SOMMARIO: Nell'approvare la chiarezza con la quale l'on. Andreotti interviene nel dibattito sulla legge Fortuna, nel ricordare che le proposte dell'on.Andreotti furono già discusse e bocciate dal Parlamento, la LID chiede al Presidente del gruppo democristiano che si adoperi perché non sia sufficente l'intervento discrezionale di un vescovo o una sua insindacabile decisione perché, senza nessuna tutela, venga semplicemente cancellata l'esistenza di un matrimonio o di una famiglia. E' di questo che oggi si dovrebbe discutere: del fatto che per semplice motu proprio di un capo di Stato estero, lo Stato italiano si appresti a rinunciare ad ogni tipo di difesa di una legge. Il problema odierno è di battere il ricatto clerico-fascista cercando di non cadere nei tranelli e nelle mistificazioni che provengono da parte dei partiti laici, dal PCI e dal PSI.
(NOTIZIE RADICALI N. 138, 16 novembre 1971)
(Roma, 3.11.1971 (NR) - Il Segretario Nazionale della LID Marco Pannella ha rilasciato la seguente dichiarazione:)
Sia reso grazie all'on. Andreotti per il suo sforzo di chiarezza e di responsabile pubblicità al dibattito ed alle trattative in corso sulla legge Fortuna (e non sul referendum, come si sostiene), mentre i laici tremolanti e "dialoganti" sembrano ormai volersi confinare nel buio e nel silenzio - in verità appropriati per il loro comportamento.
Nel merito, le proposte dell'on. Andreotti, come egli stesso ricorda, furono già discusse e bocciate dal Parlamento, per motivi che è inutile perfino tornare a riferire.
La LID chiede invece, pubblicamente, al Presidente del Gruppo Parlamentare Democristiano, così attento ai problemi della famiglia e alla serietà del vincolo matrimoniale, perché egli non abbia ancora preso nessuna iniziativa per impedire che lo Stato Italiano sia costretto a mutarsi in macchina di distribuzione di divorzi fulminei. Dal 1· Ottobre, infatti, è sufficiente il personale intervento discrezionale di un vescovo e di una sua insindacabile decisione, perché - senza nessuna tutela dei diritti della donna, dei figli, del coniuge eventualmente abbandonato e incolpevole, della realtà familiare, l'esistenza di un matrimonio e di una famiglia venga semplicemente cancellata. Per semplice motu proprio di un capo di Stato estero, lo Stato Italiano s'appresta dunque a rinunciare ad ogni sua prerogativa, ad una qualsiasi difesa della legge - che si tratti di quella odierna o anche di quella precedente alla approvazione della proposta Fortuna. Di questo, e non d'altro, oggi si dovrebbe discutere.
In questa situazione è semplicemente scandaloso e intollerabile che partiti come il comunista ed il socialista stiano trattando "revisioni" e snaturamenti della legge divorzista, mentre nulla hanno fatto per impedire il referendum, né durante la campagna per la raccolta delle firme né sul piano della difesa dell'autonomia dello stato nei mesi successivi, né in Parlamento; ed accettino oggi il ricatto clerico-fascista, usandolo per mistificare e coprire le loro scelte subalterne nei confronti del potere della Chiesa e della DC.
La LID non può che rispondere all'iniziativa e alle tesi dell'on. Andreotti, come a quelle del Sen. Bufalini (fin quando non saranno ritirate) denunciando i ritardi, le confusioni, gli errori scandalosi dei partiti cosiddetti laici, che al rimorchio del PCI stanno ingenerando nell'opinione pubblica democratica confusioni, scoraggiamenti, equivoci, anziché impegnarsi - accanto alle Leghe e movimenti divorzisti e anticoncordatari - nella battaglia per vincere il referendum.
Illegale, incostituzionale, antidemocratico che esso sia, ormai esso va tenuto. Si tratta di battere il ricatto clerico-fascista e non di "superare" e snaturare la legge Fortuna. Non abbiamo dubbi sull'esito di tale battaglia, che a questo punto auspichiamo e organizziamo con decisione in tutto il paese.