SOMMARIO: La denuncia dell'illegittimità delle modalità di raccolta delle firme per il referendum abrogativo del divorzio e del carattere anticostituzionale del referendum stesso.
(PARTITO RADICALE, 5 giugno 1971)
COMUNICATO STAMPA
Roberto Cicciomessere, segretario del Partito Radicale, e l'avv. Mauro Mellini, della direzione nazionale, responsabile delle iniziative del P.R., hanno oggi rilasciato la seguente dichiarazione:
``Il Partito Radicale, nel momento in cui si annuncia la chiusura della campagna per la raccolta di firme di richiesta del referendum popolare di abrogazione della legge che istituisce il divorzio in Italia,
denuncia all'opinione pubblica il carattere illegittimo e anticostituzionale del referendum stesso.
Le modalità di raccolta, incentrata nella mobilitazione dell'apparato ecclesiastico e paraecclesiastico (personale, mezzi, sedi) con l'indebita patente distrazione dei contributi pubblici destinati al culto della religione di Stato, con abuso di funzioni equiparate a quelle pubbliche, con la violazione delle disposizioni concordatarie, la mancanza al giuramento dei vescovi, la diffusione di notizie false e tendenziose nell'esercizio delle responsabilità di culto, l'istigazione al disprezzo delle leggi e del parlamento, il tentato abuso della credulità popolare, inficiano alla radice la richiesta di referendum come il prodotto di un unica, clamorosa azione illegale, e perciò necessariamente improduttiva di valide conseguenze giuridiche.
Se la magistratura ignorerà tale situazione non potrà che rendersi responsabile di una vera e propria convivenza verso un attentato alle istituzioni.
Il Partito Radicale, inoltre, afferma la sua convinzione che la Corte Costituzionale non potrà ritenere valida una legge che comporta la possibilità di abrogare leggi relative ai diritti imprescrittibili della persona e delle minoranze. Se si accettasse il principio che nella repubblica possono venire affidate alla descrizione della maggioranza leggi istitutive di facoltà (e non di obblighi) connesse all'attuazione dei diritti di coscienza, di libertà, costituzionali, potremmo infatti d'ora in poi attenderci in Italia una ondata di referendum abrogativi dei diritti delle minoranze etniche, religiose, culturali, politiche. Il Partito Radicale ricorda in questa occasione che esso fu l'unica forza politica che, con un intervento diretto a tutti i parlamentari laici, indicava nel progetto di legge che istituiva il referendum, poi votato, non già una misura di attuazione, ma di elusione del diritto popolare all'iniziativa e alla responsabilità legislativa non delegata.
L'indubitabile vittoria che riporteremmo in questo referendum non conta. Esistono principi più importanti di qualsiasi successo particolare, di qualsiasi vittoria di parte, pena lo svilimento ed il crollo di ogni patto sociale democratico. Il Partito Radicale rivolge dunque un appello ai militanti di tutti i partiti di sinistra perché garantiscano in parlamento e nella lotta politica la presenza democratica dei loro dirigenti e rappresentanti, contro le conseguenze di una legge che, imposta dal partito clericale, non poteva non rivelarsi, come è nei fatti, uno strumento nuovo e temibile di soffocamento della democrazia nel nostro paese.''
COMUICATO STAMPA
CONSEGNA DELL'ASTENSIONE DEL PARTITO RADICALE PER IL 13 GIUGNO VENERDI' 11 A P.ZZA NAVONA NEL CORSO DI UNA MANIFESTAZIONE SARANNO BRUCIATI I CERTIFICATI ELETTORALI
alle ore 19
Venerdì 11 giugno nel corso di una pubblica manifestazione indetta a Roma in Piazza Navona, esponenti del Partito Radicale brucieranno i propri certificati elettorali per sottolineare con questo gesto la gravità dei motivi per i quali il P.R. ha deciso la consegna dell'astensione. Aprirà la manifestazione un discorso di Marco Pannella. Nel corso del comizio potranno prendere la parola anche i privati cittadini che intendano dare la loro motivazione alla decisione di astenersi alle elezioni del 13.
``Il Partito Radicale tiene a sottolineare il carattere di rivendicazione democratica e di denuncia di un giuoco elettorale sempre più truffaldino e anticostituzionale che ispira la sua decisione - viene detto in un comunicato emanato oggi dalla direzione -. Assistiamo ad un vero e proprio sequestro della sovranità popolare e del suffragio universale da parte dei partiti parlamentari che hanno costituito - al di là delle loro pur gravi divisioni - un vero e proprio racket di regime.
Monopolizzando l'informazione pubblica, attraverso la Rai-Tv, giornali controllati dal governo, il monopolio della pubblicità, l'intensa sempre più evidente con la stampa cosiddetta ``privata'', le funzioni e le sovvenzioni, ufficiose o nascoste, ai partiti già rappresentati in parlamento, si soffoca e vanifica il diritto ad associarsi politicamente in nuove formazioni di tutti i cittadini. ``Presentarsi'' alle elezioni, che significa presentarsi al giudizio dell'elettorato, diventa impossibile.
Qualsiasi nuova minoranza è esclusa dal dibattito democratico, imbavagliata, costretta ad una vita clandestina, impossibilitata a concorrere con un minimo di possibilità alle elezioni.
Il PDIUM ha diritto ad una informazione ed a un intervento, a propagandare le proprie idee, mentre questo è negato al ``Manifesto'' - che conta cinque deputati, e che è da almeno un anno oggetto continuo di attenzione e di informazione perfino sulla stampa internazionale. Gli elettori italiani non hanno diritto a saperne nulla. Il Partito Radicale, proprio perché crede fermamente nella necessità di una via democratica e parlamentare per l'edificazione di una società nuova e per una effettiva politica riformatrice, non intende oltre farsi complice dello scempio che il regime - in questo profondamente unito in tutte le sue componenti, di governo di opposizione - fa della Costituzione e dei diritti democratici.
Il Partito Radicale ricorda che perfino nella Francia gollista il generale De Gaulle ebbe lo stesso tempo elettorale alla Rai-Tv, del candidato Barbus; e il presidente Pompidou dello studente trozkista Alain Krivine. Questo in un Paese in cui il pluralismo dell'informazione radio-televisiva, pur gravemente ipotecato dal sistema di potere e di classe, già assicura un minimo di presenza alle minoranze ed alle nuove opposizioni.
Il comportamento delle forze di regime in Italia, egemonizzate dal clericalismo, dal classismo, dall'autoritarismo democratico cristiano, rende urgente che chi crede davvero nella democrazia parlamentare, nella sua virtualità socialista e libertaria e non solo invece nella sua vocazione reazionaria e truffaldina scinda le sue responsabilità da chi, con argomentazioni e illusioni diverse, rischia di divenir complice dei gravi, irreparabili danni che una classe dirigente cinica e opportunista sta apportando agli ideali democratici e repubblicani.
Opporsi alla violazione del Patto Costituzionale e delle corrette regole democratiche non è solo un diritto ma un dovere per chi non crede né alla violenza delle istituzioni e delle ``forze dell'ordine'' né a quella che essa chiama e moralmente (ma non politicamente, per chi vuole davvero una nuova società) legittima.
Il Partito Radicale, con la manifestazione dell'11 giugno inizia la sua campagna per organizzare, ove persistessero le attuali condizioni eccezionali di violazione della democrazia, una campagna di estensione di massa per le prossime elezioni politiche''.