SOMMARIO: In seguito alla sciagura in Val Venosta in cui sono rimaste vittime 7 alpini durante una manifestazione militare, la segreteria nazionale del PR ha deciso di denunciare per omicidio plurimo colposo il comandante della brigata alpina "Orobica". Il PR, a voce di Marco Pannella, intende anche denunciare l'atteggiamento del Governo che negli ultimi tempi ha accentuato le sue posizioni militariste perseguitando ogni propaganda di idee pacifiste a antimilitariste.
(NOTIZIE RADICALI N. 149, 15 FEBBRAIO 1972)
Roma 13 febbraio - La segreteria nazionale del Partito Radicale, appresi i particolari della sciagura in Val Venosta, in cui sono restati vittime sette alpini, in circostanze analoghe a quelle che provocarono la morte di altri sette militari, nel 1970 a Braies, da deciso di denunciare per omicidio plurimo colposo il comandante della brigata alpina "Orobica", riservandosi di farlo anche per altri eventuali reati e responsabilità.
A nome della Giunta Nazionale del P.R., Marco Pannella ha rilasciato una dichiarazione in cui si rileva che il Presidente del Consiglio, Ministro della Giustizia ad interim, ha concesso in questi mesi, con ritmo crescente, autorizzazioni a procedere per il reato di vilipendio delle forze armate. Come non mai in passato, si perseguita ogni propaganda di idee pacifiste ed antimilitariste, si condannano giornalisti si incarcerano gli obbiettori di coscienza. Contemporaneamente la cronaca ci segnala ogni giorno incidenti mortali di cui sono vittime giovani aviatori, paracadutisti, alpini: i morti si moltiplicano. Il PR non vuole che per i morti della Val Venosta si parli di fatalità, come sempre avviene in casi del genere. "Se dei "privati", se dei "civili" avessero deciso di effettuare manifestazioni sportive in quelle condizioni, oggi sarebbero accusati come folli irresponsabili; ci sembra irresponsabile, e tanto più grave, che si imponga a dei cittadini, solo perché alle armi, di esporre le
loro vite per superflue e in utili manifestazioni militari". "Veglieremo perché anche questa inchiesta non si trascini e invitiamo i famigliari delle vittime a assicurare essi in primo luogo un corso adeguato alla giustizia ed alla ricerca della verità".