SOMMARIO: L'intervento della CEI nella vita del nostro Paese in occasione della presentazione in Parlamento di due progetti di legge per la legalizzazione dell'aborto, costituisce la manifestazione della volontà della Chiesa di intervenire sulla morale dei cittadini italiani ai quali, nella pratica, viene tolto il diritto costituzionale di non essere cattolici. La condanna dei Vescovi nei confronti dell'aborto in tutte le circostanze, è una ulteriore manifestazione di questa tendenza.
(NOTIZIE RADICALI N. 146, 1 febbraio 1972)
Roma, 17 gennaio - L'ennesimo intervento aggressivo della CEI nella vita del nostro paese, scatenato dalla presentazione in Parlamento di due progetti di legge per la legalizzazione dell'aborto, ribadisce l'inammissibile ipoteca clericale sulla morale dei cittadini italiani ai quali solo teoricamente la costituzione concede il diritto di non essere cattolici. L'irresponsabile condanna dei Vescovi nei confronti dell'aborto, persino nei casi di diagnosi precoce di malformazione del nascituro, altro non è che l'isterica, ma purtroppo fondata dichiarazione di supremazia del Vaticano sul Parlamento italiano, e come tale va denunciata e combattuta senza paure e cedimenti...
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... una semplice dichiarazione di paternità accolta in "presunzione di veridicità". Paternità significa: patria potestà, trasmissione del cognome, rappresentanza del figlio in tutti gli atti civili e amministrazione dei suoi beni, usufrutto legale dei beni del minore, imposizione di un certo tipo di educazione, ecc.
Maternità significa: nove mesi di gravidanza, parto più o meno difficile in ospedali più o meno sicuri, spesso perdita del lavoro e comunque all'atto della nascita perdita di ogni diritto sul figlio a favore del padre. Alle donne che per esclusione si rifugiano nella maternità illudendosi che almeno in essa abbiano il diritto di realizzarsi, questa è la risposta della legge.