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Cicciomessere Roberto, Pannella Marco - 17 marzo 1971
COMMENTI ALLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE CHE LIBERALIZZA LA PROPAGANDA E LA VENDITA DEGLI ANTICONCEZIONALI.
di Roberto Cicciomessere, Marco Pannella

SOMMARIO: La ventennale lotta dell'AIED per l'abolizione delle concezioni clerico-fasciste di difesa della razza e di repressione della cultura e dell'educazione demografica, ha trovato oggi un riscontro nella sentenza della Corte costituzionale. Si tratta di una grande vittoria popolare che si pone - insieme alle altra sentenze della Corte sul Concordato e all'azione della magistratura democratica in difesa dell'infanzia, della natura e della vita sociale contro gli inquinamenti - come una denuncia dell'inettitudine del legislativo e dell'esecutivo.

Il Movimento di Liberazione della Donna ha presentato nei giorni scorsi un progetto di legga unico per la nuova disciplina della educazione demografica e per la liberalizzazione, la disciplina e l'assistenza clinica dell'aborto, che verrà appoggiato anche dall'AIED e dal PR.

(NOTIZIE RADICALI N. 134, 17 marzo 1971)

(Roma, 17 marzo 1971 (N.R.) - Sulla sentenza della Corte Costituzionale relativa all'art. 553 del c.p. e 111 e 112 del T.U. di PS la Segreteria Nazionale del Partito Radicale e la Giunta del PR hanno oggi preso posizione con la seguente dichiarazione del Segretario Nazionale Robero Cicciomessere e del Tesoriere Marco Pannella:)

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"La ventennale, solitaria impresa dell'AIED e di Luigi De Marchi ha finalmente trovato un riscontro nell'ordinamento interno del nostro paese. L'omaggio doveroso di tutte le forze democratiche a chi ha così assicurato un colpo definitivo alle concezioni clerico-fasciste di "difesa della razza", cioè di repressione scientifica, morale, politica contro ogni forma di cultura e di educazione demografica, è per quanto riguarda i radicali, compagni di lotta dell'AIED sin dal suo apparire, caloroso e fraterno. E' una grande vittoria popolare, delle grandi masse vittime sinora di un sistema che, sotto l'apparenza del divieto della legge, ha in realtà difeso la "pillola" e "l'aborto clinico" di classe, come, in un settore molto vicino, il "divorzio di classe" della S. Rota. Che l'uso degli anticoncezionali, con tutte le garanzie del caso, fosse in realtà ormai conosciuto dai ceti privilegiati è fatto a tutti noto. Ma questo omaggio non può non avere, come corrispettivo, una allarmante constatazione ed una accusa alla

classe dirigente italiana, in particolar modo a quella democratica e di sinistra.

Con le sentenze della Corte sul Concordato, con l'azione della magistratura democratica in difesa dell'infanzia e della natura e della vita sociale contro l'insidia mortale degli inquinamenti, con la sentenza odierna, assistiamo in poche settimane alla clamorosa, formale denuncia dell'intettitudine del legislativo e dell'esecutivo. Uno stato che deve alla scure democratica della Corte l'annullamento di leggi incostituzionali e aberranti, alla coraggiosa supplenza dei pretori la difesa dell'infanzia dalle mostruose spire dell'assistenza pubblica confessionale, è uno stato che rischia di morire nella coscienza popolare, che lo merita, piuttosto.

Il Partito Radicale, nel denunciare questa situazione si augura ora che il Parlamento assolva, sia pure con ventennale ritardo, ai suoi obblighi legislativi in questa materia, come in quella dell'abrogazione delle norme anticostituzionali del Trattato, del Concordato, della Convenzione finanziaria con il Vaticano. Non a caso, in ognuna di queste battaglie, sul divorzio, sul Concordato, sulla legislazione clerico-fascista in difesa della razza e contraria all'educazione demografica del paese, l'avversario è stato sempre lo stesso, le deficienze e el pavidità della sinistra solo difficilmente ed in parte rimosse.

Il Movimento di Liberazione della Donna ha, nei giorni scorsi, presentato, com'è noto, un progetto di legge unico per una nuova disciplina della educazione demografica e per la liberalizzazione, la disciplina, e l'assistenza clinica dell'aborto. Il prof. De Marchi ha oggi dichiarato che l'AIED appoggerà questo progetto. Lo stesso farà il Partito Radicale. Ci auguriamo che altrettanto sapranno finalmente fare le altre - tanto più teoricamente potenti - forze democratiche".

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(Roma, 17 marzo 1971 (N.R.) - La Segreteria Nazionale del Movimento di Liberazione della Donna (M.L.D.):)

"Non è esagerato affermare che si apre oggi una nuova fase della lotta per la liberazione della donna, da una piattaforma più avanzata e civile. Fino a ieri c'è infatti stata l'opera da pionieri, rigorosa e conseguente, per una volta non mistificatoria, di Luigi De Marchi e dell'AIED, a battersi per i contraccettivi, per una informazione ed una educazione che la legge clerico-fascista è antifemminile vietava; da oggi è grandemente facilitata e resa necessaria una ampia azione dal basso e veramente democratica; da oggi è dunque necessario che le masse femminili - politicamente consapevoli ed organizzate - e le forze radicali, le quali sole possono impegnarsi su questi diritti di libertà della donna al di fuori dei problemi di potere, da una parte lotttino per rendere concreto il diritto affermato dalla Corte Costituzionale con adeguate attrezzature pubbliche e di propaganda sui metodi anticoncettivi accessibili a tutti e dall'altra proseguano nella lunga marcia per la maternità consapevole, come parte della l

iberazione della donna, con la legalizzazione dell'aborto su richiesta, analogamente a quanto è avvenuto recentemente nello Stato di New-York. E' quanto il M.L.D. ha d'altra parte già annunciato pubblicamente di accingersi a fare, con la preparazione e la presentazione di un disegno di legge di iniziativa popolare.

 
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