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Notizie Radicali - 3 giugno 1970
LIBERAZIONE DELLA DONNA
Una nuova iniziativa antiautoritaria

SOMMARIO: Un nuovo fronte di lotta è stato aperto dal Pr. Organizzare politicamente le donne intorno agli specifici problemi nella famiglia, nel lavoro e nella società - Sfruttamento economico, oppressione psicologica e infelicità sessuale - Relazioni di Teodori sulla situazione americana - Un seminario di lavoro politico organizzato da un collettivo radicale a Roma - Il documento dell'MLD, Movimento di liberazione della donna federato al Partito radicale. Un movimento che affronti immediate battaglie - Legalizzazione dell'aborto e liberalizzazione degli anticoncettivi - Proseguire l'opera iniziata con il divorzio - Creare gruppi di studio, di lavoro politico, di lotta - Promuovere iniziative dal basso - Contattare subito il comitato promotore per preparare l'assemblea costituente

(NOTIZIE RADICALI N. 92, 3 giugno 1970)

Un nuovo fronte di lotta, anche questo di carattere anti-autoritario e libertario, è stato aperto per iniziativa dei radicali. Si tratta della "liberazione della donna". Abbiamo individuato nella condizione della donna - sia essa singola o sposata, lavoratrice o non, giovane o adulta - uno dei momenti in cui la società d'oggi con i suoi valori e comportamenti, con le sue strutture economiche e sociali, con le sue istituzioni ed i suoi modelli, genera oppressione e sfruttamento. Perciò v'è una condizione peculiare - nella società, nella famiglia, nel lavoro - intorno alla quale è possibile organizzare politicamente la donna a partire dai suoi specifici problemi personali e sociali, dalle sue frustrazioni e rivendicazioni, avendo così la possibilità di trasformare una somma di individuali scontentezze in una potenziale forza di liberazione e di mutamento radicale della attuale situazione. Con questa nuova iniziativa, cerchiamo, ancora una volta, di dare alla politica un volto più umano e di promuovere ulterior

i battaglie in nome della felicità e non del potere.

"Nel mese di gennaio di quest'anno, in un dibattito promosso dal collettivo sulla repressione sessuale e le istituzioni psichiatriche, Massimo Teodori della direzione del PR, tenne una relazione alla Casa della Cultura di Roma su "Il Movimento di Liberazione della Donna nella Nuova Sinistra americana". La relazione fu seguita da un vivace dibattito che mise in luce l'esigenza di approfondire quei temi nel particolare contesto italiano. Un collettivo radicale organizzò il" Seminario di lavoro politico sulla liberazione della donna "che si è articolato in riunioni settimanali, per un periodo di sei settimane, ognuna delle quali dedicata ad approfondire un particolare aspetto dello sfruttamento e della oppressione della donna italiana e ad individuare temi e obiettivi sui quali organizzare un movimento di lotta per la liberazione della donna. Il seminario ha avuto il seguente programma":

"1. SFRUTTAMENTO ECONOMICO - LA CASA

la donna a casa: attività domestica come lavoro non retribuito;

casalinga ed impiegata di fronte allo sfruttamento domestico;

alternative a livello di gruppi e di istituzioni pubbliche.

2. SFRUTTAMENTO ECONOMICO - LE "PROFESSIONI FEMMINILI"

divisione del lavoro in base al sesso come strumento di diversificazione salariale;

mancanza di sbocchi professionali e natura oggettivamente subordinata (la segretaria rispetto all'impiegato, l'infermiera rispetto al medico) della "professione femminile".

3. OPPRESSIONE PSICOLOGICA DELLA "FEMMINILITA'" ED AUTORITARISMO SOCIALE

la "femminilità" (emotiva instabile alogica...) come valore storicamente imposto dalla "casta" maschile;

la "realizzazione" della donna attraverso l'uomo;

famiglia, lavoro, cultura, rapporti sociali;

la famiglia nucleare: possessività, false identità ("la moglie", "la madre") e ruolo sociale;

privazioni psicologiche ("la casalinga") e transert nel consumo;

uso dei modelli di "femminilità" nei circuiti economici del capitalismo.

4. MITOLOGIE SESSUALI

il pregiudizio scientifico: la donna come uomo mancato (passività nell'atto sessuale, sudditanza);

imposizione dei modelli sessuali (comportamenti e mode);

la donna come oggetto sessuale.

5. INFELICITA' SESSUALE - L'ITALIA CLERICALE

la frustrazione della sessualità femminile nell'ambito della famiglia coattiva;

valori, modelli e strutture di vita individuale ed associativa (...dove finisce la casa del padre comincia il pensionato delle suore...)

6. PROBLEMI DI LIBERAZIONE"

A partire da seminario, dalle vivaci discussioni che per oltre un mese in esso ed intorno ad esso si sono svolte, dalla attiva partecipazione di molte centinaia di donne e di uomini che hanno portato esperienze personali, contributi culturali e proposte politiche è scaturita la proposta di formare il gruppo promotore per un MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DELLA DONNA, FEDERATO AL PARTITO RADICALE, attraverso una fase costituente, aperta a tutti coloro che accettano di lavorare in comune sulla base di una piattaforma di principi e di obiettivi. La bozza di documento che qui di seguito pubblichiamo è il risultato del lavoro collettivo a cui hanno partecipato radicali e non radicali, amiche e compagne impegnate in altri partiti della sinistra, gruppi del movimento studentesco, donne ed uomini di diversa estrazione sociale e di diversa formazione individuale. La bozza di documento - portata finora a conoscenza solo di un ristretto indirizzario di residenti a Roma e di altri nuclei per la liberazione della donna a Milan

o, Bologna ed in altre città d'Italia - deve essere considerata soltanto come la prima fase di coagulo per individui e gruppi che nei prossimi mesi intendono partecipare alla costituzione di un movimento che abbia risonanza nazionale e forza politica per imporre all'attenzione del paese alcune fondamentali battaglie per la liberazione della donna.

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Quali oggi le prospettive del MLD? Quali gli obiettivi immediati? Quali le prossime scadenze?

Le prime reazioni al seminario romano di quanti ne sono venuti a conoscenza, dei gruppi già impegnati in simili battaglie politiche nonché della stampa, permette di affermare che v'è una situazione obiettiva nel paese tra donne di diversi strati sociali e condizioni personali che si rivela matura per affrontare in modo nuovo e spregiudicato tali problemi di infelicità e di non-libertà. Una serie di obiettivi immediati - insieme alla presa di coscienza della complessità e multidimensionalità del problema da affrontare - quali la LEGALIZZAZIONE DELL'ABORTO e la LIBERALIZZAZIONE DEGLI ANTICONCETTIVI non possono che incontrare milioni di esseri umani, soggettivamente interessati alla conquista di nuovi diritti civili. Così come è stato già per il DIVORZIO, sappiamo che gli interlocutori della iniziativa radicale sono, di fatto, proprio quella "gente comune" generalmente respinta dalla cosiddetta "politica", oltre coloro che hanno maturato culturalmente e politicamente la necessità di simili battaglie. Nei prossi

mi mesi occorrerà quindi CREARE GRUPPI DI LAVORO E DI INIZIATIVA POLITICA, COINVOLGERE IN DISCUSSIONI AMICI AMICHE CONOSCENTI, METTERE INSIEME INDIRIZZARI DI PERSONE INTERESSATE, affinché, come già accadde con la LID, anche questa volta sia possibile sviluppare una iniziativa dal basso che impegni la maggiore quantità possibile di energie e di persone.

Sarà difficile per il gruppo promotore raggiungere a breve scadenza e direttamente quanti sono potenzialmente interessati al costituendo movimento. E per ciò che rivolgiamo UN APPELLO AFFINCHE' I LETTORI E LE LETTRICI DEL GIORNALE SI FACCIANO, ESSI STESSI, PROMOTORI DI INIZIATIVE E SI METTANO AL PIU' PRESTO IN CONTATTO CON IL COMITATO PROMOTORE A ROMA. Proponiamo, già fin da ora, come scadenza di lavoro, la organizzazione di un GRANDE CONVEGNO NAZIONALE DEL MLD DA TENERSI A ROMA IL 28 E 29 NOVEMBRE 1970 che abbia come obiettivi l'approfondimento dei temi di liberazione della donna ed in particolare l'apertura delle lotte per l'ABORTO e gli ANTICONCETTIVI, nonché L'ASSEMBLEA COSTITUENTE DEL MLD, FEDERATO AL PARTITO RADICALE.

Per far ciò, occorre muoversi subito, mettendosi in contatto con il COMITATO PROMOTORE DEL MLD FEDERATO AL PARTITO RADICALE, VIA DI TORRE ARGENTINA 18, 00186 ROMA, TEL. 651.732.

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UNA BOZZA DI DOCUMENTO PER UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DELLA DONNA

I - LA LIBERAZIONE DELLA DONNA

Nell'attuale società repressiva ed oppressiva esistono una oppressione ed uno sfruttamento che sono specifici e peculiari della donna considerata sia individualmente che come gruppo sociale. Tale oppressione e sfruttamento si riscontrano in molti dei valori e dei comportamenti che sono, in Italia, alla base della società patriarcale, clericale e capitalista, e sono materializzati in determinate istituzioni sociali, strutture economiche ed istituti giuridici.

La discriminazione, l'oppressione e lo sfruttamento della donna e sulla donna sono di natura specifica rispetto ad altri tipi di oppressione dell'uomo sull'uomo, e si riscontrano in diversi momenti: "economico, psicologico e sessuale".

Le strutture di potere e i sistemi di valori che classi e caste dominanti hanno determinato in passato, e che continuano a sussistere nella società e nello Stato d'oggi, sono riscontrabili in una serie di momenti di specifica oppressione quali:

a) "il ruolo biologico" della procreazione che è rimasto per secoli una funzione tipica al suo stato più primitivo, quasi non toccato dalla evoluzione e dallo sviluppo scientifico, contrariamente a ciò che è accaduto in tutti gli altri campi dell'attività umana. Si tratta quindi di una funzione che ha agito come una grossa imitazione del benessere, dell'autorealizzazione e della felicità della donna, relegandola ad un ruolo specializzato che essa non può controllare e che la esclude in gran parte da altre attività della società:

b) "i principi della società patriarcale" che hanno assoggettato la donna all'autorità dell'uomo e fanno sì che essa venga considerata come un essere inferiore sotto la tutela economica legale e morale dell'uomo; tale condizione si riscontra in particolare nell'ambito della famiglia così come è oggi organizzata:

c) "lo sfruttamento economico" della donna che ha confinato il suo ruolo lavorativo soprattutto a quello di serva nell'ambiente familiare. Sin dalla rivoluzione industriale la donna è stata considerata come manodopera di riserva di manipolare secondo le necessità del ciclo produttivo e da assoggettare a condizioni economiche e sociali pur sempre inferiori a quelle della forza-lavoro maschile. Inoltre l'ammissione della donna ai lavori più qualificati (tradizionalmente considerati come professioni maschili) è stata largamente scoraggiata a causa di quella discriminazione che comincia nella famiglia sin dalla nascita, continua nella scuola con una programmazione culturale orientata verso la chiusura nella famiglia e nel ruolo di moglie-madre e finisce con la sua collocazione in posti di lavoro inferiori, anche quando possiede qualifiche uguali a quelle di un uomo. Perciò l'accentuazione della funzione biologica di procreazione della donna come principale lavoro a cui essa dovrebbe dedicarsi - insieme al fatto

che la cura dei bambini viene considerata come una responsabilità prevalentemente privata e spettante esclusivamente alle donne, nell'assenza o nell'inadeguatezza di strutture sociali - sia a significare che la tensione verso la conquista di un lavoro, come fattore di autorealizzazione, è stato reso totalmente alieno alla maggioranza delle donne, le quali inoltre sono spesso sottoposte a doppio onere lavorativo, in casa e fuori;

d) "il condizionamento psicologico" che fin dalla nascita costringe la donna ad accettare un ruolo inferiore e la conforma secondo una sua presunta "natura femminile" basata sulla "passività", sulla "emotività", sulla "incapacità di creare" (eccetto che biologicamente) e su un ruolo che dovrebbe essere complementare alla natura "attiva" e "razionale" e "creativa" dell'uomo. Una volta interiorizzato tale "ruolo femminile" la donna perde la possibilità di analizzare e comprendere la propria condizione per cui finisce per accettare automaticamente il completo assoggettamento culturale basato sulla apartheid sessuale, secondo cui la natura della donna è diversa ed inferiore sia emotivamente che intellettualmente. Un preconcetto che, in effetti, agisce funzionalmente per mantenere uno status quo in cui la donna viene bloccata nel suo sviluppo intellettuale ed emotivo e che rafforza la base materiale della sua oppressione;

e) "la repressione della sessualità" femminile che costringe la donna a reprimere e falsare la propria sessualità per divenire e rimanere "proprietà sessuale" dell'uomo, attraverso l'imposizione di tutta una serie di valori culturali "settoriali" - verginità, castità, fedeltà, maternità, ecc. - che altro non sono se non la giustificazione ideologica e culturale dell'oppressione. A tale ideologica alla quale tendono a conformarsi gli attuali e predominanti standards del comportamento sessuale (una tendenza a differenziare moralisticamente uomo e donna ed a caratterizzare il bisogno sessuale come più forte nell'uomo che nella donna, della quale si teorizza una "passività naturale") si adeguano i mezzi di comunicazione di massa che rappresentano la sessualità femminile come "oggetto" disponibile in cambio di beni di consumo. La donna è così condizionata ad essere disponibile, e a farsi desiderare non sulla base di un suo desiderio sessuale o di criteri di scelta personale, ma in base ad una offerta mercificante

, sicché la coscienza della propria sessualità viene costantemente repressa ed il piacere sessuale viene sostituito dal piacere consumistico.

II - PROBLEMI DI LIBERAZIONE

La lotta per la liberazione della donna è parte di una più generale lotta per un "mutamento radicale e rivoluzionario" che si muova nel senso di una "società socialista e libertaria".

Riteniamo di dover partecipare ad un processo di mutamento rivoluzionario che sia capace in ogni momento di investire "strutture" e "sovrastrutture" quando fonti di potere, oppressione e sfruttamento, in direzione di una vera liberazione.

Non crediamo invece che la "presa del potere" sia fattore risolutivo per la costruzione di una tale società, né che la trasformazione delle "strutture economiche" sia di per sé sufficiente a determinare un mutamento rivoluzionario nei rapporti tra uomo e uomo e tra individuo e società.

Gli obiettivi per la lotta della liberazione della donna sono quindi parte dei più generali obiettivi di liberazione quali:

a) "la liberazione dall'autoritarismo e dalla gerarchizzazione": l'obiettivo di una società di liberi ed uguali in cui in ogni fase e momento sia assicurata la massima partecipazione di ciascuno alla determinazione del proprio destino;

b) "la liberazione dai valori dogmatici e settoriali, dai pregiudizi religiosi, razzisti, fisiologici e biologici": la ricerca di una comunità umana come un tutto integrale basata sul rispetto per la vita e per la felicità di ciascuno;

c) "la liberazione dallo sfruttamento economico": la costruzione di un assetto produttivo, inteso come impresa collettiva, in cui il lavoro sia momento di autorealizzazione e non di alienazione;

d) "la liberazione dal condizionamento e dalla repressione psicologica": la libertà di sviluppare la personalità individuale entro la più vasta gamma possibile di qualità umane con l'esclusione di qualsiasi determinismo ideologico, biologico, razzista, sessista e religioso;

e) "la liberazione dalla repressione sessuale": la libertà ed il diritto a realizzare la soddisfazione sessuale con l'esclusione dello sfruttamento sessuale di un essere umano su un altro, sotto qualsiasi forma, tradizionale o moderna, esso si presenti;

f) "la liberazione dell'uomo dalle limitazioni del proprio corpo": il diritto e la possibilità di conquistare gli strumenti per superare le limitazioni della propria struttura fisiologica al fine di migliorare la condizione umana.

III - UN MOVIMENTO DI LOTTA

L'esistenza di uno "specifico" carattere dell'oppressione e dello sfruttamento della donna rende possibile e necessario che intorno alla lotta per la sua liberazione si organizzi un "movimento politico". Tale movimento, ha quindi una sua autonoma e peculiare area di lavoro e di lotta politica in quanto nasce dalla specifica contraddizione del "sessismo" che passa attraverso classi, strati e gruppi sociali. Non si tratta di un movimento di "emancipazione" della donna nei confronti dell'uomo, anzi tale concetto viene rifiutato. Non è infatti possibile emancipare qualcuno da qualcun'altro a meno che quest'altro non sia superiore. Non si tratta neppure di un movimento per la "integrazione" della donna nel sistema dei valori e nelle strutture di potere oggi esistenti. Il movimento si propone al contrario di lottare contro e di superare la specifica oppressione della donna attraverso la sua liberazione dal "sistema patriarcale", ponendosi nell'ambito del più generale movimento che tende alla disgregazione del pote

re e dei poteri per una più autentica liberazione umana. La lotta per la liberazione da qualsiasi oppressione - per la donna così come per qualsiasi altro individuo o gruppo - non può che nascere dall'interno degli oppressi ed è perciò che è necessario un "movimento di liberazione della donna".

Considerata l'insufficienza della lotta politica in questa specifica area di tutte le forze anche della sinistra tradizionale e nuova, così come si sono sviluppate in Italia nelle ultime decadi, e constatata la urgente necessità di imporre al centro della lotta politica anche la liberazione della donna come un momento essenziale della conquista e dell'allargamento dei diritti civili, sociali ed umani, il movimento si propone di operare nel particolare contesto italiano per abbattere tutte quelle strutture di potere che sono all'origine anche dell'oppressione della donna. In particolare il Movimento individua nel "clericalismo" (le cui strutture di potere, i valori e le istituzioni trovano nel Concordato la propria Magna Cartha), nel "capitalismo" (con particolare riferimento al quelle strutture produttive e commerciali che costringono ad un determinato assetto della casa, della famiglia e dei consumi), nell'"autoritarismo" (i cui valori improntati all'oppressione ed alla repressione sessuale sono tradotti ne

lle leggi civili e penali di origine fascista e clericale), e nel "patriarcalismo" (che permea il diritto familiare ed il costume di molti istituti sociali), i valori da sconfiggere, i nemici da combattere, le strutture da smantellare.

A questo fine è necessario ed urgente sviluppare un movimento collettivo che si proponga:

a) di elevare la presa di coscienza della oppressione della donna operando al livello dei valori, dei comportamenti, degli istituti giuridici, delle istituzioni sociali e delle strutture economiche;

b) di condurre specifiche battaglie per il conseguimento di obiettivi particolari.

IV - UN MOVIMENTO AUTOGESTITO

Il movimento assume la denominazione di "Movimento di Liberazione della Donna" (M.L.D.) ed è aperto a donne ed uomini, nonché a gruppi di studio e di lotta politica anche interessati a svolgere un particolare lavoro in singoli campi, aree o istituzioni purché nell'ambito di questa piattaforma di principi e di obiettivi.

Il "Movimento di Liberazione della Donna è autonomo e federato al Partito Radicale". Designa i propri rappresentanti nel consiglio federativo del PR, partecipa ai suoi congressi e prende bilateralmente tutti quegli accordi necessari al potenziamento delle proprie lotte nell'ambito di una struttura federale e libertaria.

Sono membri del MLD tutti coloro che accettano questa piattaforma di principi e di obiettivi e versano la quota mensile.

Il MLD federato al P.R., si basa su una "prassi di non esclusionismo" ideologico, politico, culturale e religioso; anzi ritiene che soltanto nella creazione di un movimento di lotta nel quale confluiscano contributi teorici, tensioni ideali, metodi di azione politica, patrimoni ideologici ed esperienze culturali di origine diversa - impegnati tutti in una comune piattaforma di lavoro politico - sia possibile conseguire obiettivi specifici ed al tempo stesso portare un contributo originale che accresca ed arricchisca il potenziale della lotta radicale e rivoluzionaria verso una società socialista e libertaria.

Il MLD, federato al P.R., è aperto a quanti accettano questa piattaforma di principi e di obiettivi e in particolare si propone di lavorare con tutti quegli individui, gruppi, movimenti e forze politiche con cui si trovino convergenze nelle lotte sia per quanto riguarda specifiche battaglie che più in generale per il potenziamento della lotta per la liberazione della donna.

Il MLD, federato al P.R., intende autogestirsi in termini politico, organizzativi e finanziari. E' impegnato a praticare l'autogestione delle lotte insieme a quelle forze che di volta in volta partecipano alle proprie specifiche battaglie. Propone altresì l'autogestione delle lotte a quelle forze che promuovono battaglie che lo riguardano e a cui decide di fornire il proprio appoggio.

V - GLI OBIETTIVI DEL M.L.D.

A - Al fine di conquistare alla donna il diritto di disporre liberamente del proprio corpo:

1) l'informazione sui mezzi anticoncezionali anche nelle scuole e la distribuzione gratuita a tutti senza discriminazione alcuna dei contraccettivi;

2) "la liberalizzazione e legalizzazione dell'aborto", senza distinzione di stato civile e di stato di necessità medica, nonché la creazione di apposite strutture sanitarie che possano fare dell'aborto legalizzato una effettiva facoltà alla portata di quanti scelgano di usufruirne;

B - Al fine di combattere condizionamenti psicologici e modelli di comportamento:

3) una "azione nella scuola" di ogni ordine e grado tesa ad eliminare i programmi differenziati tra i sessi e qualsiasi programmazione culturale (di origine clericale o autoritaria) che si fondi sulla divisione delle funzioni tra i sessi;

4) la "contestazione di miti istituzionalizzati" che presentano un'immagine deumanizzata o "specializzata" della donna (la ``mamma'' la ``moglie'', la ``amante'', ``l'angelo del focolare'');

C - Al fine di eliminare lo sfruttamento economico sulla donna e perché essa possa raggiungere attraverso il lavoro non domestico la propria autonomia economica e psicologica:

5) la "socializzazione" di quei servizi che oggi gravano prevalentemente sulla donna sotto forma del cosiddetto "lavoro domestico";

6) la "creazione di asili-nido" pubblicamente finanziati, socialmente gestiti e culturalmente improntati ad una visione antiautoritaria;

D - Al fine di conseguire i principi e gli obiettivi del Movimento a libello degli istituti giuridici:

7) la "contestazione con ogni mezzo", compreso quello della disobbedienza civile di massa, di tutte quelle civili e penali che nella sfera del diritto di famiglia, del lavoro, del costume, dei comportamenti psicologici e sessuali, sanciscono la discriminazione tra i sessi con un atteggiamento repressivo sulla donna;

8) "l'azione per far decadere ogni rapporto autoritario maschile" esercitato sulla filiazione anche e soprattutto attraverso l'attribuzione del cognome e della determinazione della discendenza, per rivendicare e affermare il significato sociale della filiazione ed eliminare qualsiasi discriminazione sulla nascita: nonché un'azione per far decadere la imposizione del cognome maschile alla moglie;

9) la "proposizione diretta attraverso iniziative popolari" è l'appoggio a particolari disegni di legge di iniziativa parlamentare che traducano in norme giuridiche i principi e gli obiettivi del MLD;

E - Al fine di realizzare in concreto, già fin da ora, la liberazione della donna:

10) la "propaganda e sperimentazione di nuove forme e stili di vita" attraverso la creazione di esemplari controistituzioni;

11) la "promozione e l'appoggio ad iniziative" tese ad elevare la coscienza della condizione della donna, quali l'organizzazione di "controcorsi" ed altri simili strumenti critici.

 
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