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Il Manifesto - 15 gennaio 1972
IL MANIFESTO. Sulla proposta del partito radicale per liste comuni alle elezioni del 7 maggio (18 marzo 1972)

SOMMARIO: Si dà ragione del rifiuto opposto alla proposta radicale per un accordo elettorale. I motivi del rifiuto sono di due ordini: uno è di tipo "generale" (è mancato in questi anni il processo di aggregazione tra le forze "dell'area anticapitalistica") e di tipo "specifico" ("con il partito radicale...è mancato in passato ogni confronto di posizioni"). La battaglia elettorale del "Manifesto" è "profondamente unitaria" e si rivolge "a tutta l'area anticapitalistica e antiriformista".

(»SOCIALISMO '70 , gennaio 1972)

Abbiamo informato ieri i compagni e i lettori della proposta avanzata dal partito radicale per la formazione di liste elettorali comuni. Lo abbiamo fatto pubblicando ampi stralci del documento a suo tempo inviatoci dal partito radicale perché fosse chiaro lo spirito e le motivazioni politiche della sua proposta, e in particolare il riferimento a quelle molteplici esperienze di lotta per i diritti civili che impegna diversi gruppi e comunità di base. Pur apprezzando quelle motivazioni, che potranno favorire iniziative unitarie nel corso della campagna elettorale, e più in generale ci impegnano a una maggiore apertura del giornale su un ordine di problemi spesso trascurati, il "Manifesto" non ha ritenuto che esistessero le condizioni per la formazione di liste comuni. E ciò per ragioni generali e per ragioni specifiche.

Le ragioni generali sono quelle già esposte nel documento che abbiamo posto a base della nostra battaglia elettorale. Non è andato sufficientemente avanti, in questi anni, nel vivo delle lotte, quel processo di aggregazione tra forze diverse dell'area anticapitalista e antiriformista che pure resta l'obiettivo da raggiungere per rilanciare su basi adeguate il movimento di lotta e costruire una nuova forza politica rivoluzionaria. Una alleanza elettorale perciò, oltre a risultare impossibile di fatto tra tutte le forze di quest'area, avrebbe assunto inevitabilmente al di là delle intenzioni il carattere di un »cartello tipicamente elettoralistico, falsando tutto il senso della battaglia. O peggio avrebbe assunto il carattere di una intesa tra gruppi contro altri.

Le ragioni specifiche riguardano poi il partito radicale, con il quale, in particolare, è mancato in passato ogni confronto di posizioni o esperienza comune di base, cioè ogni verifica pratica di quelle convergenze che pure esistono su diversi punti indicati dal suo documento, che possono favorire una condotta parallela della battaglia elettorale e un futuro lavoro, ma non bastano a rendere reciprocamente convincente una identificazione politica in liste comuni.

La nostra battaglia elettorale è profondamente unitaria per la piattaforma su cui si fonda, perché si propone di consentire una espressione, e quindi un passo avanti comune, a tutta l'area anticapitalistica e antiriformista, e anche per la composizione delle liste aperte - malgrado difficoltà rilevanti anche di ordine pratico - e ogni realtà di base significativa. Implica perciò, proprio per questa sua ispirazione realmente unitaria, una piena assunzione di responsabilità del nostro movimento al di fuori di ogni artificio, di ogni surrogato di un reale processo di unificazione politica.

 
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