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Notizie Radicali - 20 febbraio 1973
Saluto a Terracini
Ha lasciato la presidenza del gruppo

SOMMARIO: Un saluto ed un ringraziamento a Umberto Terracini per quanto ha dato alla sinistra italiana. Terracini è stato allontanato dalla Presidenza del gruppo dei senatori del PCI perchè ha firmato una dichiarazione di solidarietà nei confronti di Guido, viale guido Viale, il dirigente di "Lotta Continua" incarcerato senza alcuna giustificazione. Nel Pci si rimprovera Terracini di prendere iniziative politiche personali fuori dalle sedi del partito.

(NOTIZIE RADICALI N. 187/188, 20 febbraio 1973)

Avevamo registrato come un fatto positivo, nel giugno del 1972, il ritorno di Umberto Terracini a capo di un settore di lavoro della direzione del Partito Comunista, tanto più che si trattava di un settore in cui il PCI aveva fatto ben poco non soltanto in termini di iniziativa ma anche in termini di riflessione e di definizione di una strategia politica; non potevamo pertanto non accogliere con soddisfazione la notizia della costituzione di un centro incaricato dei problemi della riforma dello Stato e dei diritti civili, e certo Umberto Terracini era per mille motivi la persona più indicata a ricoprire quell'incarico. Qualcuno avanzava il sospetto che, come per Ingrao, il ritorno di Terracini a un incarico di partito corrispondesse esclusivamente all'esigenza di fornire l'immagine dell'unità monolitica di tutto il partito, stretto intorno al nuovo segretario, e che quello affidatogli fosse un incarico soltanto onorifico, o poco di più: un modo come un altro insomma per imbalsamare alcuni dei più scomodi cap

i "storici" del PCI in una sorta di cimitero degli elefanti. Ma se quel sospetto fosse fondato, perché costituire un nuovo centro di iniziativa del Partito, con una sua sede, propri funzionari e proprie attrezzature. Insomma eravamo ottimisti, per il PCI e per Terracini.

Sapevamo che il nuovo incarico lo avrebbe allontanato dal suo ufficio di Palazzo Madama dopo quindici anni di guida prestigiosa del gruppo senatoriale comunista. Il nome del suo successore, che già si immaginava o si conosceva, non ci entusiasmava. A differenza di quanto è avvenuto a Montecitorio, dove Ingrao è stato sostituito da Alessandro Natta, si sarebbe trattato di una caduta verticale in termini di prestigio, di capacità parlamentare, di intelligenza politica. Ma se il trasferimento non era soltanto un pretesto e corrispondeva ad esigenze serie e a qualche cambiamento importante nel Partito comunista, anche questo prezzo non ci appariva grave.

Ora, temiamo, queste illusioni sono cadute. La notizia dell'allontanamento di Terracini dalla Presidenza del gruppo dei senatori del PCI ha assunto, dopo l'ultima riunione del comitato centrale, l'aspetto di un vero e proprio siluramento. Uomo di punta con Gramsci, Togliatti e Tasca, del gruppo di "Ordine Nuovo", amico personale di Lenin, fondatore del PCI, sette anni di carcere e quasi dieci di confino durante il periodo fascista, uno dei pochi comunisti che ha saputo correre tutti i rischi dell'eresia durante la dittatura staliniana senza uscire dal Partito, Terracini è stato posto sotto accusa nella recente riunione del Comitato centrale per aver firmato con migliaia di quadri comunisti, sindacali, rivoluzionari, socialisti, radicali, una dichiarazione di solidarietà a Guido Viale, il dirigente di "Lotta Continua" gettato in carcere dalla magistratura torinese e dalla polizia senza alcuna giustificazione.

Terracini ha dovuto impiegare oltre metà del suo intervento a rintuzzare le accuse di alcuni rozzi e opachi burocrati del "nuovo corso" berlingueriano che gli rimproveravano il prendere iniziative politiche personali fuori delle "naturali" sedi di partito. A questi vecchi e nuovi stalinisti del suo partito, utilizzando le sue capacità dialettiche e la sua ironia, ha dovuto spiegare che esistono doveri individuali, per un militante rivoluzionario, che non possono essere delegati a nessuna assise collettiva: si chiamano, per chi è capace di intenderli, doveri di coscienza. Ed ha dovuto ricordare che battersi contro l'ingiustizia commessa nei confronti di un dirigente di un gruppo e di una forza politica dissenziente non significa condividere la politica di quel dirigente e di quella forza politica. E' una distinzione elementare, senza la quale si rischia di diventare complici, contro i compagni da cui si dissente, di volta in volta del potere, dei padroni, della polizia e dei fascisti.

"Il Corriere della sera" ha ricordato, di Terracini, altre eresie del passato, anche recente, ma da buon giornale milanese invischiato nella polemica contro il Movimento studentesco ed extraparlamentari ha omesso quest'ultima eresia.

A Umberto Terracini noi rivolgiamo il nostro saluto e il nostro ringraziamento. Non soltanto per quanto ci ha dato in questi anni, essendoci sempre vicino in momenti anche gravi di difficoltà e di isolamento, ma anche e soprattutto per quanto ha dato alla sinistra italiana. Perché Terracini, come comunista, ci appartiene e appartiene al patrimonio morale, intellettuale e militante dell'intera sinistra italiana, riformatrice e rivoluzionaria. gli rivolgiamo anche l'augurio di poter svolgere comunque un buon lavoro per la riforma dello Stato e pr i diritti civili, perché siamo sicuri che non rimarrà inutilizzato.

 
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