Marco PannellaSOMMARIO: Annuncia la sospensione del digiuno avviato, assieme al diretto interessato, per il "caso Corti" (da trenta mesi in galera in attesa di essere giudicato), e insieme dà notizia del documento con il quale "tutti i detenuti" nelle carceri penali di Pescara si associano all'iniziativa radicale in difesa di Corti e per promuovere i referendum indetti dal partito.
Ironizza poi per non aver potuto prendere l'aereo con il quale recarsi al colloquio con Corti, perché tutti i suoi posti erano prenotati da parlamentari che rientravano a casa dopo la settimana trascorsa alla Camera o al Senato. L'esperienza fin qui fatta con questa campagna non segna comunque una sconfitta.
(LIBERAZIONE, 7 ottobre 1973)
Per cominciare, due comunicati, che si commentano da soli. Ecco il primo: »Abbiamo opposto insieme alla violenza delle istituzioni la testimonianza di una civile protesta, di una legittima e doverosa richiesta di giustizia, di un dialogo che sperava di imporsi con la riflessione ed il rispetto della verità. Ci si è invece risposto, ancora, con la violenza. Coloro che condannano un uomo, da trenta mesi in attesa di essere giudicato, a restare in galera, sicché quasi inutile sarà la prova della sua innocenza, sono gli unici colpevoli. Se leggi inique, e non la loro coscienza, li obbligano a tali giudizi, sarebbe loro dovere disubbidire; ma non è questo il caso. Che non siano essi imputati è un fatto politico, che ci impegneremo a mutare.
Insieme, decidiamo di sospendere il digiuno: proseguiremo la lotta sotto altre forme, fino a che tali ingiustizie non cessino di essere possibili, e fino alla liberazione di chi, fra noi, è sequestrato in prigione. Rivolgiamo insieme un appello a tutti i detenuti, i compagni, i difensori, i cittadini che lottano nella stessa direzione e con la stessa speranza perché immediatamente s'impegnino a realizzare il progetto radicale di referendum alternativi al regime .
Gianfranco Corti
Marco Pannella
Ecco il secondo: »Noi tutti detenuti delle carceri penali di Pescara ci associamo alla lotta che un nostro compagno di nome Gianfranco Corti sta combattendo da trenta mesi circa nelle carceri di Verona affinché gli venga concessa l'occasione di dimostrare la propria innocenza (naturalmente con un processo) ed alla lotta promossa dal giornale radicale "Liberazione" per una campagna nazionale circa il referendum abrogativo di tutte le norme vigenti del codice fascista .
Michelon Giuseppe, Vandelli Mario, Cavuto Enzo, Fantauzzi Roberto, Trovarelli Pasqualino, Moscariello Alberto, Di Penna Michele, Tell Claudio, Megola Rino, Sarno Domenico, Olivieri Giorgio, Russo Giuseppe, Bruni Francesco, Battistini Pasquale, Paoloni Antonello, Caramanico Giorgio, Zuntini Gianpietro, Fontana Giuseppe, Fringuelli Enrico, Volpe Cosimo, De Vincentiis Vittorio, Gabrielli Giuseppe, Cignetti Roberto, Serafini Arnoldo.
Ho poi una comunicazione da fare: i parlamentari della repubblica esistono; non lo metterò più in dubbio. Avevo ottenuto dal procuratore della repubblica di Verona un permesso straordinario di colloquio con Corti, a condizione che avvenisse alla sua presenza e non oltre le 20 di sera. V'era un solo aereo per Verona, ma arrivava alle 22. Non c'era che da tentare via Milano e poi una corsa in macchina a Verona, grazie ai compagni radicali che sarebbero venuti a prendermi. Impossibile. I voli erano carichi, le liste d'attesa proibitive. Ho scorso qualche nome dei prenotati: tutti parlamentari. Era venerdì pomeriggio: la corvée romana, iniziata per lo più il martedì pomeriggio, era terminata.
E' stato questo il solo contatto che la campagna di un mese per la liberazione di Gianfranco Corti ha avuto con le istituzioni parlamentari del paese.
Volevamo decidere insieme cosa fare. Se e come sospendere il digiuno, conoscerci, far progetti comuni. Non passerà molto tempo, probabilmente, che i ruoli saranno rovesciati. Lo auguro al "ladro", al "rapinatore", al "deliquente" Gianfranco. Finisco per augurarmelo. "Libero" come i tristi magistrati di Venezia? "Libero" come la nauseante schiera di coloro che ci hanno infuso cultura cristiana e liberale sin dall'infanzia? "Libero" come i parlamentari, i compagni comunisti, socialisti democratici, presi uno per uno, che siedono in parlamento? Mi interessa, in verità, poco.
Gianfranco Corti avrà dunque condotto la sua lotta difficile il suo digiuno di venti giorni in perdita, questa nostra decisione è una sconfitta?
Non abbiamo frustrazioni da compensare. Non dobbiamo vincere come campioni in un incontro più o meno truccato di lotta o di boxe. In questi venti giorni, sicuramente, più gente ha capito, visto, giudicato. Siamo dunque, con le nostre speranze, più forti. Non abbastanza, certo, per spazzare via attorno a noi la violenza d'una borghesia di merda, di rinnegati, la violenza di classe, che appesta l'aria con i suoi giudici, con i suoi ufficiali, con i suoi presti, con i suoi burocrati, con i suoi tecnocrati, con i suoi progressisti e - anche - con certi suoi rivoluzionari funerei e impotenti. Abbastanza però per essere sempre più liberi e responsabili, comunque, di loro.
Marco Pannella