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Mellini Mauro - 15 ottobre 1970
Metodo radicale in nuove battaglie
di Mauro Mellini

SOMMARIO: La certa approvazione della legge divorzista dimostra che il metodo radicale ha funzionato, che la lotta anticlericale può avere successo, che essa lungi dal determinare la fuga dei cattolici dalle posizioni politiche più avanzate, ne consente la presa di coscienza del distacco dalla macchina di potere clericale. Funzionerà anche per tutte le altre battaglie per i diritti civili che la vittoria divorzista che si va delineando sta facendo uscire dall'utopia per consegnarle alla responsabilità dei cittadini.

(NOTIZIE RADICALI N. 103, 15 ottobre 1970)

La conclusione del dibattito al senato sulla legge sul divorzio può aver lasciato insoddisfatti molti laici, anticlericali, molti radicali, molti degli iscritti alla LID.

Eppure, se si è dovuti arrivare ad un compromesso e se la legge è passata solo grazie ad accordi e concessioni sul piano del potere tra DC e forze laiche, è però altrettanto certo che la vittoria del divorzio è stata, proprio al Senato, una vittoria extraparlamentare. Non è una contraddizione: al Senato la legge è passata perché la DC, battuta nel paese dalla durezza con cui i divorzisti hanno condotto la lotta, non ha potuto vincere, anche se aveva raggranellato i voti per affossare la legge. Il compromesso ha sanzionato questo dato di fatto.

Si è detto e scritto che la conclusione del dibattito al senato ha evitato la spaccatura tra cattolici ed anticlericali. Psiuppini, comunisti, repubblicani socialisti se ne rallegrano. In realtà lo scontro tra clericali ed anticlericali c'è stato e c'è. Che cosa abbiamo fatto in questi anni se non scontrarci con i clericali, con il papa, con i vescovi etc.? Qualcuno avrà potuto tirarsi da parte lasciando agli altri il peso dello scontro. Ma lo scontro c'è stato e solo perché lo abbiamo vinto si è giunti al voto del Senato, malgrado i senatori perticati, malgrado la paura di vincere che da tempo serpeggiava tra i laici, malgrado lo stato d'animo che ha fatto dire a Nenni che la legge è stata "migliorata" (perché non fare allora un monumento ai franchi tiratori?).

Vittoria dei divorzisti nel paese, malgrado le molte debolezze dei partiti laici, malgrado le defezioni e la corruzione. Ed allora dobbiamo dire che il metodo radicale ha funzionato, che la lotta anticlericale può avere successo, che essa lungi dal determinare la fuga dei cattolici dalle posizioni politiche più avanzate, ne consente la presa di coscienza del distacco dalla macchina di potere clericale.

La battaglia divorzista non è finita, anche se sembra che siano stati veramente superati gli scogli più pericolosi e che gli avversari sono oramai rassegnati a perdere. Ma forse oggi, dopo gli ultimi fatti, le questioni aperte con la lotta per il divorzio debbono essere affrontate con maggior vigore ed urgenza. Il deterioramento della legge impone spazzar via lo scandalo degli annullamenti ecclesiastici per evitare il privilegio di chi vorrà divorziare in sei mesi anziché in diversi anni, la legge deve essere pur sempre difesa contro le velleità di annullamenti in sede di corte costituzionale. Oggi il divorzio troverà nemici sparpagliati, nascosti subdoli, sabotatori ipocriti. Contro di essi l'azione deve essere più vasta e capillare, ma soprattutto dovrà investire tutto il mondo che ha così duramente contrastato questa riforma. Dovranno essere portate avanti le lotte collaterali e parallele contro gli altri aspetti del potere clericale, contro il monopolio dell'assistenza, degli ospedali, contro il clerical

ismo nella scuola, contro l'inefficienza della giustizia elevato a sistema, di cui presto i divorzisti faranno l'esperienza. Oggi la lotta per il divorzio non solo è collegata con tutte le altre battaglie radicali, ma si identifica con esse. Quella per l'abrogazione del Concordato rimane la prima e la più urgente, ma anche le altre diventano, mano mano che il divorzio va in porto, assai meno diverse e distinte da quella che per anni ci ha visti uniti a tanti compagni socialisti, comunisti, democratici, ai fuorilegge del matrimonio, ai laici ed agli anticlericali di ogni tendenza.

Il metodo di lotta che il partito radicale indicò il 12 dicembre 1965 come valido per affrontare e risolvere un problema che allora sembrava utopistico, ha funzionato. Funzionerà anche per tutte le altre battaglie per i diritti civili che la vittoria divorzista che si va delineando sta facendo uscire dall'utopia per consegnarle alla responsabilità dei cittadini.

A Napoli ci incontreremo anche per parlare di divorzio, non tanto di quello che si è fatto, ma di quello che resta da fare e che il divorzio ci ha insegnato a fare.

 
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