SOMMARIO: La sicurezza con la quale Giulio Andreotti prevede la dichiarazione di illegittimità costituzionale del divorzio per i matrimoni concordatari, è la riprova della necessità d'intesificare la campagna anticoncordataria radicale.
(NOTIZIE RADICALI N. 81, 4 dicembre 1969)
Roma, 22 dicembre (N.R.) - Se la manovra diversiva contro il divorzio messa in atto alla Camera da parte dei Rumor e degli Andreotti è stata dura e tenace, non sappiamo tuttavia se si possa dire che essi abbiano reso un buon servizio al Vaticano.
Se è vero, come molti indizi lasciano ritenere, che il Vaticano sia molto preoccupato di mantenere un minimo di copertura, che gli consenta di non apparire come l'unico vero ostacolo al divorzio in Italia, di mascherare cioè un atteggiamento assolutamente inconcepibile per i cattolici di altri paesi, le ultime battute della discussione non hanno giovato ai disegni della segreteria di Stato vaticana. L'intervento di Rumor è stato centrato sul preteso ostacolo rappresentato dal Concordato. Egli ha parlato addirittura di "obblighi internazionali". Ma Concordato e obblighi internazionali non significano nulla, al di là della precisa volontà di intervento e di sopraffazione della Santa Sede, che è la potenza straniera in questione. Sarebbe stato opportuno che i deputati laici denunciassero più chiaramente che ogni disquisizione giuridica sul concordato presuppone una precisa responsabilità politica del Vaticano che nessuna diversione sull'"oggettiva" situazione determinata dall'art. 7 della Costituzione potrà mai
dissimulare.
La sicumera dell'on. Andreotti nel predire la pronuncia contraria della Corte Costituzionale (che a suo dire sicuramente dichiarerà illegittimo il divorzio per i matrimoni concordatari) rappresenta d'altra parte una ulteriore riprova della assoluta necessità di intensificare la campagna anticoncordataria. Come i radicali avevano previsto, la minaccia del referendum sul divorzio sta rientrando, man mano che i laici mostrano di non esserne troppo impressionati. A quello di milioni di elettori i clericali preferiscono il giudizio di 12 giudici della Corte Costituzionale. Ma nessuno potrà togliere ai milioni di elettori la possibilità di agire, per togliere di mezzo lo strumento che dovrebbe consentire ai suddetti 12 giudici di dar ragione ad Andreotti, per rendere cioè così fragile ed insicuro quello strumento da sconsigliare ad Andreotti, ai giudici costituzionali ed al Vaticano di usarlo per una operazione oppressiva ed impopolare.