di Angiolo BandinelliSOMMARIO: Riprendono da Budapest le attività dei "Partigiani della pace": con lussuosi depliants, propongono per l'Europa obiettivi chiari: mettere in piedi una macchina di propaganda a sostegno della progettata Conferenza sulla sicurezza europea. Sappiamo che da ogni discorso e da ogni iniziativa saranno emerginati i contributi di battaglie e impegni antimilitariti e libertari, quelli che hanno investito di responsabilità non solo l'imperialismo americano, ma anche gli "eserciti rossi", indicati come i garanti dello status quo. Mentre i pacifisti si riorganizzano, i radicali ripropongono come obiettivi di lotta di un socialismo diverso il ribaltamento delle politiche di coesistenza tra i blocchi, il netto rifiuto delle ragioni diplomatiche degli equilibri delle superpotenze. Con la consapevolezza che il fronte antimilitarista può contare su nuove presenze militanti maturate nella lotta per l'obiezione di coscienza.
(LA PROVA RADICALE N.1 - AUTUNNO 1971)
Con la massiccia protervia delle cose che nascono da una sostanziale, ottusa violenza, riprende dunque la sua attività il vecchio »Consiglio Mondiale della Pace , l'organismo frontista e burocratico che, negli anni tra il 1950 e il 1960, ebbe la funzione di promuovere e incanalare la propaganda di massa a sostegno della politica di coesistenza e di distensione dei sovietici. Credevamo che fosse morto e sepolto, rovinato sotto anni di rivolte ideali, concordi certamente almeno intorno ad un obiettivo, quello di farla finita con macchine propagandistiche, rituali a comando, verticismi, tatticismi e mistificazioni degli apparati. Quando, nel maggio scorso, leggemmo che a Budapest si era tenuta una sua assemblea, folta di bei nomi illustri, pensammo si fosse trattato semplicemente di una conta di dinosauri (tra i quali dovemmo contare - e ce ne dispiacque - anche militanti democratici come Lucio Luzzatto e Alessandro Menichelli, i due dirigenti del PSIUP che avevano accettato di parteciparvi a fianco dei soliti
burocrati, di un appariscente personaggio come Guido Fanti e del »giullare di dio La Pira) messa su solo per mantenere il diritto all'etichetta e alla ragione sociale. Sbagliavamo.
Il rilancio del comitato è invece in pieno svolgimento. Un »dunque, dicevamo che dovrebbe cancellare via persino il ricordo di quanto, nel frattempo, è accaduto. Lussuosi "dépliants" offrono anche le linee sui cui esso verrà effettuato. Riprenderanno, qua e là per il mondo, i festivals della gioventù, degli studenti e della pace: gli slogans sono già pronti. Riteniamo che la mobilitazione sarà inarrestabile, tra le frange giovanili non toccate o solo superficialmente investite dall'immenso dibattito degli anni scorsi. E impegni e scadenze sono anche fissati per qualcosa che vada oltre i giovani. Soprattutto per quanto riguarda l'Europa gli obiettivi sono chiari. Quel che si vuole, evidentemente, è mettere in piedi una macchina che mobiliti larghe masse dietro e a sostegno della progettata Conferenza per la sicurezza europea.
Intorno a questo obiettivo vedremo risorgere anche in Italia comitati, festivals a appelli, controllati dalle burocrazie di partito. La colomba della pace picassiana, divenuta simbolo, per anni, di tutto ciò che ha svilito e reso intollerabile, alla coscienza civile prima che rivoluzionaria, lo stesso nome di pacifismo, tornerà a volare sulle nostre teste. Abbiamo esperienza di queste storie. Sappiamo che da ogni discorso, da ogni iniziativa, verranno emarginati o tenuti in posizione minoritaria e subordinata, tutti coloro che cercheranno di portarvi il contributo di battaglie, di impegni, di volontà più serie, un antimilitarismo e un libertarismo che investa non solo le responsabilità dell'imperialismo americano ma anche quelle degli eserciti »rossi garanti dello status quo e della supremazia degli »stati guida un approfondimento ed un ribaltamento delle politiche di coesistenza, un netto rifiuto delle ragioni diplomatiche degli equilibri tra potenze: tutte quelle battaglie che hanno contraddistinto e dat
o dignità ai termini di antimilitarismo di pacifismo di lotta per un socialismo nuovo.
In questa operazione di restauro siamo anzi parecchio avanti. Una delegazione del »comitato italiano promotore si e recata, nei giorni scorsi a Firenze, per chiedere alle autorità comunali della città lapiriana ospitalità per una »Conferenza Internazionale dei giovani sulla sicurezza europea progettata per il 2-5 dicembre di questo stesso anno. Facevano parte della delegazione un rappresentante della federazione giovanile comunista, uno del movimento giovanile PSIUP, uno del movimento giovanile DC e un giovane repubblicano, più il burocrate del comitato tecnico. A Firenze, come se nulla fosse accaduto. Come se, proprio a Firenze, nel 1964, nel corso di un'altra (l'ultima che - a nostra conoscenza - si sia tenuta) non si fossero già verificate, premonitrici spaccature e divisioni che misero in mora falsi unanimismi e frontismi, riportando ciascuno ad assumere proprie precise responsabilità in un dibattito politico che non poteva tollerare ulteriormente, e non tollerò più infatti, confusioni e giochi meramen
te propagandistici.
Staremo a vedere come questa seconda conferenza fiorentina andrà, come si svilupperà la nuova offensiva propagandistica del comitato per la Pace. Questa volta però, sappiamo che nel paese, antimilitarismo, costruzione della pace, pacifismo, possono contare su presenze nuove, nuovi militanti che si sono maturati nelle lotte per l'obiezione di coscienza e nel dibattito su ciò che queste indicazioni significhino davvero e possano rappresentare.
ANGIOLO BANDINELLI