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Fortuna Loris - 24 novembre 1971
Mobilitiamoci per la nuova battaglia contro i clericali e contro i traditori laici
di Loris Fortuna

SOMMARIO: Loris Fortuna analizza la situazione a distanza di un anno dalla approvazione della legge sul divorzio. La totale soggezione dei partiti laici al Vaticano, mette in pericolo il divorzio; è necessario pertanto creare una linea politica laica di alternativa e di opposizione al braccio secolare del Vaticano: la DC.

(NOTIZIE RADICALI N. 139, 24 novembre 1971)

La grande vittoria laica, ottenuta l'anno scorso in dicembre, con l'introduzione del divorzio nell'ordinamento giuridico italiano è in grave pericolo.

Molte possibilità esistono dinnanzi a noi ed agli altri: gli avversari, d'accordo con i cosiddetti partiti laici, sono trionfanti perché sono in grado di far reingoiare al Parlamento la legge sul divorzio che pur era stata votata pochi mesi fa.

I laici "veri" possono con una esaltante attività - tutta nuova - rilanciare la lotta per l'autonomia e la sovranità dello Stato anche in questo momento grave e penoso per tutti.

Pare impossibile: ma in dieci mesi di distanza dalla grande vittoria civile e democratica sul divorzio siamo di nuovo nelle "peste" e non per una particolare abilità dei nostri avversari ma, piuttosto, per la ignavia dei nostri presunti amici.

Il divorzio è in pericolo! E questo per i pasticcioni ed i traditori autentici che si annidano nelle pieghe dei partiti cosiddetti laici.

Ma non è solo per il divorzio in pericolo: direi che, tutto sommato, non è la cosa più importante nella grandiosa battaglia esistente tra Stato e Chiesa.

Ciò che impressiona è la propensione alla fuga ed alla resa a discrezione di quasi tutti i dirigenti dei cosiddetti partiti laici di fronte alla combinata offensiva del Vaticano e dei gruppi clericali oltranzisti di Gabrio Lombardi e dei Comitati Civici di Gedda.

In un clima di disarmo e di disfatta continua la vecchia e distruttiva politica dell'accordo a tutti i costi con il Vaticano.

Se, alla Costituente, l'art. 7 è passato con l'accordo tra i comunisti ed il Vaticano, oggi la situazione peggiora perché a quell'asse si aggiungono anche i suffragi di quei partiti laici che allora ebbero pure il coraggio di votare contro.

Purtroppo dobbiamo registrare che il problema del potere in Italia è inquinato dalla aberrante considerazione da parte di tutti che esso sia conseguibile solo tramite un accordo con il Vaticano: nessuno si pone il tema della riscossa laica, tutti propugnano solo l'accordo subordinato con il braccio secolare del Vaticano: la DC.

E' chiaro che non proponendosi mai un'alternativa che miri alla valorizzazione dello Stato e alla cacciata alla opposizione del partito del Vaticano, la DC, i compromessi si fanno sempre più lutelenti.

La vittoria ottenuta con il divorzio ha spaventato i partiti laici più di quanto abbia irritato il Vaticano.

Invece di esaltarsi per la affermazione dello Stato e del Parlamento laico, tutti si sono fatti la pipì nei pantaloni nel timore di perdere i necessari appoggi di potere con i monsignori della Curia Romana.

E' chiaro che in queste condizioni hanno preferito inchinarsi nella posizione tipica degli affetti del complesso dei clans dei babbuini, piuttosto che trarne le logiche conclusioni circa la possibilità di battere regolarmente la DC con questi temi, solo che si potesse proseguire sulla linea dell'unità del fronte laico.

Ed invece la totale soggezione al potentato vaticano fa ritenere più "redditizio" l'accordo con i preti che lo scontro sui grandi temi della tolleranza e della libertà.

In pratica ci hanno abbandonato tutti: hanno preferito contrabbandare la legge sul divorzio per un accordo di potere con i democratici.

Si aprono perciò prospettive urgenti per una nuova nostra attività di sostegno dello Stato e della sua autonomia, in uno con la lotta contro i cedimenti sul divorzio e contro il mantenimento del Concordato, attività di sostegno svincolata, più di prima, dei pesanti condizionamenti dei partiti sedicenti laici.

Occorre però, al di là delle pur legittime recriminazioni e denunce, creare una linea politica laica di generale alternativa la quale, non trascura di sollecitare alleanze nei settori più sensibili dei partiti tradizionali, deve, sempre sottacere le obiettive difficoltà, tradursi in strumenti politici pratici di nuova formazione.

Non possiamo arrenderci di fronte alle ignavie altrui: abbiamo pur dimostrato di saper vincere fra le ostilità generali ufficiali, forti solo di sostegno dell'opinione pubblica.

Perciò il Congresso della Lega deve essere sì una adeguata denuncia delle vigliaccherie altrui, ma dovrà soprattutto proporre una linea generale di riscossa del movimento laico italiano.

Fra tanti molluschi politici, sapremmo sottolineare la esistenza di uomini capaci di rialzare la bandiera della Repubblica contro la tracotanza clericale e neo-concordataria.

 
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