di Carlo ErcolaniSOMMARIO: Viene qui riportata la posizione intransigente della Chiesa Cattolica nei riguardi della pornografia. Papa Montini ha più volte condannato la stampa pornografica e questi suoi appelli hanno provocato un intervento statale (perquisizione della casa editrice " Tattilo"). L'autore sottolinea il rischio che comporta la censura limitando uno dei diritti fondamentali dell'uomo: la libertà di stampa e, in generale, di espressione.
(LA PROVA RADICALE N.2, BENIAMINO CARUCCI EDITORE, Inverno 1972)
Nel suo discorso ai fedeli di domenica 6 febbraio, papa Montini non ha dimenticato un fervorino in favore di una più energica ed efficace campagna contro la pornografia, la droga e gli altri mali di cui si macchierebbe questa nostra società »permissiva . Lo avremmo considerato, questo, come l'ennesimo, un po' querulo, intervento del pastore presso i suoi fedeli, se una evidentemente preordinata regia non avesse fatto trovare in piazza San Pietro, ad ascoltare il verbo papale, il corteo dei partecipanti al »convegno nazionale contro la pornografia svoltosi nella stessa mattinata in un centrale cinema della città, e se l'appello non fosse stato preceduto da altri fatti, sintomatici e convergenti.
Il convegno »antiporno era stato promosso da un »fronte dei genitori in cui si ritrovavano il prof. Cotta e gli onorevoli Pia Colini Lombardi, Maria dal Canton e Agostino Greggi, mentre il servizio d'ordine veniva assicurato da un manipolo di picchiatori del »Fronte della gioventù , l'organizzazione giovanile filofascista. Alla fine dei lavori, l'on. Greggi assicurava che ben 5 milioni di firme erano disponibili per presentare un progetto di legge popolare contro la pornografia e in difesa della famiglia. E a questi crociati, reduci della campagna antidivorzista, papa Montini, non casualmente, ha riservato parte del suo preziosissimo tempo nella allocuzione dal balcone. Ma il giro di vite moralizzatore ha origini più lontane ed ha conseguito successi più sostanziosi e clamorosi.
Tralasciamo l'episodio del processo contro gli edicolanti genovesi, arrestati alla vigilia di Natale per aver posto in vendita pubblicazioni oscene. Di maggior rilievo, invece, il discorso, papale al sindaco di Roma e alla giunta municipale, il 27 gennaio; dopo alcune generiche esortazioni per i baraccati, una ben più premurosa sollecitudine mostrava Montini per la tutela »del carattere singolare di Roma , un carattere che »certa licenza pornografica e certo costume deteriore vorrebbero attenuare . Le autorità comunali non si erano però fatte sorprendere dal monito del papa: una campagna contro la droga è ormai da mesi in corso, diretta contro quasi 130.000 giovani che solo l'allucinata psicosi autoritaria vede barcollare e stramazzare per le vie della capitale. Che sia bene precedere i tormenti montiniani lo sanno anche magistrati e poliziotti. Il lunedì precedente l'apparizione in piazza San Pietro, funzionari della questura ed agenti della buoncostume si erano presentati nella sede della casa editrice »Ta
ttilo - la casa editrice specializzata in riviste per soli uomini, quali "Men", "Menelik" e "Playmen" - per una perquisizione motivata da una imputazione per il reato di »associazione a delinquere .
Tutta questa frenetica attività moralizzatrice è indizio del clima nel quale probabilmente si dovrebbero svolgere il referendum o, in alternativa, le elezioni anticipate. Siccome non ci meravigliamo, e non ci spaventiamo, di questo, non ci occuperemo di tali episodi, se non avvertissimo che anche su questo terreno la sinistra assume sovente, o quasi sempre, un atteggiamento francamente rinunciatario ed insostenibile.
Non basta infatti denunciare la scandalosa perquisizione della sede della »Tattilo , un precedente, in tema di libertà di stampa, di cui, certo, tutti hanno avvertito la pericolosità, o irridere con sufficienza allo spettacolo costituito dalla platea che ascoltava, il 6 febbraio, Greggi e la del Canton, con i suoi pensionati, le sue beghine irreggimentate dalle parrocchie, alcuni "voyeurs" e i giovani fascisti. Non basta, quando poi nella sostanza non ci si distingue, nella considerazione dei fatti, nel comportamento e nei giudizi, da quei giornalisti dell'Ordine della Lombardia o del Lazio che si sforzano di distinguere la loro onesta concezione della professione da quella degli »ignobili speculatori che si fanno editori o collaborano alle riviste pornografiche e, ad esempio, da »sinistra si lanciano anatemi contro il consumismo pornografico, facendo appello ai buoni sentimenti del proletariato, più o meno immune da questo male del secolo: portato della società ingiusta, viziosa, corrotta e capitalistica.
I giornalisti che scrivono queste cose sanno bene che non sono vere, o, se ci credono, sono degli sciocchi. Se la pornografia »volgare li disgusta, essi stessi poi sono gli autori di quel filtraggio dell'immagine che consente invece i sottili, eleganti ed allusivi erotismi che passano indenni le maglie della censura. Il limite dello scandalo è, e viene accettato, solo sul piano estetico.
Né essi possono dimenticare che pornografici e corruttori erano considerati solo pochi anni fa bikini e ragazze al bagno. Nella lotta illiberale di clericali, collitorti e autoritari contro la libertà di espressione, i limiti, il dosaggio dei centimetri di pelle scoperta, la censura nei confronti del banale, del »volgare , dello sboccato, sono armi artificiose e sempre pericolose. E si è sempre clericali ed autoritari, ci si collochi a destra o a sinistra, quando si presume di essere investiti di una mandato censorio nei confronti di chicchessia e su argomenti nei quali il lecito è storicamente, sovente, solo una barriera della ipocrisia, e l'illecito tende a discriminare, in sostanza, solo sui confini di classe.
Poiché non siamo esteti, ci preoccupiamo solo ed esclusivamente, da democratici, della difesa della libertà di stampa ed, in generale, di espressione, una libertà che consideriamo indivisibile. E solo su questo fronte riconosciamo, con sicurezza, chi è democratico e chi è invece, lo ammetta o no, un reazionario.