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Liberazione - 5 ottobre 1973
RIFORME-BEFFA SULL'ESERCITO
Davanti alla commissione difesa del Senato tutti i problemi di fondo, inclusi quelli di una »riforma democratica dell'esercito, vengono elusi. Silenzio sui supergenerali, sui corpi speciali, sul fascismo nelle FF.AA. L'opposizione non si batte, si limita a criticare senza convinzione. Risposte negative al sen. Venanzetti, mentre si conferma la tendenza a aggravare la repressione contro gli obiettori e a impedire ogni vera alternativa di servizio civile

SOMMARIO: Si criticano le disposizioni governative in materia di gestione e di riforma delle forze armate, mentre si deplora che in Commissione difesa del Senato le opposizioni, e in specie il PCI, non facciano il loro dovere. L'ordine del giorno del senatore socialista Venanzetti, che chiedeva l'istituzione di un servizio civile di massa a Napoli, è stato ufficiosamente avversato dai comunisti, preoccupati di un possibile aumento del contingente volontario dell'esercito. Il governo ha illustrato il programma di riforme, che vanno nel senso contrario alle richieste degli obiettori e persino delle Regioni, disponibili a gestire in proprio contingenti di servizio civile.

(LIBERAZIONE, 5 ottobre 1973)

E' iniziato oggi in commissione difesa del Senato il dibattito sul bilancio della difesa. Il governo non ha parlato né di supergenerali, né di corpi speciali, né della formazione fascista e antidemocratica che dilaga, né della repressione politica in corso, né dell'azione militarista e di sostegno alla Destra Nazionale del nugolo di associazioni combattentistiche che foraggia; ha solo elencato una serie di pretese »riforme che o aggravano in senso antidemocratico i privilegi del »potere militare o si pongono a livello di fureria e non di parlamento. Ma quel che è più grave anche negli interventi della opposizione è il tono da ordinaria amministrazione e di sostanziale connivenza perché le cose restino quali sono.

»Il governo si assume la responsabilità dell'arruolamento dei giovani napoletani che partiranno con il terzo scaglione a partire dal 6 ottobre ha dichiarato oggi in commissione difesa il sottosegretario alla difesa Montini rispondendo al sen. Venanzetti che aveva presentato un ordine del giorno nel quale rilevava il pericolo costituito dall'immissione di possibili portatori sani di colera nelle caserme italiane.

Anche il secondo ordine del giorno di Venanzetti che chiedeva la costituzione di un servizio civile di massa a Napoli ha incontrato l'ostilità del rappresentante del governo. I senatori comunisti, che non hanno preso una posizione ufficiale su queste due proposte, hanno però ufficiosamente espresso la loro avversione ad iniziative di servizio civile di massa, preoccupati per un possibile aumento dei reparti volontari dell'esercito. I comunisti dicono infatti che la Nato esige dall'Italia il mantenimento dell'attuale numero di divisioni e che quindi la diminuzione di giovani di leva sarebbe compensata con l'aumento di »mercenari .

Il lealismo dei comunisti è veramente assoluto: non tollerano nemmeno la idea che gli impegni Nato possano e debbano essere combattuti, che comunque tutti gli altri paesi li eludano quando fa loro comodo, se non addirittura che un processo autonomo di disarmo unilaterale possa costituire, come viene sostenuto da altri partiti comunisti nel resto dell'Europa occidentale, un valido fronte di lotta socialista e democratica.

Il sottosegretario ha quindi illustrato il programma di riforme dell'esercito deciso dal governo: riforma del regolamento militare, modifica del codice di procedura penale militare con l'introduzione del secondo grado di giudizio, varo del regolamento di attuazione del servizio militare non armato previsto dalla legge Marcora e possibile stipulazione di convenzioni con il corpo forestale dello stato e i vigili del fuoco per il servizio di leva a dodici mesi.

La costituzione di un secondo grado di appello dei tribunali speciali consente infatti un allargamento dell'organico della magistratura militare e, cosa ancor più grave, il definitivo avallo di un tribunale anticostituzionale. La priorità data alla definizione del regolamento per il servizio militare non armato che la totalità degli obiettori rifiuta, a quello per il servizio civile che ancora costringe centinaia di obiettori ad una attività forzata, mostra la non volontà del ministro della difesa di applicare le poche norme non punitive della legge »Marcora . Così per la scelta del corpo forestale dello stato e dei vigili del fuoco in contrapposizione alle proposte di gestione democratica del S.C. di alcune regioni fra le quali la Toscana e la Campania.

Per quanto riguarda la riduzione del servizio militare, il sottosegretario ha dimenticato di dire se il governo fa propria la controparte che i militari chiedono: l'abolizione cioè delle possibilità di rinvio del servizio militare per motivi di studio preoccupati della sempre maggiore politicizzazione e consapevolezza democratica dei giovani che entrano nelle caserme dopo l'esperienza universitaria.

 
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