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La voce repubblicana - 1 maggio 1972
LA VOCE REPUBBLICANA E IL PR (1) - PANNELLA NO

SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano del PRI "La voce repubblicana" dal 1972 al 1977 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)

Marco Pannella ha manifestato in un articolo sull'"Espresso" la sua intenzione di votare per il partito repubblicano, proponendosi di raccogliere su questa scelta alcune migliaia di "voti libertari".

Il giudizio dei repubblicani su Marco Pannella è chiarissimo, discende da una lunga tradizione di polemiche, si innesta sull'evidente discriminante politica che divide la nostra linea dalle scelte di molti radicali in questi ultimi anni. Il problema è di metodo e di sostanza: i repubblicani non condividono le soluzioni che Pannella prospetta per i problemi della società italiana né le tecniche con cui porta avanti le sue iniziative. E' questo l'inconveniente principale di Pannella: egli crede di dare un contributo positivo alla battaglia per l'affermazione dei diritti civili. Non si accorge, o se ne accorge fin troppo, che la sua azione rappresenta soprattutto un elemento di confusione, accentua le spinte disgregatrici che agiscono in una situazione di crisi come quella che attraversiamo. Di fronte alle convulse iniziative di Pannella, noi contrapponiamo la concretezza dei fatti: e i fatti sono la coerente e lucida battaglia del Pri, accanto alle altre forze della sinistra democratica, per difendere l'istitu

to del divorzio; sono un contributo fondamentale alla riforma del diritto di famiglia e la proposta di legge per il controllo delle nascite e per l'aborto, presentata da una parte dei deputati del partito su mandato della direzione.

Stando le cose in questi termini, non vediamo dove siano i presupposti per l'adesione di Pannella alla politica del Pri. A meno che la mossa non rappresenti soltanto un tentativo di seminare confusioni strumentali come è nella tradizione personale di Pannella. In questo caso, a maggior ragione i repubblicani lo respingono. Pannella, insomma, non lo vogliamo: vogliamo, invece, l'appoggio delle persone responsabili che in questi anni si sono battute in difesa dei diritti civili.

 
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