Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 05 mag. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Durante Cesare, Schinino' Emanuele, Bennati Angelo, Negri Arnoldi Stefano, Tittarelli Fabio, Marchese Aldo Maria, Noto Gilberto, Magini Massimo, Occidente Patrizia, Vetica Maria, Tirabassi Gabriella, Viglietti Erminia, Neri Nazzareno, Tirabassi Giuseppe, Siani Catia, Di Giovanni Emma, Savo Giuliana, D'Angelo M. Rita - 27 gennaio 1973
LA MARIJUANA E I GIOVANI (6)
Interventi di Cesare Durante, Emanuele Schininò, Angelo Bennati, Stefano Negri Arnoldi, Fabio Tittarelli, Aldo Maria Marchese, Gilberto Noto, Massimo Magini, Patrizia Occidente, Maria Vetica, Gabriella Tirabassi, Erminia Viglietti, Nazzareno Neri, Giuseppe Tirabassi, Catia Siani, Emma Di Giovanni, Giuliana Savo, M. Rita D'Angelo

SOMMARIO: In seguito alla pubblicazione sul IL MESSAGGERO di una lettera di Marco Pannella (testo n.1071) che, prendendo spunto dall'arresto di 17 studenti accusati di fumare hascisc, sostiene la necessità di depenalizzare le "non-droghe", si apre sul quotidiano romano un dibattito sulla droga.

(IL MESSAGGERO, 27 gennaio 1973)

(Non tutti i lettori che intervengono nel dibattito sulla "marijuana e i giovani "stanno rispettando quella esigenza di brevità che abbiamo più volte sottolineato. Da oggi pertanto abbiamo dovuto provvedere a drastici tagli alle lettere troppo lunghe riducendole, spesso, al solo argomento centrale. Le lettere vanno contenute entro 20-30 righe a macchina come massimo. Inoltre, poiché abbiamo già dedicato molte colonne al dibattito, eviteremo d'ora in poi di pubblicare quegli interventi che si limitano a esprimere opinioni o ne parafrasano altri già apparsi. Daremo insomma la parola solo a chi ha veramente qualcosa di nuovo da dire poiché ci sembra che il discorso generale (e generico) possa considerarsi esaurito. Se arriveranno lettere concise e documentate si realizzerà un esperimento del tutto inedito e che già embrionalmente è in atto: una inchiesta condotta non dal giornale ma dai suoi lettori. Ci ripromettiamo solo, quando si riveli utile, di intervenire per fornire gli elementi di giudizio che siano ric

hiesti. Ancora una avvertenza: continueremo a cestinare le lettere anonime. E' una precisazione: la diciassettenne Francesca Rosati, via Vodice 27, Roma, vuol chiarire che la ragazza con lo stesso nome che ha inviato una lettera non è lei.)

-----

"L'hascisc non è innocuo"

"Ho letto con un senso di profonda pena, la replica dello studente Livio Moretti che nega ogni possibilità di assuefazione alla marijuana e, quindi, la pericolosità del suo uso continuato, osservando, fra l'altro, che il professor Anania avrebbe citato un solo testo, quello del professor Benigno. Moretti può consultare questi altri testi, che egli evidentemente ignora:

"P. MARFORI: Trattato di farmacologia e terapia - Napoli, Idelson - pagine 617: ``L'uso continuato dell'hascisc produce gravi disturbi del sistema nervoso e della nutrizione. La intossicazione cronica alla quale esso dà luogo finisce di regola con la pazzia''.

"G. KUSCHINSKY I - H. LULLMANN: Manuale di farmacologia - Padova, Piccini - pagine 198: ``L'assunzione ripetuta di questa sostanza (l'hascisc) comporta un decadimento della personalità''.

"V. PUNTONI: Trattato d'igiene - Toma, Tumminelli - pagine 230: ``L'uso ripetuto dell'hascisc determina gravi perturbazioni del sistema nervoso, con evoluzione verso l'imbecillità e l'ebetismo e perfino verso uno stato di demenza furiosa, che è causa di deplorevoli incidenti e perfino di delitti'' (Altro che ``pacificare e mandare in estasi il soggetto!''...).

"I. SIMON: Farmacologia - Torino, UTET - pagine 571: ``Come l'oppio (lo hascisc) dà fenomeni di abitudine, che richiedono dosi progressivamente crescenti della droga, per ottenere l'effetto desiderato; come l'oppio, infine, produce un avvelenamento cronico (hasciscismo), il quale apporta sull'organismo conseguenze poco diverse''.

"Potrei continuare con le citazioni, ma temo che non riuscirei a convincere il signor Moretti. Tutto il tono del suo scritto, tra il sufficiente e il beffardo, mi sembra, infatti, emblematico di certi atteggiamenti della gioventù odierna, prodotto genuino, a sua volta, di una società eminentemente permissiva e dissacrante".

Dott. Cesare Durate (Ufficio sanitario di Bonino) Foggia

"Accettare la verità"

"Se la legge proibisce l'uso dei derivati della Cannabis, vi sono certamente delle ragioni. Per questo ritengo assolutamente necessario accertare se i lavori scientifici citati da "Stampa alternativa" nella lettera del 21 gennaio - lavori peraltro finora sconosciuti e mai riportati dalla stampa nazionale - esistono realmente; e, in caso affermativo, se questi studi arrivano davvero alle conclusioni di ``Stampa alternativa'', l'essere cioè la Cannabis meno tossica dell'alcool e del tabacco - il che è certamente una interpretazione falsa o tendenziosa.

Poiché è inoltre ovvio che la legge italiana si è ispirata ad ``altre'' fonti scientifiche valide, ed alle legislazioni dei paesi più civili - dove sappiamo che i cosiddetti ``fumatori'' vengono regolarmente condannati a qualche anno di galera - sarebbe bene produrre una documentazione anche sulla situazione legale all'Estero.

Una volta ristabilita la verità scientifica, sarà facile sgombrare il campo dalle altre polemiche, e concludere un dibattito che ha già dato troppo spazio alla sottocultura dei viziosi.

F.to: Dott. Emanuele Schininò di Sant'Anna Roma

"Un vecchio ufficiale"

"Non conosco il sig. Pannella, né so se lo sciopero della fame fu consigliato dal medico, motivandolo in appoggio e protesta alla legge sull'obiezione di coscienza. Ora, minaccia di fumare l'hascish pubblicamente, per solidarietà con i giovani universitari (gente di cultura indubbia e che deve pur conoscere il danno che procura l'uso della droga, incarcerati perché trovati in una munitissima ed attrezzata fumeria) mi fa pensare voglia proprio prepararsi una base di lancio per le future elezioni, sollecitando devoti simpatizzanti!

"Sono un vecchio ufficiale combattente-invalido della guerra vittoriosa e quindi non posso immaginare che un vero italiano, quando la Patria ne fosse costretta (armando i propri figli, in difesa del sacro suolo o del proprio onore nazionale) possa pretendere di non partecipare alla lotta, lasciando agli altri l'onere di difendere anche la sua vigliaccheria o (quanto meglio) furbizia!

"Oggi, quale padre e nonno, non posso ammettere che i miei figli e nipoti, corrano il mortale rischio del facile uso di droga, al solo beneficio di sconci ed abbietti speculatori! Basta dunque con queste proteste che non hanno senso!"

F.to: Angelo Bennati - Roma

"Il danno e il fastidio"

"Non sono in grado di dire qual è il danno che può causare l'uso della marijuana ma, tale argomento non è il solo e neppure il più importante. Altrimenti si finisce per dare l'impressione che, una volta trovato l'accordo su questo aspetto del problema, si possa poi tranquillamente passare alla condanna di chi ``fuma''; o si tratta di galera e, nella migliore delle ipotesi, di riformatorio.

"Se è difficile per chi non ``fuma'' abitualmente rendersi conto degli effetti di questa pratica, non è altrettanto difficile accorgersi della inconsistenza del ``pericolo sociale'' che da questa stessa pratica deriverebbe. Vivendo tutti nella stessa società penso che la presenza di un siffatto pericolo dovrebbe essere avvertita da chiunque. Anche perché, secondo le statistiche, la percentuale di questi ``delinquenti'' sembra ormai altissima. C'è da sorridere se si pensa a cosa accadrebbe se i fumatori di marijuana fossero davvero dei delinquenti. Ma viene da piangere se si pensa che in effetti vengono giudicati e trattati come tali.

"In effetti quello che preoccupa, che infastidisce i moralisti, è la pubblicità delle cause che stanno all'origine del fenomeno. E' l'implicita denuncia dei veri mali sociali contro i quali non si può più combattere dacché intorno alle loro pietrificate storture si è accomodata ormai e si appoggia con disinvoltura la nostra attuale civiltà. La quale per altro giustifica pienamente l'uso della droga negli ospedali per lenire il dolore fisico".

Stefano Negri Arnoldi - Roma

"Opinioni su ciò che è droga"

"In risposta ai cosiddetti ``legalisti', sono profondamente convinto che non sia tanto la legge a denunciare la negatività di un fenomeno, quanto l'intolleranza di quel fenomeno da parte della classe dirigente un paese, a determinare la nascita della sua proibizione. In altre parole, non c'è la norma proibitiva perché una cosa è oggettivamente ritenuta cattiva, ma una cosa è oggettivamente ritenuta cattiva, perché c'è la norma che la vieta. La norma non fa che determinare le scelte dell'uomo comune, compatibilmente con un certo sistema sociale. Da questo punto di vista, anch'essa può essere considerata una droga.

"Ad esempio lo schiavismo non scandalizzava, fino a quando non si è scoperto che esso ostacolava l'economia in quanto profittività, e per conseguenza si tese a vietarlo, determinando nella coscienza comune la negazione di quel principio schiavo-padrone, che per secoli era stato considerato come un ``principio di natura''.

"Oggi si è allo stesso livello: si vieta l'uso delle ``droghe'', si perseguono gli spacciatori, si criminalizzano i ragazzi sorpresi a fumare ``erba''. A monte di tutto ciò c'è ben altra droga, purtroppo!

"Tutti siamo stati abituati a pensare alla droga come a quelle sostanze di cui, in questa polemica, si è fatta ampia elencazione. Nessuno però ha mai detto che la catena di montaggio è pur essa una droga e nociva per giunta, in quanto provoca malauguratamente assuefazione. Nessuno ha avuto il coraggio di affermare che si perseguono i ``fumatori'', ma si lodano a suon di riconoscimenti e onorificenze varie quanti si sforzano, attraverso un perfetto lavaggio del cervello di massificare l'uomo, alienandolo, bombardandolo letteralmente di pubblicità, di consigli, di suggerimenti, di letture, di programmi radiofonici o televisivi".

Fabio Tittarelli - Roma

"Risalire alle cause"

"A noi sembra che il problema non debba essere posto semplicisticamente sotto l'esclusivo profilo scientifico e giuridico. Per quanto riguarda il primo settore, restiamo completamente allibiti per la disinvoltura con cui si tratta la questione in ordine alla perniciosità o meno dell'uso di alcuni stupefacenti.

"Il consumo della droga, dalla iniziazione alla indispensabilità dell'uso stesso, è frutto di una particolare mentalità acquisita dalla gioventù dei nostri tempi, scaturita a sua volta dalla trasformazione dei valori etici attinenti la società di oggi, dallo sfacelo della ``famiglia'', intesa come entità morale e giuridica e, soprattutto, dall'assoluto completo abbandono in cui i ragazzi di oggi, cittadini di domani, sono lasciati dalla famiglia stessa, dalla società e, in ultima analisi, dallo Stato.

"Lungi da noi tristi melanconie e reminiscenze nostalgiche di adunate domenicali, ma non ci sentiamo nemmeno di plaudire all'assoluta mancanza di organizzazione statali preposte ad una più completa preparazione morale e fisica della gioventù.

"Siamo invece frastornati da innumerevoli iniziative, convegni, ecc., organizzati indubbiamente da brava gente, dove il problema è trattato in senso assolutamente teorico, soprattutto per la totale assenza dei diretti interessati: i giovani!

"E allora, egregi signori, prima di esibirci in piazza con alle labbra una sigaretta della maledetta erba, vogliamo risalire alle origine il male?

"Quanto poi all'aspetto giuridico della questione, ribadiamo la nostra adesione al concetto che occorre colpire con i rigori estremi della legge chi spaccia e commercia la droga, mentre chi ne fa uso dovrebbe essere considerato alla stregua d'un ammalato affetto da malattia sociale, ma con tutte le garanzie e conservazione della dignità umana".

F.to: Aldo Maria Marchese, vice segretario Movimento nazionale per la famiglia.

"Padri e figli"

"E' solo una mia opinione quella che vorrei esprimere, riferendomi alla lettera del signor Giacomo Coltorti, pubblicata il 22. Un'opinione maturata dall'esperienza di cinque anni di liceo (ho venti anni), dentro il quale sono stato testimone della più completa indifferenza, da parte dei professori, riguardo ai problemi della società. Mai sentito discutere di droga, mai sentito discutere di politica, mai sentito discutere di problemi di attualità. Nessun professore che avesse speso qualche parola per informarci. Tutti preoccupati nell'affannosa corsa alle interrogazioni e allo svolgimento del programma. Se questa è dunque la scuola ``magistra vitae'' che dovrebbe completare, perfezionare e disciplinare, come dice il signor Coltorti, non c'è da meravigliarsi se i giovani, le esperienze se le fanno per conto loro; e a maggior ragione se possiedono un anziano padre bacchettone, il quale, invece di aprire un dialogo ed instaurare un rapporto sereno e sincero con il proprio figlio, si preoccupa di ``imporre, curar

e e seguire rigidamente'' la sua educazione. E' questo uno spaventoso e premeditato piano per tenere un individuo fuori dal mondo. E cosa farà questo individuo il giorno che compirà 21 anni e si troverà da solo di fronte alla realtà?".

F.to: Gilberto Noto

"Parla un gruppo di giovani"

"Siamo un gruppo di giovani; dopo aver letto la disputa epistolare tra il prof. Aloisi e il lettore Anania, abbiamo deciso di esprimere la nostra opinione.

"Siamo rimasti stupiti per le dichiarazioni fatte, sul vostro giornale, dal prof. Aloisi, in quanto, questi, praticamente, incita i giovani a drogarsi.

"Inoltre l'Aloisi afferma che: ``l'hascisc non dà assuefazione'' e che, quindi, cade il problema, secondo lui, dei giovani drogati che si procurano il denaro disonestamente.

"Non siamo d'accordo con questa dichiarazione perché, il professore, forse non conosce il curriculum del drogato: prima una droga leggera (poco prezzo), poi sempre più forte e sempre più costosa; sino a quando i soldi non bastano più e allora... (i nostri genitori, di media, ci danno Lire 1500-2000 settimanali).

"Vorremmo chiarire che la droga (in genere) non è un sedativo innocuo per il sistema nervoso umano, ma al contrario, nocivo.

"Perciò bisogna colpire più duramente gli spacciatori e far comprendere ai giovani i veri valori della vita e non quelli effimeri apportati dalla "roba". Ci siamo documentati sulle enciclopedie di cui ci serviamo per le ricerche scolastiche.

"La ``Curcio'' (ultima edizione) dice alla voce stupefacente ``"...tra i più importanti e pericolosi stupefacenti ricordiamo l'oppio e l'hascisc..."''.

"Nel dizionario UTET (ultima edizione) abbiamo trovato che: ``l'hascisc agisce sui centri nervosi provocando ebbrezza e allucinazione generalmente piacevoli e spesso di carattere erotico. Provoca però "assuefazione": i tossicomani da hascisc necessitano di quantità sempre maggiori di droga per raggiungere lo stato euforico. Insorgono ben presto disturbi riguardanti soprattutto il "sistema nervoso e le malattie mentali"''. Invece il dizionario in due volumi del Reader's Digest (ultima edizione) cita tra i più importanti stupefacenti: ``...l'oppio, la morfina, l'eroina e l'hascisc...''.

"Massimo Magini" (età 18 anni), "Patrizia Occidente" (17), "Maria Vetica" (17), "Gabriella Tirabassi" (18), "Erminia Vigiletti" (18), "Nazzareno Neri" (18), "Giuseppe Tirabassi" (18), "Catia Siani" (17), "Emma Di Giovanni" (17), "Giuliana Savo" (19), "M. Rita D'Angelo" (18)

 
Argomenti correlati:
il messaggero
lettera
hashish
stampa questo documento invia questa pagina per mail