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Archivio Partito radicale
Teodori Massimo, Fenoaltea Giorgio, Bugno Federico, Calderisi Giuseppe, Canestrini Sandro, d'ippolito Ernesto, Troianiello Giovanni, Ignazi Piero, Croce Achille - 30 agosto 1972
(2) Nuove tessere e doppie tessere: perché aderiamo al PR
di Massimo Teodori

FEDERICO BUGNO: NON TRADISCO L'IMPEGNO REPUBBLICANO CHIEDENDO LA DOPPIA TESSERA

Roma, 6 luglio 1972

"Cari amici, perché la doppia tessera? Non credo, nel momento in cui chiedo di reiscrivermi al partito radicale - senza, peraltro, tradire né venir meno all'impegno repubblicano che da oltre cinque anni ho deliberatamente scelto - di mancare di coerenza o di rigore nelle mie decisioni politiche. Sono molte, ne sono convinto, le convergenze che esistono tra l'impegno laico e culturale del PRI e quello libertario e anticlericale del partito radicale.

Non sono il solo, in un contesto politico come è l'attuale, così difficile, e contraddistinto da un obiettivo e indiscutibile" révirement "di destra, a credere che certe convinzioni, e certi valori si possano, oggi, difendere solo se si assume un modo non tradizionale nell'intendere la milizia e l'impegno politico. In realtà, le battaglie che il partito radicale ha condotto in questi ultimi anni (e che mi trovano d'accordo sotto tutti gli aspetti) erano e sono battaglie al di fuori del solco della tradizione. Nessun partito, nessuna forza politica organizzata avrebbe potuto con lo stesso rigore e la medesima coerenza e convinzione portare avanti - come il PR ha fatto - la battaglia vittoriosa sul divorzio; o impostare quella, spero altrettanto vincitrice, contro il militarismo o per l'aborto, o per la libertà delle convinzioni, non solo religiose.

Probabilmente è il metodo non convenzionale che ha permesso finora e ancora permette un approccio diretto con le masse qual è stato quello che si è verificato per il divorzio. Non iscritti, non apparati di partito, e nemmeno burocrazie interne alienanti e soffocatrici: quello radicale è un impegno personale, di militanti e di iscritti, o anche soltanto di simpatizzanti, ma tale da trasformarsi, nel momento della necessità, in azione concreta.

Personalmente sono convinto che molte delle battaglie radicali siano battaglie che appartengono alla sinistra italiana. Battaglie su cui sarebbe possibile mobilitare gli iscritti dei partiti laici. Ma so anche che i »giochi della politica impediscono alle forze tradizionali una azione diretta e convincente. Altri compiti - ritenuti »fatalmente ugualmente o più importanti - la affliggono. Così, purtroppo troppo spesso l'impegno libertario e civile viene soffocato da una logica, nell'intendere il potere e la partecipazione al governo, di cui sarebbe troppo lungo discutere in questa sede.

Manca così quella prospettiva d'azione, a lunga o media scadenza, che potrebbe altrimenti portare le forze della sinistra laica e marxista a meglio, più lucidamente comprendere la propria forza e le proprie possibilità. Manca anche quel minimo comune denominatore, solo alcuni anni fa ancora auspicato e auspicabile, che dovrebbe naturalmente unire i partiti laici e di cui il PR si fa, oggi, unico interprete: l'unità laica delle sinistre.

Mi auguro che, in vista soprattutto di un congresso del PR, quello di novembre, nel quale dovranno essere valutate le prospettive del partito e della sinistra per gli anni settanta, la mia decisione non resti il gesto di uno di coloro che, sul piano individuale, hanno già responsabilmente compiuto la scelta radicale. L'assunzione di una analoga, rigorosa e feconda contraddizione - le due tessere cioè - è una scelta necessaria".

Federico Bugno

ISCRIVENDOMI NON TRADISCO LA MIA PROFONDA FEDE ANARCHICA

Milano, 6 luglio 1972

"Cari compagni, sono un compagno anarchico di 23 anni abbonato alla »Prova Radicale . Vi scrivo per manifestarvi tutta la mia solidarietà e per offrirvi tutto il mio aiuto, che è ben poco (non essendo io né un importante intellettuale né un quadro dirigente di qualche movimento ma solo un povero idealista sognatore di questa utopica, irraggiungibile, società di uomini liberi, che cerca disperatamente mille risposte concrete che possano portarla ad una partecipazione attiva, militante, per il raggiungimento dei fini in cui crede) ma che spero vorrete accettare.

E' ben triste la situazione a Milano per un anarchico; infatti il movimento è ben poca cosa, condannato dalla sinistra parlamentare e rifiu

tato anche dai movimenti extraparlamentari ed isolato, anche, completamente dalla classe operaia, raccoglie vari strati di persone che forse non conoscono o non si rendono conto di cosa sia l'anarchia.

Gente che crede fattibile la rivoluzione da un giorno all'altro, che usa facili slogans come forma di propaganda politica. Tutto questo mi ha a lungo amareggiato ed emarginato da qualsiasi impegno politico.

Ln questi ultimi mesi con l'aiuto della »Prova Radicale e di »Notizie Radicali mi sono reso conto della validità e della concretezza delle tesi portate avanti dal Partito. Si può e si deve credere in una alternativa di sinistra al regime.

Sono pronto a fare tutto ciò che è nelle mie forze, iscrivendomi al partito, ben sapendo che così facendo non tradirei nessuna ideologia né rinnegherei la mia profonda fede anarchica.

Sono molte le cose che vorrei dire intorno al partito, le sue lotte, il suo futuro; mi sembra però inutile dilungarsi ora. Ho letto della marcia antimilitarista, vorrei parteciparvi ed avere, quindi, il primo vero contatto con i compagni. Vorrei, perciò, avere tutte le informazioni necessarie; attendo con ansia una risposta. Con lealtà e sincerità vi mando fraterni saluti".

Claudio Gianantonio

MI AVETE MANDATO LA TESSERA COME »SOSTENITORE NON ISCRITTO MA DESIDERO ESSERE ISCRITTO

Vicenza, 12-7-1972

"Mi avete mandato la tessera come »sostenitore non iscritto ma io desidero essere iscritto.

L'opposizione comunista e socialista all'attuale governo si manifesta in toni dimessi di tattica prudente, disponibilità e pazienza, come nel proposito di far rinsavire chi è caduto in errore e si cerca di fargli aprire gli occhi. Si dice di voler battere questo governo e gli si chiede la grazia.

E' uno spettacolo deprimente di tira-a-campare senza prospettive, un invito alla rassegnazione. Tutta gente che non si vuole compromettere e tutti con quel linguaggio evasivo, sfumato, diplomatico. Non degli oppositori, ma dei postulanti

E poi uomini che si battono come Pannella, Mellini, Teodori... dove li troviamo altrove? Devo leggere »Notizie Radicali per rincuorarmi, per sentire della verve, del realismo, una volontà costruttiva, una possibilità di azione per rivendicazioni democratiche.

Per questo mi iscrivo al Partito Radicale".

Piero Franceschetti

NON SONO RIUSCITO A CAPIRE L'ESSERE E L'AVERE DI QUESTO BENEDETTO PR

Chieti, 17-7-1972

"Compagni, sono ben lieto di mettere in chiaro la mia posizione di »simpatizzante nei riguardi del PR, posizione che ritengo di superare personalmente, per la sua vuota caratteristica di mezza-verità.

Sicuro di non essere gradito, in qualità di »radicaleggiante , senza o con la rappresentanza e la tappezzeria, e sincero nell'assumere la responsabilità delle mie azioni, rimando il mio inserimento nel Partito, perché, con tutta umiltà, non sono riuscito a capire pienamente l'"essere "e l'"avere "di questo benedetto PR!"

Ugo Iezzi

LE NOSTRE LOTTE LIBERTARIE DOVE LE METTIAMO SE IL PR NON CONTINUA A ESISTERE?

Firenze, 10 luglio 1972

"Cari compagni, nel panorama politico italiano che abbiamo di fronte tutti i giorni, l'opportunismo sembra essere divenuto la regola, le compromissioni, i voltafaccia, i cedimenti che hanno investito l'intero arco della sinistra, non sono che l'esatta diagnosi di quella sete di potere a tutti i costi, che ha logicamente le sue conseguenze e che si ripercuote sul singolo militante, ieri portato a sperare, oggi portato al disinteresse dalla politica dei baratti e delle rinunce.

In una società dominata dal qualunquismo (che viene alimentato dalla classe dirigente, attraverso le sue fonti di »distrazione ) fare politica è diventata una cosa ardua.

Perciò l'esigenza prima che si pone è vincere il qualunquismo e l'opportunismo attraverso l'impegno di quei militanti che da tale morbo non sono stati ancora contagiati e che possono

riportare sulla strada della lotta i compagi »ipnotizzati a non credere più in niente.

La situazione politica in Italia non ci permette affatto di dormire fra due guanciali, quando si è ancora lontani dalla meta, il nostro paese deve ancora acquisire quelle conquiste che non si limitano solo al campo sociale, ma anche al troppo spesso dimenticato terreno dei diritti civili e usando la parola »dimenticato motivo la mia scelta per il partito radicale.

L'unico partito che oggi sta portando avanti con impegno e coerenza quelle battaglie libertarie che gli altri partiti laici o comunque democratici, hanno lasciato volentieri per strada, forse per avere qualche elettore conservatore in più, che gli permetta di andare a poltrire sui banchi del parlamento.

Ricordando come la conquista del divorzio sia avvenuta mediante la lotta continua e capillare del Partito Radicale e i sacrifici dei suoi militanti di base e di vertice (ammesso che nel P.R. simili differenze possano esistere o se esistono non sono poi così sostanziali) tanto da fare scrivere a Giorgio Bocca che l'istituzione del divorzio è un debito che tutti i laici debbono ai radicali.

Oggi ritroviamo il partito radicale all'avanguardia di tutte le lotte in corso per i diritti civili, a cominciare dall'obiezione di coscienza, punto di partenza di una più generale lotta antimilitarista - contro il concordato fascista del 1929 fra Stato e Chiesa e contro i revisionisti concordatari che vorrebbero dargli una veste nuova, che non farebbe altro che rafforzare il concordato stesso, tutto ciò per i loro compromessi e dialoghi di vertice - ritroviamo il P.R. in prima fila a difendere la libertà di stampa, a chiedere la soppressione di quella vergogna che sono i codici fascisti, ancora in vigore - a battersi per la liberalizzazione dell'aborto e per l'emancipazione della donna nella società - a tenere alta la bandiera dell'anticlericalismo (e ce n'è proprio bisogno) - a difendere la legge Fortuna-Baslini (che ha introdotto il divorzio nel nostro ordinamento giuridico) dai tentativi abrogazionisti operati dal lerciume clericale e dai tentativi di snaturarla attuati dagli strateghi del compromesso, i

laici »all'acqua di rose quali Bozzi, Bufalini, Manca, e la »bigotta di sinistra Tullia Carettoni.

Per questo dico che il Partito Radicale deve continuare ad esistere, altrimenti le nostre lotte libertarie in che mani le mettiamo?

Fraternamente".

Piero Baronti

NON VOGLIAMO CONTAMINAZIONI (ANCHE DI INDIRIZZO) CON GLI OMOSESSUALI

Roma, 22 luglio 1972

"In quest'ultimo numero di N.R. abbiamo notato con sgomento che l'indirizzo del nostro partito sarà quello del periodico FUORI degli omosessuali italiani.

Siccome consideriamo gli omosessuali o dei viziosi o dei malati e siccome abbiamo considerato il nostro partito sino ad ora »onesto e virile nelle sue attività protestiamo altamente per l'ospitalità concessa agli omosessuali senza riserva e senza giustificazioni e senza attenuanti di valore filosofico o umanitario: il partito radicale si batte contro i preti, i militaristi, gli antidivorzisti, ecc., ma non per i viziosi ed ancor meno per guarire gli ammalati.

Siamo pronti per batterci a fianco dei radicali d'Italia per tutte le manifestazioni libertarie e liberatrici ma a fianco di uomini e di donne, non di effeminati e di viziosi.

Cosa per cui, nel caso in cui il nostro Partito non si impegnerà a disinteressarsi totalmente agli omosessuali e non farà »fuori FUORI dal nostro indirizzo, sia i sottoscritti che altri militanti di cui saprete il nome in un secondo tempo, si dimetteranno dal Partito a fine di agosto (e ciò per dare alla nostra Direzione di valutare il pro e il contro della nostra protesta che sin da ora dichiariamo indiscutibile). Nel ripeterVi la nostra completa dedizione agli ideali del Partito Radicale, che continueremo a sostenere anche fuori dal Partito stesso, vogliate gradire l'espressione di tutta la nostra considerazione".

Aldo Bargigli (vecchio iscritto) e Maria Andriovoli (nuova iscritta)

NON CAPISCO PERCHE' LA TESSERA PER FAR PARTE DEL PR

Modena, 25-7-72

"Carissimi compagni, non riesco a comprendere e a spiegarmi il perché della tessera per poter far parte del PR. Personalmente non ho mai preso tessere di nessun genere, perché in coscienza mi sembra di dover poi essere obbligato a pensarla, naturalmente in linea generale, come la pensa il partito o il gruppo di cui desi

dero, in un certo qual modo, far parte.

Le iniziative che svolgete sono estremamente importanti, le condivido e mi adopero affinché diventino operanti, quali: la battaglia per i diritti civili, abrogazione del concordato con la Chiesa, abrogazione del codice Rocco, ecc. Altre, come il non votare, la non violenza di massa, ecc., non le condivido, non le comprendo.

Per ciò che concerne il sostentamento del partito, si ricorre, come già fate, alla pubblica sottoscrizione. La cifra poi di lire 12.000 per tessera può anche scoraggiare i non abbienti (o quasi) e allora perché p. es. non avvertire che la tessera è pagabile anche poco per volta? Bisogna poi pensare alle decine di tessere che oggigiorno occorre portare con sé: tessera del partito, del club, del tram, del sindacato e via tesserando; senza scordarsi la carta di identità, il passaporto (non si sa mai), la patente, ecc.

Un'altra cosa che mi premeva chiederVi è questa: perché se non ci sono un minimo di 500 iscritti (dico bene?) cesserete ogni attività come partito, in quanto non volete essere un gruppuscolo? A mio avviso un discorso come il Vostro va portato avanti, anche se rimangono due o tre persone, anche se dovessero farlo nel deserto.

Saluti e amicizia".

Leo Valentini

DITEMI LE MODALITA' PER ISCRIVERMI

Milano, 28-7-72

"Leggo Panorama n. 238.

Desidero iscrivermi al Partito Radicale.

Vi prego di dirmi le modalità e le informazioni necessarie.

Molte grazie".

Marco Avitabile Leva

SONO PER UNA LOTTA PIU' TRANQUILLA

Roma, 31-7-72

"Cari amici, vi ringrazio della tessera di sostenitore, che sinceramente non aspettavo. Leggo con interesse e stima »La prova radicale .

Vi confesso, approvo meno »Notizie radicali ma solamente perché sono, per il mio carattere, per una lotta più tranquilla. (Non sempre è un errore).

Rimango una vostra amica sincera e sostenitrice ma mi è impossibile iscrivermi, proprio perché cerco di essere il più possibile seria e coerente in ogni mio contatto umano.

Non approvo alcuni atteggiamenti del Partito Radicale e non sarebbe quindi simpatico iniziare con gli scontri prima del dialogo.

C'è una domanda che mi pongo spesso, quando apro »Notizie radicali : Omosessualità. Omosessuali di classe!

Da radicali non avevate il diritto di discriminare (?), ma non era necessario ospitare presso la vostra sede il FUORI!!! Lotta politica? Per me, e non solo per me, l'omosessualità è una deviazione della psiche, incide sul comportamento e non è innocua.

E' una vicenda privata tra adulti responsabili. (Vedi la civile gente anglosassone).

Consapevolezza, dialogo, tolleranza reciproca sono indispensabili per gli uomini.

Maturità, sincerità contro le false ipocrisie e pudori quasi assurdi. Si! Ma... non si tratta di abbattere un tabù! Non si tratta solo di sessualità! Purtroppo, spessissimo, sono corruttori. Hanno tutta la mia tolleranza nel riconoscere la giustizia e la verità, ma non posso approvare né l'omosessualità, né il »FUORI . La verità di ognuno deve essere chiara ed aperta, ma non una provocazione.

Ostentare l'omosessualità è ancor di più dimostrare la propria debolezza, rendersi conto purtroppo di essere »diversi . Mi dispiace di vedere sotto questa luce »l'omosessualità e non parlo di sessualità matura ed evoluta. Con stima e cordialità".

Beatrice Mestruef

CRISTIANO CONVINTO, MI ASSOCIO ALLA VOSTRA LOTTA ANTIAUTORITARIA

Rodeano Basso, 11-8-72

"Cari amici, sono uno studente di 19 anni che domenica scorsa ha avuto modo di assistere alla manifestazione-dibattito tenutasi a Udine in occasione del passaggio della Marcia Antimilitarista. Non credevo sinceramente che voi non-violenti foste così forti, così preparati ed impegnati: le parole di Marco Pannella, dell'abate Franzoni e di parecchi altri che hanno partecipato al dibattito mi hanno letteralmente elettrizzato. Sono cattolico, cristiano con

vinto e non posso che approvare e associarmi alla vostra lotta contro l'autoritarismo, il clericalismo ed il militarismo.

Prima di adesso pensavo che le funzioni dei compagni e dei »fratelli che hanno fatto una scelta di classe fosse stata quella di dare una coscienza della loro condizione a tutti gli sfruttati ed oppressi e quindi lasciare a loro la decisione sulla metodologia da adottare per la rivoluzione; ora sono convinto che bisogna dare anche una precisa indicazione, evitando ben s'intende atteggiamenti di superiorità e parole inutili (e mediante testimonianza personale e dimostrazione della validità unica dei metodi non-violenti) circa la via da seguire.

Desideroso di essere più informato e quindi più deciso per questa scelta vi chiedo le modalità per l'abbonamento alla vostra rivista »Notizie Radicali ed inoltre vi prego di informarmi se il trimestrale »Prova Radicale esce ancora e le conseguenti modalità di abbonamento per quest'ultimo.

Vi saluto fiducioso in una vostra risposta e inviandovi fraterni saluti".

Maurizio Florissi

MI ISCRIVO PERCHE' AFFERMATE LA DEMOCRAZIA NEI FATTI E COI FATTI. GUAI SE SMETTESTE DI FAR POLITICA

Bolzano, 1-8-72

"Caro Pannella, dopo vari e infruttuosi tentativi volti a rintracciare l'indirizzo del Partito Radicale e inoltre a reperire il vostro periodico »La prova radicale , ora finalmente, grazie alla sua lettera a Calogero, apparsa su »Panorama , mi è possibile comunicare con voi.

Confesso che anch'io non conosco come vorrei la vostra organizzazione e i vostri programmi, nonostante abbia seguito, con grande interesse e crescente stima, le vostre battaglie per il divorzio, per l'obiezione di coscienza, per la laicità dello Stato e per tutto quanto attiene ai diritti del cittadino.

Voglio che sappia che mi sono sempre schierato al vostro fianco e che mi sento tuttora uno dei vostri e ciò pertanto desidero aderire ufficialmente al Partito che lei rappresenta così esemplarmente ogni volta, spesso pagando di persona, in cui i diritti autentici del cittadino minacciano di essere soffocati per opera di organizzazioni più o meno istituzionalizzate, più o meno costituzionali, non di rado dal regime che pretende di incarnare lo Stato democratico, ahinoi quanto poco democratico! Ciò che mi sta a cuore, in ogni modo, è di potermi impegnare con voi nella difesa e nel sostegno di quei rigorosi principi democratici, progressisti laici, che il vostro Partito mostra di propugnare nei fatti e coi fatti e non vendendo fumo come ormai fanno molti dei cosiddetti »democratici patentati italiani.

E' inverosimile che non riusciate a raggiungere l'obiettivo dei mille militanti iscritti; a parte il fatto che con la mia adesione, ve ne mancherà uno in meno, ho la sensazione che molti, anche tra i miei conoscenti siano sulle mie posizioni e quindi su quelle del Partito Radicale: forse sono radicali e non lo sanno.

Guai a voi se smetteste di far politica! Sarebbe una resa ingiustificata, anzi proditoria, per me e per tanti altri.

Resto in attesa che mi risponda cortesemente e che mi faccia avere la tessera del Partito oltre ai ragguagli atti a ottenere l'abbonamento a »La prova radicale .

La ringrazio e la saluto molto cordialmente".

Mino Begnis

SANDRO CANESTRINI: CON IL PARTITO RADICALE, PER RECUPERARE ALLA SINISTRA DI CLASSE LE BATTAGLIE DEI DIRITTI CIVILI

Rovereto, 3 agosto 1972

"Caro Roberto, caro Marco, sui muri della Parigi '68 si è anche letto »la fantasia al potere . E se è una rivendicazione da »massima eterna , la vostra organizzazione ci si avvicina certo a realizzarne il profondo contenuto - al di là di ogni paradosso - di libertà, di democrazia, contro ogni incrostazione, contro ogni burocratismo. Certo, la spontaneità della rivolta di ogni giorno postula le giuste briglie della ideologia e quindi della necessità organizzativa: ma la storia - e la cronaca! - ci dicono tutti i guasti provocati dalla soffocazione autoritaria, dal crollo nella routine della tensione ideale.

Voi parlate di iscrizione complementare al Partito Radicale e di pacifica coesistenza tra questa »tessera e qualsiasi altra della sinistra, in tutto il suo arco e in tutte le sue accezioni. Bene, quale uomo della sinistra non riformi

sta, credo anch'io che ciò sia possibile: anche senza tessera, fino a questo momento, io sono dalla parte della sinistra di classe, e con la tessera che in questo momento. Vi chiedo, voglio anche essere considerato d'ora in avanti militante radicale, per quelle battaglie - che ben lungi dall'essere revisioniste - scavano nel campo delle libertà civili e democratiche il solco parallelo a quello che sul piano di classe scavano i movimenti della sinistra conseguente.

A quando l'incontro delle tracce in un unico decisivo determinante solco?

Vostro"

Sandro Canestrini

HO BISOGNO DI SAPERE DI PIU' SU DI VOI

Verona, 4 agosto 1972

"Sono uno studente 19enne di Verona, e Vi scrivo per chiederVi se potete mandarmi delle informazioni sul Vs. partito, che, purtroppo, non conosco bene.

Ho sempre sentito parlare del Partito Radicale, sia da persone a Voi favorevoli, sia contrarie; ma alle mie richieste di delucidazioni, non ricevevo esauriente risposte. Chi mi diceva che il Partito Radicale era di destra, chi di sinistra, chi fiancheggiatore del Centro Sinistra. Tutto ciò dimostra come, sfortunatamente, voi non siete abbastanza conosciuti.

Il mio interesse nel Vs. Partito è aumentato, ultimamente, in conseguenza a due importanti (a mio avviso) avvenimenti: l'articolo su »Panorama del Prof. Guido Calogero e la famosa marcia antimilitarista nel Friuli.

Da questi due fatti ho capito che è impossibile che voi siate di »destra (scusatemi se l'ho solo pensato) anzi (e meno male!) dalle sommarie descrizioni di Calogero mi sembrate abbastanza a sinistra; se si può ancora classificare un movimento in destra o sinistra.

Sempre da quelle sommarie descrizioni su »Panorama ho potuto rilevare come i Vs. principi ideologici sono molto similari ai miei, e oserei dire al Partito Repubblicano (scusatemi se ho detto una eresia), al quale mi sento politicamente vicino.

Ma Voi ben capite quanto sia estremamente difficile, per un giovane, orientarsi politicamente e soprattutto »democraticamente nella società italiana contemporanea.

Vi chiedo perciò, se potete mandarmi delle informazioni, anche schematiche, sulle idee che costituiscono il Vs. Partito.

Nel ringraziarVi anticipatamente Vi prego di accettare i miei migliori auguri di raggiungere il numero desiderato di iscritti, (anche a prescindere dalle mie future opinioni su di Voi)".

Gilberto Marchi

LETTO »PANORAMA , MI ISCRIVO PERCHE' NON MUOIANO LE INIZIATIVE RADICALI

Brescia, 5-8-72

"Egregi Signori, apprendo da »Panorama , di cui sono lettore, la Vostra intenzione di scioglierVi, se non riuscirete a raggiungere, prima dell'autunno, la quota di mille iscritti.

poiché le vostre iniziative con eco nazionale sono state da me sempre giudicate con favore e credo che voi contribuiate non poco al progresso civile del nostro Paese, vorrei iscrivermi al Vostro Partito.

Ho quasi 21 anni e sto assolvendo il mio servizio di leva a Napoli.

Spero che la mia richiesta abbia un'accoglienza favorevole e che mi vorrete informare esaurientemente sui vostri programmi futuri, iniziative, eventuali sedi vicine alla mia località, ecc."

P. V.

MILITANTE DI »LOTTA CONTINUA , SONO RIMASTO COLPITO DALLA FORZA E DALLA MATURITA' DELLA VOSTRA NONVIOLENZA E DEL VOSTRO ANTIMILITARISMO

Venezia, 6 agosto 1972

"Cari compagni, sono un militante di Lotta Continua di Venezia, e ho assistito all'arrivo e al comizio dei partecipanti alla marcia antimilitarista a Cadroipo; nonostante le mie posizioni politiche siano diverse, specie in materia di non-violenza, sono rimasto molto colpito dalla forza, dall'entusiasmo, dalla maturità politica di gran parte dei marciatori.

In seguito a questo fatto ho mutato in parte ciò che pensavo della non-violenza e dei compagni antimilitaristi, frutto per altro di un'informazione superficiale. Non essendo in con

tatto con alcun gruppo antimilitarista o nonviolento, e volendo chiarire ulteriormente le vostre posizioni vorrei sapere se c'è un giornale antimilitarista o non-violento, se si riceve dietro abbonamento oppure si può comperare nelle edicole, se si possono avere documenti precisi sulla non-violenza e sull'antimilitarismo, e le relazioni dei convegni di studio e dei dibattiti tenuti durante la marcia antimilitarista. Rispetto alla marcia, essa ha avuto dei risultati molto positivi, sia verso i soldati, che nella grande maggioranza hanno rifiutato gli ordini di isolare e aggredire gli anti-militaristi, e che hanno avuto una possibilità concreta di superare l'isolamento in cui sono tenuti, sia verso le popolazioni del Friuli per le quali la marcia è stata una grossa occasione di dibattito politico, anche se a livello molto basso, vista la spoliticizzazione in cui sono tenute da tutti i partiti, quelli di sinistra compresi: infatti in paesetti anche relativamente distanti dai centri attraversati dalla marcia, c'

è stata molta discussione sulle idee propagandate dai partecipanti e sul significato delle ripetute aggressioni fasciste.

Un limite abbastanza grosso degli organizzatori della marcia, è stato quello di aver trascurato quasi del tutto la propaganda nei paesi vicini ai centri attraversati dagli anti-militaristi; molti per sapere qualcosa han dovuto leggere i resoconti (falsi) del Messaggero Veneto o del Gazzettino. Questo discorso vale soprattutto per la tappa di Codroipo, dove nel raggio di circa 10 Km da questa città, cì sono tutta una serie di paesi »rossi dove ci sono molti compagni che se fossero stati sensibilizzati meglio sarebbero intervenuti alla manifestazione dandole così un carattere di massa maggiore di quello che ha avuto.

Vorrei anche sapere quale ruolo hanno avuto le organizzazioni della sinistra extraparlamentare nei confronti della marcia, poiché nessuno dei partecipanti ha saputo spiegarmelo bene.

Comunque non voglio che pensiate che io mi sia eretto a giudice dei vostri pregi e dei vostri errori, ho solo voluto cercare di dare il mio contributo, visto che non ho potuto partecipare direttamente alla marcia.

Ho, per finire, un invito da rivolgervi: ripetete anche il prossimo anno la marcia sullo stesso percorso, organizzandola magari più capillarmente, coinvolgendo tutta una serie di forze e gruppi di compagni, che operano in Friuli, perché è necessario organizzare, specie in questa zona, un vasto movimento di lotta contro la servitù militare.

Tanti saluti a pugno chiuso".

Maurizio

LE VOSTRE LOTTE MI HANNO COINVOLTO, DESIDERO ISCRIVERMI

Reggio Calabria, 7-8-72

"Cari compagni, vi avevo scritto per ricevere informazioni sulla marcia antimilitarista ed ho ricevuto un numero di »Notizie Radicali che mi ha interessato moltissimo. Avrei tanto desiderato partecipare alla marcia ma il ritardo con cui ne sono stato informato mi ha impedito di disdire impegni già precedentemente assunti. Avevo già seguito con molto interesse ed approvato incondizionatamente le vostre lotte per il divorzio, l'aborto, l'obiezione di coscienza, ecc.

Desidererei partecipare attivamente alle vostre lotte; desidererei continuare a ricevere »Notizie Radicali ; desidererei iscrivermi al Partito. In attesa di vostre notizie vi invio i miei più cordiali saluti".

Domenico Crea

ANARCHICO: NON VI POTETE PERMETTERE IL LUSSO DI SCIOGLIERVI

Policono, 10 agosto 72

"E' un anarchico kropotkiano, che ti scrive, dopo aver letto su »Panorama n. 328, nella posta del prof. Guido Calogero, che il partito radicale si scioglierà, se non raggiungerà quota 1.000 iscritti. Non vi potete permettere il lusso di un'azione simile, il partito radicale non deve e non può sciogliersi, voi non potete smettere di far politica, né ora né mai.

Chi sa qualcosa di voi? Io, per esempio, so che siete stati gli artefici e i pungoli della legge Fortuna-Baslini; che vi siete battuti per la libertà sessuale ottenendo la legalizzazione della pillola, che avete, almeno in teoria, fatta approvare la legge sull'obiezione di coscienza, che vi battete per l'abrogazione del concordato, che ogni anno, il 25 luglio marciate da Milano a Vicenza per protestare contro il militarismo. Che la vostra sede è a Roma, in un palazzo barocco, in via Torre Argentina, che nel

'71 era arredato solo da pacchi di giornali e che ha avuto modo di ospitarmi assieme ad extraparlamentari ed hippies. Ho saputo che ha ospitato anche il compagno Valpreda. Che siete riusciti a far incriminare Arrigo Petrucci per peculato, che avete denunciato i maltrattamenti subiti dai degenti in ospedali psichiatrici e gli scandali ENI. Che il partito radicale si muove su posizioni social-libertarie, anticlericali e antifasciste, molto vicine alla FAI. Che il partito radicale combatte gli schematismi politici e le discipline di partito, cattoliche o marxiste. Che vi battete »per le conquiste dei veri diritti dell'uomo, libertà di esprimersi, di amare, di vivere al di fuori dei miti .

Qui siamo in cinque, due anarchici, un indipendente, un socialista e un trotskista. Leggiamo sempre la »Prova Radicale e »Notizie Radicali , grazie ad un avvocato radical-socialista che vi è abbonato, la discutiamo, raramente non siamo d'accordo con voi.

Fra un anno finirò il liceo e contavo di venire a Roma, per Legge e Scienze politiche. Mi volevo iscrivere al partito radicale, militarvi e collaborarvi. Non potrò farlo, se vi sciogliete".

Francesco P.

HIPPY CRISTIANO, SIMPATIZZO PER VOI PERCHE' ALIMENTATE LA SPERANZA DI FELICITA' PER L'UOMO

Legnago (Verona), 10 agosto 72

"Cari amici, chi vi scrive è un hippy che ha accettato e si sforza di vivere la parola di Cristo: parola di pace in questo mondo di guerra, parola di gioia in questa esistenza di dolore. Ho molto apprezzato la marcia di pace che voi avete sostenuto, anche se purtroppo ho partecipato solo l'ultimo giorno. E' stato a Peschiera che ho preso visione del vostro settimanale »Notizie Radicali a cui vorrei abbonarmi, non conosco però il prezzo dell'abbonamento annuale e le modalità; spero abbiate la bontà di rispondermi anche se capisco benissimo che siete assillati da molti impegni e questa mia lettera fa forse perdere tempo prezioso.

Ho deciso l'abbonamento perché sono rimasto colpito dall'onestà e limpidezza di »Notizie Radicali , giornale che dice ancora qualcosa all'uomo, a chi è in atteggiamento d'ascolto; giornale che alimenta la speranza, in un mondo che non spera più, il cui unico scopo è l'arrivismo, il danno.

L'unica cosa che non capisco di »Notizie Radicali è l'eccessivo anticlericalismo come partito preso.

E' vero, ai nostri giorni ci sono tante cose in più, ma c'è tanta serenità in meno: sembra quasi che le persone non sappiano più guardarsi in faccia, sembra quasi che le parole: pace, amore, felicità, siano parole dell'altro mondo e non di questo; sembra quasi che la gente non si accorga nemmeno se al mattino c'è il sole o piove; tutto gli è indifferente perché del tutto hanno voluto l'inutile, chiudendo il loro cuore all'essenziale. Continuate, continuate cari amici su questa strada: strada difficile, certo, ma anche strada d'incontro perché tutti gli uomini di buona volontà lì s'incontreranno; per i cristiani poi, sappiano la grande promessa: beati i miti perché possederanno la terra, beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio. Aspettando la vostra risposta vi saluto con un augurio di pace e di amore, e voglia il cielo che possiate trovare sempre più larghe simpatie ed adesioni".

Riccardo Facchin

STUDENTE-LAVORATORE, MILITANTE DEL MPL NELLA »ZONA BIANCA , MI ISCRIVO (MA LA QUOTA E' MOLTO GRAVOSA)

Schio 11-8-72

"Cari compagni del PR, ho letto ora il numero di NR dedicato alla marcia antimilitarista, e vi devo scrivere tutto il mio apprezzamento e il mio appoggio; e mi rammarico di non poter partecipare a manifestazioni di tal genere.

Sono infatti uno studente-lavoratore, 18 anni, figlio di manovale: mi devo mantenere agli studi lavorando in estate in fornace, e saprete cosa vuol dire, immagino, durante l'anno come cameriere ad ore perse.

Tuttavia ogni mio momento libero lo dedico ad attività politiche: milito nell'MPL da un anno e tengo rapporti molto stretti col PCI, Lotta Continua e PSIUP resistente. Faccio inoltre parte di un gruppo di base di »credenti a nostro modo impegnati in un comitato-genitori e di un doposcuola di quartiere, molto combattivi contro il potere ecclesiastico e politico. Qui il PR è poco conosciuto: apprezzato per la documentazione, l'analisi ma deriso un po' per la possibilità di portare avanti »l'uto

pia anarco-socialista di cui si fa bello . Sono in contatto col Movimento antimilitarista di Vicenza, ho partecipato alla »funesta manifestazione del 13-5, con relativa carica poliziesca, ma qui a Schio sono isolato, impossibilitato a muovermi per scarsa indipendenza e un po' »additato (=schedato).

Il PR è sentito come frutto di disquisizioni intellettuali; finora ho sperato di poter avvicinare gli altri (ho procurato cinque abbonamenti alla Prova Radicale, apprezzatissima da tutti), ma sento ormai giunto il momento di assumermi le mie possibilità: vorrei iscrivermi e mantenere più frequenti contatti: però con 110.000 lire che guadagno in estate devo pensare di mantenermi a scuola. Capite bene che non posso sottrarre 1/10 per l'iscrizione. Io sono assolutamente disponibile per ogni iniziativa e pronto a prendere degli impegni, per quanto possibile, ma sono davvero imbottigliato e supersfruttato (a volte lavoro anche 14 ore al giorno). Capisco che le esigenze di autofinanziamento vi impongano quote piuttosto elevate; e condivido (anche perché nell'MPL stiamo vivendo gli stessi momenti e gli stessi problemi) completamente la vostra linea; ma non sarebbe possibile dare il proprio appoggio iscrivendosi, e assicurare il contributo di almeno altre 9-10 persone disposte a lavorare e già molto impegnate (nelle

mie stesse condizioni) senza dover sborsare una quota così alta?

Se vi serve una mano, e molta buona volontà, sono e siamo pronti Sarei anche disposto a versare la quota simbolica, mettiamo di 1.000 lire.

Ma più che altro mi interessa che anche dalla »zona bianca riceviate una spinta, per non mollare, e un preciso impegno a lavorare in prima persona.

Se non riceverò notizie vi invierò un vaglia di 10.000 lire con la causale »iscrizione . Ma sarei ben contento di ricevere almeno due righe da voi".

Claudio Mondin

DIVORZISTA E FINALMENTE DIVORZIATO MILITO OGGI NEL »MANIFESTO : MA PRONTO A DARVI UNA MANO

Bologna, 14 agosto 1972

"Compagni, sono il Compagno Zini di Bologna. Qualcuno di voi certamente ricorderà il mio nome per avere collaborato con voi per la battaglia per il divorzio. Citerò un particolare: quando il compagno Marco Pannella e altri fece la protesta del digiuno perché fosse varata la legge, personalmente spedii un telegramma al compagno Pannella incitandolo alla resistenza.

In primo luogo vi ringrazio per la cortesia che mi avete usato inviandomi a domicilio il vostro settimanale (Notizie Radicali). Dal vostro giornaletto ho potuto apprendere gli sforzi che state facendo per fare sopravvivere il vostro partito.

Conoscendo i sacrifici e la fede del compagno Pannella mi sento in dovere di inviarvi il mio incitamento di perseverare nella vostra nobile azione.

Nel nostro Paese c'è assoluto bisogno della vostra attiva presenza. C'è il bisogno di costruire una nuova sinistra" (Italiana). "Per questo fine ritengo necessario che tutte le forze che con la loro azione e i loro principi risiedono nel suo seno sopravvivano per potere col tempo fondersi per un'azione comune.

Per ciò che mi riguarda, l'opera mia è già impegnata a un movimento d'avanguardia rivoluzionaria: appartengo e sono orgoglioso di appartenere al Manifesto.

Però, date le grandi difficoltà che voi in questo delicato momento incontrate, vorrei darvi una mano.

Ma come? Con quale mezzo?

Ebbene compagni, se voi pensate che un mezzo ci sia, tenendo sempre presente l'impegno politico che ho, ditemelo francamente. Vi debbo gratitudine per l'apporto che avete dato per la causa per il divorzio. Non potete mai immaginare la grande gioia che ho provato quando è stata varata la legge. Era più di 20 anni che desideravo l'istituzione del divorzio nel nostro paese non solo per ragioni di civiltà ma in particolare per ragioni familiari.

Era più di 20 anni che desideravo mettere un poco di ordine alla mia triste esistenza.

Ebbene, fra qualche mese questo mio grande desiderio si realizzerà attraverso una sentenza di divorzio per ordinare legalmente una seconda famiglia che mi sono fatto con una devota compagna e la nascita di 6 figlioli.

Come vedete, il divorzio per me non era un semplice »capriccio ma una necessità indispensabile.

Termino non volendo dilungarmi oltre per non rendermi troppo sentimentale. Ho voluto solo chiarirvi la mia posizione personale. Di nuovo,

e credete che io possa fare qualcosa per voi fatemelo sapere.

Cordiali e fraterni saluti".

Il Compagno Zini

A DOPPIA TESSERA AGEVOLA L'ADESIONE AL P.R.

Torino, 16-8-72

"Cari compagni, vi mando 2.000 lire per »Notizie Radicali che da un po' di tempo mi mandate.

Mi sembra che il lavoro che svolgete sia molto utile e che sia giusto sostenerlo (sia nel campo della controinformazione sia in quello dell'azione diretta). Quanto all'iscrizione al PR, penso sia fattibile specie ora con la formula della »doppia tessera . 12.000 lire per ora proprio non le ho. Comunque sto lavoricchiando spero di recuperare qualcosa da mandarvi.

Saluti comunisti".

Franco Zollio

IL MODO DI ESSERE NONVIOLENTI DEI RADICALI MI HA INDOTTO A ISCRIVERMI

S. Martino, 17 agosto 1972

"La non-violenza che io finora conoscevo era una non-violenza mistica e gandhiana. Mi sono interessata molto ad essa e ho visto che di Gandhi e di tanti altri che ci hanno preceduto è giusto aver presenti i limiti e accettare ciò che riteniamo utile alla nostra azione. E' necessario inventare nuovi metodi, nuove forme di lotta per combattere tutte le strutture oppressive della società, per intervenire ovunque, non soltanto contro l'esercito, avendo sempre presente che l'oppressore non va trattato nello stesso modo in cui costui ci tratta per non cacciarci nel solito vicolo cieco in cui troppe volte tante speranze di liberazione hanno trovato la loro fine.

I metodi non-violenti non sono qualcosa di ben definito. Li si scopre e li si inventa insieme e possiamo essere spinti ad usarli per la loro moralità e per la loro efficacia. Devo dire che ho deciso di iscrivermi al P.R. solo dopo aver visto il modo di essere non-violenti dei radicali. Ho capito che una non-violenza di metodo, mistica il meno possibile, è certo più facilmente accettata, è meno equivoca, è forse anche più da compagni e più da uomini liberi. Finalmente poi mi sono resa conto di cosa fosse quell'avversione all'etica del sacrificio che tanto mi aveva sorpresa all'inizio. Sono stata alla marcia e ciò non mi è costato niente, non mi ha tolto niente e anzi mi ha aiutata a crescere, a conoscere di più, a rimettere in discussione certe mie scelte, certi miei atteggiamenti. Ho avuto momenti di disperazione solo quando mi accorgevo che mi era difficile tollerare certe presenze, che cominciavo anch'io a discriminare, a escludere.

Devo ai radicali l'aver capito che non dobbiamo rifiutare, né allontanare nessuno e tanto meno quegli individui che la società tutta bolla come »diversi e »devianti . E' necessario abbandonare le paure di essere considerati tutt'uno dalla pubblica opinione con i »disadattati , gli »incapaci di vivere , i »buoni a nulla . Ben vengano i »buoni a nulla e gli »incapaci di vivere in una simile società. Sono certamente meglio loro che tutti quelli che si accodano, che si adattano a fare i servi, che spendono una vita a crearsi »la posizione sicura . Io, con tutta la mia non-violenza, avevo forse dimenticato che chi è chiamato pazzo, criminale, delinquente dal potere, non può mai essere chiamato allo stesso modo da noi. I radicali in questo senso hanno dimostrato di essere più non-violenti di me e di tanti altri. So che alcuni compagni antimilitaristi rifiutano l'iscrizione, ricattatoria dicono, al P.R. perché temono di essere monopolizzati, di finire tutti in un blocco unico, di essere manovrati, trascinati da

forze oscure verticistiche proprio come succede nei partiti tradizionali. Ebbene credo che dovremmo cercare di capirci meglio perché il P.R. è proprio nato per essere una alternativa, un qualcosa di diverso dagli altri organismi burocratici ed esso può diventare una forza capace di ostacolare veramente chi ha il potere solo dal momento in cui presuppone, da parte di tutti, la gestione di lotte importanti, non solo antimilitariste ma anche anticlericali e libertarie di cui qualche volta dovremmo ricordarci. Se poi alcuni compagni affermano che, per quanto riguarda l'antimilitarismo, il P.R. stenta ad essere qualcosa di positivo perché ruba le idee ai gruppi, prende iniziative senza avvertire nessuno di quelli che pure nella lotta antimilitarista sono impegnati fino al collo, fissa i temi dei convegni senza consultarsi con gli interessati, vuole accentrare le lotte, fungere da sterile segreteria di collegamento quando non c'è stato un minimo ac

cordo sugli obiettivi da raggiungere da parte dei gruppi che dovrebbero essere collegati, sa servirsi dei parlamentari, fare i comunicati stampa, scrivere gli articoletti sui giornali, sa essere cioè padrone di tanti strumenti tecnici che non interessano la massa, che non cambiano la situazione del singolo oppresso, ebbene, bontà loro, è importante aiutarci, raccogliere tutte le voci di dissenso criticarci e criticare.

Credo che i radicali certo preferiscano scomparire prima di diventare a loro volta autoritari, sordi a certe necessità e tradire così i motivi per cui si sono messi insieme a fare politica. Se ci accorgiamo di certi inganni o di certi difetti è opportuno e onesto farli conoscere (senza con questo operare esclusioni tra di noi) avendo la fiducia ovviamente che possano essere dileguati una volta stabilito che si tratta proprio di inganni o di difetti.

Io sono convinta che il P.R. sia una forza in cui molti si potrebbero riconoscere e che difficilmente un qualsiasi gruppo può sostituire se non altro per la quantità e la diversità degli impegni che esso si è assunto. Sta a noi servirci, nel modo che preferiamo, di un organismo che vive da parecchi anni, che può aver funzione di coordinatore e che ha una esperienza, capacità e forza combattiva non indifferenti".

Milvia Ceccato

IL CONSIGLIERE NAZIONALE PRI MANFREDI: NON C'E' CONTRADDIZIONE TRA LA DECENNALE APPARTENENZA REPUBBLICANA E LA RICHIESTA DELLA TESSERA RADICALE

La Spezia, 17-8-1972

"Al segretario del Partito Radicale, sono uno dei novanta consiglieri nazionali del PRI. In particolare sono uno dei tre consiglieri della minoranza »di sinistra .

Seguo da anni le vicende e le lotte del Partito Radicale, sono abbonato alla prova Radicale e ricevo le Notizie.

Non condivido al 100% tutte le iniziative del Partito Radicale, o meglio, non le giudico tutte tempestive.

Sono anche persuaso che, alla lunga, la troppo diversa estrazione ideologica degli iscritti al Partito Radicale porrà limiti proprio all'azione radicale.

Pienamente cosciente, dunque, di tali limiti, e nonostante essi, sono a chiederti l'iscrizione al Partito Radicale.

Il fatto per me determinante è stata la mia presenza a Peschiera il 5 agosto.

Ero andato a Peschiera autonomamente, come osservatore e, debbo dirlo, come osservatore abbastanza predisposto alla critica.

Non sono, almeno in senso stretto, un nonviolento, e neppure sono un antimilitarista" tout-court. "Se una definizione occorre, posso definirmi un antimilitarista" transeunte: "ritengo cioè che nel momento in cui l'esercito consente e provoca la proliferazione dei De Lorenzo e dei Birindelli, l'antimilitarismo divenga l'unica efficace risposta democratica.

A Peschiera mi sono dunque trovato a contatto, da una parte con l'ostilità della popolazione, in buona parte animata da meschinità ed egoismi; dall'altra con la spontaneità, la passione, il disinteresse e la vivacità intellettuale dei marciatori.

La scelta, di per sé, non era difficile, ma a far cadere l'ultimo mio indugio prima di un'adesione organica, fu il notturno lunghissimo colloquio con un maresciallo dei carabinieri e con dei funzionari di PS in borghese.

Chi non sia (come io non sono) a contatto con quell'ambiente, difficilmente può rendersi conto di quanto esso, oggi, sia stagnante, impermeabile assolutamente ad ogni discorso che esuli dai »regolamenti , immerso nell'equivoco dell'apoliticità (a senso unico, si badi bene...), arrogante ed imbevuto di tanta presunzione quanto solo un'abissale incultura può nutrirne.

Quel maresciallo si chiedeva che cosa avrei scritto sulla marcia: spero che queste righe possano capitargli sotto gli occhi.

Ritengo, in conclusione, che oggi i soli discorsi non siano più - se mai lo siano stati - sufficienti. Ma che neppure siano sufficienti i fatti, fino a che rimangono isolati.

Il fatto, isolato o quasi isolato, inevitabilmente assume un aspetto ed un significato »eroico , viene guardato con curiosità, con simpatia magari, ma ben difficilmente produce o almeno promuove un mutamento politico.

Per questo apprezzo il gesto collettivo, il sacrificio collettivo che vuole essere un'indicazione, quale, appunto, è stata la marcia, quale sarà l'azione programmata per la vera libertà di stampare. Tutti gesti collettivi che suscitano vasti echi e permettono di stabilire nuovi contatti e, conseguentemente, di acquisire un maggior numero di persone.

Concludo. Il metodo radicale mi è congeniale e, soprattutto, lo ritengo indispensabile oggi.

Oggi che il governo è quello che è (e che tra non molto non salverà forse neppure più le apparenze), appare inattuale ogni ragionamento in termini di iniziative e di lavoro parlamentare.

Non essendoci la possibilità di ottenere alcunché, è perfettamente inutile - e sarebbe ipocrisia sostenere il contrario - diffondersi in proclamazioni di disponibilità alla trattativa ed all'accordo compromissorio, ancorché onorevole. Dinanzi alla preclusione di ogni valida prospettiva, tanto vale indicare e propugnare le soluzioni di tipo, appunto, »radicale . A costo, come diceva Salvemini, di rimanere a digiuno oggi e di lavorare solo per il futuro, lanciare una parola d'ordine per l'avvenire.

Ecco perché non ravviso contraddizioni e tantomeno incompatibilità tra la mia ormai decennale iscrizione al PRI (nella cui possibilità di ripresa del discorso - autenticamente repubblicano-libertario, laico ed antiautoritario continuo a nutrire fiducia) ed in questa mia richiesta della tessera radicale: una doppia tessera che vuol significare maggiore impegno.

E, per finire, questo atto vuol essere un atto di fiducia el Partito Radicale: un movimento civile che non dovrà morire né paralizzarsi, raggiunga o meno i mille tesserati.

Salvemini, non dimentichiamolo, asseriva che gli sarebbero bastati 500 giovani per preparare un rinnovamento politico all'Italia.

Rimango in attesa di riscontro e ti saluto cordialmente".

Dario Manfredi

IL PR E' IL PIU' VICINO AL MOVIMENTO NONVIOLENTO; PERCIO' VI ADERISCO PUR DISSENTENDO DALLA LIBERALIZZAZIONE DELL'ABORTO

Condove, 18-8-1972

"Carissimo Roberto, grazie per la copia di Notizie Radicali e per il modulo d'iscrizione al Partito. Come vedi l'ho utilizzato secondo il tuo desiderio. L'orientamento non-violento del Partito radicale per quanto riguarda l'antimilitarismo e le altre lotte è un fatto che giudico estremamente positivo. Fra tutti i partiti il PR è certamente il più vicino alle posizioni del Movimento non-violento.

Spero davvero che la non-violenza non sia per esso una semplice strategia. Diceva Gandhi che non è sufficiente lasciar cadere la spada dalla mano quando la si conserva nel cuore. In questo caso la non-violenza è sicuramente destinata a fallire non essendo espressione della forza della verità, ma di una pura tattica opportunistica e in fondo ipocrita.

In relazione alla non-violenza c'è nel programma del PR un punto che non posso approvare appunto perché in contrasto coi principi della non-violenza; ed è la liberalizzazione dell'aborto (ne abbiamo già parlato). Va bene che l'aborto non sia più considerato un reato, ma liberalizzarlo può voler dire incoraggiare e promuovere una pratica violenta e omicida verso esseri umani, sia pure in embrione, che non possono difendersi. Non è giusto che i figli paghino le colpe dei genitori, vogliamo tornare all'antico testamento?

Spero che il PR tornerà a considerare questo punto, questa volta alla luce della non-violenza autentica. Sono d'accordissimo nel controllo delle nascite ma sostengo gandianamente (utopisticamente, dirai tu) che tale controllo si possa ottenere oltre che con i normali sistemi anticoncezionali (minore tra due mali) mediante una nuova concezione dell'uomo ed un'adeguata disciplina dell'istinto sessuale (questo delinquente che causa all'umanità almeno il 30% dei mali di cui soffre). Del resto, la seria continenza che non è repressione non fa morire nessuno giovando anzi all'evoluzione e al progresso spirituale dell'uomo, senza il quale non potrà esserci nemmeno progresso sociale. Ciao Roberto, Marco ammirevole non-violento, e a tutti gli altri amici".

Achille Croce

CATTOLICO E DIVORZISTA, MI SEMBRATE TUTTAVIA FAVOREVOLI AL FRONTISMO LAICO COME POLITICA DI FONDO. RIMANGO PERCIO' UN SOSTENITORE NON ISCRITTO

Campobasso, 22 agosto 1972

"Cari compagni, ho ricevuto la vostra lettera riguardante l'iniziativa di Notizie radicali stampato periodicamente. Condivido l'iniziativa presa e a sostegno di essa invio un modesto contributo secondo le mie possibilità. Ho ricevuto anche la tessera di sostenitore-non iscritto e vi ringrazio perché questa formula rispecchia la mia posizione nei vostri confronti. A tale proposito volevo scrivervi da tempo e colgo ora l'occasione di farlo.

Trovo giusto l'obiettivo che vi siete posti per il rafforzamento del partito, ma non mi pare si possa far dipendere la sua sopravvivenza solo dal raggiungimento dei 1.000 iscritti. Mi pare che chi esaminasse lo spazio politico del PR solo in base a questo fattore commetterebbe un grave errore.

Voglio mettere in risalto la mia posizione (penso non sia solo la mia) per chiarire. Seguo il PR dal tempo della campagna per il divorzio, la battaglia che conduceste ed alcune lettere scambiate con Pannella furono il banco di prova ideologico per me, cattolico, che andavo maturando certe scelte. Nonostante l'importanza del PR per me non posso però aderire. Questo non per sottrarmi all'impegno ma perché una adesione politica non può essere" sui generis. "Così io condivido la battaglia radicale (senza compromessi) per il divorzio, ma non capisco il discorso del laicismo, cosa mi accomuna ai »laici del PRI, PSDI, PLI, niente, quindi, per un fronte comune il laicismo è troppo poco.

Condivido invece i vostri discorsi sul socialismo libertario, in pieno. Rispetto gli obiettori e sostengo la loro lotta, ma l'obiezione di coscienza non mi pare la forma di lotta più adeguata. Non condivido tutti i contenuti e gli obiettivi delle marce antimilitariste, ma questa iniziativa rimane preziosa. Di fronte all'assenteismo e al disinteresse dei partiti della sinistra sui problemi dell'esercito, della giustizia militare, ecc.

Spero di essere riuscito a farmi capire, lo spazio del PR può essere molto più dei 1.000 iscritti, quello di centinaia di migliaia di sostenitori, non iscritti, di centinaia di migliaia di divorzisti. Questo non significa »lottare anche per noi , come potrò vi sarò vicino ma il destino del PR non può dipendere da 1.000 iscritti. Fraterni saluti".

Filippo Poleggi

UNA TESTIMONIANZA: FALSITA' E INCITAMENTO ALLA VIOLENZA PER COMBATTERE GLI ANTI-MILITARISTI

Maniago, 4-8-1972

"Siamo un nucleo di compagni che sono costretti a fare il soldato nella caserma »Baldassarre di Maniago.

In questi ultimi giorni, precisamente da quando è iniziata la »Marcia Antimilitarista , la situazione nella nostra caserma (come in tutte le altre di questa zona) è molto peggiorata per quello che riguarda le libertà individuali e la disciplina.

In effetti la causa principale è che i padroni in divisa hanno una terribile paura che i compagni esterni e interni si colleghino e discutano politicamente.

Per evitare che questo succeda hanno cominciato fin da ieri a non fare uscire - con qualunque pretesto - i compagni più conosciuti (una caserma dove basta dichiararsi fascisti per avere una licenza dal colonnello com. Fucale), e con oggi a non fare più uscire i mezzi (campagnole e camions), porre sacchetti di sabbia nelle varie altane, togliendo le sentinelle dalla porta centrale e aumentando il turno di guardia nei muri di cinta a 24 ore invece di 12. Hanno inoltre messo in giro voci che spiegano il motivo del non uscire dicendo ai soldati: »Ci sono fuori dei rivoluzionari antimilitaristi che picchiano i militari .

Riguardo a questo fatto ieri sono stati anche convocati i graduati per spiegare e riportare ai soldati, il modo di comportarsi e cioè: non entrare in contatto in nessun modo con i manifestanti, se proprio »ci si trova in mezzo denunciarli o portarli direttamente dai carabinieri oppure picchiarli, come se fossimo poliziotti o fascisti. Noi abbiamo cominciato fin da ieri a spiegare a livello di massa, reparto per reparto, come è la vera situazione e la funzione di questo momento della repressione, legandolo al discorso generale sullo stato e sull'esercito.

Tutto questo reprimerci però non potrà certamente fermare né la crescita politica dei soldati che ogni giorno in numero sempre maggiore prendono coscienza del loro stato di sfruttamento, né la situazione crescente di lotta e discussione politica presente in questa come in. altre caserme.

Quello che dobbiamo fare ora è trasformare ogni momento e azione repressiva in momenti di crescita politica e discussione che chiarisca proprio il perché siamo costretti a stare qui a fare delle cose che non ci interessano e contro il proletariato; formare una organizzazione che sia in grado di rendere sempre meno efficiente questa struttura antipopolare, per poi distruggerla.

»CI RUBANO 15 MESI CON LA NAIA, RIPRENDIAMOCELI CON LA LOTTA .

Per noi è importante che venga pubblicato qualcosa su Maniago perché siamo un nucleo di nuova formazione ed è molto utile far sapere a tutti le condizioni di vita alienanti che ci sono nelle caserme".

ISCRIVERSI AL PR VUOL DIRE ANCHE DARSI PIU' FORZA PER UN RECUPERO LAICO E LIBERTARIO DEL PRI

Pisa, 6 agosto 1972

"Caro Bandinelli, iscritti alla F.G.R. di Pisa, ci iscriviamo ora al P.R. Questa decisione è il risultato di una serie di discussioni sull'analisi politica fatta dal P.R., ma essa è dovuta anche alla necessità di un rinnovamento della vita e e della lotta politica in Italia. Sentiamo l'importanza di mettere fine alla involuzione autoritaria della nostra esperienza democratica con la creazione di una alternativa che si basi su un reale pluralismo di idee e di forze.

Le lotte radicali e libertarie hanno per noi un primo significato che possiamo così riassumere: il coraggio di resistere. Questo è un aspetto cruciale della lotta politica perché è il momento dell'innesto rivoluzionario della libertà. Ma il fatto che esso sia ancora per molti un obiettivo da raggiungere e non un punto di partenza per altre lotte ci mostra l'arretratezza culturale ancorché politica della esperienza democratica italiana.

La nostra adesione quindi vuole essere un contributo alla lotta laica e libertaria contro l'onnisoffocante regime clericale per una esperienza democratica che si fondi su un consenso e una partecipazione reali e non manipolati.

Che la nostra esperienza democratica sia manipolata lo si dimostra in mille modi anche denunciando l'ostracismo di tutto il regime contro le lotte radicali e libertarie. Questo regime è in realtà una pessima parodia di una esperienza democratica. Esso offende profondamente le coscienze di uomini liberi e democratici. A questo punto la lotta non è per »equilibri più avanzati o per »governi di svolta democratica , la lotta è per la riconquista della libertà e della democrazia!

In questi giorni durante la VI Marcia Antimilitarista Trieste-Aviano abbiamo saputo della adesione del segretario della F.G.R. di Mantova al P.R. Il nostro augurio è che altri giovani repubblicani aderiscano al P.R. e contemporaneamente conducano una lotta all'interno della F.G.R. e del P.R.I. per riconquistare questo partito alle sue tradizioni di democrazia laica e libertaria.

Il nostro vuole essere un invito rivolto in modo particolare ai giovani repubblicani della Toscana, perché con incontri e dibattiti affrontino ed analizzino i temi della battaglia radicale e sentano la necessità di sostenerla".

P. V. Uleri e G. Calderisi

UN PARTITO CHE GARANTISCE LA LIBERTA' DI TUTTI

Roma, 31-8-72

"Caro Marco, lei domanda perché mi sono iscritta al Partito Radicale? Le rispondo volentieri. Per la mia generazione (all'inizio di questo secolo) radicale era il sinonimo del genuino, verace, coraggioso agire nel campo politico e sociale: per noi il radicale era il partito che garantiva la libertà per tutti, la giustizia per tutti. Io resto fedele agli ideali della mia giovinezza ed ho fiducia nelle nuove battaglie che voi oggi combattete.

Cordialmente sua"

Raissa Naldi

 
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