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Pannella Marco - 1 settembre 1970
Siamo alla conclusione
di Marco Pannella

SOMMARIO: Marco Pannella, dopo la sospensione, al ventiquattresimo giorno, del "digiuno pubblico" per portare avanti la campagna divorzista, sostiene la necessità che ciascun laico, antidivorzista assuma una personale responsabilità in questa battaglia cercando di raggiungere i partiti, i gruppi senatoriali e i singoli parlamentari; in secondo luogo, che si impegni a dar vita alla giornata nazionale di lotta divorzista e anticlericale che si svolgerà il 20 settembre e la sostenga anche con un contributo economico.

(IL DIVORZISTA N. 27, 1· settembre 1970)

Mandiamo in tipografia questo bollettino non appena è stato deciso di sospendere il "digiuno pubblico" giunto al suo ventiquattresimo giorno. I compagni che hanno maggiormente sostenuto l'onere e la responsabilità di questa iniziativa, hanno tenuto a riaffermare le gravi preoccupazioni che continuano a nutrire sul grado di preparazione e di volontà degli apparati dei partiti di far fronte nel paese alle prevedibili, immancabili, ultime disperate reazioni dell'avversario. Perché questa è una battaglia che si è finora vinta, e si vince, innanzitutto nella coscienza e con la partecipazione popolare.

Ma gli incontri del 21 agosto con i gruppi parlamentari laici del Senato, quello fra gli stessi gruppi ed il "comitato di garanti", hanno costituito un altro, importante passo avanti: v'era una atmosfera nuova e sinceramente amichevole, di fiducia e d'impegno reciproci. Abbiamo ora la speranza, malgrado le polemiche passate, che la compattezza e la forza decisiva della maggioranza divorzista sarà in Senato assicurata.

Grazie alla sortita un po' disperata del "digiuno pubblico", alla sua piena riuscita, abbiamo ora "tutti" un punto di appoggio più avanzato ed un terreno più solido per cercare di compiere di slancio il tratto finale del lungo, travagliato cammino che abbiamo dovuto percorrere per giungere ad un obiettivo pur così semplice, necessario, umano.

Se c'erano, e c'erano sicuramente, sordide trame e disponibilità alla resa, tentazioni di oscuri mercati di potere da compiere a spese del movimento laico e delle masse di separati, abbiamo mostrato di avere la forza di non subire, di non rassegnarci, di rispondere e di controbattere - con civiltà ma anche con energia ed efficacia - le iniziative dei nostri avversari e di chiunque tenti di far scadere il gioco politico democratico e parlamentare in bassa cucina per le mense di corrotte cricche di potenti.

C'è poco tempo, ormai. Anche per parlare e scrivere. Ecco quel che è urgente e necessario:

1) che ciascun laico, separato, divorzista si assuma una personale responsabilità in questa battaglia, per queste poche, residue settimane (e se vogliamo che restino tali). Che scriva e raggiunga in ogni altro modo partiti, gruppi senatoriali, singoli parlamentari del PCI, del PSIUP, del PRI, del PSU, del PLI, del PSI - impegnandoli a finirla, al massimo entro il 9 ottobre - con l'opposizione della minoranza clericale al divorzio;

2) che ciascun laico, separato, divorzista, si impegni sin da ora a dar vita, per il 20 settembre ad una grande giornata nazionale di lotta divorzista e anticlericale. In ogni città, in ogni paese, bisogna contestare le retoriche e ipocrite celebrazioni ufficiali. Dove è possibile si costituiscano comitati e si organizzino preventivamente pubbliche manifestazioni: non sono necessarie grandiose messe in scena: basta recarsi, in pochi, in una delle piazze principali, con cartelli, scritte che ciascuno può benissimo farsi anche da solo. Troverà certo solidarietà ed altri compagni. Dovunque possibile è necessario fotografare la manifestazione, ed inviarcelo subito per espresso, con le notizie. In sede locale, avvisare la stampa;

3) che ciascun laico, separato, divorzista, contribuisca a mettere la LID in condizioni finanziarie di sostenere con mezzi consistenti e adeguati le necessità propagandistiche e organizzative di queste ultime settimane. A Roma, dove la manifestazione del 20 settembre darà naturalmente la misura della nostra forza o della nostra debolezza, non siamo in grado nemmeno di stampare qualche manifesto, mentre ce ne vorrebbero diecimila: fra affissione, stampa e tasse non bastano molti milioni. Dovremo, se necessario, fare in poche ore, centinaia di migliaia di questi fogli, cercare di raggiungervi, di raggiungere l'opinione pubblica. Diventa mortificante insistere: ciascuno pensi a cosa può significare, anche al livello dei propri interessi personali, la nostra comune vittoria.

Lo confronti con quello che ha fatto, poteva fare, può fare. Tenga presente che difficilmente si ricevono, dalla storia come dalla vita, doni gratuiti. Chiediamo a tutti, di inviarci immediatamente "quanto può", tenendo presente che probabilmente, in tal modo, avrà contribuito a mettere la parola fine a questa vicenda.

Sappiamo già che gli umili, i poveri, com'è sempre stato nella battaglia della LID, saranno quelli che daranno, non solo relativamente alle loro possibilità, ma "in assoluto", il maggior contributo. Ai ricchi, agli agiati, ai benestanti chiediamo almeno l'equivalente dell'obolo che danno in qualche giorno ai mendicanti, per darsi buona coscienza a buon mercato. Tranne eccezioni, non sono capaci di fare di più, e li ringrazieremo anche di questo.

Amici, auguri e buon lavoro.

 
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