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Liberazione - 12 ottobre 1973
I PETROLIERI HANNO FATTO SCUOLA
Attraverso la breccia aperta dall'aumento del prezzo della benzina cercano di passare anche chimici e cementieri, cartai e zuccherieri. La Federconsorzi, feudo di Bonomi, come già per il grano, guida gli accaparramenti e la speculazione al rialzo sui fertilizzanti per l'agricoltura. A ricattare il governo sono, secondo la logica di uno stato delle corporazioni, enti che vivono del capitalismo di stato.

SOMMARIO: Dettagliata analisi del sistema, dei meccanismi attraverso i quali i grandi profittatori - dai petrolieri ai cementieri agli zuccherieri ai chimici - riescono a strappare dal governo e dallo Stato enormi profitti speculando sulla rendita di monopolio di cui essi godono. "IRI, ENI, Montedison, Rovelli, Pesenti, Federconsorzi, lobby dei petrolieri: sono queste le corporazioni che dettano legge al governo, alle forze politiche, al parlamento..." E' vero che alcuni dei prezzi devono essere aumentati, secondo le loro esigenze, ma è "inaccettabile" il "meccanismo" di ricatto e pressioni attuato "sistematicamente" nei confronti del governo, con gli accaparramenti, le speculazioni al rialzo, la borsa nera. Alcune di queste corporazioni "appartengono allo Stato", e anche i privati vivono "grazie al capitalismo di Stato" e alle "rendite di regime"...

(LIBERAZIONE, 12 ottobre 1973)

I petrolieri hanno fatto scuola. Il loro insegnamento è seguito da chimici e zuccherieri, cementieri e cartai. Spariscono dal mercato il cemento necessario per costruire le case, i fertilizzanti indispensabili per l'agricoltura, la carta per fare uscire i giornali. Si annuncia così a partire da novembre una nuova scarica di aumenti di prezzi in settori essenziali che influenzano la maggiore parte dei consumi di massa.

Nel corso di una sola giornata sono venute una serie di indicazioni precise. Basta metterle insieme per avere un quadro di ciò che ci attende, e soprattutto per capire come agisce il meccanismo dei rapporti le grandi baronie corporative di regime governo e sul parlamento.

La Federazione unitaria dei lavoratori delle costruzioni denuncia in un documento presentato ai ministri dell'industria del lavoro e delle partecipazioni statali la mancanza di cemento che, in alcune regioni, si trova soltanto a borsa nera, venduta a prezzi molto superiori a quelli fissati dal CIP. Chi sono i maggiori produttori di cemento? L'IRI e Pesenti.

In un dibattito promosso dall'Associazione stampa agricola sul mercato dei fertilizzanti alcuni giornalisti mettono sotto accusa i chimici, i grossisti e la Federconsorzi, per l'accaparramento dei fertilizzanti che vengono tenuti nei depositi in attesa dell'aumento del prezzo. E' già nell'estate, nei depositi della stessa Federconsorzi si erano accumulati gli approvvigionamenti degli accaparratori di grano. Gli stessi giornalisti si guardano bene però dal ripetere le stesse accuse sui giornali sui quali scrivono, o almeno sui quotidiani e settimanali a grande tiratura. Chi sono i produttori dei fertilizzanti? Montedison, ENI, Rovelli. Quanto alla Federconsorzi non c'è bisogno di ricordare che è un feudo di Bonomi che ieri è stato ricevuto dal Presidente del Consiglio.

Nel corso della indagine conoscitiva sulla stampa il presidente degli editori, Granzotto, informa i parlamentari sulla grave situazione che mette in pericolo i rifornimenti di carta per la stampa. Il consumo è salito dai 200 mila q.li mensili del 1972 ai 250 mila di quest'anno. La produzione è rimasta ferma a 210 mila q.li mensili. Ogni mese bisogna perciò importare 40 mila quintali di carta a prezzi internazionali crescenti a causa della crisi degli approvvigionamenti di cellulosa.

In fila si mettono anche gli zuccherieri (ancora Pesenti). Lo zucchero per fortuna ancora non manca nei negozi. Ma gli uffici relazioni pubbliche sono in movimento per far notare che mentre i consumi sono enormemente aumentati, la produzione italiana si è contratta a causa di errori di previsione e di applicazioni sballate degli accordi comunitari.

Intanto i petrolieri tornano alla carica. Il loro presidente Albonetti dichiara all'Espresso che non c'è nessun impegno con il governo, che »è impensabile che si possa tener fermo il prezzo della benzina per l'intera stagione invernale senza mettere in crisi la regolarità dei rifornimenti , che entro due mesi bisognerà pensare a un nuovo aumento.

IRI, ENI, Montedison, Rovelli, Pesenti, Federconsorzi, lobby dei petrolieri: sono queste le corporazioni che dettano legge al governo, alle forze politiche, al parlamento. E' vero che alcuni di questi prezzi devono essere ritoccati, che alcuni di essi (ad esempio quelli dei fertilizzanti) sono fermi da molti anni. Ma il problema non è questo. Ciò che è inammissibile è il meccanismo di ricatto e di pressione che viene attuato sistematicamente nei confronti del governo, che il governo si limita a subire e di cui fanno le spese le piccole e medie industrie che hanno bisogno dei rifornimenti e, di riflesso, i consumatori. Ciò che è inammissibile è il gioco degli accaparramenti, delle speculazioni al rialzo, della borsa nera. IRI ed ENI appartengono allo Stato, Montedison e Rovelli sono due »privati che vivono ormai grazie al capitalismo di Stato, Pesenti prospera in una situazione di protezione di Stato, ai petrolieri lo Stato ha concesso di trasformare l'Italia nella »raffineria d'Europa , la Federconsorzi ha

una rendita di regime sulla distribuzione monopolistica dei prodotti per l'agricoltura.

E allora che senso ha parlare di uno Stato impotente di fronte alle pressioni delle corporazioni? Che senso ha rispolverare le teorie sull'intervento statale nell'economia a tutela degli interessi generali del paese e dei consumatori, quando questa è giù oggi e sempre di più lo Stato delle corporazioni?

Fra le molte cose sbagliate o non condivisibili, La Malfa ne ha fatta una che è invece seria e apprezzabile: quella di aprire una indagine sull'utilizzazione dei depositi bancari degli enti pubblici, che oltre ad alimentare fondi occulti per la corruzione dei partiti e per il controllo della stampa, sono in grado di alterare anche profondamente il mercato finanziario. Im una intervista a Scalfari ha inoltre preso posizione contro i golpisti della borsa di Milano (leggi Sindona e Bonomi Beolchini che sperano attraverso alcune operazioni di aumento di capitale di rastrellare centinaia e centinaia di miliardi sul mercato e, attendono per questo, l'autorizzazione del comitato per il credito e il risparmio).

Vedremo, nell'uno e nell'altro campo, se il ministro del Tesoro avrà davvero la capacità e il coraggio di andare fino in fondo. Perché nell'uno e nell'altro campo dovrà scontrarsi non solo con le corporazioni ma con Fanfani.

 
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