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Mellini Mauro, Pannella Marco, Sircana Franco, Spadaccia Gianfranco, Teodori Massimo - 29 marzo 1972
Radicali-Manifesto: la proposta di cinque radicali
di Mauro Mellini, Marco Pannella, Franco Sircana, Gianfranco Spadaccia, Massimo Teodori

SOMMARIO: Il testo della lettera al Manifesto di cinque militanti radicali nella quale annunciano l'intenzione di proporre alla direzione nazionale del Pr un accordo elettorale fra il Manifesto e il Partito Radicale per la presentazione di liste comuni, aperte nella composizione e nella impostazione della campagna elettorale. La necessità di guardare al di fuori delle realtà interne di partito per aprirsi, anche nel momento elettorale, alle nuove realtà e movimenti di opposizione al regime.

(NOTIZIE RADICALI 29 marzo 1972)

ROMA, 2 marzo

"Cari compagni, contemporaneamente alla vostra assemblea dei delegati si svolgerà la direzione nazionale del nostro partito per discutere lo stesso problema: l'atteggiamento di fronte alle prossime elezioni del 7 maggio. Proporremo in quella sede un accordo fra il Manifesto e il Partito Radicale per la presentazione di liste comuni, aperte nella composizione e nella impostazione della campagna elettorale.

Sappiamo quanto diversi per matrice ideologica e per attenzione politica siano i nostri movimenti. Ma riteniamo che oggi sia necessaria una forte, articolata e convergente presenza antiregime in queste elezioni che sono chiaramente una truffa per il modo in cui sono state indette, per come sono gestite, per l'uso monopolizzato e manipolatore dei mezzi di comunicazione di massa.

Matrice ideologica, tradizioni politiche ed esperienze di lotta ci rendono diversi. Tuttavia duplice è la ragione che ci spinge a formulare questa proposta di accordo ai nostri compagni della direzione. Primo, la necessità di offrire un punto di riferimento a quanti non accettano il regime e il ricatto dei partiti tradizionali, adoperando il momento elettorale come uno strumento per una campagna nel paese di crescita di movimenti di massa e di lotta intorno ad una chiara prospettiva di alternative. Secondo, la considerazione che in questa stagione politica molte delle analisi e dei comportamenti di fronte ai problemi reali del paese hanno visto il Partito Radicale e il Manifesto assumere posizioni parallele. Tanto per ricordare alcuni punti: referendum e suo significato, strettoia corporativa, capitalismo di stato, analisi della funzione del clericalismo, giustizia di classe e di regime...

Noi siamo impegnati a far crescere delle lotte di liberazione di massa intorno ai diritti civili che riteniamo momenti essenziali dello scontro di classe e ad aprire su questo terreno dei fronti di lotta che i fatti hanno dimostrato corrispondere a contraddizioni fondamentali della società italiana di oggi. Chi, come voi, fa della formazione di uno schieramento di classe l'elemento centrale della propria azione politica non può se non a prezzo di una visione dogmatica e settaria ignorare questa dimensione insostituibile della lotta socialista e libertaria.

Crediamo che oggi il potenziale di protesta e di alternativa sia grande. Al di là dei nuclei organizzati del vostro movimento e del nostro partito, c'è una massa forse assai grande di lavoratori e cittadini che anche da questo momento elettorale aspettano un'occasione per sviluppare le proprie lotte. E sarebbe ingiusto ed irresponsabile deludere questa aspettativa. Ingiusto se ciascuno delle forze antiregime si chiudesse nella propria logica settaria, nella ricerca di una purezza che sarebbe tale solo nelle menti di alcuni dirigenti e non nelle passioni dei lavoratoti e dei cittadini e nelle contraddizioni oggettive del momento. Irresponsabile se ciascuno delle due forze, il P.R. o il Manifesto, rifiutasse una convergenza che potrebbe oggi fungere da moltiplicatore della energia alternativa al regime e al sistema.

Il valore insopprimibile dello scontro democratico di classe e della lotta nelle strutture, soprattutto nelle fabbriche e nelle scuole, non può far ignorare infatti la necessità di accompagnare e sostenere queste lotte anche attraverso una costante e dura iniziativa a livello delle istituzioni.

Alla proposta che presenteremo alla nostra direzione non daremo carattere frontista, né quello di cartello dei gruppuscoli, né quello di accordo realpolitico. Di altro si tratta: una campagna elettorale che renda esplicite le differenze di fondo come le convergenze su alcune chiare e comuni battaglie. Quindi non il minimo comune denominatore delle vecchie impostazioni comuniste ma il massimo di caratterizzazione per ogni componente della battaglia comune. E le premesse di un successo certamente non mancano.

La proposta che faremo sarà quindi di" carattere generale "fra due componenti consapevolmente diverse, aperta a tutte le altre forze e a tutti i gruppi che condividano l'analisi e la battaglia contro la natura di classe e la chiusura autoritaria e clericale del regime, che coinvolge ormai i partiti tradizionali della sinistra. Dovrà essere esplicito nelle ragioni e nel processo di formulazione, aperto ad altri apporti, capace di aggregare nuove energie. Soprattutto capace di coinvolgere attivamente" realtà di base e movimenti di massa "in comitati di azione inseriti nella realtà del paese. E certamente di questo tipo sono le esperienze, i movimenti e le leghe che i radicali hanno creato e animato in questi anni, non solo per il divorzio.

Sappiamo quanto scandalosa possa apparire questa proposta sia ad alcuni nostri che vostri compagni, se non si superano diffidenze vecchie e nuove. Quelle diffidenze, ad esempio, che il vostro giornale ha talora mostrato nei nostri confronti. Sappiamo tuttavia che oggi occorre guardare al di fuori delle nostre ancora limitate realtà interne. L'unica alternativa di lotta a queste elezioni-truffa e al governo illegale costituito per gestirle, se non si utilizza questa opportunità e non si realizza questa convergenza, sarebbe una campagna astensionistica contro le elezioni stesse.

Data l'obiettiva urgenza dei tempi, vi portiamo a conoscenza in forma certo anomala, contemporaneamente alla nostra direzione, di questa proposta perché l'assemblea dei delegati del Manifesto possa tenerne conto nei suoi lavori. Essendo ancora una iniziativa interna e personale, vi preghiamo di non darne comunicazione sul vostro giornali e alla stampa.

Con i nostri migliori saluti",

Mauro Mellini, Marco Pannella, Franco Sircana, Gianfranco Spadaccia, Massimo Teodori

 
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