(da un articolo su ABC del 25-8-72)di Loris Fortuna
SOMMARIO: In un articolo su ABC, Loris Fortuna esprime un giudizio sulla VI marcia antimilitarista (26 luglio al 4 agosto 1972) definendola come una forte e coraggiosa iniziativa. Afferma, inoltre, che temi fondamentali della lotta laica, libertaria, socialista e democratica sono l'anticlericalismo e l'antimilitarismo.
(AZIONE NONVIOLENTA, luglio/agosto 1972)
"Il bilancio è chiaro. Portata deliberatamente lì dove sono sepolti milioni di uomini e cinquecentomila italiani; dove, da più di mezzo secolo, nazionalismo e militarismo sembravano essersi accampati da padroni, sequestrando la memoria, oltre che la verità, di quei caduti e di quelle carneficine; dove, meno di trent'anni fa, altre tragedie sono state vissute di cui è vivo il ricordo; in regioni spopolate dalla emigrazione, oppresse e condizionate dalle servitù militari, retaggio di una realtà storica e di visioni e necessità strategiche completamente tramontate, costantemente presentate invece come fonte se non di benessere almeno di preziosa e necessaria "elemosina", una forte e coraggiosa iniziativa antimilitarista è stata accolta con attenzione e con rispetto, non di rado con calore e con fraternità, dalla popolazione, che ha invece disprezzato e isolato i suoi avversari.
"(...) Nessuno potrà dire che la VI marcia antimilitarista è passata inavvertita e senza conseguenze. Dopo anni di una qualsivoglia adesione alle manifestazioni che l'hanno preceduta, l'appoggio oggi pieno e ufficiale delle quattro federazioni socialiste (in particolare Dellego a Gorizia, segretario della federazione, e il vicesindaco di Udine, Cimetta) così come l'atteggiamento dei consigli comunali dimostra che esiste nella Regione un tessuto democratico sul quale è possibile sviluppare il discorso del superamento delle servitù militari.
"(...) come l'anticlericalismo, dinanzi allo strapotere clericale, così l'antimilitarismo dinanzi a un mondo segnato dalle guerre e con gli eserciti in funzione di repressione antipopolare, sono componenti essenziali di una lotta laica, libertaria, socialista e democratica. Ovunque questa convinzione si fa strada, fa parte della cultura della gente, delle masse. Tranne che ai vertici dello Stato e di troppi partiti, anche di sinistra. (...)".