SOMMARIO: Il PR condanna il tentativo della magistratura che, tramite la sentenza pronunciata dal Tribunale di Roma nei confronti dell'ex suora Maria Diletta Pagliuca, intende minimizzare i reati che coinvolgono persone e istituzioni che gestiscono l'assistenza pubblica. Attraverso la tendenza che emerge dalle ultime sentenze in questa materia, emerge una linea mirante a non colpire le responsabilità del potere clericale nel racket dell'assistenza e a non rivendicare l'autonomia dello Stato in questa materia.
(NOTIZIE RADICALI N. 146, 1 febbraio 1972)
Roma, 15 gennaio - Il Partito Radicale di fronte all'inaudita sentenza pronunciata dal Tribunale di Roma nei confronti della protetta del Vescovo di Frascati, l'ex suora Maria Diletta Pagliuca e della sua gang, denuncia ancora una volta il tentativo minimizzatore della Magistratura nei confronti dei reati che coinvolgono istituzioni e persone che gestiscono l'assistenza pubblica quasi che la denuncia del loro criminoso operato sia considerata un "vilipendio" alle pubbliche istituzioni e che l'assunzione di pubbliche responsabilità sia valutata giuridicamente un'attenuante.
Attraverso questo verdetto assolutorio, l'esasperante lentezza del processo Petrucci, la sentenza del processo Gotelli, ultimi, in ordine di tempo di centinaia di episodi giudiziari riguardanti i responsabili delle strutture assistenziali italiane, passa una linea tendente a non colpire le pesanti responsabilità del potere clericale nel racket dell'assistenza e quella classe politica che dal Concordato fascista in poi continua vergognosamente a non rivendicare, in questo ed in altri settori che riguardano i diritti civili del cittadino italiano, l'autonomia dello Stato.