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Liberazione - 15 settembre 1973
IL PSI TORNA AL CALVARIO
Si ripropongono aggravate le condizioni di partenza del primo centro-sinistra. Il PSI sceglie di nuovo, per calcolo o illusione, la via del suo calvario e di qualche vice presidenza. E' ora di tornare all'attacco contro il centro-sinistra.

SOMMARIO: Nessuno parla più di "riforme", di struttura o sociali. Dall'interno del PSI nessuna protesta, da parte né di manciniani né di lombardiani:"il disegno di regime sembra di nuovo essere quello di soffocare il loro partito". La verità è che a guidare coalizione e governo è, in effetti, il PCI, che media e grantisce anche la "pace sociale". "Unità" e "Popolo", "Corriere della Sera" e "Stampa" hanno ormai "interessi convergenti". Così, alla fine, si ripropongono al paese "le condizioni di partenza dell'esperienza di centro-sinistra", e il PSI sceglie di nuovo "la via del calvario e di qualche vicepresidenza". E' ora di tornare "all'attacco del centrosinistra, per l'alternativa..."

(LIBERAZIONE, 15 settembre 1973)

Delle »grandi riforme , riforme di struttura o sociali, del primo e perfino del secondo centro-sinistra, nessuno parla più. L'austerità qui è calata davvero.

Dall'interno del Partito Socialista, non solo da De Martino, non sorge nemmeno più una protesta, un discorso alternativo. Manciniani e lombardiani sembrano in vacanza. O soddisfatti o rassegnati. Se il disegno di regime sembra di nuovo essere quello di soffocare il loro partito, le stesse minoranze sembrano mancare d'ogni fiducia in loro stesse; il PCI le affascina o le spaventa. Invano, nei discorsi, si cercano le tracce di proposte politiche diverse - seriamente e responsabilmente - da quelle minimaliste e amministrative di De Martino.

Sui problemi di fondo, sulle scadenze obbligate, solo silenzio. Enti di Stato, potere radiotelevisivo, crescita e rafforzamento delle strutture corporative: non esiste nessuno scontro reale. Sulla conferma del Concordato, sull'affossamento della legge Fortuna, sul referendum per il divorzio, sono ancora i comunisti ad imporre una linea ed a gestire la trattativa con Vaticano e DC. Il PSI - di nuovo - ignora e tace.

Non c'è davvero gran che di nuovo. A Mariotti, alle sue impennate sulla riforma sanitaria, alle sue felici, iniziali denunce dei vizi e dei condizionamenti clericali che la bloccavano, oggi succede Zagari, con le sue prese di posizione progressiste e civili.

I problemi e le riunioni si moltiplicano. Risolta oggi con una buona affermazione - in teoria - dei socialisti la questione delle Presidenze delle Commissioni parlamentari, siamo già nel clima affannoso di una corsa ad ostacoli. Ma anche per il PCI deve esser così: il governo va aiutato, gli allarmismi fan male, ci si inserisce nei dissensi interni della coalizione ma per mediarli. Quando »Unità e »Popolo , »Corriere della Sera e »Stampa hanno interessi convergenti, il doping di massa non può, provvisoriamente, non funzionare.

I quattro segretari dei partiti che si riuniscono mercoledì non potranno nemmeno tracciare un compiuto elenco dei dissensi; la situazione è già intricata, il fronte degli scontri così esteso che non v'è che ignorarli e tentare di risolverli ciascuno sul piano »tecnico . Sul Mezzogiorno, sulle pensioni, sull'agricoltura, sulle misure da adottare perché, con il blocco dei prezzi, non salti in aria in autunno la »pace sociale acquistata dal PCI, finanziarie, comitati di tecnici, ministri e esperti fanno dichiarazioni esplicitamente contrastanti. La »seconda fase dei cento giorni pretende però di misurarsi ora sugli orientamenti generali: e, su questi, Giolitti ha già raggiunto praticamente La Malfa.

Il Ministro Gui, riferendo sul colera, in commissione parlamentare, parla ormai di »risanamento sanitario , di »ricognizioni specifiche : ma della riforma Mariotti non una parola.

Ci si ripropongono, aggravate, le condizioni di partenza dell'esperienza di centro-sinistra. Il PSI sceglie di nuovo - per calcolo o illusione poco importa - la via del calvario e di qualche vicepresidenza, mercoledì. E' ora di tornare all'attacco contro il centro-sinistra, per l'alternativa e l'unità di una sinistra rinnovata.

 
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