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Notizie Radicali - 8 marzo 1973
Autodenuncia per aborto

SOMMARIO: Diversamente da quanto afferma il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, secondo cui la presentazione del progetto di legge per la legalizzazione dell'aborto sarebbe atto destinato a rimanere isolato, un dibattito ampissimo si aperto ovunque nel paese. Si esorta quindi il maggior numero di donne "colpevoli" a firmare, consapevolmente, l'autodenuncia per aborto secondo uno schema predisposto dal Movimento di Liberazione della Donna.

(NOTIZIE RADICALI N. 189-190, 8 marzo 1973)

"Sbaglia, il presidente del consiglio on. Giulio Andreotti, quando afferma che la presentazione, da parte dell'on. Fortuna, del suo progetto di legge per la legalizzazione dell'aborto è un gesto destinato a restare praticamente isolato. Come noi stessi abbiamo documentato, come ciascuno ha potuto da solo constatare, un dibattito amplissimo si è aperto ovunque, un dibattito che nella diversità degli interventi ha mostrato quanto tempestiva sia sta l'iniziativa del deputato socialista, e quanto corrispondente alla crescita e alle esigenze del paese. Né il gesto di Fortuna è "partito" isolato, come fu per il divorzio; questa volta, la legge sull'aborto è sostenuta da numerosi parlamentari socialisti.

Si moltiplicano intanto le nostre manifestazioni, le iniziative, le prese di posizione perché la battaglia sia portata avanti e sia, soprattutto, vinta. Occorrerà superare gli scogli e le insidie parlamentari, con scadenze ormai non più lontane; impedire che nella coscienza del paese il problema sia, artificiosamente, accantonato; convincere o sconfiggere riserve, remore e pregiudizi; fare scoppiare le contraddizioni degli avversari.

E' necessario, soprattutto, rompere subito il muro di omertà che impedisce alla donna italiana di prendere coscienza delle condizioni reali della sua vita, ogniqualvolta essa sia investita da scelte drammatiche, dolorose ed, ancora, letteralmente "indicibili"; questa omertà che ha creato silenzi delittuosi, ipocrisie e "vergogne" secolari, ed ha consentito a chiese ed istituzioni, a "politici" per i quali la politica è solo distacco dalle masse e ad una "scienza" che ha tollerato medici o ipocriti e corrotti o pietosi e colpevoli, di ergersi a poliziotti e giudici.

Per spezzare questo silenzio è necessario che il maggior numero di donne "colpevoli", firmi, consapevolmente, la auto-denuncia per aborto, per la quale alleghiamo uno schema essenziale. E' una dichiarazione approntata dal Movimento di Liberazione della Donna e da altri gruppi femministi. Essa verrà resa pubblica quando e solo se le firme verranno raccolte e in numero adeguato, e clamoroso. Deve essere un atto cosciente e serio, e per questo ogni firma dovrà essere accompagnata da quella di uno o più testimoni che garantiscano l'impegno di colei che si auto-denuncia.

Firmare questa auto-denuncia è un "rischio". Ma è un rischio necessario, se si vuole sottrarre a ben altro, mortale rischio, di sofferenza e di dolore, milioni di altre donne, quelle che "non parlano" innanzitutto perché è stata tolta loro la possibilità stessa di parlare, se non di gridare, il proprio sdegno e la propria amarezza.

 
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