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Notizie Radicali - 10 dicembre 1970
LO STATUTO DEL PARTITO
Moderni obiettivi per una nuova sinistra

SOMMARIO: L'unico "manifesto", l'unica "carta ideologica" che unisce i radicali è lo statuto. La premessa teorica di queste regole è l'intenzione di voler prefigurare nella gestione del partito quegli ideali socialisti e libertari che vogliamo affermare nella politica.

(NOTIZIE RADICALI N. 107, 10 dicembre 1970)

Ma voi, che "ideologia" avete? Siete marxisti, marx-leninisti, liberali? O che altro? E' questa la domanda che spesso i "professionisti" o gli "addetti" alla "politica" ci fanno. La nostra risposta è sempre una: l'unica carta "ideologica" che ci unisce, da otto anni, è lo statuto, l'unico "manifesto" che un radicale deve accettare. Poco? Forse troppo, dal momento che in questi anni solo alcuni paragrafi ne sono stati attuati, verificati in concreto.

La premessa teorica di queste "regole" del Radicale (con la R maiuscola) è l'intenzione di voler prefigurare nella gestione del partito quegli ideali socialisti e libertari che vogliamo, nella azione politica, che si affermino. I partiti "socialisti", quelli "veri", guidati da ideologie e strumenti teorici apparentemente più coerenti e organici dei nostri, si dimenticano troppo spesso, o forse sempre, che il primo passo verso la edificazione del socialismo si compie agendo già oggi, nella vita associativa, in modo antiautoritario, libertario, senza gli alibi dei necessari adattamenti, del rinvio ad un "poi" molto lontano. Stranamente, infatti, il "poi" ricalca sempre le premesse dell'"ora".

Secondo lo statuto, dunque, il Partito Radicale è formato dagli iscritti, dagli iscritti alle associazioni non radicali aderenti a livello regionale, dai partiti radicali regionali, dalle associazioni o gruppi aderenti a livello regionale o federale. E l'iscritto, chi è, quando è tale? Chiunque accetti lo statuto, versi le mille lire mensili, si impegni ad operare, nei gruppi o associazioni radicali, per attuare i punti della mozione congressuale annuale votata all'unanimità o con maggioranza qualificata, è radicale di pieno diritto. Non può essere, ad esempio, espulso dal partito: chi non paga le mille lire non è, semplicemente, iscritto.

L'iscritto partecipa personalmente al congresso (il congresso è autoconvocato, di anno in anno, nella prima settimana di novembre). Qui si discute il programma di lavoro per l'anno successivo, e ogni iscritto misura, sulla mozione discussa e approvata, la propria disponibilità ad essere, per l'anno, militante radicale. Per il Partito Radicale non è problema la "doppia" tessera (semmai, sarà un problema dell'iscritto, se è anche aderente ad un altro partito); può essere importante ed utile che si portino i temi radicali nel dibattito degli altri partiti.

Gli organi del partito sono il Congresso, il Consiglio federativo (in via transitoria sostituito da una Direzione), il Segretario nazionale e la Giunta esecutiva, il Tesoriere, il Collegio dei revisori dei conti.

Il congresso, come si è detto, è annuale; vi partecipano, con diritto di voto, gli iscritti e i delegati delle associazioni o gruppi non radicali. Esso elegge il segretario, il tesoriere, il consiglio federativo (in via transitoria la direzione), approva il bilancio consuntivo, approva le mozioni, che sono vincolanti per gli iscritti solo se raggiungono la maggioranza dei tre quarti dei voti.

Il segretario è responsabile, per l'anno, dell'attuazione delle direttive vincolanti approvate dal congresso, il tesoriere amministra i fondi, propone iniziative di politica finanziaria. I bilanci dovranno essere pubblici, redatti con criteri di analiticità, e saranno presentati agli iscritti e al congresso, con una apposita relazione. Il tesoriere gode quindi di notevole indipendenza di scelte, perché è solo sua la responsabilità di indicare le priorità di spesa, con riferimento alle iniziative stabilite dal partito. Quanti partiti sono in grado di pubblicare propri bilanci e di stimolare su questi il dibattito? Quanti militanti e perfino dirigenti conoscono le fonti di finanziamento delle proprie organizzazioni?

Il P.R. non ha comitato centrale, eletto dal Congresso, ma deve avere un Consiglio federativo dalle proprie organizzazioni. Non sono ammesse cariche retribuite.

Queste le linee essenziali delle regole associative che ci siamo dati. Tentare di costruire il partito, che non sia chiesa, né portatore di soluzioni ad ogni problema, svincolare il militante dalla schiavitù ai dogmi e ai dirigenti, ricondurlo ai tempi e modi fisiologici dei normali rapporti fra uomini, è quanto ci siamo proposti, è quanto di più libertario siamo riusciti fino ad ora a costruire.

 
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