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LID - 29 maggio 1971
ASTENSIONE DAL VOTO! PER IL 13 GIUGNO SE I PARTITI LAICI NON CAMBIANO ATTEGGIAMENTO

SOMMARIO: In occasione delle elezioni amministrative del 13 giugno la Lega Italiana per l'Istituzione del Divorzio annuncia che lancerà una campagna di astensione dal voto nel caso in cui i partiti laici non s'impegnino contro l'indebito intervento della Chiesa contro la legge per il divorzio. Voteremo "contro" perché i partiti tornino a difendere con il divorzio l'autonomia, la laicità, l'umanità della "politica"

(IL DIVORZISTA n. 41, 29 giugno 1971)

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"Si è a lungo e esaurientemente, nelle settimane scorso, discusso dell'atteggiamento che la LID doveva assumere in relazione alle elezioni amministrative del 13 giugno. La Segreteria Nazionale, e due folte assemblee, hanno stabilito che la LID doveva rivolgere un'appello ed un monito ai partiti laici perché mostrassero di non ignorare, come stavano (e stanno) facendo, lo scandaloso impegno della Chiesa contro la legge per il divorzio e il clima sempre più di guerra di religione che si tende a instaurare con la mobilitazione dei mezzi, del personale, e delle strutture ecclesiastiche e clericale a sostegno della raccolta delle firme per il referendum abrogativo.

Nel caso in cui, prima del 13 giugno ed in modo inequivocabile, la LID non avesse modo di riscontrare l'avvenuto impegno in questa direzione dei partiti laici essa annuncia di prepararsi a lanciare una consegna di astensione organizzata da voto.

"Il Messaggero", ed altri giornali, davano risalto a questa decisione. Se si eccettua, in due discorsi elettorali, l'on. Mancini, segretario del PSI, nessun altro partito mostrava di avvertire la fondatezza della nostra richiesta. Mancini rilevava a Roma, in un comizio, che "non è tollerabile che - all'impostazione tollerante che ha caratterizzato in tema di divorzio e di rapporti fra stato e chiesa l'atteggiamento dei socialisti - si risponda tra l'altro facendo divenire le chiese vere e propri uffici notarili per la raccolta di firme per la richiesta del referendum abrogativo della legge sul divorzio". Successivamente, Mancini criticava anche la "pubblicità" che si è voluta dare alla firma di Forlani. Non è gran che, ma è senz'altro un primo cenno di resipiscenza.

Da parte di Enrico Berlinguer, per il PCI, e l'on. Bozzi, per il PLI, si sono date dichiarazioni con le quali si riduce a pura "ipotesi" ed eventualità quella di un indebito intervento della Chiesa nella campagna antidivorzio.

Quali che siano le "sanzioni" che in tal caso s'annunciano, questo equivale a negare quello che tutti sanno: da tre mesi, un clima alla 1948 si è instaurato e - tranne eccezioni come a Torino, Livorno, Ravenna - vescovi e parroci si sono impegnati nel più frenetico galoppinaggio a favore del referendum.

Dinanzi ad una precisa domanda postagli da "Panorama" sull'impegno della DC contro il divorzio, l'on. La Malfa si è limitato a "rammaricarsi" perché questo fatto crea complicazioni in chi ha voluto "definire con chiarezza i rapporti fra Stato italiano e la Chiesa cattolica"!

Continua, insomma, la grave prova di irresponsabilità con la quale si è "prima" (con le panzane sulle correttezza dell'atteggiamento vaticano e dc e sulla responsabilità preminente degli "ultras" Lombardi e Fusacchia) secondata nei fatti l'intenzione di ricorrere all'ultimo ricatto e prova di forza del referendum, "ora" si attua, spaventati, la politica dello struzzo per non vedere e non sentire. I divorzisti dei partiti "laici", non possono oltre tollerare questo vero e proprio tradimento della volontà unanime dei militanti, degli iscritti, degli elettori: la necessità e l'opportunità dell'astensione dal voto, e di una campagna di chiarificazione in tal senso, si va sempre più affermando; è questa la principale carta che abbiamo da giuocare perché cambino politica o cambino dirigenti. Da oggi al 13 giugno, dunque, ogni divorzista scriva ai partiti laici, in particolare a quello per il quale ha maggiori simpatie e fiducia, annunciando la nostra decisione e chiedendo che ci si consenta di mutarla, nell'unico

modo possibile, cioè scendendo in campo in difesa della laicità, dell'autonomia, e dell'umanità della "politica" e dello Stato.

Altrimenti, amici divorzisti, astenetevi e fate astenere dal voto coloro che comprendono la gravità di quanto sta accadendo. Ciascuno raccolga il maggior numero di certificati elettorali, per spedirli, se non avremo dovuto utilizzargli, alle delegazioni LID o alla sede centrale.

 
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