SOMMARIO: Il Ministro della difesa Tanassi respinge nove domande sulle 29 presentate all'indomani dell'approvazione della legge per il riconscimento dell'obiezione di coscienza. Le domande respinte sono tutte di obiettori radicali e della LOC - Arresto illegale di Roberto Cicciomessere, ora in "libertà provvisoria" - Il clerico-reazionario Cotta ideologo della commissione - Tanassi informa: sessantanove gli obiettori ancora in carcere - Il parlamento ha approvato una legge-truffa.
(NOTIZIE RADICALI N. 187/188, 20 febbraio 1973)
Roberto Cicciomessere è stato arrestato sabato 17 febbraio alle ore 19,30. Lo avevano convocato i carabinieri per comunicargli che la sua domanda di esenzione dal servizio militare era stata respinta dal ministro della difesa. Subito dopo averglielo comunicato, hanno tirato fuori dal cassetto il vecchio mandato di cattura che tutti ritenevamo superato dall'approvazione della legge sull'obiezione di coscienza e lo hanno arrestato, portandolo nel carcere di Forte Boccea. Prima dell'arresto di Roberto, altri quattro obiettori - Luciano Carrare, Franco Bernardi, Carlo Filippini e Gualtiero Cuatto - avevano ricevuto la comunicazione che le loro domande erano state respinte e, insieme, la cartolina-precetto che imponeva loro di presentarsi ai CAR per l'inizio del servizio militare. Carrara e Bernardi avevano già scontato, in attesa di giudizio, circa di mesi di carcere ciascuno. Cuatto e Filippini avevano trascorso un periodo di latitanza prestando servizio di assistenti sociali presso un istituto di spastici; suc
cessivamente, scoperti e arrestati, avevano trascorso un periodo di carcerazione preventiva. Di altri tre obiettori, che non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione, sappiamo che sulle loro domande la commissione governativa ha espresso parere negativo: si tratta di Cipriano Tomaselli, di cui abbiamo pubblicato sull'ultimo numero di "Notizie Radicali" una lunga lettera al ministro della difesa, di Davidi Baldini e di Testino Cataldo. Tutti hanno già scontato periodi più o meno lunghi di carcerazione preventiva per obiezione di coscienza. E' probabile che anch'essi, mentre stampiamo questo numero del giornale, ricevano la comunicazione del ministro. Un comunicato del ministero della difesa ha infatti informato, quasi contemporaneamente all'arresto di Roberto, che sono state respinte nove domande sulle prime ventinove esaminate dalla commissione governativa.
Queste le notizie. Non è difficile comprendere quali siano i criteri cui si sono ispirati sia la commissione sia il ministro Tanassi. A leggere una per una le motivazioni dei pareri della commissione e dei provvedimenti del ministro, si apprenderà probabilmente che a uno di essi la domanda è stata respinta perché era in possesso di una licenza di caccia da tempo scaduta (gliela aveva fatta prendere il padre, appassionato cacciatore; lui non ha mai avuto un fucile!), che Carrara era caduto in contraddizione (!) nel presentare la domanda, che Tomaselli aveva precedenti giudiziari e penali (li conosciamo perché ce ne ha portato a conoscenza lui stesso con la lettera al ministro). "Ma noi sappiamo che queste motivazioni non sono altro che buffonate. Il motivo per cui questi obiettori vengono di nuovo rigettati in galere è un altro: sono tutti iscritti o al Partito Radicale o alla Lega, degli obiettori (LOC); sono tutti dei coerenti militanti libertari e nonviolenti. Alla loro obiezione di coscienza, politica e a
ntimilitarista, il regime risponde, utilizzando una legge che dà alla commissione e al ministro un assoluto potere discrezionale, con la discriminazione politica e ideologica. Alla loro nonviolenza il regime risponde con la sua violenza di Stato".
Il giorno prima dell'arresto di Roberto Cicciomessere il "Giorno" ha pubblicato una interrogazione al ministro della difesa presentata dal senatore repubblicano Venanzetti e dal senatore democristiano Marcora, primo firmatario della legge-truffa approvata dal Parlamento. Lo stesso giorno il ministero della difesa si è affrettato a diffondere una nota informativa da cui risulta che 69 persone sono ancora in galera per motivi determinati da obiezioni di coscienza. Poiché tutti costoro potevano essere messi in libertà solo che avessero presentato la domanda di esonero dal servizio militare richiesta dalla legge Marcora, se ne deve dedurre che un gran numero di obiettori non ha ritenuto, sulla base di questa legge, di poter neppure presentare la domanda perché questo semplice atto amministrativo sarebbe stato contrasto con la loro coscienza. Non sappiamo nulla di questi obiettori. Possiamo solo fare qualche ipotesi e pensare che si tratti di un certo numero di testimoni di Jeova.
Ma se le cose stanno così è una bella legge davvero! Una parte consistente degli obiettori rimane in galera perché, in base alle loro convinzioni morali o religiose, non ritengono di poter usufruire della legge così come è concepita. Un'altra parte viene risbattuta in galera perché le loro convinzioni morali, filosofiche e religiose non coincidono con quello del potere. In altri termini la nostra classe politica ha fatto la bella figura, ha mostrato di voler adeguare il nostro ordinamento a quello dei Paesi più democratici, si è messa la coscienza a posto, ma soltanto dopo essersi bene assicurata che le cose continuassero come prima, anzi peggio di prima. Prima infatti tutti andavano in galera. Ora è il potere a decidere chi deve andarci e chi no. Con buona pace delle tante "anime belle" della nostra pubblicistica democratica da Ennio Bonea ad Alberto Sensini a Carlo Casalengo ai tanti altri che si sono affrettati, senza neanche darsi la briga di leggersi la legge, a parlare di "fondamentale conquista di lib
ertà".
Un ultimo fatto va infine denunciato. L'arresto di Roberto Cicciomessere è palesemente illegale. Respinta la domanda di esonero, Roberto come tutti gli altri obiettori ha almeno teoricamente la possibilità di scegliere fra la prestazione del servizio militare e il ritorno in galera (la nuova legge prevede, per coloro cui è respinta la domanda e che rifiutano il servizio di leva, una pena da due a quattro anni). Invece per sbatterlo dentro si sono affrettati a ripescare il precedente mandato di cattura emesso per mancanza alla chiamata. I suoi legali parlano di vero e proprio "sequestro di persona". Infatti, per quanto il testo della legge Marcora sia poco chiaro, è evidente che l'approvazione della legge che riconosce l'obiezione di coscienza, sia pure nei termini fasulli in cui la riconosce la legge Marcora, estingue i precedenti reati determinati da obiezione di coscienza. E allora perché questa fretta di sbattere in galera Roberto? La risposta è semplice. Servizi di sicurezza, polizia e carabinieri, stati
maggiori militari, ministero della difesa sanno fin troppo bene che a Roberto Cicciomessere si deve in parte determinante l'importanza che l'azione militante libertaria, antimilitarista, non violenta è venuta assumendo in Italia negli ultimi anni; sanno quale è il contributo che ha dato anche alle forze parlamentari democratiche che si sono battute per una giusta legge di riconoscimento dell'obiezione di coscienza; sanno che è l'animatore della Lega degli obiettori. Ancora una volta, pur di toglierlo di mezzo, sicuri dell'impunità, non hanno esitato a commettere una illegalità.
Ma questa considerazione può essere allargata. Due radicali - Marco Pannella e Alberto Gardin - hanno fatto diventare con il loro digiuno dell'ottobre scorso l'obiezione di coscienza un fatto nazionale che ha investito la responsabilità della classe politica e del Parlamento. Sono ora radicali e antimilitaristi a pagare le conseguenze di quella temerarietà. In altri termini si tratta di una discriminazione ideologica e di una vendetta politica.