di ``fund raising'' come si dice altrove. In via indicativa, e sull'esperienza acquisita, credo di dover fornire alcune cifre all'attenzione del congresso: cifre di preventivi; tralasciate le quote iscritti, per i contributi iscritti, ove non vi fosse l'iniziativa e l'ampliamento di cui ho detto, si rischierebbe di dover contare solo su una massa ridotta di entrate. Per poter garantire l'uscita di NR a stampa, per almeno dodici numeri in un anno, bisognerà stanziare un minimo di 4.500.000 lire. L'attività antimilitarista,

compresa la marcia, non dovrebbe prevedere una entrata, ed una uscita, inferiori al milione. Una voce nuova, forse, dovrà essere aggiunta, per la costituzione di una struttura di difesa giudiziaria, in una situazione in cui sono già in atto decine di provvedimenti penali di diversa gravità. Il congresso, infine, dovrà stabilire che portata dare all'iniziativa anticoncordataria, e quindi quale spesa relativa preventivare.

 
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