Una dichiarazione di Tristano Codignola: se non si affronta subito e con reale impegno la crisi della scuola, lo stesso sviluppo economico si costruisce sulla sabbia. Per Leone lo studio è »affinamento dello spirito . Per Paolo VI la scuola è il »giardino delle nuove generazioni . Intanto milioni di studenti tornano ai doppi e tripli turni, a frequentare la scuola, selettiva, classista e repressiva che la DC ci ha dato.SOMMARIO: Analisi delle condizioni in cui versa la scuola italiana. Mentre il Presidente Leone e Papa Paolo VI la ricoprono di elogi retorici, la scuola italiana versa in condizioni gravissime, per mancanza di attrezzature, di strutture pedagogiche, mediche, assistenziali, sportive. Le famiglie sono chiamate a grossi sacrifici. Tristano Codignola, per il PSI, ammonice che i ritardi e le carenze riguardano non solo le strutture ma anche i metodi e i contenuti. Crisi e ritardi investono sopratutto la scuola secondaria superiore, l'università, la fascia preelementare. Le trattative tra i sindacati e il governo hanno lievemente migliorato la situazione.
(LIBERAZIONE, 2 ottobre 1973)
»Lo studio - ha detto il Presidente della Repubblica agli studenti - non è fine a se stesso... è arricchimento della personalità, acquisizione di cognizione, affinamento dello spirito, strumento per prepararsi a conquistare nella vita un posto decoroso . Ai docenti Leone ha detto che il loro compito è quello di adeguare la »gloriosa tradizione culturale italiana alle svolte nuove della società, realizzando »il rinnovamento nella continuità .
Paolo VI gli ha fatto eco: »Sarà bene - ha detto il papa - che ognuno di noi si faccia della scuola un concetto adeguato che non può non essere se non un concetto ideale, superlativo... la scuola è il completamento necessario della famiglia, il giardino delle nuove generazioni, il laboratorio dello sviluppo mentale, morale e sociale della gioventù...
Per meglio arricchire la loro personalità e meglio »affinare il loro spirito, il »giardino delle nuove generazioni li costringe ad affrontare doppi e tripli turni, a frequentare aule sovraffollate e istituti privi delle più elementari strutture pedagogiche, mediche, assistenziali e sportive. Secondo le statistiche ufficiali sono due milioni e duecentomila i posti-alunno mancanti, ma secondo valutazioni più attendibili almeno il doppio. Le attrezzature didattiche, gli spazi verdi attrezzati e gli altri servizi essenziali sono sufficienti soltanto per il 30 per cento dell'attuale popolazione scolastica. Il caro-libri è in continuo aumento. Nonostante gli interventi delle regioni, deprecati da La Malfa e dal Partito Repubblicano, le famiglie dovranno sopportare per ogni ragazzo un costo medio di 40-50.000 lire per il solo acquisto dei libri scolastici. Nell'età dell'avviamento al lavoro decine di migliaia di studenti, appartenenti a famiglie indigenti che non hanno alcun sostegno dello Stato, si allontanano d
alla scuola evadendo l'obbligo scolastico.
Per realizzare »il rinnovamento nella continuità auspicato da Leone, gli insegnanti riattiveranno tutti i vecchi arnesi di una »gloriosa tradizione culturale : voti e registri, compiti in classe e interrogazioni per mantenere alla scuola il suo carattere selettivo e repressivo.
Tristano Codignola, che è uno dei leaders della sinistra socialista, e da anni responsabile della sezione scuola del Psi, ci ha fornito un quadro preciso della crisi che investe le strutture educative a tutti i libelli. »La scuola - ci ha dichiarato Codignola - sta diventando uno dei massimi problemi nazionali. Mentre la spinta all'istruzione si è moltiplicata sotto la pressione dello sviluppo tecnologico, le strutture sono rimaste ferme e arretrate da molti decenni: non solo strutture organizzative e funzioni, ma anche metodi e contenuti, forme di partecipazione e preparazione degli insegnanti ai loro compiti educativi. La crisi colpisce in modo particolare la scuola secondaria superiore per il mancato adeguamento alle innovazioni apportate alla scuola media: a questo livello la redditività della nostra scuola è tra le più basse del mondo. Il ritardo ingiustificato della riforma universitaria ha per suo conto aggravato il divario fra società e scuola e determinato una grave disoccupazione intellettuale, non
per eccesso di giovani che studiano, ma per difetto di ogni programmazione dei processi di formazione e di ricerca. Infine l'inesistenza sino a pochi anni fa di una scuola pubblica per l'infanzia ha reso impossibile quella educazione precoce che sola può consentire di colmare almeno in parte le gravi discriminazioni di classe. Se la classe politica e sindacale - è la conclusione di Codignola - non si renderà finalmente conto, con reale impegno costruttivo, delle dimensioni del fenomeno, lo stesso sviluppo economico rischia di essere costruito sulla sabbia .
La sinistra socialista per suo conto sembra seriamente impegnata in questa direzione e se confermerà e svilupperà il suo impegno dovrà essere seriamente sostenuta e appoggiata. »Il testo che avevamo ricevuto dal ministro Malfatti il giorno prima della riunione del consiglio dei ministri - ci ha detto un dirigente della Cgil - era semplicemente orrendo. Non abbiamo ancora il testo definitivo dei provvedimenti approvati dal Governo ma, stando al comunicato di Palazzo Chigi, nell'ultima notte di trattative fra i partiti della maggioranza, il testo deve essere stato notevolmente migliorato soprattutto per quanto riguarda il personale docente e i concorsi universitari. Certo, non abbiamo ancora la riforma, siamo ancora allo stadio di alcuni limitati provvedimenti-stralcio, ma almeno - c'è da sperarlo - si tratta di provvedimenti che non contraddicono con la volontà di arrivare alla riforma universitaria .
La Cgil-scuola conferma come impegni prioritari: massicci investimenti dello stato per l'edilizia scolastica (portando il rapporto docenti-studenti a un docente per venticinque studenti); generalizzazione della scuola materna statale; riforma della scuola secondaria superiore con la realizzazione di scuole omnicomprensive che eliminino i precedenti steccati classisti fra scuole a indirizzo diverso; istituzione di corsi serali per studenti-lavoratori. Ma su questi problemi come già per l'Università Malfatti rifiuta di trattare con i sindacati, rivendicando l'autonomia delle scelte governative. E il responsabile scuola della DC, l'on. Vittorio Cervone, ha avuto la sfrontatezza di dichiarare testualmente: »Non è che poco si faccia o si sia fatto nel settore scuola, ma è che l'espandersi quantitativo e qualitativo della scuola difficilmente potrà essere appagato anche perché la mobilità delle richieste e delle esigenze pongono sempre nuove soluzioni e nuovi problemi . Apprendiamo così da questo autentico analfab
eta cosa la DC ci riserva anche per l'avvenire. Perché la scuola che oggi il paese ha è quella che la DC gli ha costruito.